3

Nei meandri della follia

Amazon Games esplora le nuove frontiere dell'horror su piattaforme mobile

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   04/05/2015

L'horror non è probabilmente uno dei generi di più facile realizzazione sulle piattaforme mobile, nonostante i tentativi fatti siano a questo punto numerosi. Da una parte sembra esserci una limitazione intrinseca nella modalità di fruizione, forse il fatto di tenere uno schermo relativamente piccolo tra le mani rende difficile l'immersione totale e il senso di tensione necessario per instillare la paura nel giocatore, dall'altra il sistema di controllo spinge necessariamente verso soluzioni alternative rispetto al survival horror classico.

Nei meandri della follia

Ne consegue una necessità positiva di sperimentazione che ha portato ad esperienze comunque di grande impatto, come Year Walk di Simogo o Papa Sangre di Somethin' Else. Amazon Game Studios ha scelto un percorso ben più tradizionalista per il suo Lost Within ma è riuscita comunque a costruire un horror ben strutturato, in grado di imporsi all'attenzione anche grazie alla sua realizzazione tecnica di alto profilo. Si parte da un vero e proprio classico: un agente di polizia deve effettuare un ultimo controllo all'interno del fatiscente ospedale psichiatrico Weatherby Asylum che nel giro di 24 ore dev'essere raso al suolo. Ovviamente deve farlo da solo e altrettanto ovviamente vi trova all'interno un bambino in pericolo, o almeno così pare, a causa del quale si ritrova sempre più impelagato ad esplorare i meandri dell'inquietante maniero, che chiaramente non è affatto disabitato come dovrebbe. Nonostante le premesse sappiano fortemente di cliché, Lost Within riesce comunque a coinvolgere grazie soprattutto alla perizia con cui sono state costruite le ambientazioni, alla scelta dell'inquadratura in soggettiva, ad alcune scelte di game design e alla costruzione del "lore" che caratterizza l'oscuro Weatherby Asylum, impostato dai classici documenti abbandonati e ricostruito con l'espediente dei flashback ma anche respirato appieno tra i corridoi oscuri, dalle sconnesse scritte sui muri all'incontro con le varie creature. È un peccato, da questo punto di vista, che l'orrore instillato dall'edificio e dai suoi abitanti si traduca alla fine soprattutto nello spavento indotto dai classici "cheap thrills" (e il fatto che i nemici assomiglino fondamentalmente a degli squatter con lo zaino in spalla non aiuta) e si abbandoni presto la nota più sottilmente psicologica e profonda che un'ambientazione del genere sembra promettere.

Lost Within è un viaggio inquietante nel mondo dell'horror mobile

Da soli nel buio

Invece di cercare di inseguire l'esperienza di gioco su console proponendo un'impostazione action ridotta in piccolo, il team di sviluppo Human Head si è affidato ad una struttura più simile all'adventure, con una scelta particolarmente felice in termini concettuali. In questo modo Lost Within si adegua perfettamente all'interfaccia touch screen, che non rappresenta dunque un collo di bottiglia per il raggiungimento della perfetta fruizione del gioco ma diventa parte integrante dell'esperienza. Nell'ambientazione rappresentata in soggettiva ci possiamo dunque spostare facilmente da un luogo all'altro semplicemente toccando i punti corrispondenti, interagendo in questo modo con gli oggetti ed eventualmente raccogliendoli, combinandoli e usando l'inventario per difendersi dai nemici e risolvere gli enigmi.

Nei meandri della follia

Certo il controllo "indiretto" del movimento attraverso puntatore non può fare a meno di sembrare macchinoso in un gioco che fa della tensione, del coinvolgimento diretto e del pericolo costante da cui fuggire i suoi elementi cardine, e in certi casi il sistema non rende facile eseguire perfettamente il movimento che si vorrebbe, ma rimane comunque una soluzione superiore a qualsiasi pad virtuale. Contribuisce a creare la giusta atmosfera anche il fatto che Lost Within punti più sulla necessità di fuggire e nascondersi dai nemici piuttosto che combatterli a viso aperto, con la paura che deriva anche dal rapporto di forze impari tra gli abitanti dell'Asylum e il protagonista solo e insufficientemente armato. Per il resto, gli enigmi presenti non rappresentano grandi sfide e lo svolgimento della storia è alquanto lineare: nonostante l'esplorazione libera degli ambienti, infatti, il percorso è alquanto forzato tra i corridoi della struttura, gli oggetti sono evidenziati e la progressione ben scandita tra i vari capitoli, lasciando ben poco spazio ad approcci personali. Una menzione particolare va fatta all'engine utilizzato da Human Head e Amazon, che risulta estremamente prestante sia come ricchezza grafica che come fluidità generale, cosa che rappresenta un ottimo capitale da investire anche in altri progetti per piattaforme mobile.

Conclusioni

Versione testata iPad 1.4
Prezzo 6,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori
ND
Il tuo voto

Lost Within è un survival horror di maniera, che sfrutta con una certa maestria alcuni espedienti classici del genere come la narrazione ambientale sparsa tra i documenti abbandonati e il senso di minaccia continuo dato dal rapporto di forze impari tra il protagonista solo e la follia che lo circonda, il tutto amplificato dalla visuale in soggettiva. La scelta di affidarsi ad una struttura in stile adventure invece di cercare di replicare l'esperienza action inseguendo le console si integra in maniera molto più naturale con l'uso del touch screen, anche se porta ad alcune soluzioni macchinose in termini di gameplay. Viene da pensare che il carisma del Weatherby Asylum, costruito con grande capacità tecnica, poteva essere sfruttato meglio con un'esperienza di gioco più originale, ma non si può dire che Lost Within non raggiunga l'obiettivo di spaventare e immedesimare il giocatore nonostante le limitazioni intrinseche della fruizione mobile.

PRO

  • Ambientazione di sicuro effetto
  • Realizzazione tecnica di alto profilo
  • La narrazione "ambientale" è coinvolgente
  • Buona la scelta della struttura in stile adventure

CONTRO

  • L'orrore non è poi così profondo come pare all'inizio
  • Alcune incertezze e macchinosità nel sistema di controllo
  • Struttura piuttosto lineare