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Con le pinne, fucile ed occhiali

Dopo più di due anni di apnea, torniamo ad immergerci nelle acque più profonde armati solo di Wiimote. Ma questa volta, con una missione da compiere...

RECENSIONE di Michele Maria Lamberti   —   12/02/2010
Con le pinne, fucile ed occhiali

Nel 2007 uscì per Wii, sviluppato da Arika e pubblicato da Nintendo, Endless Ocean, una sorta di simulatore di sub. Chi ha buona memoria (e ovviamente chi l'ha comprato) lo ricorderà senz'altro, giacché fu un titolo che, pur non proponendo un concept nuovo (Arika era l'autrice anche di Everblue su PS2), venne proposto al pubblico come uno degli esempi della nuova filosofia della casa di Kyoto incentrata più sui casual games che sui giochi tradizionali. Il risultato fu un prodotto sicuramente ben fatto, dalla grande componente esplorativa, ricco di informazioni sulla fauna marina e anche tecnicamente buono, ma che fece storcere il naso a molti per la mancanza di un vero e proprio obiettivo. E quale metodo migliore di un seguito per colmare le lacune dell'originale? Ecco, bravi, nessuno.

Atlantide?

Sicuramente il protagonista del gioco, di si può definire pochi, semplici parametri, non immaginava, mentre studiava e si esercitava per prendere il brevetto da subacqueo, che una volta trovato lavoro sarebbe rimasto coinvolto in un'avventura come quella che sarà chiamato a vivere una volta accesa la console... Fatto sta che il nostro (o la nostra) viene a contatto con Jean-Eric Rouvier e la nipote Oceane, capo e membro della R&R, una squadra di sommozzatori che si occupa, in una piccola Repubblica nel Pacifico del Sud, delle mansioni più varie di cui si possono occupare dei sub. Ma la storia della quindicenne bambina prodigio Oceane e del nonno ex subacqueo, che non può più immergersi, si rivela ben presto molto più misteriosa e complicata di quanto fosse apparsa all'inizio: in particolare uno strano ciondolo che Oceane ha avuto dal padre morto anni fa, darà il via a tutta una serie di ricerche ed esplorazioni che ruotano intorno alla leggenda del "Canto dei Draghi". Il team si troverà così a cercare reperti antichi e veri e propri edifici sommersi, in una vicenda che saprà essere anche molto coinvolgente per chi è appassionato di Atlantide e dintorni, e che è, nonostante la non eccessiva originalità, sicuramente raccontata bene. La principale novità rispetto al prequel è quindi la presenza di una trama e di una "fine", con varie missioni che scandiranno il tempo di gioco. Ma limitarsi allo svolgimento della quest principale vorrebbe dire perdersi un buon 60% dell'avventura, che ripropone tutti gli elementi del predecessore con varie implementazioni e migliorie. Le componenti fondamentali restano l'esplorazione e la catalogazione delle varie forme di vita, acquatiche e non, che si incontreranno nelle immersioni, andando a riempire man mano tutte le voci dell'enciclopedia presente nel gioco con le caratteristiche principali di pesci, mammiferi e quant'altro e, per alcune specie, con delle simpatiche curiosità da sbloccare effettuando determinate azioni.

Con le pinne, fucile ed occhiali

Ma non solo: si possono anche recuperare reperti da valutare e vendere (coi soldi guadagnati si può comprare attrezzatura nuova), svolgere varie sotto-missioni sempre utili a guadagnare un po' di contante, dedicarsi alla fotografia e interagire con delfini e uccelli, veri e propri "animali domestici" da allenare nelle più svariate acrobazie. Tra le novità di maggior rilievo, poi, l'introduzione di una, poco realistica, pistola a pulsar con la quale curare le creature ferite e/o calmare quelle più pericolose (ebbene sì, qualche squaletto incattivito stavolta lo si può incontrare di tanto in tanto), e la possibilità di affacciarsi in superficie per studiare da vicino forme di vita terrestri, come gli orsi polari nello scenario artico. Un gioco insomma estremamente vario, nel quale le attività principali restano, tutto sommato, quelle rilassanti del primo capitolo; ma stavolta, per chi si annoiò con Endless Ocean, i programmatori hanno previsto anche un po' di, benvenutissima, azione.

