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Vedo cose, parlo con la gente

Un viaggio intorno al mondo che solo di rado ripaga gli sforzi

RECENSIONE di Andrea Rubbini   —   04/06/2014

Max ha le visioni. Scene tormentate, incubi a occhi aperti; materiale esoterico, insomma. Per sua fortuna, e in contrasto con i suoi modi da tamarro, è anche un fine pittore, che sublima nell'arte i tormenti della mente. E comunque può consolarsi con Lara, splendida moglie e rispettato agente dell'agenzia per il recupero delle opere rubate.

Vedo cose, parlo con la gente

Fra loro tutto va bene, gli eventi del primo Memento Mori sono lontani e la coppia si gode una vacanza in Sud Africa. Purtroppo un furto di statuette in un museo del posto e una visione angosciante nella mente di Max rimettono in moto il solito trambusto. Lara indossa pantaloni attillati e ha i capelli rossi raccolti come quasi tutte le eroine delle avventure grafiche, Max è un po' sbruffone un po' rubacuori, come quasi tutti gli eroi delle avventure grafiche. Insieme dovranno fare il giro del mondo per indagare su una vicenda che rimescola notizie storiche, esoterismo da bancarella e meccanismi tipici del thriller. Il tentativo di rivestire il tutto con una grafica hollywoodiana probabilmente ha sperperato le scarse risorse del team di sviluppo indipendente, che ha tralasciato di curare i dialoghi, il doppiaggio, il ritmo della narrazione e il design degli enigmi. Purtroppo Memento Mori 2 è la somma delle sue parti. Manca una qualità originale che lasci il segno al di là delle singole falle, così che siamo costretti a fare una media dei difetti. Abbiamo provato davvero a farcelo piacere, perché non è un'avventura da bocciare, ma con Broken Sword di nuovo in scena, i Telltale scatenati e Daedalic Entertainment più prolifica che mai, è difficile consigliare a qualcuno di trovare il tempo e la voglia necessari per finire l'ultima fatica di Centauri Productions. Torniamo allora con un po' di nostalgia a quel furto iniziale e vediamo di capire cosa non ha funzionato, nonostante tutta la buona volontà di Max e Lara e dei loro creatori.

Memento Mori 2 è un'avventura in cerca di ispirazione che affonda nella palude dei cliché

Indagare non è un gioco

Memento Mori 2 fa uno sforzo titanico per farci vivere l'illusione di stare conducendo un'indagine realistica. La sequenza di enigmi forensi è lunghissima, intervallata solo di rado da puzzle più comuni, del tipo usa la spranga per raggiungere un oggetto. Sebbene le trovate siano spesso solide, si va infatti dallo studio delle impronte digitali alla ricostruzione della scena di un crimine con tanto di giusta angolazione delle ombre, la ricompensa per i risultati ottenuti è assente. Dopo esserci fatto un mazzo tanto per indicare in una riunione d'ufficio i punti d'interesse delle foto scattate, avere letto fitti report stilati dai colleghi e analizzato scritte sbiadite dal tempo, desideriamo solo vedere la storia decollare e sentire la curiosità impellente di sapere cosa succede dopo. Invece Memento Mori 2 è molto banalmente un gioco noioso. Solo arrivati a cavallo fra il sesto e il settimo atto, e quindi a un passo dalla fine del gioco, riusciamo finalmente a mettere a fuoco la vicenda.

Vedo cose, parlo con la gente

A quel punto le domande sono tante e l'interesse finalmente si desta dal torpore in cui era sprofondato, ma ormai è tardi. A guardare bene c'è troppo di tutto. Non c'era bisogno di farci esaminare un tagliasigari solo per sbloccare la sicura, o disinceppare la stampante dell'ufficio. Probabilmente gli sviluppatori volevano farci sentire parte di una vera indagine, con tutte le minuzie del caso, ma le minuzie ordinarie della vita sono proprio quelle che vogliamo risparmiarci nella finzione. Inoltre non si possono portare avanti due strade per volta, perciò se ci blocchiamo con un puzzle, siamo costretti a scervellarci solo su quello finché non lo risolviamo. Sebbene gli enigmi tradizionali siano quasi sempre molto semplici, i mini giochi e le situazioni che richiedono calcoli e valutazioni possono seriamente arenare il giocatore meno determinato. E purtroppo questi passaggi non si possono saltare, come avviene invece nella avventure moderne. In Memento Mori 2 non ci sono sistemi di aiuto di nessun genere, a eccezione di un pulsante che mostra i punti sensibili della schermata. I puristi saranno anche contrari a ogni suggerimento, ma dare la possibilità anche ai meno esperti di godersi il gioco non è una scelta sbagliata. Se poi ci mettiamo file di salvataggio corrotti, crash improvvisi e, almeno in un caso, un enigma che non si può risolvere se si usa un oggetto prima del previsto, è chiaro che Memento Mori 2 mette a dura prova anche i santi. Peccato perché quando il gioco funziona, nei suoi rari momenti di ispirazione, si intravede tutto il potenziale sprecato. Ci sono punti extra da accumulare per avere risolto brillantemente l'indagine senza mai andare fuori strada, una scelta che incentiva la lettura dei tanti documenti forniti dal gioco, e perfino bivi narrativi che modificano lo svolgersi dell'avventura e il finale al quale andiamo in conto. Purtroppo la voglia di ricominciare da capo per scoprire come sarebbero andate le cose facendo scelte diverse si scontra con tutti i difetti sopra elencati. Le buone idee quindi ci sono, ma la struttura che dovrebbe sostenerle scricchiola come il collo di una mummia.

