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Palle al balzo

Il nuovo episodio della serie che ha riscritto la storia della pallacanestro virtuale torna con l'edizione 2015

RECENSIONE di Massimo Reina   —   13/10/2014

Da molti anni, ormai, NBA 2K, la popolare saga sportiva di Visual Concepts prodotta da 2K Sports, è assurta allo status di migliore simulazione elettronica della pallacanestro. D'altronde basta aver giocato almeno una volta a uno dei titoli che formano la serie, specialmente gli ultimi, per rendersi conto che tale fama è meritata, ed è stata conquistata realmente sul campo. NBA 2K15, lo diciamo subito, dimostra in tal senso ancora una volta la grande passione degli sviluppatori per questo sport, che poi è il motore che li spinge a cercare di migliorare la serie di anno in anno. E anche in questo, pur non rivoluzionando la loro creatura rispetto all'edizione passata, con una serie di ritocchi ad hoc sono comunque riusciti a regalare al pubblico un'edizione ancora più completa di quella che l'ha preceduta. Limature dei difetti del 2014, attenzione al dettaglio e tanti contenuti, sono queste infatti le caratteristiche salienti su cui il team di sviluppo ha lavorato maggiormente. Vediamo con quali risultati.

La pallacanestro simulata non è mai stata così realistica come in NBA 2K15

Curiosità

Oltre alle varie squadre della NBA, sia attuali che classiche, NBA 2K15 propone i team della Eurolega Turkish Airlines con alcuni nuovi club come Crvena Zvezda Telekom Belgrade, Brose Baskets Bamberg, Budivelnik Kiev e Galatasaray Liv Hospital Istanbul, che si aggiungono infatti alle classiche Real Madrid, Barcellona o alle nostre Armani Milano e Montepaschi Siena. Tutte le squadre hanno i vecchi roster, ma potranno essere aggiornate con gli ultimi movimenti di mercato grazie a un update gratuito disponibile via internet.

49GB di contenuti

Iniziamo con le modalità di gioco, che come da tradizione per la serie sono tantissime e ricche di contenuti. Per l'utente, insomma, c'è solo l'imbarazzo della scelta, e dopo aver creato il proprio alter ego virtuale, come sempre non farà fatica a trovare quella più adatta ai suoi gusti. Quasi tutte le modalità, tra l'altro, potendo poggiare sulle strutture solide delle precedenti edizioni, non presentano cambiamenti epocali, ma una serie di migliorie comunque interessanti. È il caso de La mia Squadra, una sorta di Ultimate Team di basket in cui sfruttare degli appositi crediti per costruire da zero una squadra composta da giocatori attuali e da leggende, per poi via via accumulare punti per acquistare nuovi pacchetti contenenti altri campioni, potenziamenti, e quant'altro. Qui, sulle basi dell'edizione 2014, si registra come novità assoluta la possibilità di comprare o vendere le carte giocatori in tempo reale in una apposita casa d'aste, e di utilizzare soldi veri per comprare buste supplementari. Procedendo nella descrizione delle novità inerenti le modalità più importanti di NBA 2K15, abbiamo ovviamente Il mio Giocatore/La mia Carriera, ancora una volta il cuore pulsante della produzione, che anche quest'anno è estesa alla rete in modo da permettere agli utenti di godersi, tra le altre cose, Il mio Parco. Questa modalità multigiocatore dedicata al basket "da strada", si arricchisce dell'opportunità per gli utenti di unirsi a una delle tre nuove comunità, vale a dire Old Town Flyers, Rivet City Rough Riders o Sunset Beach Ballers (ogni affiliazione garantisce una serie di caratteristiche speciali legate a difesa, velocità o precisione), per formare una squadra e andare a sfidare altri giocatori umani nei parchetti rivali. In alternativa è possibile disputare partite cinque contro cinque in quarti da cinque minuti all'interno del Jordan Rec Center con le regole NBA, dove chi perde viene eliminato, e vince solo chi riesce a rimanere in campo fino all'ultima sfida.

