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The Legend of Zelda: Spirit Tracks, recensione

Dopo aver solcato i mari con Phantom Hourglass, Link torna su DS per una nuova avventura tra scambi ferroviari e biglietti da vidimare.

RECENSIONE di Andrea Palmisano   —   21/12/2009

Diciamo la verità, non è stata un'annata particolarmente prodiga di grandi titoli su DS; il bellissimo Mario & Luigi: Viaggio al centro di Bowser, GTA: Chinatown Wars e il secondo Professor Layton sono state le poche perle indiscusse di un 2009 in cui le enormi vendite del portatile Nintendo non sono state affiancate da produzioni capaci di solleticare l'attenzione dei giocatori non propriamente "casual". Ma fedele al detto "dulcis in fundo", la casa di Kyoto ha atteso proprio gli ultimi giorni del calendario per sfornare uno dei suoi assi nella manica, garantendo così un bellissimo Natale a quanti hanno avuto la pazienza di aspettare.

Biglietto prego!

The Legend of Zelda: Spirit Tracks è il seguito diretto di quel Phantom Hourglass datato 2007 che ancora oggi rappresenta uno vertici della produzione sulla console a due schermi; stile grafico e gameplay sono infatti praticamente gli stessi, a garanzia quindi di una qualità indiscutibile sotto tali punti di vista. Certo è che il precedente episodio, pur essendo stato un gioco ottimo, non ha mancato di sollevare qualche critica soprattutto legata al "famigerato" Santuario del Re del Mare, crocevia di alcuni momenti di ripetitività e frustrazione francamente migliorabili. Spirit Tracks è quindi inevitabilmente, perlomeno nelle intenzioni, un raffinamento di quanto ottenuto con Phantom Hourglass, un autentico labor limae che i programmatori nipponici hanno voluto realizzare durante i mesi di sviluppo.

The Legend of Zelda: Spirit Tracks, recensione

La trama stavolta ha luogo 100 anni dopo gli eventi narrati nel predecessore, con una Hyrule in pericolo di fronte alla minaccia del terribile Re demone Malladus determinato nel liberarsi dalla prigione della Torre degli Dei e dalle catene di energia che l'hanno tenuto costretto nel corso dell'ultimo secolo. Queste ultime, con una soluzione tipica dell'universo fiabesco e meraviglioso del mondo di Zelda, hanno la duplice funzione anche di binari ferroviari, utilizzati dagli abitanti del regno per spostarsi a bordo di treni. E così il Link eroe di questa avventura è un giovane macchinista, pronto a raggiungere la principessa Zelda per ottenere l'ufficialità della licenza per pilotare appunto i treni. Peccato che la situazioni precipiti rapidamente, col drammatico - e oramai risaputo - avvenimento della morte della reggente; malgrado quindi il suo corpo non sia più animato, lo spirito è rimasto accanto a Link, pronto ad aiutarlo per portare a termine l'avventura e restituire la pace al regno. Un elemento, questo, tutt'altro che accessorio; la compagna di viaggio è infatti in grado di dare una mano all'eroe in maniera più che concreta, tra le varie cose anche prendendo il possesso dei temibili Spettri rendendoli così direttamente controllabili secondo la volontà del giocatore. Un aspetto collaborativo quindi che costituisce il cardine della meccanica di Spirit Tracks; continui e numerosissimi sono infatti i momenti in cui è necessario gestire contemporaneamente due soggetti, tanto per risolvere enigmi quanto per sconfiggere nemici e boss. Chiunque abbia giocato perlomeno a qualche episodio della serie non faticherà molto a trovare familiarità tanto nelle meccaniche quanto nello schema di progressione del gioco; man mano che ci si addentra nella storia infatti, Link guadagna nuovi strumenti così da ampliare le proprie abilità e raggiungere luoghi e segreti prima negati. E così assieme a classici come bombe, boomerang ed arco il team capeggiato da Eiji Aonuma ha stavolta ideato nuove armi, capaci di aggiungere qualche elemento di novità ad una meccanica comunque molto, molto fedele ai classici dettami della serie.

In arrivo al binario 3

Dicevamo del lavoro di perfezionamento rispetto a Phantom Hourglass, e sicuramente una delle migliori espressioni di tale affermazione è da ricercarsi nella Torre degli Dei, praticamente l'equivalente del Santuario del Re del Mare del predecessore; anche in questo caso infatti è necessario affrontare visite multiple durante l'intera avventura, ma fortunatamente non c'è necessità di ripetere sezioni già affrontate o rispettare un limite di tempo. Un autentico sollievo quindi. Sensibile anche il miglioramento della bontà nel level design dei dungeon, stavolta praticamente sempre impeccabile e senza cali evidenti.

The Legend of Zelda: Spirit Tracks, recensione

Per quanto riguarda invece la guida del treno, mezzo che di fatto sostituisce la barca per gli spostamenti all'interno del regno di Hyrule, va debbo che Aonuma ha ideato alcune convincenti soluzioni capaci di mettere in secondo piano la ovvia necessità di rimanere legati ai percorsi prefissati dei binari. Oltre alle possibilità di aggiungere miglioramenti, trasportare passeggeri e merci, più in generale la sola gestione delle velocità e la facoltà di far fischiare il convoglio effettivamente garantiscono quel richiamo all'infanzia e ai giochi da bambini che lo stesso Mijamoto aveva sottolineato. Di conseguenza i viaggi non sono quasi mai noiosi, e anzi danno la facoltà di perdersi all'interno del mondo di Hyrule e alla varietà di paesaggi che è in grado di garantire. Certamente la libertà di spostamento e il coinvolgimento di un Twilight Princess o Ocarina of Time sono lontani, ma ciò nonostante la compattezza e coerenza degli elementi di Spirit Tracks non fanno soffrire complessi di inferiorità eccessivi. Questo anche perchè la qualità del gameplay è, francamente, cristallina; sebbene a volte si possa sentire un senso di déjà vu abbastanza marcato, e benchè l'ultima avventura di Link sia tutto sommato un more of the same, è praticamente impossibile non venire immediatamente coinvolti dalla bontà di una meccanica di gioco che rappresenta uno dei migliori esponenti della N-difference. Anche a livello tecnico, a fronte di una identità praticamente perfetta con Phantom Hourglass, Spirit Tracks riesce comunque a stupire grazie ad uno stile e una qualità di livello spesso sconosciuto su console portatili, tanto nella grafica che nel sonoro. Non mancano elementi multigiocatore in wi-fi locale, sia per sfide competitive che per lo scambio di oggetti tra amici.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.0
Lettori (222)
9.0
Il tuo voto

The Legend of Zelda: Spirit Tracks è stato probabilmente, come affermato su alcuni forum della rete, il capitolo della serie Nintendo meno atteso di sempre. Benchè le similitudini con Phantom Hourglass siano più che evidenti tanto a livello tecnico quanto di gameplay, sarebbe però un peccato sottovalutare la nuova produzione del team di Eiji Aonuma; se è vero che sorprese ed innovazioni latitano in questo Spirit Tracks, allo stesso modo la qualità ineguagliabile della meccanica di gioco e i miglioramenti sostanziali rispetto al precedente episodio per DS lo rendono di fatto uno dei migliori giochi in assoluto disponibili sul portatile a due schermi.

PRO

  • N-difference pura e semplice
  • Tecnicamente il top su DS
  • Correzioni importanti rispetto a Phantom Hourglass

CONTRO

  • Non ha il sapore di un vero nuovo capitolo
  • Livello di sfida forse un po' basso