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Ricevi questo anello: la recensione de La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra

L'Oscuro Signore sta radunando i propri eserciti per conquistare la Terra di Mezzo: riusciremo a fermarlo?

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   05/10/2017

Talion e Celebrimbor, le due anime che condividono lo stesso corpo a metà fra la vita e la morte, tornano a tre anni di distanza da La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor per compiere finalmente la loro vendetta nei confronti di Sauron. L'Oscuro Signore sta radunando un enorme esercito e presto la sua forza sarà inarrestabile: come potremo contrastarlo? Creando anche noi un'armata, grazie al potere persuasivo del Nuovo Anello forgiato dalla nostra metà elfica, e conquistando le fortezze a difesa delle varie regioni che compongono l'enorme mappa de L'Ombra della Guerra, in quello che si presenta come l'elemento più entusiasmante e innovativo di questo sequel. Non l'unico, naturalmente: il lavoro fatto da Monolith Production per il nuovo capitolo della serie, poggiando sulle solide basi del titolo d'esordio, porta l'intera esperienza verso nuovi livelli di coinvolgimento, ricchezza e finanche varietà, enfatizzando ulteriormente gli aspetti più convincenti del gioco e migliorandone in modo sostanziale la cosmesi, che stavolta non deve sottostare ai limiti di una progettualità cross-gen e può dunque dare libero sfogo alle proprie ambizioni.

Partenza veloce

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra non si perde troppo in chiacchiere durante le prime fasi, anche perché le cose da fare sono davvero tante, elencate in un apposito menu che divide le missioni a seconda del "committente". Se non avete giocato con il primo episodio, tuttavia, poco male: le meccaniche attingono anche stavolta a piene mani da Batman: Arkham (e Assassin's Creed, sebbene in misura minore), condividendo con le produzioni Rocksteady la maggior parte dei controlli e la filosofia di base. Senza voler rivelare troppo dell'ampio comparto narrativo a corredo dell'esperienza, anche stavolta valorizzato da un eccellente doppiaggio in italiano che non lesina nomi di una certa caratura, possiamo dire che durante la fase iniziale dell'avventura ci troveremo a difendere le porte di Minas Ithil, assediata dagli orchi per volere di Sauron, determinato a impossessarsi del potente Palantir.

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Completata quella parte, la struttura de La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra si aprirà letteralmente sotto i nostri occhi, consentendoci di viaggiare fra varie regioni (fra cui Cirith Ungol, Gorgoroth, Seregost, Nurnen) per completare missioni legate a entità misteriose come Shalob e Carnan, quest'ultima alle prese con il risveglio di un potentissimo Balrog, nonché la letale assassina Eltariel, costantemente alla ricerca di un modo per eliminare i Nazgul. A ciò si aggiungeranno tantissime missioni parallele, alcune delle quali in grado di mostrare in maniera pressoché perfetta l'evoluzione del sistema Nemesi e le sue tante, finanche inaspettate sfaccettature, nonché una quantità enorme di obiettivi secondari tra sfide ai capitani (tutti, come al solito, caratterizzati in maniera unica e introdotti da qualche secondo di dialogo, da snocciolare anche nel mezzo di una furiosa battaglia), faide online, missioni di vendetta (un orco ha ucciso un nostro amico? Possiamo fargliela pagare) e, soprattutto, la parte dedicata agli assedi.

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Il mondo è mmmio

Come detto, ne La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra il nostro obiettivo è creare un esercito da contrapporre a quello di Sauron. In che modo? Per portare i più forti orchi dalla nostra parte dovremo sconfiggerli in duello e dominarli grazie al potere del Nuovo Anello di Celebrimbor: a quel punto potremo chiedergli di combattere al nostro fianco, mandarli a riposo (o scacciarli, se ci stanno antipatici...), assegnargli una specifica mansione durante l'attacco alle fortezze o degli incarichi extra che possono andare dall'eliminazione di un obiettivo all'infiltrazione, cose che i giocatori de L'Ombra di Mordor sicuramente ricordano bene.

