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Inversione di tendenza

PES sbarca sulla next generation intenzionato a riallacciare il filo interrotto col suo passato

RECENSIONE di Antonio Fucito e Massimo Reina   —   14/11/2014

Nel corso di quella che è ormai diventata la vecchia generazione di console, Konami ha faticato ad imporsi sul mercato dei giochi di calcio, non riuscendo di fatto a riproporre la sua serie sportiva ai livelli di assoluta eccellenza a cui aveva abituato il pubblico di appassionati.

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Con le difficoltà incontrate e una concorrenza, quella di FIFA, che marciava spedita, la software house asiatica ha deciso a un certo punto perfino di abbandonare ogni velleità di riproporre su PlayStation 3 e Xbox 360 quel realismo che avevano fatto la fortuna della serie su PlayStation e in parte su PlayStation 2, virando di contro verso un sistema di gioco un po' più arcade. Ma senza successo, e alla fine i vari esperimenti tentati per trovare una nuova identità finirono per scontentare vecchi e nuovi fan, senza contare i perenni problemi in chiave online. L'approdo di Konami sulla next-gen vuole segnare da questo punto di vista ancora un nuovo inizio, si spera definitivo, con uno sguardo rivolto al passato più lontano, quello cioè dei fasti, della simulazione quasi perfetta, e un altro rivolto al futuro, all'inevitabile crescita che deve avvenire di pari passo con l'evoluzione tecnologica. In quest'ottica l'edizione 2015 è la prima ad arrivare sulle console attuali di Microsoft e Sony proprio perché la scorsa stagione lo sviluppatore giapponese si era preso un anno in più per apportare dei cambiamenti significativi alla sua creatura, con la consapevolezza che per riconquistare i propri utenti doveva ripartire, come detto, dalle basi, dal gameplay vero e proprio e dall'atmosfera che si respira sul campo di calcio.

Con Pro Evolution Soccer 15 Konami riallaccia il filo interrotto con il suo glorioso passato simulativo

La patch del Day One

Pro Evolution Soccer 15 offre poche licenze ufficiali dei campionati nazionali, anche se può contare su quelle relative alla UEFA Champions League, all'Europa League, alla AFC, alla Copa Sudamericana e alla Copa Libertadores, con le relative squadre partecipanti. A queste si aggiungono quelle per i campionati argentino, olandese, spagnolo (serie A e B), francese (entrambe le leghe), quelle delle serie A italiana e brasiliana (a tutti e due mancano i nomi ufficiali e i loghi Lega Calcio e Brasileirão). La nostra serie cadetta è presente senza licenze ufficiali, con nomi francamente improponibili. Il torneo inglese è ancora fuori dai giochi, e sebbene i nomi dei giocatori siano quelli reali, l'unica squadra a comparire con nome, bandiere e divise ufficiali è il Manchester United. Situazione quasi analoga per la Primeira Liga portoghese, con tre soli team coperti da licenza: SL Benfica, Sporting Lisbona e FC Porto. Manca la Bundesliga, con le sole Bayern Monaco, Schalcke 04 e Bayer Leverkusen presenti nel resto d'Europa. Le rose delle squadre non sono aggiornate sul disco, ma basta connettersi alla rete al primo avvio del gioco per risolvere il problema grazie alla patch di Day one disponibile dal 13 novembre. Si tratta di un aggiornamento corposo, che oltre a tutti gli ultimi trasferimenti e i prestiti del calciomercato, include anche 93 nuove tenute di gioco, nuovi scarpini di Puma e Nike, otto nuovi team su licenza come per esempio Sparta Praga, Slovan Bratislava, Partizan Belgrado e Maccabi Tel Aviv, e un aggiornamento per i nomi e le sembianze reali dei calciatori della lega brasiliana. Più quello di sei squadre dello stesso torneo, come l'Internacional, il Santos e il Vasco da Gama. L'aggiornamento include anche revisioni sulle caratteristiche di 80 giocatori in vari campionati.

