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Fuoco e fiamme!

Dopo 3 anni dal poco esaltante primo capitolo, Rico torna in campo, insieme al suo fedele e utilissimo rampino!

RECENSIONE di Matteo Santicchia   —   26/03/2010

Versione testata: PlayStation 3

Just Cause 2 non è un semplice free roaming, non si tratta semplicemente di parlare con qualcuno, uccidere qualcun altro, guidare da un punto A a un punto B cambiando le stazioni radio. Il secondo capitolo della saga di Avalanche Studios, partendo da semplici meccaniche free roaming irrobustisce il tutto con massicce dosi di azione, deliziando il giocatore con una estrema libertà di movimento.

Fuoco e fiamme!

Gli eventi narrati nel gioco sono poco più di un semplice canovaccio di ispirazione spionistica per mettere in scena la distruzione della bella isola continente di Panau. Si tratta semplicemente di fare il triplo gioco con le fazioni presenti in loco, gli indigeni Ular, i rivoluzionari maoisti Reaper e i Roach, trafficanti di droga in abito buono, tutte intente a scalzare la locale dittatura e nel frattempo portare avanti la missione principale per conto dell'Agenzia (si legga la CIA).

SpiderRico

Diverse sono le peculiarità che distinguono Just Cause 2 da titoli simili. Il rampino è quella più ovvia e assume per Rico quasi più importanza delle armi che imbraccia. Può essere usato in molti modi, sia in termini offensivi che difensivi. Il grado minimo ci permette di impiegarlo per raggiungere velocemente, di conseguenza per trarsi d'impaccio nelle situazioni più infuocate, postazioni al coperto o poste in alto, come se fossimo una sorta di Spiderman in giubbotto di pelle nera. In pratica l'intero level design è pensato per essere sfruttato dal gadget, il quale si aggancia un pò su tutte le superfici, e ci permette una navigazione sia verticale che orizzontale della mappa, ampliando moltissimo le nostre opzioni tattiche.

Fuoco e fiamme!

Non finisce qui però, lo possiamo utilizzare per salire al volo sui mezzi, per strappare da postazioni fisse nemici trincerati, o per far precipitare cecchini da torrette o ballatoi. Diventa imprescindibile quando un elicottero inizia a ronzarci sulla testa, in questo caso agganciato il velivolo possiamo, dopo aver ucciso il copilota, dirottarlo non prima però di aver superato un facile e ripetitivo quick time event atto a far precipitare il pilota. E' impossibile scrivere qui tutti gli utilizzi dell'utilissmo gadget, ma se particolarmente bravi (e fortunati) è possibile anche portare a compimento intere missioni senza sparare un colpo visto che può essere utilizzato anche come una sorta di arma bianca per gli scontri ravvicinati. Più in generale Just Cause 2 ci invita a sperimentare, a cercare di utilizzarlo con la massima libertà, di fatto l'isola di Panau, le sue costruzioni e i suoi abitanti diventano una sorta di enorme parco giochi alla mercè di Rico, il quale può anche lanciarsi nel vuoto utilizzando il paracadute, rendendo ogni luogo virtualmente raggiungibile, e creando delle vie di fuga inaspettate, come un burrone che invece di rappresentare morte certa può essere sorvolato tranquillamente lasciandosi alle spalle gli inseguitori.

Cerca e distruggi

La progressione nel gioco è scandita non tanto dall'evolversi della situazione in seno alla narrazione quanto da un meccanismo che ricorda il "grinding" nei giochi di ruolo. L'isola è costellata da centinaia di installazioni governative, da semplici antenne a roccaforti, passando per carretti della propaganda a depositi di carburante; radendo al suolo ogni cosa salirà il livello di Caos il quale col tempo sbloccherà nuove armi e mezzi ma soprattutto nuove missioni, principali e secondarie. Il meccanismo funziona, elimina i tempi morti e i momenti in cui non si sa cosa fare, ma di converso svilisce il ruolo della narrazione che già soffre di suo visto che non sembra una parte predominate del gioco. In pratica più si distrugge, più si semina il Caos, più roccaforti si conquistano e prima si renderanno disponibili nuove missioni.

Fuoco e fiamme!