L'era dell'Acquario

Tra le cose che non cambiano c'è anche, e fortunatamente, il sistema di controllo, molto immediato e intuitivo grazie al semplice utilizzo del solo telecomando, però anche stavolta soggetto a piccoli problemi di sensibilità del puntatore e dettagli del genere. La longevità del titolo, che si attesta sulle sette-otto ore per quanto riguarda la storia principale, aumenta a dismisura per chiunque voglia vivere il gioco nella maniera rilassata e tranquilla propria del primo episodio, senza contare il ritorno delle immersioni con un compagno in multiplayer via Internet, stavolta graziate anche dalla chat vocale per i possessori di Wii Speak. Per tutti quelli che invece erano rimasti delusi dal titolo precedente proprio a causa dell'effettiva mancanza d'azione, basti sapere che comunque bisogna fare ancora i conti con un ritmo più lento della maggior parte dei giochi "moderni", e questo soprattutto a causa dell'estensione degli scenari che richiede un po' di pazienza per individuare l'obiettivo di una determinata missione: questo lato del gioco può causare frustrazione a chi cerca semplicemente un Action dall'ambientazione originale.

Con le pinne, fucile ed occhiali

Quest'ultima è comunque resa in maniera splendida, considerando le capacità del Wii, dal motore del primo episodio opportunamente migliorato: gli scenari sottomarini sono, presi nell'insieme, mozzafiato, grazie all'orizzonte esteso, agli effetti che ricreano l'ambiente e soprattutto ai vari animali presenti, che possono arrivare anche a un gran numero contemporaneamente, tutti resi bene e animati in maniera credibile, così come verosimili sono i comportamenti di banchi di pesci e creature isolate. Certo, andando nel dettaglio si scopre che i poligoni di ogni elemento non sono poi tanti, che alcune texture sono chiaramente "buttate lì" giusto per dare l'idea, ma l'effetto finale, che è poi quello che conta, è anche sopra la norma per un titolo Wii. Il sonoro, infine, risulta leggermente al di sotto del primo capitolo, soprattutto per la scelta di affidare le esplorazioni ad una colonna sonora abbastanza anonima e di non dare la possibilità, come nell'episodio precedente, al giocatore di crearsi la propria scaletta tramite SD Card: sono comunque presenti dei pezzi su licenza molto molto belli, e i vari effetti sonori riescono a catturare la evocativa atmosfera in maniera sostanzialmente degna.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.8
Lettori (22)
8.8
Il tuo voto

Sempre in bilico tra edutainment, strumento di relax e gioco vero e proprio, Endless Ocean 2 rappresenta sicuramente un grosso passo avanti rispetto al predecessore anche solo per l'introduzione di una storia e di un obiettivo, che magicamente amplia di parecchio l'utenza potenzialmente interessata. Tutto questo non servirebbe a niente se però i vari elementi non fossero di qualità, e in ciò Arika poteva basarsi sulla positiva esperienza del primo capitolo che già presentava controlli, grafica e compagnia certamente non perfetti ma molto solidi. Forse non sarà la prima scelta per chi è alla ricerca semplicemente di un videogioco tradizionale, ma resta un'esperienza interessante e originale consigliabile a chi è alla ricerca di qualcosa diverso dal "solito".

PRO

  • Finalmente una vera missione
  • Atmosfera subacquea resa molto bene
  • Sempre particolare ed affascinante

CONTRO

  • Forse ancora troppo lento e rilassato per qualche giocatore
  • Sonoro al di sotto del primo episodio