Una nuova stagione

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Cominciamo la nostra recensione gettando uno sguardo sulle modalità di gioco disponibili, quest'anno selezionabili attraverso un'interfaccia a mosaico finalmente comoda e funzionale, con tutte le opzioni organizzate in cinque menu dinamici, il primo dei quali è personalizzabile a piacimento con i contenuti più utilizzati dall'utente. Oltre alle classiche esibizioni disponibili in tutte le salse, e alle competizioni licenziate, coppe e tornei personalizzati, ci sono gli allenamenti liberi e quelli specifici, dove imparare al meglio tutte le novità del gameplay attraverso un completo tutorial. Poi abbiamo la Modalità Campionato, arricchita in questa edizione della presenza delle seconde leghe di Inghilterra, Spagna, Italia e Francia, e all'interno di Mondo Calciatore la classica Master League, dove è stata rivista la struttura inerente la crescita dei giocatori, del sistema dei trasferimenti, degli allenatori e dei settaggi automatici delle partite, e Diventa un Mito. Quest'ultima modalità è sostanzialmente simile a quella passata, tranne che per alcune migliorie apportate al sistema di allenamento, di trasferimenti e ingaggio, e l'inclusione pure qui delle seconde divisioni. C'è poi l'importante novità della modalità multigiocatore in locale dedicata al gioco con tre compagni umani. Attivando nelle gare la funzione co-op e impostando i comandi con l'opzione Controllo Ruoli, è possibile infatti giocare fino a tre utenti all'interno della stessa squadra, con ciascuno a controllare una delle tre zone nevralgiche del campo, vale a dire difesa, centrocampo e attacco. E dobbiamo dire che disputare delle partite controllando una specifica porzione della propria squadra è dannatamente divertente, soprattutto se l'intesa con gli amici coinvolti nel match è buona. Altra importante novità riguarda invece myClub, la modalità che va a sostituire di fatto la Master League Online, con un restyling completo in termini di opzioni e funzionalità. Il focus della sessione è la gestione manageriale e la creazione della propria squadra dei sogni, e al suo interno è possibile combinare il ruolo del dirigente con le strategie e le caratteristiche peculiari dei calciatori, in maniera tale da ottenere la massima resa, tenendo conto anche delle necessità del tecnico. Mettere sotto contratto giocatori che abbiano caratteristiche che soddisfino le richieste dell'allenatore, infatti, contribuisce a creare legami tattici più forti e a rendere l'alchimia di squadra più proficua, così come utilizzare atleti dello stesso reparto per più partite di fila serve a stabilizzare la rosa senza metterla continuamente in discussione, demoralizzando i singoli con stravolgimenti ad ogni partita.

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Non manca poi la possibilità di acquistare e prendere in prestito i calciatori mediante gli agenti, guadagnare punti GP da spendere, e giocare sia offline che online, mantenendo gli stessi progressi in entrambe le configurazioni. In tal senso una cosa interessante è rappresentata dal fatto di poter scaricare dati di altri giocatori reali anche quando si gioca contro il computer, per avere quindi difronte una squadra dalle caratteristiche differenti rispetto a quelle standard, una sorta di Drivavatar in miniatura, nel mentre che si scalano le classifiche e si ottengono punti per migliorare la propria squadra. In myClub ci sono pure le micro-transazioni, che servono per acquistare con i soldi reali i campioni più costosi nel caso non si voglia giocare troppo per guadagnare i punti necessari per prenderli, dopo le prime ore non ne abbiamo sentito particolare esigenza, ma ci riserviamo di valutarne ulteriormente il bilanciamento. Sempre nell'ambito del gioco via rete ci sono poi le classiche opzioni che comprendono la partita rapida classificata, le competizioni, le Divisioni Online nelle quali disputare una serie di stagioni dove i punti non sono quelli classici della partite reali, ma variano a seconda della squadra utilizzata (più piccola è, più punti si ottengono in caso di risultato positivo contro una grande), e la lobby dedicata a coloro che parteciperanno alle partite fino ad un massimo di ventidue giocatori reali. Interessante la presenza di una funzione anti-cheat introdotta per ridurre il cheating online. In generale nella partite che abbiamo disputato su internet abbiamo avuto facile accesso ai vari servizi, mentre durante le gare abbiamo riscontrato solo qualche lag, più alcuni rallentamenti in un paio di situazioni caotiche al limite dell'area di rigore, come dopo una ribattuta da calcio d'angolo o una punizione respinta dalla barriera. Niente che abbia comunque pregiudicato il corretto svolgimento del match, segno evidente che tutto, per adesso, funziona a dovere. myClub per certi versi ricorda FIFA Ultimate Team, l'implementazione però è differente, visto che si basa su fondamenta che laddove talvolta danno risultati molto simili, in altri casi puntano l'accento maggiormente sulla gestione degli agenti per ottenere i giocatori migliori, e sugli allenatori per aumentare ulteriormente lo spirito di squadra.