Un vero e proprio grinding in senso stretto che non annoia mai vista la libertà di azione data dal rampino e dalle decine di mezzi a disposizione, ma di fatto ci spinge a esplorare l'isola di continuo, a non rimanere mai con le mani in mano, magari dopo venti e passa ore di gioco molti potrebbero trovare il meccanismo furbesco e alla lunga snervante anche se ad onor del vero il respawn dei nemici e i vari livelli di allerta dei governativi non sono mai troppo frustranti. Parlando invece della diversificazione delle missioni il lavoro svolto da Avalanche Studios è certamente buono, su tutte spiccano gli incarichi con dinamiche multiple che esaltano il ruolo del rampino e del paracadute, come quella che ci ha visto prendere d'assalto una base in cima alla montagna, terminata poi agganciati a un elicottero dal quale lanciarci per dirottare un convoglio nemico a terra. In generale, più che la diversità di obiettivi, che ruotano tutti intorno al classico scorta, distruggi, dirotta e conquista, Just Cause 2 eccelle nella libertà di scelta sul come portare a termini i nostri compiti, nel come è possibile cercare l'approccio migliore per ogni situazione. Le uniche missioni che soffrono di ripetitività sono quelle "roccaforte" in cui bisogna conquistare una base nemica, davvero tutte uguali, indistinguibili nel loro entra e distruggi, ma necessarie visto che la base conquistata funge da quartier generale dove "riposare" lontano dalle attenzioni nemiche. Una menzione speciale va fatta per il parco mezzi a disposizione di Rico, amplissimo (più di cento unità) e che include moto, scooter, quad, diversi tipi di vetture, barche, elicotteri civili e da attacco, aerei a elica e jet, caccia o commerciali che siano, ognuno dotato di un modello di guida peculiare, e parlando di macchine fin troppo realistico nel restituire le asperità del terreno.

Piccoli problemi

Just Cause 2 non è esente da difetti che se non pregiudicano l'esperienza di gioco, gli precludono però di fatto la strada verso l'eccellenza. Da subito si nota come l'intelligenza artificiale non sia particolarmente sviluppata, i nemici, dotati tutti di buona mira, non sono capaci di movimenti di concerto nè di aggiramento e basano la loro pericolosità solo sulla superiorità numerica. Le fasi shooter insomma perdono molto mordente se affrontate a testa bassa vista anche l'assenza di un qualsivoglia metodo di copertura e solo l'uso creativo del rampino risolleva gli scontri a fuoco. Non che siano totalmente fallimentari, ma affrontare nemici immobili che si fanno crivellare senza problemi non è proprio confortante, in tal senso l'utilizzo estensivo del rampino e delle possibilità offerte dal level design è dettato il più delle volte dalla voglia di sperimentare del giocatore che da effettive necessità del momento.

Fuoco e fiamme!

Secondariamente ci sono delle piccole problematiche connaturate al rampino come la difficoltà nelle fasi più concitate di agganciare rapidamente la zona designata (è invece presente una sorta di lock automatico sui nemici) e quella che avviene quando in bilico su un elicottero o sul cofano di una macchina non è raro che il sistema di mira vada in palla, non permettendoci di sparare a un nemico che si trova a un palmo di naso. Piccole cose ma che stonano nel complesso delle ottime meccaniche di gioco. Ben più importante è la problematica che riguarda i check point. Di norma sono ben posizionati, ma nelle missioni più articolate, il trigger di attivazione è legato a particolari avvenimenti e non alla quantità di Caos scatenato o alla progressione sul terreno, e visto che si muore molto nel gioco, in quanto si è tentati di variare approccio "al volo" nell'accezione più letterale possibile, alla lunga può risultare frustrante ripetere intere sezioni. A concludere la disamina delle cose che non convincono, o meglio piacciono poco di Just Cause 2 c'è un indubbio pregio che può trasformarsi in una criticità: la vastità dell'isola. Per nostra fortuna è praticamente impossibile perdersi dato che il gps funziona bene e che burroni, laghi e montagne non sono ostacoli insormontabili grazie alla combo rampino/paracadute (per non parlare poi degli elicotteri) ma è innegabile che quando è impossibile usare il trasporto veloce del trafficante del mercato nero, ovvero in una zona non precedentemente visitata, spostarsi per lunghe distanze può portar via troppo tempo anche a bordo di veloci jet. Il paesaggio da duemila metri è impareggiabile, tenere lo stick fermo per diversi minuti un pò meno.