Viale del tramonto

I sogni cinematografici di Memento Mori 2 si infrangono davanti alle prestazioni dei doppiatori, che non riescono a infondere un po' di passione nei loro personaggi. A parziale discolpa degli attori dobbiamo dire che la scrittura non fa scintille. I dialoghi sono tanti, e sempre soporiferi. Le battute sono scontate e in linea con lo stereotipo incarnato dal personaggio che le pronuncia. Ancora una volta è un vero peccato, perché ci sono tre personaggi principali e tantissimi comprimari, tutti realizzati molto bene, almeno finché non parlano e non si muovono. I modelli tridimensionali infatti hanno ottime texture ma pessime animazioni, e possiamo sognarci la sincronizzazione fra labbra e parlato.

Vedo cose, parlo con la gente

In parte questo problema è compensato dalle schermate, ricche di dettagli e molto evocative dell'area geografica che riproducono. Il gioco è tutto tridimensionale, pertanto possiamo esaminare da vicino alcune porzioni dello scenario, muovendo la telecamera con una barra a scorrimento, così da inquadrare l'oggetto di interesse da angolazioni diverse. Un effetto piacevole, ma che dovrebbe essere la rifinitura di un buon lavoro, non l'appiglio al quale aggrapparsi per tappare le falle. E infatti nonostante lo sforzo produttivo per creare un'avventura dal grande impatto visivo, Memento Mori 2 fallisce nel catturare l'attenzione e tenere vivo l'interesse. Almeno per due terzi del gioco. Poi, se avete tenuto duro, qualcosa comincia a ingranare, ma con fatica e fuori tempo massimo. Il rischio che questo secondo capitolo sia l'ultimo della serie è alto. Speriamo solo che se gli sviluppatori decideranno di continuare, tengano a mente quali sono i propri limiti e si concentrino di più sugli aspetti fondamentali del genere che hanno scelto. Non è una stroncatura, perché con tutti i contenuti che questo gioco ha da offrire si guadagna la sufficienza, ma è un peccato sapere cosa sarebbe potuto diventare e non poterlo vedere realizzato. Cinque o sei anni fa avrebbe potuto dire la sua, ma oggi le avventure grafiche sono tornate giovani, e per i goffi ritorni al passato non c'è più posto.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Processore Intel Core 2 Duo 2Ghz o dual core AMD XP o superiore
  • RAM 1 GB
  • Scheda video 256MB (compatibile con Shader Model 2.0)
  • DirectX versione 9.0c
  • Sistema operativo Windows XP SP2 o più recente

Conclusioni

Digital Delivery: Steam
Prezzo: 19,99€
Multiplayer.it
6.5
Lettori (2)
7.0
Il tuo voto

Memento Mori 2 è un'avventura classica piena di di personaggi, di dialoghi e di enigmi. Quindici ore abbondanti di gioco e un'indagine poliziesca accurata sono un'ottima premessa, così come le immagini statiche dei personaggi. Ma quando il gioco si mette in moto tutto scricchiola, e in parte crolla. La scrittura è scialba, il doppiaggio soporifero, le animazioni mediocri. Ma soprattutto, presi nella sequenza infinita degli enigmi, talvolta inseriti a forza per una pretesa ossessiva di realismo, passa la voglia di sapere cosa viene dopo. Peccato perché si vede che dietro questo gioco c'è molta buona volontà e qualche idea valida. Purtroppo le risorse sono state distribuite male, o forse sono stati sottovalutati i limiti. Se cercate un thriller esoterico appassionante, c'è Moebius: Empire Rising. Il tempo delle nuove avventure è arrivato, e Memento Mori 2 può solo farsi da parte.

PRO

  • Qualche buon enigma forense, senza dubbio
  • Le schermate sono fedeli all'area geografica che rappresentano
  • Tantissimi personaggi con modelli tridimensionali discreti
  • Il sistema di punteggio per la qualità dell'indagine e i bivi narrativi

CONTRO

  • Finire il gioco richiede uno sforzo che non viene ripagato durante l'avventura
  • Dialoghi scialbi e doppiatori soporiferi
  • Quando finalmente la storia risveglia il nostro interesse è quasi finita
  • Animazioni mediocri
  • Qualche bug, qualche crash