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Age of Zombies, recensione

L'invasione mortale è iniziata, ancora una volta i protagonisti sono gli zombie!

RECENSIONE di Massimo Reina   —   02/08/2010

Facendo un giro sul sempre fornito PlayStation Network succede spesso di imbattersi in qualche divertente giochino da scaricare sulla propria PlayStation 3 per trascorrere alcune ore spensierate in compagnia di simpatici personaggini protagonisti di prodotti caratterizzati da gameplay immediati e senza eccessive pretese.

Age of Zombies, recensione

Age of Zombies, disponibile anche per PlayStation Portable, è proprio questo, un "allegro" platform-sparatutto con visuale dall'alto, sulla falsariga in tono minore di capolavori del passato del calibro di KiKi Kaikai (Knight Boy, anche se lì non c'erano armi da fuoco), Chaos Engine e soprattutto, per le tematiche, Zombie hate my neighbors.
Tutto in questo prodotto sviluppato da Halfbrick Studios è caratterizzato da uno stile cartoon molto carino e fuori di testa, a partire dalla trama. Il folle Professor Brain ha deciso di alterare l'ordine delle cose del nostro pianeta manipolandone la storia attraverso l'invio in cinque diversi periodi temporali (la Preistoria, la Chicago degli anni '30, l'antico Egitto dei Faraoni, il Giappone feudale e il futuro) di orde di morti viventi per lo scopo. Al giocatore nei panni dell'eroico Barry Steakfries il compito di ristabilire il corso naturale degli eventi e salvare le popolazioni attaccate.

Caro, vecchio "blastaggio"

Il gameplay di Age of Zombies è quanto di più elementare possa esistere: il personaggio viene mosso dall'utente su e giù per la mappa e lo scopo primario del gioco è quello di eliminare ogni forma di vita, si fa per dire vista la tipologia di nemici che si muovono sullo schermo, utilizzando sia l'arma principale usata da Barry che tutte quelle che quest'ultimo troverà in giro per le aree dove dovrà aggirarsi oltre che per fare piazza pulita, proprio per recuperare lancia fiamme, mitragliatrici pesanti, fucili e ordigni esplosivi.

Age of Zombies, recensione

Questi ultimi sono forse l'elemento più utile per liberare il terreno dall'alto numero di avversari che in massa si fiondano sul protagonista. Attirando decine di cadaveri ambulanti in determinati punti è possibile, sfruttando anche la conformazione naturale o artificiale dello scenario (un ponte, un corridoio di rocce, etc), farli saltare in aria e in gruppo. Anche perché non solo il numero di zombie su schermo è sempre elevatissimo, ma ogni periodo storico presenta una serie diversa di guerrieri non morti, ognuno dei quali vanta caratteristiche di attacco proprie come i ninja zombie che lanciano le loro shuriken o quelli in versione gangster che sparano, e dunque sono più difficili da fronteggiare. Nel caso si venga travolti dalle orde di avversari oppure colpiti il nostro simpatico protagonista non muore immediatamente ma come avviene in alcuni sparatutto moderni, lo schermo tende a diventare rosso. Per ripristinare l'energia vitale non c'è bisogno quindi di pozioni o derivati, ma un'attenta analisi delle condizioni di salute di Barry, che va allontanato per precauzione dalle orde di famelici non morti in modo da cercare di evitarne il contatto in attesa di recuperare le forze.

Fumettoso

La cosa però spesso si rivela più difficile di quanto si possa immaginare, visto che talvolta gli avversari sono davvero troppi e soprattutto piombano da tutti i lati costringendo il giocatore a sacrificare una vita.

Age of Zombies, recensione

Per il resto non c'è molto altro da segnalare visto che il prodotto non offre trofei o altro di importante da sbloccare o ottenere. Concludiamo quindi la nostra analisi del gioco parlando del comparto tecnico: graficamente Age of Zombies presenta un ottimo livello di dettaglio per un 2D, con sprite molto grossi e curati, scenari colorati e una visione di insieme bella a vedersi.
La caratterizzazione in chiave fumettistica dei vari non morti, la loro differenzazione dal punto di vista estetico contribuiscono a far apprezzare meglio il titolo sviluppato da Halfbrick Studios, specie per quelle piccole chicche leggermente gore. Stesso discorso per la parte audio: effetti nella norma, va bene, ma sentire gli zombi urlare "braaains!" in varie tonalità a seconda del caso mentre corrono verso il malcapitato Barry che spara alla disperata è davvero divertente.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.0
Lettori (5)
7.2
Il tuo voto

E' proprio vero che ogni tanto bisognerebbe rispolverare qualche vecchio titolo, o comunque un prodotto che proprio ai classici dei videogames si rifà in parte, per disintossicarsi un po' dallo stress quotidiano. Age of Zombies nella sua semplicità e ripetitività è un divertente sparatutto vecchia maniera dove, come detto in apertura articolo, bisogna colpire tutto ciò che si muove sullo schermo senza andare troppo per il sottile. Ma proprio per questo e per una grafica molto colorata e "carina" l'esperienza si traduce in puro piacere, di quelli che magari dura solo un paio d'ore, ma che sicuramente vale la pena di vivere.

PRO

  • Immediato e divertente
  • Personaggi molto carini
  • Grafica curata

CONTRO

  • Poco rigiocabile
  • Troppo semplice
  • Gameplay tutto sommato ripetitivo