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Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco

Uno dei manageriali calcistici più apprezzati fa il suo debutto su iPhone, con una versione tutto sommato soddisfacente.

RECENSIONE di Andrea Palmisano   —   20/05/2010
Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco

I manageriali calcistici, pur non avendo mai raggiunto vendite stratosferiche, sono riusciti a mantenere nel corso degli anni costante l'interesse degli appassionati, sempre pronti a vestire i panni di allenatori e dirigenti nella gestione della propria squadra del cuore; tutto questo a maggior ragione in Italia, Paese in cui la passione per il calcio e la convinzione di poter fare sempre ed in ogni caso meglio di qualsiasi Ancelotti, Capello, Lippi e colleghi si sposano perfettamente con i contenuti dei prodotti in questione. E' interessante quindi vedere che uno dei brand più famosi e apprezzati del genere, ovvero Football Manager di Sega, ha deciso di apparire anche su App Store per la gioia di chi non vedeva l'ora di avere sempre tattiche e schemi a portata di mano.

Andava a 100 all’ora sulla fascia laterale

Football Manager Handheld 2010 si basa su un ragionamento intelligente fatto dai programmatori: non ha senso trasportare fedelmente da Pc ad iPhone un gioco che, per complessità e "peso specifico", mal si adatterebbe alla natura della piattaforma Apple. Una decisione senza dubbio corretta, ma che richiede una precisione e perizia certosina nel momento in cui si va a riposizionare e selezionare i contenuti da mantenere nel processo di adattamento; questo perchè se è vero che un Football Manager troppo complesso scoraggerebbe buona fetta dell'utenza, dall'altra parte una eccessiva semplificazione toglierebbe l'anima del prodotto allontanando i fan storici della serie. Il risultato finale è, dal nostro punto di vista, piuttosto soddisfacente. Football Manager Handheld 2010 in questa incarnazione consente ovviamente di scegliere una squadra tra quelle presenti in 34 campionati di 11 nazioni (Australia, Belgio, Brasile, Inghilterra, Francia, Germania, Olanda, Italia, Portogallo, Scozia, Spagna); per il Bel Paese sono presenti formazioni a partire dalla C1 in su, ognuna ovviamente con diverso budget e obiettivi stagionali da rispettare per poter mantenere saldo il proprio impiego e non rischiare l'esonero.

Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco

Come è ovvio, la stragrande maggioranza del tempo speso sarà "dietro le quinte", ovvero lontano dal rettangolo di gioco e dalle partite vere e proprie; il profondo lavoro di organizzazione parte dal calciomercato, punto fondamentale per rafforzare la rosa e sfoltirla dei giocatori superflui, per passare poi alla fase di allenamento in cui è possibile studiare percorsi specifici per ogni atleta al fine di valorizzarne le caratteristiche più importanti. Ma dal momento che il gioco cerca di replicare situazioni realistiche, è necessario anche instaurare rapporti "umani", magari dando fiducia al proprio bomber a secco di reti o richiamando pubblicamente un difensore poco attento. Importante anche la fase di assetto dell'intera squadra con la scelta della mentalità, del tipo predominante di passaggi, la forza dei contrasti e l'utilizzo di tecniche come il pressing e la trappola del fuorigioco; inutile dire poi delle tattiche, con tutta una serie di schemi da adottare e poi "cucire" addosso ai propri giocatori per farli rendere al meglio. Ma un manager non è un semplice allenatore, e proprio per questo non vanno dimenticati i rapporti con la dirigenza e con gli osservatori sempre alla ricerca di nuovi talenti in giro per il mondo. Ecco quindi che il momento della partita vera e propria diventa solo una frazione del gameplay, peraltro probabilmente la meno riuscita vista la povertà di opzioni a disposizione durante tale fase; le modifiche eseguibili durante il match sono veramente ridotte all'osso, rendendo quindi gli incontri piuttosto noiosi se non addirittura frustranti a fronte della ridotta incisività che è possibile avere sullo sviluppo degli stessi. La rappresentazione delle azioni poi, che avviene solamente via testuale o in 2d con visuale dall'alto sul campo di gioco, non aiuta di certo in tal senso. Al difetto appena descritto va poi aggiunta l'interfaccia di gioco; se la navigazione tra i menù una volta presa confidenza è tutto sommato accettabile seppur un po' caotica, la gestione della squadra col trascinamento dei giocatori per gestirne posizioni e sostituzioni appare decisamente stucchevole e imprecisa.

La versione testata è la 1.4
Link App Store

Conclusioni

Multiplayer.it
7.7
Lettori (2)
4.7
Il tuo voto

Football Manager Handheld 2010 è un titolo sviluppato con intelligenza, a fronte della consapevolezza da parte dei programmatori dei limiti invalicabili dell'hardware a cui è stato destinato. Un sapiente lavoro di taglio ha quindi dato vita ad una edizione coerente e che non appare fuori posto o sovradimensionata, ma che ovviamente non può garantire la profondità delle controparti su pc. Ciò che rimane è quindi un prodotto piuttosto costoso rispetto agli standard dell' App Store (9,99 euro), interessante per gli amanti del genere e capace di dare soddisfazioni, a patto di affrontarlo a piccole dosi e chiudendo un occhio su alcuni difetti poco piacevoli.

PRO

  • Intelligente adattamento portatile
  • Buona profondità
  • Contenuti quasi impeccabili

CONTRO

  • Fase delle partite superficiale
  • Costo elevato
  • Alla lunga stancante