Palle al balzo

Grazie a un nuovo sistema di reputazione, di pari passo con la fama acquisita sui campetti si possono sbloccare potenziamenti e gadget. Purtroppo, a causa di problemi ai server, abbiamo avuto molte difficoltà a testare il gioco in rete, e fra un freeze e l'impossibilità spesso di connettersi, abbiamo dovuto alzare bandiera bianca. Ad ogni modo, rimanendo in tema ma in modalità singola offline, la carriera è caratterizzata al solito da una forte struttura narrativa che dà ampio risalto a quanto avviene sia sul campo che fuori, dove vengono valorizzati tutti quegli elementi di contorno che però contribuiscono a calare maggiormente il videogiocatore nei panni di una nuova promessa dell'NBA. Promessa che quest'anno tra l'altro non parte dal draft, ma deve accontentarsi inizialmente di contratti da dieci giorni con varie squadre, nella speranza di convincerne una a suon di buone prestazioni per farsi ingaggiare definitivamente. C'è poi l'altra sessione di gioco molto amata dal pubblico, vale a dire Il mio GM. Come consuetudine, in questa modalità il videogiocatore è chiamato a interpretare il ruolo di un General Manager, gestendo sia dal punto di vista amministrativo che tecnico una squadra. Bisogna quindi organizzare lo staff degli allenatori e quello dei talent scout, ma anche il ritmo settimanale degli allenamenti, i rinnovi, le cessioni e la gestione del quintetto titolare, volendo anche durante la partita.

Palle al balzo

La novità di quest'anno è costituita da un sistema di "conversazioni" che espande il ruolo del videogiocatore e ne aumenta le responsabilità anche al di fuori del campo, calandolo ancora di più nel suo ruolo. Insieme con il lato finanziario e tecnico, infatti, diventa necessario monitorare il morale dei propri atleti, far sentire la propria presenza sui media, scegliere bene le risposte da dare, e fare più attenzione ai rapporti umani, alle voci e alle pressioni e aspettative che arrivano dalla proprietà o dallo spogliatoio. Agli utenti farà senz'altro piacere vedere poi che la moneta virtuale non ha più un ruolo così decisivo nello sviluppo della carriera del manager. Il direttore generale, infatti, non si può più migliorare al massimo già all'inizio della prima stagione, e questo grazie al nuovo sistema che prevede l'acquisizione di punti esperienza in grado poi di far salire di livello e far ottenere una nuova abilità al dirigente col naturale progredire della sua carriera. Ultima modalità di cui parliamo, ma non per questo la meno importante, è la nuovissima opzione di gioco chiamata La mia Lega. In questa sessione concettualmente simile alla vecchia Associazione, gli utenti possono progettare un vero e proprio "mondo a sé", cioè a dire sviluppare una franchigia che duri una sola stagione o fino a ottant'anni, intervenendo liberamente sui diversi parametri che regolano sia il gameplay che l'organizzazione dei tornei, dal tetto salariale per gli stipendi fino al numero di gare a stagione, alle squadre da usare. La modalità è presente solo nelle versioni next-gen e su PC.

Trofei PlayStation 4

NBA 2K15 propone ai giocatori 51 trofei distribuiti nelle varie modalità di gioco. Ce ne sono di semplici, come il bronzo che si sblocca nella modalità Il mio General Manager ottenendo al draft una promessa con una valutazione pari o superiore a 88, e di più difficoltosi, come quelli che prevedono di farsi nominare All-Star nell'NBA in La mia Carriera, oppure di segnare un canestro della vittoria allo scadere del tempo o da oltre metà campo. Fino al platino, che si ottiene sbloccando tutti gli altri.

