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Zero in condotta

Si torna a scartabellare tra gli archivi di Capcom, stavolta con il remake dell'episodio che fu rilasciato in esclusiva su Gamecube.

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   15/01/2010
Zero in condotta

Primo frutto di quell'accordo che legò provvisoriamente l'esclusività della serie di survival horror Capcom a Gamecube, Resident Evil Zero è stato un prodotto senza dubbio controverso: fu infatti l'ultimo capitolo a presentare la soluzione dei personaggi poligonali su fondali 2D, in un periodo in cui una buona parte dell'utenza cominciava a desiderare qualche progresso da quel punto di vista. Questo fatto, unito alla scarsa base installata della console Nintendo, portò il titolo a risultati commerciali piuttosto deludenti, nonostante il feedback molto positivo dello zoccolo duro dei fan. Ora, grazie al qui presente Resident Evil Archives: Resident Evil Zero chiunque si fosse perso l'originale avrà l'occasione di rifarsi: ma ne varrà ancora la pena?

Conoscere gente sul treno

Pur rivolgendosi prevalentemente a quella (larga) fetta di pubblico che non ha potuto godersi l'originale su Gamecube, il prodotto Capcom pone da subito dei limiti di fruibilità per chiunque non possieda una conoscenza abbastanza dettagliata degli avvenimenti narrati nel primo capitolo della saga: lo storyline di Resident Evil Archives: Resident Evil Zero fa costanti riferimenti al background della Umbrella Corporation, rendendosi a tratti palesemente incomprensibile ai neofiti. Non che la trama sia il punto di forza del titolo, anzi: la vicenda con protagonisti Rebecca Chambers e Billy Coen è ampiamente al di sotto della media sostenuta da Capcom con i suoi survival horror, il che è tutto dire considerando come la software house giapponese si sia sempre affidata a sceneggiature degne di un film di serie B. Persino la suspance non è all'altezza dei altri capitoli della serie, stavolta per un banale problema tecnico figlio dell'utilizzo di fondali pre-renderizzati. Il gioco infatti "singhiozza" ogni qual volta si è in prossimità di un evento che coinvolga una modifica dello scenario (ad esempio, l'immancabile ingresso improvviso dei cani zombie da una finestra), allertando l'utente del pericolo imminente e vanificando totalmente l'effetto sorpresa. Pur volendo lasciare da parte quelle che possono essere anche considerate delle sottigliezze, è innegabile come giocare oggi a Resident Evil Archives: Resident Evil Zero rappresenti un tuffo nel passato contraddistinto da più dolori che gioie.

Zero in condotta

Al di là di ogni ragionevole effetto nostalgia, tornare a confrontarsi con un sistema di controllo legnoso, una limitante gestione dell'inventario ed una meccanica cooperativa appena abbozzata è obiettivamente faticoso da digerire. Muovere i personaggi tramite le oramai -fortunatamente- sorpassate dinamiche tank è una vera e propria agonia, che spesso si scontra con cambi di inquadratura che non facilitano la vita all'utente; l'impossibilità dei due personaggi di portare con sé più di una manciata di oggetti ciascuno è una scelta solo apparentemente votata ad uno stile di gioco hardcore, ma che in realtà cela una fastidiosa forzatura al backtracking; infine, il sistema parter zapping (grazie al quale cambiare on the fly il controllo di uno dei due protagonisti) poteva risultare innovativo nel 2002, ma al giorno d'oggi appare davvero datato, soprattutto alla luce della pessima intelligenza artificiale che regola le azioni del personaggio guidato dalla CPU.

Amar(o)cord

Come è evidente, dunque, gli anni che Resident Evil Archives: Resident Evil Zero si porta sul groppone si fanno sentire eccome: tuttavia, ciò non impedisce alla produzione Capcom di potersi dimostrare appetibile ad una certa tipologia di pubblico. Anzitutto, il gioco è venduto ad un prezzo budget, principalmente perché si tratta di un porting bello e buono senza alcuna aggiunta di sorta, ma anche per stimolare maggiormente l'utenza a cimentarsi in questa sorta di neo-retrogaming. Dal punto di vista tecnico, inoltre, Resident Evil Archives: Resident Evil Zero fa ancora la sua discreta figura: i fondali bidimensionali sono estremamente dettagliati e ben definiti, impreziositi anche da notevoli giochi di luci ed ombre, mentre i modelli poligonali si dimostrano più che soddisfacenti, anche se penalizzati da alcune animazioni giocoforza legnose. Per quanto inoltre sia additato da molti come il capitolo meno convincete della saga, il titolo Capcom ha diverse frecce al proprio arco sotto il profilo ludico.

Zero in condotta

Particolarmente riusciti risultano infatti alcuni puzzle che prevedono l'utilizzo delle abilità dei due protagonisti, magari costringendoli ad agire in simultanea in luoghi diversi; ancora, il gioco offre degli scontri con boss davvero impressionanti, che metteranno sicuramente a dura prova anche gli utenti più smaliziati. In linea di massima, però, Resident Evil Archives: Resident Evil Zero è uno di quei videogame che o si amano o si odiano, quindi i suoi pregi e difetti sfumano o si accentuano a seconda di chi vi si pone davanti. Difficile credere che una buona fetta del pubblico moderno possa scendere volentieri a compromessi con le grosse limitazioni tecniche e ludiche dell'opera Capcom: viceversa, i più convinti appassionati della saga, magari gli stessi che non approvano la deriva action manifestatasi a partire dal quarto capitolo, si getteranno probabilmente più che volentieri in questo orrorifico revival.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.8
Lettori (36)
8.2
Il tuo voto

Resident Evil Archives: Resident Evil Zero è un prodotto che avrebbe necessitato decisamente di qualche ritocco per poter essere apprezzato oggi, a distanza di ben otto anni dalla sua uscita. Così com'è, il prodotto Capcom risulta inevitabilmente macchinoso, datato e per molti versi frustrante, fornendo ben pochi stimoli ai nuovi utenti che si erano persi l'originale su Gamecube. Un titolo dedicato dunque prevalentemente ai seguaci più intransigenti della serie, anche se la totale assenza di un qualsivoglia extra non può che far storcere il naso, nonostante il prezzo ridotto a cui viene venduto.

PRO

  • Un'occasione per chi ha saltato l'originale
  • Enigmi interessanti e boss mastodontici
  • Decisamente impegnativo

CONTRO

  • Sistema di controllo, inventario ed IA preistorici
  • Storyline non troppo riuscito
  • Nessun extra rispetto all'originale