Trofei PlayStation 3

Just Cause 2 premia il giocatore con 51 trofei, 1 di platino, 42 di bronzo, 3 d'oro e 5 d'argento. Quelli di bronzo non sono particolarmente difficili da ottenere e si conquistano semplicemente portando a compimento le missioni o eseguendo particolari mosse, che rappresentano comunque la condotta standard di gioco. Più impegnativi alcuni trofei di bronzo e d'oro che ci impegnano ad esempio a completare il gioco a livello massimo di difficoltà o radere al suolo 100 istallazioni militari.

L'isola misteriosa

L'isola di Panau è un vero e proprio continente, sterminata e dotata di un accurato level design, che oltre a disegnare città e villaggi che sfruttano a dovere le peculiarità del rampino, riesce a caratterizzare alla perfezione ogni singola zona. Ecco quindi che spuntano assolati deserti e catene montagnose innevate, metropoli irte di grattacieli e foreste intricate, piccoli villaggi, isole misteriose dal sapore Lostiano, templi, enormi complessi portuali e aeroporti. In Just Cause 2 si rimane stupefatti da come è stata "riempita" di installazioni di ogni genere l'isola, viene insomma incentivata l'esplorazione, anche fuori dal semplice raggiungimento del punto di inizio di una missione. Tutta questa grandezza e vastità non ha fatto scendere troppo a compromessi il motore di gioco, che fa il suo lavoro piuttosto bene, senza grossi problemi di pop up nè cali di frame rate, e soprattutto dall'alto, in caduta libera o a tutta manetta a bordo di un jet da combattimento regala scorci di grande bellezza, dai colori accesi e sgargianti, graziati anche da "romantiche" albe e tramonti. Sembrerebbe un comparto tecnico pressoché perfetto, purtroppo però non tutto va a segno. Se il modello di Rico è caratterizzato da un buon dettaglio non si può certamente dire la stessa cosa per quelli dei nemici, tutti uguali e con animazioni a dir poco legnose. Ben fatte invece le costruzioni e i mezzi, aerei, terrestri o navali che siano, con texture apprezzabili e dotati anche di un realistico sistema di danni estetici. Più in generale è possibile dire che nonostante il gioco mandi a video un'intera isola tutta esplorabile sin dall'inizio e senza caricamenti di mezzo il livello di dettaglio si mantiene su livelli decisamente alti e addirittura in alcuni casi colpisce per bump mapping e pirotecnici effetti speciali. Buono anche il livello di distruttibilità dell'ambiente, che seppur limitandosi per quasi la totalità delle volte alle "sole" costruzioni governative (che sono diverse centinaia) è capace di stravolgere intere basi e installazioni, gratificando la furia distruttiva del giocatore.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.4
Lettori (298)
8.4
Il tuo voto

Just Cause 2 è un enorme passo avanti rispetto al primo capitolo, sia in termini prettamente tecnici, sia in termini di libertà d'azione che di divertimento. Divertimento magari caciarone e di grana grossa, ma che funziona grazie ai molti approcci all'azione garantiti dal rampino e dalle decine di mezzi disponibili. Avesse avuto una migliore intelligenza artificiale, una parte narrativa più importante e alla lunga missioni più diversificate ci saremmo trovati per le mani un titolo praticamente perfetto, un serio contendente al dominio di GTA. Il nostro giudizio non può che essere positivo, il mix tra free roaming e azione riesce a intrattenere il giocatore dall'inizio alla fine, con zero tempi morti e decine di cose da fare complice anche il furbo sistema di progressione. Su tutto spicca però l'isola di Panau la vera protagonista del gioco, decisamente impressionante per vastità e molto bella da guardare e sorvolare.

PRO

  • Il rampino
  • Moltissimi approcci per le missioni
  • Tecnicamente di grande impatto
  • Decine di mezzi a disposizione

CONTRO

  • Intelligenza artificiale non pervenuta
  • Check point a volte troppo distanziati
  • Modelli dei nemici sottotono