(Ri)tocchi di classe

Chiusa l'ampia parentesi dedicata alle modalità, passiamo finalmente ad analizzare la giocabilità in sé. Cominciamo col dire che, eccetto per alcuni aspetti che andremo ad analizzare nel dettaglio nelle prossime righe, il titolo poggia in termini di gameplay sulle solide basi dei precedenti capitoli. Pertanto a prima vista, come per altri titoli sportivi, l'utente medio potrebbe non riconoscere o apprezzare subito le novità, come di contro, con ogni probabilità, farà invece l'hardcore gamer. Ciò nonostante NBA 2K15 è un po' più complicato rispetto ai giochi precedenti, e per questo motivo la curva di apprendimento risulterà più ripida anche per chi conosce la serie. Il lavoro degli sviluppatori quest'anno si è concentrato moltissimo sulle fasi difensive e d'attacco, con un occhio particolare non solo ad una certa logica da parte dei giocatori virtuali nell'applicare gli schemi della loro squadra, ma anche nei contatti fisici. Da questo punto di vista l'operato è piuttosto buono, e la sensazione, fin dalle prime partite, è che il gioco tenga conto di tutta una serie di parametri più sofisticati nella "gestione" delle varie situazioni di gioco. Ma non è solo la rinnovata fisica a rendere realistico ogni contatto, movimento della palla, mossa o tocco sul parquet.

Palle al balzo
Palle al balzo

In combinazione, infatti, agiscono una serie di nuove animazioni di raccordo e completamento, soprattutto quelle legate ai dribbling, ai crossover, alle rotazioni e ai movimenti repentini, ai contatti sotto canestro e a quelli a rimbalzo, che risultano davvero molto fluidi e naturali, e una intelligenza artificiale più evoluta rispetto al passato. Questi elementi, di fatto, rendono la fase difensiva più variegata ed efficace una volta padroneggiata a dovere, ma al contempo difficile, poiché per rubare palla o fare blocco senza commettere fallo bisogna tenere in maggior conto di ogni singolo gesto dell'avversario, cercare di capire dove andrà in palleggio, scegliendo bene il tempo di intervento, pena l'essere saltato inesorabilmente come un birillo. In tal senso aiuta pure la consapevolezza spaziale dei cestisti virtuali, per cui è difficile vederli incollati gli uni agli altri come talvolta avveniva nelle vecchie edizioni. Allo stesso modo, quando si attacca, l'intelligenza artificiale risponde al meglio alle azioni in corso di svolgimento grazie alla capacità di lettura "automatica" dell'azione da parte dei compagni di squadra gestiti dalla CPU, e alle strategie impostate o richiamate dall'utente. Può quindi capitare in una stessa azione che il portatore di palla attiri per esempio su di sé l'attenzione della difesa per servire un compagno più libero o per aprire spazi utili all'ala pivot per un inserimento, oppure, in alternativa, che sfrutti proprio un taglio sul suo blocco a liberare l'area di quest'ultimo, per andare a canestro o per tentare la conclusione in corsa o un arresto e tiro. A proposito, un cambiamento importante di queste edizione è proprio correlato a un nuovo sistema di tiro. Al momento del rilascio, una barra blu all'interno di quella ai piedi del giocatore segnala il momento migliore per tirare, e col giusto tempismo le possibilità di un canestro diventano elevate. Il sistema riduce al minimo la percentuale di casualità, dato che calcola ogni volta una serie corposa di parametri, come la posizione sul campo del giocatore, la postura del suo corpo, tutte le sue statistiche generali, anche quelle contingenti nel match, e la posizione del suo marcatore. La precisione della pressione del tasto apposito e l'unione "ottimale" dei parametri di cui sopra, sono richieste per avere successo.

In estrema sintesi, è più comodo tirare, e il canestro è legato non più a fortuna o sfortuna, ma a diversi fattori, inclusi l'abilità del cestista e quella dell'utente nella tempistica di "sparo". Per il resto, imparare a leggere la difesa, l'attacco e le situazioni di gioco in generale, non forzare troppo ma saper attendere il momento propizio per tentare l'affondo o la giocata, restano le basi per affrontare al meglio i match in NBA 2K15. Questo, almeno, fino a quando non capita di trovarsi di fronte o di dover gestire la cosiddetta variabile impazzita. Che nel basket, come in ogni sport di squadra che si rispetti, è il campione. Per il giocatore più esperto, o per la CPU, avere tra le proprie fila gente del calibro di LeBron James dei Cleveland Cavaliers, o di Carmelo Anthony, Kevin Durant, Anthony Davis, Kobe Bryant o Serge Ibaka, può costituire un vantaggio di non poco conto. A patto ovviamente di saperne sfruttare le caratteristiche al servizio della squadra.

