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Perception, recensione

Perception è un'avventura horror in prima persona forte di un concept interessante e di un background di spessore

RECENSIONE di Mattia Armani   —   25/05/2017

Perception è un'avventura horror in prima persona, un viaggio nel mistero che può contare su un concept intrigante e su un background piuttosto importante. A realizzarla, infatti, è stato un team di veterani che hanno alle spalle progetti come BioShock e Dead Space. Non è un caso che il titolo targato The Deep End Games abbia qualche punto in comune con entrambi, pur puntando in tutt'altra direzione. Lo abbiamo provato scoprendo che non tutte le buone premesse si sono concretizzate a dovere...

Perception è infiine uscito dal buio, per trascinarci nell'oscurità

Il diavolo di Echo Bluff

Perception si fonda su una particolarità che, combinata con il background dei suoi sviluppatori, ha permesso all'avventura targata The Deep End Games di centrare su Kickstarter l'obiettivo dei 150.000 dollari. Questo è successo un paio di anni fa, quando pensavamo che il titolo sarebbe uscito nel giugno del 2016 ma le cose, com'è evidente, non sono andate così. Al ritardo, tra l'altro, si sono aggiunti alcuni problemi: la copia fisica che non arriverà in tempo per il lancio, ma quella digitale è nelle nostre mani da qualche tempo e sarà disponibile per PC, PlayStation 4 e Xbox One il 30 maggio. Detto questo torniamo a parlare della peculiarità principale, non del tutto inedita ma comunque non abusata, di un gioco che pur poggiando inevitabilmente le sue basi nella dimensione visiva, ha per protagonista una ragazza completamente cieca. Cassie, però, ha la fortuna di essere molto intelligente, ha a disposizione sofisticate applicazioni in grado di aiutarla e ci sente benissimo, tanto da percepire la realtà in modo affine a quello di Daredevil, sfruttando i rumori per costruire un'immagine mentale di ciò che la circonda.

Perception, recensione
Perception, recensione

Non parliamo, sia chiaro, di capacità paragonabili a quelle del diavolo di Hell's Kitchen, ma le superfici che prendono forma quando sono investite dagli effetti sonori permettono a Cassie di orientarsi in un aeroporto e persino nella neve, sulla strada che porta verso una magione infestata da voci, rumori e misteriose presenze. La tetra villa situata nei pressi di Gloucester è un luogo poco adatto a una ragazza che per quanto piena di risorse resta non vedente, ma Cassie non può fare a meno di raggiungerla, tormentata da visioni inquietanti che provengono da un lontano trascorso. La storia di Perception affonda le sue radici nel passato trovando il suo punto di origine nella comparsa di un'oscura presenza che ha lasciato dietro di sé tragedie, spettri e misteri. Cassie, in qualche modo legata a tutto quello che è rimasto intrappolato nella misteriosa villa di Echo Bluff, si trova d'improvviso coinvolta di uno strano incubo composto da bozzoli, bambole meccaniche e dettagli steampunk che rimandano, come parte dello stile, alle radici del team di sviluppo. Dapprima le cose sembrano avere poco senso, ma stanza dopo stanza Cassie mette insieme i pezzi di un puzzle sempre più inquietante, un mistero che ci conduce verso un albero passando per una madre pazza, annegamenti, incendi e drammi assortiti. Tutti questi avvenimenti, raccontati attraverso vividi flashback vocali, rappresentano il filo che dobbiamo seguire, a tentoni nel buio, attraversando una casa che cambia intorno a noi e che ci porta attraverso il tempo, verso l'inevitabile colpo di scena finale destinato a svelare un disegno più grande. Raggiungerlo non è particolarmente difficile anche se non è il caso di sottovalutare le minacce che ci circondano. La casa è infestata da una presenza che ci cerca costantemente e che segue il troppo rumore. Quando ci trova, o quando siamo bersagliati da altre entità, lo schermo si tinge di giallo e poi, man mano che la creatura si avvicina, vira sempre più verso il rosso avvertendoci che siamo a un passo dalla fine e dal caricamento dell'ultimo salvataggio automatico. Non abbiamo infatti modo di difenderci se non trovando rifugio in uno degli innumerevoli nascondigli sparsi per la casa che includono ceste, grossi quadri, letti, tende e via dicendo. E capita di sfuggire per il rotto della cuffia, provando piacevoli ondate di sollievo, anche se la creatura non è delle più intelligenti e l'adrenalina è una nota di contorno per una componente esplorativa dominante, resa intrigante dalle difficoltà di orientamento di Cassie e dai gadget con cui la protagonista colma le sue lacune sensoriali.