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Arrivati al dunque, muoveremo un portentoso attacco alle basi nemiche, anch'esse caratterizzate in maniera unica sia per quanto concerne l'aspetto architettonico che l'organizzazione interna e l'ecosistema generale, determinato in modo casuale a seconda delle tribù e dei risvolti del sistema Nemesi fra tradimenti, promozioni e improvvisi rovesciamenti di fronte. Per conquistare i forti dovremo scalarne le mura, facendo attenzione alle numerose difese poste sulle torri, e poi liberare una serie di zone dalla presenza di gruppi di capitani, fino al confronto finale con il reggente. Capiterà più o meno al 40% del completamento completo del gioco, dopo decine di ore e un albero delle abilità completamente sviscerato, di imbattersi in fortezze troppo potenti per poter essere espugnate, il che implicherà per forza di cose un percorso di grinding non tanto per Talion e le sue specifiche capacità, quanto per la rosa dei suoi seguaci, che dovrà essere nutrita e di buon livello per poter assicurare il necessario supporto all'invasione. Un forte espugnato non durerà però per sempre: dovremo gestirne i comandanti e le difese perché non mancheranno i tentativi di assedio da parte di altri utenti, nell'ottica di una prospettiva che appare senz'altro entusiasmante.

Un'avventura variegata?

Quando, durante le prime ore di gioco, la mappa dello scenario in cui ci trovavamo si è letteralmente riempita di missioni e obiettivi, ci siamo naturalmente posti la questione della varietà, da sempre tallone d'Achille delle esperienze sandbox in stile Assassin's Creed. Ebbene, non c'è dubbio che molte delle quest si completino per il puro gusto di farlo, in modo quasi meccanico, visto che propongono una struttura e dinamiche estremamente simili, basate per lo più sul confronto diretto con gli orchi; però non mancano le variazioni sul tema, specialmente sul fronte delle missioni a base narrativa: ci troveremo a effettuare infiltrazioni silenziose, ad affrontare i pericolosissimi Nazgul, a combattere un Balrog in groppa a una gigantesca creatura di legno, a cavalcare un drago (pardon, un draco) e, in generale, a sottomettere bestie di vario ordine e stazza (principalmente caragor e graug) perché ci portino a spasso per lo scenario, rendendo la nostra offensiva più efficace e diversificata.

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Anche per quanto concerne gli obiettivi secondari, quelli per l'appunto più simili fra loro, non mancherà la possibilità di utilizzare approcci differenti per cambiare le carte in tavola: avvelenare le botti da cui gli orchi si abbeverano, assoggettare degli arcieri perché attacchino al nostro comando, colpire gli obiettivi dalla distanza e magari farli saltare insieme ai barili infiammabili, in un inferno di fuoco tanto spettacolare quanto devastante per chi ne finisce vittima. Procedendo nella campagna lo sviluppo delle abilità di Talion e della sua metà elfica, insieme all'elemento RPG che caratterizza la gestione dell'inventario, con armi e corazzature comuni, rare, leggendarie o epiche (nonché i pacchetti acquistabili con denaro reale per chi volesse averne di più in meno tempo, un aspetto ormai costante nelle produzioni tripla A), porterà anch'esso a un aumento della varietà del gameplay: le uccisioni silenziose potranno essere più crudeli e violente, spingendo i nemici in zona a fuggire terrorizzati, mentre i colpi dalla distanza aggiungeranno alle tradizionali frecce la possibilità di proiettare la figura di Celebrimbor direttamente a ridosso del bersaglio.

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Trofei PlayStation 4

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra include un totale di cinquantatré Trofei, molti dei quali si ottengono andando a esplorare le tante sfaccettature dell'esperienza: trovare tutti i manufatti gondoriani, sbloccare tutte le abilità del personaggio, purificare tutti gli haedir nelle varie mappe, salvare un seguace catturato e così via. Solo alcuni Trofei sono legati al completamento delle missioni a base narrativa.

