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Il ritorno di Capitan Catarro

Vecchio e nuovo si fondono ancora una volta per dare vita all'edizione speciale di una vera e propria pietra miliare dei videogiochi

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   15/07/2010

Versione testata: PC

Riscrivere la storia non è mai semplice, soprattutto se in ballo c'è l'immagine di un titolo che ha letteralmente segnato un'epoca nel suo genere e nell'intero settore dell'intrattenimento videoludico: per fortuna però la cosa è perfettamente riuscita un anno fa a LucasArts, quando ha deciso di pubblicare il remake di The Secret of Monkey Island, una delle avventure grafiche più amate di sempre. Visto il successo del primo capitolo, come questo arrivato anche su iPhone, il passo per rifare il secondo è stato breve ed è dunque così che ci ritroviamo oggi a parlare dell'edizione speciale di The Secret of Monkey Island 2: LeChuck's Revenge.

Il ritorno di Capitan Catarro

Come un anno fa, anche stavolta il vecchio gioco è stato ripreso e rimesso totalmente a nuovo, con una grafica rimodellata e arricchita dalla presenza delle voci dei doppiatori, in grado di mettere l'avventura nata nel 1991 al passo coi tempi, naturalmente in alta definizione. Tutto ciò senza però dimenticare gli elementi squisitamente pixellosi visti quasi 20 anni fa, disponibili al pari della versione restaurata con la semplice pressione di un tasto col quale passare dalla vecchia alla nuova grafica e viceversa, avendo così la possibilità di apprezzare il lavoro fatto. Quasi superfluo introdurre la trama di questo gioco, che chi ha giocato alla versione classica di sicuro non avrà dimenticato: tutto inizia con il protagonista a penzoloni dentro una voragine appeso a una fune con un baule in mano, aiutato dal proprio amore di sempre, Elaine Marley, ad uscirne. Non prima però di averle raccontato come ha fatto a finire lì partendo da Scabb Island alla ricerca di Big Whoop, celebre tesoro nel quale è custodito anche il segreto per seppellire per sempre LeChuck, pirata fantasma nemesi di Guybrush, tornato in vita grazie a un rito voodoo.

Quanto legno potrebbe rodere un roditore?

È incredibile a questo punto notare come le meccaniche, gli enigmi e ogni singolo aspetto del gioco siano attuali e così follemente divertenti anche a distanza di tanti anni, con un Guybrush che nella sua genialità partorita dalla follia di Ron Gilbert, Tim Schafer e Dave Grossman è in grado ancora oggi di tenere la testa alta di fronte ai personaggi moderni, incollando il giocatore al monitor grazie a uno straordinario umorismo che pervade tutti gli aspetti di Monkey Island 2: emblema di tutto questo la scena della gara di sputi, entrata di diritto nella storia del videogioco come una delle più divertenti mai realizzate. A una struttura rimasta pressoché inalterata (rispetto al classico non è possibile scegliere la difficoltà, ma il gioco è fortunatamente quello integrale) si affianca un aggiornamento anche del sistema di controllo, ben distante dalla vecchia interfaccia composta dalle azioni e dagli oggetti posti in basso allo schermo: per aprire l'inventario basta ora premere li tasto centrale del mouse, mentre le azioni sugli oggetti sono effettuabili cliccando sul destro e andando a scegliere tra quelle proposte. Chi dovesse trovarsi in difficoltà davanti allo stile delle avventure grafiche di una volta, ma soprattutto al modo di pensare dietro gli enigmi di Monkey Island, ha la possibilità di contare su due utili strumenti: il primo per evidenziare su schermo gli elementi con cui interagire e il secondo per avere degli "aiutini" utili ad andare avanti senza rimanere bloccati, alla faccia dei (bei?) tempi in cui dovevi aspettare l'uscita della soluzione di turno sulla tua rivista preferita.

