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Orrore o ribrezzo?

Un'astronave alla deriva nello spazio e tanti mostri: basteranno a metterci paura?

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   26/11/2015

I problemi di Dispatcher sono ben descritti dal racconto della primissima partita che abbiamo fatto. Creato un personaggio (uno scienziato, ma volendo ci sono altre cinque classi selezionabili), abbiamo avviato la modalità single player ritrovandoci in una stanzetta piena di oggetti di cui non sapevamo assolutamente nulla.

Orrore o ribrezzo?
Orrore o ribrezzo?

Senza alcun tutorial ad aiutarci, ci siamo guardati intorno raccogliendo tutto. Abbiamo trovato delle pillole per la salute, dei crediti e delle batterie per ricaricare la classica torcia elettrica facente parte del nostro equipaggiamento standard, probabilmente acquistata di seconda mano da qualche truffatore, visti i consumi. Infine abbiamo trovato una specie di tablet con dentro un'annotazione, che ci ha introdotto alla storia che il gioco pretenderebbe di narrare. Apriamo l'inventario, selezioniamo la nota e mentre siamo lì che leggiamo il lungo testo, all'improvviso siamo stati ammazzati da un mostro di passaggio. Quanti minuti erano passati dall'inizio della partita? Forse meno di uno. Soprattutto: che ci faceva un mostro nell'area iniziale? Che senso ha sprecarne così la prima apparizione? Quanto descritto sopra si è ripetuto con la seconda partita, in cui però ci siamo ritrovati dentro a uno sgabuzzino. Anche lì abbiamo trovato qualche oggetto da raccogliere, mentre subito fuori dalla stanza c'era il mostro ad attenderci. Questa volta ci siamo chinati e nascosti in un angolo e abbiamo aspettato che sparisse prima di muoverci. L'inizio, diverso da quello dalla prima partita, ci ha fatto anche capire che le mappe vengono generate proceduralmente come in un roguelike. In realtà non tutti gli elementi sono casuali, ma l'idea è quella di offrire mappe diverse a ogni partita. Il ricordo di fallimentari titoli del recente passato che hanno fatto una scelta di design simile ci ha dato i brividi più del mostro. Comunque, ancora privi di molte delle informazioni necessarie per capire pienamente il gioco, ci siamo messi a esplorare un po', finché non abbiamo incontrato una sfera luminosa in bella vista in mezzo a un corridoio. Ci siamo avvicinati e... morti sul colpo. Va bene, noi siamo dei dilettanti, ma qui qualcuno ha appena sprecato l'apparizione di due delle quattro creature che popolano il gioco nel giro di quanto? Meno di cinque minuti?

Gameplay povero

Dispatcher non ha una vera e propria campagna single player. All'inizio si può scegliere quale tra i tre livelli disponibili affrontare e stop. L'obiettivo è sempre lo stesso: raggiungere la capsula di salvataggio posta dall'altra parte dell'astronave su cui ci troviamo.

Orrore o ribrezzo?

Per farcela bisogna trovare della carte d'accesso per le aree interne ed evitare i nemici. Non c'è molto altro da raccontare, a parte il fatto che il protagonista ha delle caratteristiche che possono essere permanentemente aumentate finendo un livello. Questo dovrebbe rendere più facili le partite successive e aiutarci a selezionare una difficoltà più elevata. Peccato che niente funzioni come gli sviluppatori hanno pensato. Ma torniamo a noi. Dopo la seconda partita andata male, ce n'è stata una terza, una quarta, una quinta e così via. A ogni ulteriore tentativo abbiamo appreso qualcosa in più sulle meccaniche di gioco, ma anche sugli immensi limiti che Dispatcher si porta dietro. Nel giro di un'ora siamo riusciti ad arrivare alla fine del primo dedalo, ma sinceramente è difficile attribuire il risultato alla nostra abilità. Il gioco di CivilSavages è difficile, ma in senso sbagliato. I nemici si possono evitare rimanendo nascosti nell'ombra o entrando in un nascondiglio (anfratti, armadietti e così via). Purtroppo, una volta che si viene individuati diventa quasi impossibile scappare.

Orrore o ribrezzo?