Palla al centro e via

Chiusa l'ampia parentesi dedicata alle modalità di gioco, è il momento finalmente di parlare della giocabilità. Una volta scesi in campo, è facile ritrovare il feeling di sempre coi controlli, dato che non ci sono grosse novità in questo senso ed anzi c'è una certa semplificazione per rendere il gameplay più immediato e più basato sulle abilità del videogiocatore. A volerla dire tutta, la cosa ci ha riportato indietro nel tempo, ricordandoci, in positivo, i tempi dei migliori Winning Eleven/PES sulla prima Playstation, quando l'utente riusciva a ricreare azioni credibili e abbastanza complesse senza eccessivi fronzoli.

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In tal senso, tornando al presente, un controllo più rapido ed efficace permette di sfruttare le caratteristiche atletiche dei giocatori, e per avere la meglio sugli avversari bisogna usare adeguatamente la protezione della palla ed il contatto ravvicinato con la stessa. Senza sottovalutare l'importanza di vincere i classici uno contro uno, una "sfida" nella sfida da affrontare in ogni porzione del campo per guadagnare la superiorità numerica quando non è possibile farlo facendo semplicemente girare palla. Stavolta senza diavolerie irrealistiche o messe li per fare scena, ma solo con l'abilità, come detto prima, pad alla mano dell'utente, e il tempismo nei cambi di direzione per scartare l'avversario. Questo a patto di utilizzare i settaggi manuali, che come diciamo sempre resta a nostro parere il modo migliore per godersi il gioco, visto che con quelli assistiti diventa altrimenti tutto un po' più prevedibile e semplificato. Scatto e difesa della palla sono quindi i due elementi più importanti del gameplay di Pro Evolution Soccer 15, indispensabili per liberarsi negli spazi, passare la palla e trovarsi in posizione favorevole per tirare in porta. Chiaramente i giocatori più forti sono sempre dotati delle abilità migliori in tutti i fondamentali, e grazie al Player ID, la tecnologia che permette di avere riprodotti i calciatori più importanti con modi di agire e parametri che rispecchiano quelli delle controparti reali,

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sono ancora in grado di risolvere una partita con una giocata. Ma senza esagerazioni, visto che ora più che prima movenze quali finte e giochetti col pallone non sono efficaci (e per larga parte non sono nemmeno presenti) ai fini del conseguimento di un risultato favorevole. Anche perché i difensori non stanno a guardare e cercano spesso l'anticipo o di contenere l'attaccante avversario, anche a costo di usare le maniere forti per stopparlo o far rimbalzare via la sfera. Quest'ultima vanta una fisica ulteriormente rifinita ed è molto più convincente del passato in termini di rimbalzi e pesantezza (basta vedere come reagisce sul campo reso pesante dalla reintrodotta pioggia), ma non ancora priva talvolta di alcuni automatismi nei movimenti. A proposito di questi ultimi e dei binari, quelli relativi alla direzionalità della corsa sono un lontano ricordo, in occasione inoltre di una palla contrastata o vicina alla rimessa laterale, è possibile utilizzare R1+R2 per cancellare la corsa automatica verso il pallone, oppure R2 per evitare che l'inerzia lo spinga fuori. Ci sono però alcuni automatismi in certi movimenti per precisa scelta degli sviluppatori, e l'"aggancio" al pallone stesso ha un raggio maggiore rispetto ad esempio a FIFA. Si tratta di una questione di bilanciamento di non facile lettura, ma che nell'idea di Konami serve per rendere il gioco più divertente. Da quanto descritto ne deriva un gameplay molto ben calibrato, con una costruzione della manovra ragionato e senza fronzoli anche quando si alza il ritmo di gioco, in cui oltre a quella del già citato Player ID, si avverte l'influenza del Team ID, vale a dire quella funzione che permette alle squadre digitali, grazie a un complesso sistema di algoritmi, di replicare in maniera verosimile il modo di stare in campo di quelle reali. Da questo punto di vista c'è da dire che i team tendono in effetti a muoversi abbastanza bene sia in fase difensiva che offensiva (in partita sono disponibili tre diversi sistemi di gioco, cioè base, difensivo e offensivo, richiamabili attraverso la pressione della croce direzionale verso l'alto o il basso), applicando gli schemi e "ragionando" a livello di collettivo in maniera plausibile a seconda della strategia, degli uomini in organico e del risultato del momento. Tutti questi elementi, tra l'altro, Konami ha assicurato che verranno aggiornati settimanalmente, assieme alle statistiche dei giocatori e al loro look, per creare un inedito, per la serie, vero e proprio ponte con la realtà. Se la Juventus di Allegri passerà davvero definitivamente al 4-3-3, abbandonando il 3-5-2, anche quella virtuale farà altrettanto, così come se De Rossi si toglierà la barba o Icardi si tingerà i capelli color biondo platinato, altrettanto avverrà nel gioco. Dai menu di gestione si può comunque cambiare tutto a piacimento, dalla selezione dell'undici iniziale (a meno di non voler lasciare alla CPU il compito), agli schemi, alle strategie, al modo di stare in campo dei singoli, e via discorrendo. In definitiva il ritmo di gioco è la cosa che ci è piaciuta maggiormente, è possibile finalmente imbastire azioni ragionate, giocare anche in orizzontale e con passaggi all'indietro, in attesa di trovare il varco giusto ed i movimenti dei propri compagni, e la cosa aumenta non poco il divertimento e il realismo di questo fondamentale del calcio giocato.