Bel vedere

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra è insomma un gioco enorme, sfaccettato, con tante novità strutturali degne di nota (fra cui la possibilità di importare le vostre nemesi e i vostri seguaci dalla campagna del primo capitolo, a patto di averlo giocato sulla stessa piattaforma) e una narrazione anche stavolta solida e coinvolgente, capace di sfruttare al meglio il ricco "lore" creato da J.R.R. Tolkien, le sue affascinanti ambientazioni e lo spazio temporale che intercorre fra gli eventi de Lo Hobbit e quelli de Il Signore degli Anelli. Sul fronte tecnico sono stati fatti i medesimi passi in avanti? Sì, assolutamente. Come detto, il nuovo progetto di Monolith Productions è stato disegnato appositamente per le attuali piattaforme da gioco, senza dunque dover sacrificare nulla sull'altare di un'impostazione cross-platform, e la cosa appare chiara non solo dal sostanziale aumento delle mappe visitabili, tutte particolarmente curate e dotate di una propria personalità, specie nelle zone centrali, ma anche dalla qualità degli asset. La complessità poligonale dei personaggi e degli edifici ha subito un boost piuttosto evidente, si è cercato di limitare al massimo la piattezza delle superfici lavorando sulle luci e l'effettistica, nonché di impiegare al meglio ciò che le più recenti revisioni di PlayStation 4 (e immancabilmente Xbox One) hanno da offrire, con due modalità di visualizzazione che prediligono risoluzione o qualità generale.

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Per quanto concerne le animazioni, la corsa di Talion crea talvolta qualche perplessità in termini di rapporto fra movimento e spazio percorso, specie con lo "scatto elfico" attivato, ma le tantissime coreografie di battaglia sono davvero splendide, in particolare quelle che enfatizzano la doppia natura del protagonista. Il motore grafico, oramai ben collaudato, non soffre di cali di frame rate (quantomeno su PlayStation 4 Pro) ma in determinati casi si verificano piccoli effetti di pop-up per quanto concerne le ambientazioni e qualche glitch che non dubitiamo verrà sistemato con i prossimi aggiornamenti. Il supporto per l'HDR regala scorci memorabili, valorizzando un sistema giorno / notte non incredibilmente sofisticato ma senz'altro funzionale, nonché la vastità di paesaggi che troverete senz'altro evocativi, a maggior ragione se avete a cuore la letteratura tolkieniana e le sue riduzioni filmiche. Il sonoro, come detto caratterizzato da un ottimo doppiaggio in italiano (peccato per qualche livello poco bilanciato in alcuni frangenti - eppure basterebbe produrre riprese di volume pari a quelle delle voci originali per non sbagliare), vanta musiche di stampo epico, perfettamente calzanti, e un buon set di effetti.

L'edizione giusta di La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra è disponibile in diverse edizioni, sia fisiche che digitali. L'edizione Standard include il gioco, mentre la Special Edition comprende l'espansione Nemesis Tribù del Massacro, Nemesis Tribù dei Fuorilegge e lo Scrigno della Guerra d'Argento.

Acquista La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra per PlayStation 4 - Standard Edition (49,99 euro)
Acquista La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra per PlayStation 4 - Silver Edition (89,99 euro)
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Acquista La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra per PC - Standard Edition con codice digitale (54,89 euro)

In digitale il gioco può essere acquistato su PlayStation Store, Xbox Game Store e Steam.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
9.3
Lettori (195)
8.5
Il tuo voto

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra si è fatto attendere, ma ne è valsa la pena. Il nuovo titolo di Monolith Productions parte dalle solidissime basi dell'episodio d'esordio e ne arricchisce la struttura in tanti modi differenti, offrendoci una mappa sostanzialmente più vasta, strapiena di missioni principali e secondarie, sfide e obiettivi, a cui si aggiungono elementi entusiasmanti come gli assedi e la conseguente gestione delle fortezze, nonché un sistema Nemesi reso ancora più significativo e interessante dalla possibilità di creare un ulteriore ponte narrativo con il prequel. Si tratta invero di un gioco enorme, sfaccettato e molto bello da vedere, che vi terrà impegnati per decine e decine di ore, senza abbandonarvi neppure nell'endgame che si preannuncia solido e divertente.

PRO

  • Straordinariamente ricco e ispirato
  • Gameplay sempre solido e avvincente
  • Spettacolare dal punto di vista tecnico

CONTRO

  • Da grandi numeri deriva un certo grado di ripetitività
  • Qualche svarione nel targeting sugli alleati
  • Piccoli glitch da sistemare