Orecchie di falco

A volte non ci sono fonti sonore a rivelare quello che ci circonda. Questo, va da sé, è un grosso problema per chi vede con le orecchie, ma quando il mondo non aiuta la nostra protagonista a capire cosa la circonda, questa può battere il proprio bastone per terra sfruttando le onde sonore per creare un effetto sonar, ed è una meccanica fondante in un gioco che ci chiede esplicitamente di abbandonarci alla sospensione dell'incredulità. E ce lo chiede per diversi aspetti che comprendono una protagonista che si spaventa per una telefonata quando poco prima si è trovata di fronte a un armadio che si è mosso da solo. In questi casi tocca a noi ricordare che Cassie è cieca e che quello che noi vediamo sullo schermo è una rappresentazione molto più chiara di quello che percepisce la protagonista. Fatto questo possiamo goderci dialoghi in quantità tra battute, scambi, telefonate di amici, messaggi misteriosi, battute dell'operatore per l'applicazione per non vedenti e tonnellate di ricordi disseminati per la casa.

Perception, recensione
Perception, recensione

Tutto condito da chicche che vengono utilizzate in automatico ma regalano spessore all'esperienza tra funzione text-to-speech che permette al cellulare di leggerci i testi, un'applicazione che ci mette in contatto con un operatore incaricato di descriverci le foto che gli inviamo, casse acustiche da sfruttare per rendere permanentemente visibili alcuni ambienti e qualche altra chicca. In tutto questo il gioco ci permette di ridurre le riflessioni della protagonista, ma considerando l'importanza della storia lo sconsigliamo, tanto più visto che il doppiaggio ci accompagna con efficacia attraverso i chiaroscuri di un titolo che ci mette di fronte a poche linee verdi e blu immerse nell'oscurità. Questo è quanto ci è dato vedere e sebbene l'effetto prodotto dallo sbattere il bastone per terra sia gradevole, la veste grafica di Perception risulta indubbiamente modesta. Ma è al contempo funzionale alla condizione della protagonista che ci costringe ad affrontare muri, puzzle e minacce quasi a tentoni, ingannati da rumori inquietanti che dominano incontrastati, con la colonna sonora che, escludendo un paio di sorprese sul finale, resta confinata nello smartphone della protagonista. Ed è un bene che sia così perché dimensione narrativa e atmosfera sono i pilastri di un titolo che risulta piuttosto lineare e tutt'altro che difficile da affrontare. Procedere con cautela è sufficiente per neutralizzare la gran parte delle minacce in un gioco che ci guida per mano verso ogni indizio, in totale controsenso con la condizione della protagonista, e che ci mette di fronte a puzzle troppo semplici. Poi, verso il quarto capitolo, il pericolo si fa d'improvviso più intenso ed emerge un po' di azione che si combina con un intensificarsi del ritmo di dialoghi, ricordi, rumori e avvenimenti. L'adrenalina s'impenna e Perception trova una sua dimensione, ma l'atto finale è comunque lineare, è piuttosto corto e ha il difetto di farci rimpiangere il fatto che i primi tre capitoli non siano fatti della stessa pasta. Se a questo aggiungiamo qualche compenetrazione, tracce audio che si sovrappongono, l'assenza almeno dalla versione attuale della modalità 16-bit Mode 7 e qualche bug, il risultato è senza dubbio al di sotto delle aspettative, soprattutto dal punto di vista delle meccaniche e del design. Eppure la narrazione coinvolgente, alcune trovate intriganti e la continua evoluzione della casa riescono a tenere accesa la voglia di arrivare al finale.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema operativo: Windows 10 (64-bit)
  • Processore: Ryzen 5 1600X
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Scheda video: MSI GeForce GTX 1080 Gaming X

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows 7 (64-bit)
  • Processore: Dual core CPU @2.4 GHz +
  • Memoria: 4 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce 470 GTX or Radeon 6870

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, GoG, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 22.99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (6)
5.4
Il tuo voto

Perception mette in campo un concept intrigante e una storia coinvolgente, arricchita da parecchie chicche che sostengono una componente narrativa decisamente riuscita. Non riesce però a convincere dal punto di vista del gameplay, molle e flagellato da una sfida quasi assente, dai troppi indizi e dalla desolante elementarità dei puzzle. Ciononostante la voglia di arrivare alla verità finale riesce in qualche modo a sostenere il tutto portandoci, tra l'altro, verso un quarto atto decisamente più riuscito e serrato dei primi tre.

PRO

  • Componente narrativa forte e intrigante
  • Cecità, design ed evoluzione della casa regalano spessore all'esplorazione
  • Ottimi dialoghi e sound design azzeccato

CONTRO

  • Quella che dovrebbe essere una terribile nemesi non è particolarmente intelligente o efficace
  • Puzzle drammaticamente semplici
  • Pur modesto tecnicamente non ci risparmia qualche bug di troppo