Palle al balzo
Palle al balzo

In tal senso c'è da dire che come da tradizione Visual Concepts ha lavorato bene nel riprodurre in maniera credibile l'essenza del loro modo di pensare e agire, e le statistiche di ogni singolo atleta, che rispecchiano la loro controparte reale sotto diversi punti di vista. Anche visivi, dato che i grafici hanno svolto un ottimo lavoro sfruttando bene le potenzialità dell'hardware di PlayStation 4. I modelli poligonali dei giocatori sfiorano come da manuale il fotorealismo, e ciascuno dei campioni si muove esattamente come nella realtà. Sudore, barba, tatuaggi, tutto è reso con una cura del dettaglio davvero maniacale e dobbiamo ammettere che a volte, durante il nostro test, ci siamo ritrovati quasi ipnotizzati davanti alla bellezza della grafica di NBA 2K15, specie nei replay o nei repentini campi di inquadratura durante la gara. Alla stessa maniera anche il pubblico è stato reso meno omogeneo e a blocchi tutti uguali, risultando più diversificato e reattivo su quanto avviene sul parquet. Rispetto allo scorso anno abbiamo notato invece un diverso utilizzo delle luci, cosa che ha reso meno "lucida" la pelle dei giocatori, e meno brillanti i colori in alcune arene. Da evidenziare poi la presenza di un'interessante nuova feature che consente a chiunque lo voglia di sfruttare la PlayStation Camera per effettuare un'accurata scansione del proprio volto, per riprodurlo poi in maniera fedele in versione 3D all'interno del gioco. Necessita ancora di qualche aggiustamento, ma ci è sembrata una bella aggiunta. A completare il quadro di un'offerta davvero molto ricca, c'è un comparto audio di tutto rispetto. A partire dalla colonna sonora, che quest'anno si è avvalsa della collaborazione di Pharrell Williams, che per accompagnare le performance dei videogiocatori ha pensato a un mix di hip-hop, rock e R&B, scegliendo artisti del calibro di Afrika Bambaataa, A Tribe Called Quest, Major Lazer, Depeche Mode, Snoop Dogg, Missy Elliott, oltre ovviamente ad alcuni suoi brani. Ottimi anche gli effetti audio "da arena", che contribuiscono a restituire al giocatore la sensazione, anche uditiva, di trovarsi davanti a una vera partita di basket, la telecronaca in lingua americana e le battute durante i siparietti del pre-gara fra Ernie Johnson e Shaquille O'Neil.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
8.7
Lettori (93)
8.7
Il tuo voto

La serie NBA 2K si conferma ancora una volta la migliore in assoluto nell'ambito delle simulazioni di basket, anche se l'edizione 2015 non è esente da difetti, almeno per quanto concerne il gioco online, uno degli aspetti più importanti della produzione. Ad ogni modo, almeno nel single player, l'opera di perfezionamento della saga portata avanti da Visual Concepts continua a dare i suoi frutti, facendo registrare un ulteriore balzo in avanti in termini qualitativi. NBA 2K15 migliora infatti la giocabilità del suo predecessore, pur senza eccessivi stravolgimenti, ne amplia alcuni aspetti e aumenta il valore di un'offerta che vuole essere anche contenutisticamente ricca, e in grado di far rivivere agli utenti nella sua interezza la bellezza di questo sport.

PRO

  • La modalità La mia Carriera è ancora più completa
  • Sistema di tiro più maneggevole e appagante
  • Migliorati i movimenti degli atleti e la fisica generale
  • Ulteriore passo in avanti dell'intelligenza artificiale sia in fase difensiva che offensiva

CONTRO

  • Molti problemi per il gioco online
  • Il sistema di scansione dei volti ha bisogno di qualche aggiustatina
  • Troppi caricamenti