Il ritorno di Capitan Catarro

Nuovo con stile

Il design studiato dagli sviluppatori va a migliorare ulteriormente quello visto nel remake del primo capitolo, arricchendo i dettagli dei personaggi e le loro animazioni, andando così a completare il pur ottimo lavoro svolto un anno fa. La vetusta grafica è ovviamente sempre la stessa:

Il ritorno di Capitan Catarro

difficilmente sarà apprezzata dai nuovi arrivati ma altrettanto di sicuro i nostalgici ameranno la possibilità di passare rapidamente dal nuovo al vecchio, dove fortunatamente stavolta è possibile godere del parlato senza quindi perdersi l'opera di doppiaggio. Ad arricchire notevolmente questa versione troviamo anche il commento delle tre menti dietro al gioco originale, pronto ad accompagnare il giocatore durante tutta l'avventura spiegando come un capolavoro del genere abbia potuto prendere vita, ovviamente con l'humor che contraddistingue Monkey Island. Cambiare tra vecchio e nuovo vuol dire anche fare lo stesso per le musiche che accompagnano il gioco: mentre i vecchi MIDI sono sempre disponibili nella versione classica, per quella nuova il lavoro svolto è stato più che buono, anche se le transizioni del vecchio iMUSE (sistema studiato per accompagnare i passaggi tra i vari ambienti del gioco attraverso la musica) fanno paradossalmente sentire la loro mancanza.

Guybrush in tasca (o nello zaino)

Con l'arrivo dell'iPad le avventure grafiche su App Store hanno trovato un suolo particolarmente fertile, e non a caso The Secret of Monkey Island 2: LeChuck's Revenge è infatti disponibile su App Store nella doppia edizione iPhone/iPod Touch (a 5,99 euro) e iPad (7,99 euro). Le differenze fanno pendere l'ago della bilancia decisamente verso la versione per il tablet, sia semplicemente per la maggiore precisione del contollo, sia per la grafica in alta definizione accompagnata dal commento audio dei creatori del gioco. Più in generale comunque ci sono stati evidenti miglioramenti nell'interfaccia rispetto all'uscita del primo capitolo, che contribuiscono quindi a rendere Monkey Island 2 un acquisto più che consigliato anche sui device di Apple.

La versione testata è la 1.0
Link App store

Conclusioni

Multiplayer.it
9.2
Lettori (46)
9.5
Il tuo voto

Considerando che viene venduta a 9,99€, questa Edizione Speciale di The Secret of Monkey Island 2: LeChuck's Revenge non può non trovare un posto nella collezione di ogni videogiocatore che voglia definirsi tale, sia che abbia amato la vecchia versione alla follia conoscendola già perfettamente a memoria, sia che invece non l'abbia mai provata perché troppo giovane. E se proprio tutto quanto elencato in questa recensione non dovesse bastare, c'è sempre la possibilità di dedicarsi a raccogliere obiettivi e sbloccare artwork inediti provenienti da entrambe le versioni del capolavoro partorito da Gilbert & soci circa 20 anni fa, che mostra la propria vecchiaia con immenso stile, riuscendo sempre a divertire ed emozionare dando qualche spanna anche a titoli più recenti.

PRO

  • Nuovo stile perfetto
  • Doppiaggio e commento dei creatori
  • Sarà pure vecchio ma è tremendamente divertente

CONTRO

  • Se non piace lo stile, difficilmente potrà attrarre

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • SO: Windows 7
  • CPU: Intel Core 2 Quad Q9450 (2.6 GHz)
  • Memoria: 6 GB di RAM
  • Scheda video: Radeon HD4870 X2 2GB

Requisiti minimi

  • SO: Windows XP
  • CPU: Intel Pentium 4 3GHz o AMD Athlon 64 3000+
  • RAM: 256MB XP, 512MB Vista
  • Scheda video: 128MB con supporto Shader Model 2.0
  • Spazio su disco: 2,5GB