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Buone anche le novità sul fronte dell'intelligenza artificiale generale. Gli arbitri sembrano più attenti, le routine dei giocatori, come visto prima, sono abbastanza variegate da consentirgli inserimenti, tagli e movimenti logici, pure in fase di copertura, con i terzini che per esempio non lesinano sforzi per compiere delle efficaci diagonali di chiusura. A voler essere pignoli, però, le difese, che godono di un buon coefficiente di apprendimento in maniera tale da adattarsi poi al gioco dell'avversario, ogni tanto si fanno sorprendere per via centrali, ma ciò per fortuna avviene in maniera molto limitata. Semmai, quando è gestita dal giocatore, bisogna stare più attenti a come si cerca di contrastare gli avversari, visto che con la doppia pressione del pulsante X, lo stesso che pigiato permette il pressing del calciatore controllato, si può ora provare a intercettare la palla per toglierla dai piedi dell'avversario, col rischio però concreto di commettere fallo se questi riesce a "nasconderla" per un attimo, o di andare a vuoto lasciando campo libero all'attaccante.

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In tal senso i contrasti difensivi sono meno automatizzati, e sono migliorati parecchio grazie a una fisica più elaborata, ma al contempo talvolta basta un tocco frontale sul piede di appoggio del portatore di palla per vederlo volare in aria a faccia in avanti come se avesse messo l'arto su una mina. A proposito di note negative, a fronte di tante migliorie, ce n'è qualcuna. Il comportamento dei portieri, gestibili all'occorrenza anche manualmente, non è per esempio ancora pienamente soddisfacente: nonostante siano in media più sicuri rispetto al recente passato, lamentano una certa rigidità nei tuffi, in particolar modo in quelli all'indietro, e non sempre appaiono svegli su alcuni tiri, tendendo a respingere troppo la palla anche a fronte di conclusioni non potentissime, quasi fossero in affanno. Qualche dubbio lo abbiamo anche su alcune giocate: sebbene, come detto prima, la risposta ai comandi dei giocatori sia soddisfacente, abbiamo avvertito una certa pesantezza nella preparazione al tiro dopo un cambio di direzione oppure nelle ribattute/tiri al volo sotto porta, e questo anche in giocatori agili come Aguero, Tevez o Giuseppe Rossi, i quali se nello scatto sono più veloci di un Mario Gomez, in situazioni come quella descritta sembrano invece avere la stessa poca rapidità dell'attaccante viola. Questa problematica potrebbe essere derivata dalle animazioni che li contraddistinguono, le quali ci mettono troppo tempo per essere completate, a differenza di passaggi e controllo palla, e danno sensazione di pesantezza che si traducono nella perdita dell'attimo sotto porta.