Teoricamente ci si può salvare raggiungendo un nascondiglio, ma questi sono rari e spesso lontani da dove ci si trova al momento dell'incontro. Per dire, nelle prime due ore di gioco siamo riusciti a salvarci due volte, nonostante la buona esperienza fatta con altri titoli horror che teoricamente dovrebbe averci reso degli specialisti della fuga. Quindi l'unica soluzione è evitare i mostri? Sì, ma anche qui i problemi di design non mancano, perché è davvero difficile capire dove si trovino, nonostante il rumore dei loro movimenti sia ben udibile. Spesso si finisce per essere uccisi all'improvviso, perché ingannati proprio dai suoni che dovrebbero indirizzarci. Insomma, arrivare alla fine di un livello è possibile, come già detto, ma la soddisfazione che si ottiene riuscendo è minima, perché si fatica a dare un senso a quello che si è fatto. Qualcuno si starà chiedendo se una volta che si è imparato a giocare, la natura procedurale favorisca la rigiocabilità. No, nel senso che è difficile farsi prendere da un gameplay del genere, povero sotto ogni aspetto e complessivamente molto limitato. L'interesse per Dispatcher si esaurisce dopo pochissime ore ed è davvero arduo trovare delle motivazioni valide per tornare a giocare. Non sperate di essere aiutati dalla trama, raccontata attraverso lunghi testi di scarso valore e complessivamente davvero misera. Possiamo riassumerla in: è successo qualcosa all'astronave, sei rimasto solo a bordo, scappa. Roba forte, non c'è che dire.

Abbiamo recensito l'horror Dispatcher. Scoprite se vale la pena lasciarsi spaventare.

I mostri siamo noi

Dispatcher ha anche una modalità multiplayer, purtroppo per noi. Non è davvero chiaro come gli sviluppatori pretendano che funzioni. Di base si gioca nelle stesse mappe della modalità single player, solo che i mostri sono altri giocatori.

Orrore o ribrezzo?

Il problema è che anche le forze in campo rimangono le stesse. Così abbiamo i mostri che vagano onnipotenti massacrando i poveri umani con i loro letali attacchi, senza che questi ultimi possano fare nulla per difendersi, se non provare a scappare. Abbiamo giocato online diverse partite, tutte con gli stessi risultati: i mostri hanno spazzato via gli umani inesorabilmente. Abbiamo anche notato che con il passare dei giorni dal lancio è diventato sempre più difficile trovare qualcuno sui server. In effetti come si fa a sopportare un multiplayer simile? Narrano le leggende che facendo crescere il personaggio diventa possibile sopravvivere ai mostri. Sinceramente non stentiamo a crederci, ma fatichiamo a immaginare qualcuno che voglia passare così tante ore con Dispatcher da rendere il suo personaggio abbastanza forte da giocare online, contro non si sa bene chi, visto che immaginiamo che presto sarà completamente abbandonato. Ah, quasi dimenticavamo. In single player c'è anche la modalità Funny Hunt, in cui si vestono i panni di un mostro che deve ammazzare dei bot luminosi. Divertente per tre minuti, finché non si capisce che i bot non offrono alcuna sfida e che ucciderli non ha alcuno scopo. No, nemmeno la bella grafica lo salva dall'oblio che merita. L'Unreal Engine 4 ha consentito un'ottima resa delle superfici metalliche, anche se un po' plasticosa. Almeno inizialmente andare in giro a vedere i giochi di luce e i riflessi sulle pareti è un buon movente per continuare a giocare. Anche le creature sono ben realizzate, nonostante abbiano un design davvero banalissimo. Peccato che non ci sia moltissimo da vedere e che gli ambienti siano tutti molto simili.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7-4770
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
  • Sistema operativo Windows 10

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows 7/8
  • Processore: Intel Core 2 Duo @ 2.4 Ghz / AMD Athlon 64 X2 5200+
  • Scheda video: nVidia GeForce GTX 470 / AMD Radeon HD 7850
  • DirectX: 11
  • 4 GB di RAM
  • Spazio su disco: 6 GB

Requisiti consigliati

  • Sistema operativo: Windows 7 (64-bit)
  • Processore: Intel Core i5 @ 3.4 GHz / AMD Phenom II X4 @ 3.6 GHz
  • Scheda video: nVidia GeForce GTX 670 / AMD Radeon HD 7990
  • 8 GB di RAM

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 11,99 €
Multiplayer.it
4.2
Lettori (1)
3.0
Il tuo voto

Dispatcher incarna tutti gli errori fattibili con il design di un videogioco horror: dai mostri che si mostrano immediatamente, ammazzando la tensione, oltre che il giocatore, ai livelli generati proceduralmente che finiscono per limitare la varietà e impediscono al giocatore di elaborare strategie di fuga efficaci. Con anche un multiplayer da dimenticare e una storia che più banale non si può, fatichiamo davvero a trovare motivi per consigliarvene l'acquisto.

PRO

  • Graficamente bello
  • Costa poco

CONTRO

  • Fa acqua da tutte le parti
  • Non dà motivazioni per continuare a giocare
  • L'online è davvero pessimo