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Come in televisione

Per quanto riguarda l'aspetto tecnologico, la produzione Konami compie un ulteriore passo in avanti rispetto alla scorsa stagione, almeno su PlayStation 4 (oggetto della nostra prova), dove le immagini scorrono sempre a 1080p e 60 fotogrammi al secondo anche nei replay, restituendo un'azione fluida e senza rallentamenti. Fermo restando che il miglioramento rispetto a PES 2014 non è di quelli clamorosi, se si guarda alla definizione dell'erba, alle luci dinamiche, alla risoluzione del pubblico e alla qualità dei modelli, l'impatto generale garantito dal Fox Engine è decisamente ottimo. Entrando nel dettaglio, la struttura poligonale degli atleti è molto curata, specie nelle proporzioni, e grazie anche qui al Player ID molti dei volti degli atleti che godono di questa feature, circa un migliaio, appaiono semplicemente spettacolari.

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Facendo un rapido paragone con quelli del concorrente FIFA 15, che sono a loro volta di ottima fattura, quelli di Pro Evolution Soccer 15 sembrano in molti casi ancora più realistici, come per esempio nel caso di Higuain, Tevez, Pogba o Ribery. Dove la produzione di EA resta leggermente superiore in tal senso sono invece le texture, che in quella Konami risultano effettivamente un po' meno complesse per la pelle umana, mentre buone sono quelle delle divise da gioco, ottimamente riprodotte seppur con qualche errore, come per esempio i font sulle maglie del Napoli o della Juventus. Parlando sempre degli atleti virtuali, ci sono piaciute meno certe loro movenze (corsa lenta, tuffi del portiere, cambi di direzione): nonostante le aggiunte di quest'anno alla voce animazioni, infatti, alcuni movimenti sembrano ancora mancare di punti chiave, anche se quelli dei campioni più famosi restano molto belli a vedersi, come dimostrano il tipo di corsa di Robben o di Pirlo, giusto per fare due esempi. Per il resto, passando a parlare degli stadi, che come da infame tradizione per la serie sono pochi, abbiamo una qualità altalenante nella loro costruzione a seconda degli impianti, con alcuni ottimamente riprodotti, altri meno, e con in generale una certa piattezza nelle texture che rivestono parte delle strutture, come i cartelloni pubblicitari o i pali delle porte. Splendida invece la regia, in grado di restituire con le sue inquadrature, i replay e i suoi stacchi, tutta l'atmosfera di una vera partita trasmessa dai principali network televisivi. Allo stesso modo parecchio coinvolgente risulta il clima che si respira all'interno degli stadi, dove il pubblico è rappresentato ottimamente dal punto di vista estetico e da quello audio, grazie a un tifo pieno, corale, con tanto di fischi o boati dopo un gol, un tiro sbagliato di pochissimo o un fallo particolarmente brutto al beniamino di casa. Unico neo, se vogliamo, è il fatto che i cori per ogni squadra sono pochi e in alcuni casi antiquati, quindi necessiterebbero a nostro parere di un aggiornamento per renderli più attuali e, soprattutto, numericamente vari. Nulla che comunque non possa essere facilmente risolto in futuro, volendo, con un DLC, gratuito, e c'è ad esempio la chicca dell'urlo Champions che i tifosi del Napoli hanno reso famoso quando la squadra partenopea gioca in casa la manifestazione della massima competizione continentale. Laddove invece PES 15 delude parecchio in ambito sonoro è purtroppo la telecronaca. Quella che con l'arrivo di Fabio Caressa doveva costituire uno dei fiori all'occhiello della produzione, soprattutto per una questione di rinnovamento tecnico del commento, così come avvenuto bene con Pierluigi Pardo in FIFA, si rivela invece l'esatto opposto.

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E questo non solo ovviamente per colpa del giornalista di Sky. La telecronaca presenta poche linee di dialogo, il suo ritmo raramente è condito da mordente ed enfasi, e ci sono alcuni vuoti nel commento, specie durante le parate dei portieri, nonché frasi fuori contesto, come quando Marchegiani sostiene che tirare per primi sia un vantaggio per il resto della gara, o conclusioni dalla trequarti sparate in curva definite come pericolose. Non mancano poi dei bug, come quello che vede Caressa recitare con tono basso e meccanico i nomi dei calciatori durante i calci piazzati o dopo una giocata, e quello delle squadre, spesso addirittura prima di effettuare i saluti di rito pre-gara. Un esempio? Nel caso del derby di Milano, anziché ascoltare frasi del tipo "la partita di oggi è fra Milan e Inter", si sente semplicemente "Il Milan, l'Inter" e nulla più, prima dell'introduzione vera e propria. A proposito di queste ultime, sono molto sintetiche e si limitano proprio ai saluti e alla presentazione dei due telecronisti, con Luca Marchegiani che nemmeno risponde, e a volte alla lettura dell'undici titolare mentre scorrono le formazioni sul video. Insomma, sembra essere tornati indietro di parecchi anni, e di trovarsi ad una stazione dei treni con le frasi automatiche "attaccate" tra loro con toni differenti, che si ripetono all'infinito tra l'altro negli stessi identici minuti di ogni partita. Meno male che oltre al clima da stadio, a salvare in parte il comparto audio ci pensa la bella colonna sonora grazie a brani come Best Day of My Life e Pompeii, rispettivamente di American Authors e Bastille.

La versione PlayStation 3 (e le altre)

A parte l'inevitabile differenza di grafica e fluidità con il "fratello maggiore", l'edizione per le console di vecchia generazione ha gli stessi contenuti dell'altra. Per quanto riguarda invece le meccaniche, queste sono abbastanza simili a quelle della scorsa stagione. Gli sviluppatori, evidentemente concentrati sui lavori per quella next-gen, hanno cercato di ovviare alle lacune viste nell'edizione 2014 "limitandosi" a ritoccare alcuni degli elementi che non funzionavano. In particolar modo si registrano miglioramenti al gameplay alla voce intelligenza artificiale, soprattutto in fase difensiva, e alla fisica. Il risultato è un titolo sensibilmente migliorato, e quindi più divertente da giocare del predecessore, ma non per questo in grado di avvicinarsi al rivale FIFA, rispetto al quale in alcuni punti sembra esteticamente quasi un titolo PlayStation 2 adattato a un formato superiore. Per quanto riguarda le piattaforme Xbox e PC, Konami non ci ha ancora fornito il codice, e ci torneremo sopra sicuramente in futuro.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
8.8
Lettori (185)
7.8
Il tuo voto

Questa volta, per davvero, la strada intrapresa da PES è finalmente quella giusta. Nel cuore del gameplay si ravvisa qualcosa di fresco ed interessante (ed a tratti sembra di essere tornati idealmente ai tempi dei vecchi Winning Eleven per la prima PlayStation), il ritmo della partita è semplicemente perfetto e il divertimento pad alla mano è immediato. Il comparto grafico è fluido e bello da vedere mentre la fisica e le animazioni necessitano ancora di alcuni lavori di limatura, soprattutto in alcune giocate e nei tuffi dei portieri, senza contare i pesanti lavori da fare in chiave telecronaca e licenze ufficiali delle squadre. Ad ogni modo nell'insieme Pro Evolution Soccer 15 fa registrare degli importanti passi in avanti per la serie, risultando un prodotto gradevole e appagante da giocare come non succedeva da tempo: prova ne è che se negli anni passati era forse più bello da giocare con gli amici, adesso lo è di nuovo anche da soli contro la CPU. I punti di forza della simulazione calcistica di Konami sono per certi versi differenti da quelli di FIFA 15, e mai come quest'anno la scelta può ricadere in base a cosa si preferisce da una simulazione calcistica, in termini di gameplay vero e proprio, competizioni e modalità peculiari dell'una e dell'altra.

PRO

  • Gameplay ragionato e senza fronzoli anche quando si alza il ritmo, che rappresenta il fiore all'occhiello della produzione
  • Più bello da giocare grazie alla quasi totale assenza di binari e ad un maggior controllo su quanto avviene in campo
  • Buona l'influenza di Team ID e Player ID all'interno del gameplay, con comportamenti realmente differenti tra loro
  • La modalità myClub e l'opzione Controllo Ruoli hanno un ottimo potenziale
  • Le licenze come Champions League e Copa Libertadores sono motivo di vanto...

CONTRO

  • ...le mancanze in termini di campionati e squadre motivo di forte critica
  • La telecronaca in italiano è decisamente pessima
  • Alcune animazioni sono ancora poco fluide e naturali, e vanno ad inficiare la pesantezza dei giocatori nei cambi di direzione e sotto porta
  • La fatica degli atleti non sembra farsi sentire come dovrebbe nei finali di gara, consentendo un pressing continuo anche al novantesimo