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Il basket in salotto

La simulazione di basket NBA di Visual Concepts torna anche quest'anno ricco di contenuti inediti e con una grande novità: Michael Jordan.

RECENSIONE di Antonio Fucito e Massimo Reina   —   11/10/2010

Versione testata: Xbox 360

A un anno di distanza dall'uscita, torna come tradizione vuole per il genere un nuovo episodio multipiattaforma del gioco di basket realizzato da Visual Concepts per 2K Sports, che promette di confermarsi ancora una volta come miglior simulatore di pallacanestro disponibile sul mercato videoludico. NBA 2K11, che conta sulla presenza del più grande giocatore di basket di tutti i tempi, sua Maestà Michael Jordan, sembra infatti aver limato i difetti della passata edizione 2010 e dunque in grado di far rivivere agli utenti nella sua interezza la bellezza di questo sport. Ma procediamo con ordine.

Il basket in salotto

Anche quest'anno il prodotto offre una grande varietà di modalità di gioco. Difficile elencarle tutte senza sforare di molto l'articolo, per cui ci concentreremo in questa recensione su quelle che a nostro modo di vedere sono le più interessanti. Abbiamo quindi quelle denominate Stagione, Associazione, My Player e Michael Jordan alla quale dedicheremo un capitolo a parte più avanti. La prima, come dice la parola stessa, è quella canonica che consente di giocare l'intero campionato NBA fino alla conquista del titolo. La seconda, che poi rappresenta il piatto forte della produzione della software house statunitense visto che è la più completa, consiste invece nell'interpretare il ruolo di General Manager in una squadra a scelta fra quelle disponibili nell'ampio roster del prodotto, gestendola sia dal punto di vista amministrativo che tecnico.

Il grande basket

Nei panni di questo dirigente l'utente può quindi organizzare il proprio staff tecnico scegliendo l'allenatore, gli atleti e i talent scout da sguinzagliare per gli USA alla ricerca di giovani campioni in erba, o ancora stabilire il ritmo settimanale della squadra pianificando giorno dopo giorno le fasi di allenamento o riposo.

Il basket in salotto

Può anche occuparsi della negoziazione dei contratti, dei rinnovi e delle cessioni tenendo conto delle regole vere della federazione, come ad esempio il tetto salariale imposto ai vari team sull'ingaggio dei giocatori, e della migliorata abilità dei manager avversari gestiti dall'intelligenza artificiale del videogioco. La sessione mercato è dotata inoltre di un draft NBA aggiornato, con cessioni immediate, partecipazione dinamica e una funzione Trova scambi facile da usare. Oltre al normale ruolo di supervisore delle attività di marketing, di vendita e di quelle operative, il videogiocatore può anche ideare schemi, strategie e guidare fisicamente poi in campo la squadra giocando normalmente. In caso contrario può tranquillamente simulare e passare direttamente al risultato finale delle varie gare. Da evidenziare in queste fasi l'aggiornata funzione NBA Today 2.0, che grazie alla connessione a internet di cui il gioco fa ampio utilizzo in ogni suo aspetto, consente di avere sempre a portata di mano le notizie e le statistiche del mondo reale e della stagione corrente di NBA, oltre che quelle relative al campionato virtuale disputato dal giocatore, con riferimenti a partite precedenti, discussioni ad hoc nell'intervallo e filmati di metà partita che riassumono le azioni migliori del proprio team. A proposito di online, breve parentesi: abbiamo avuto modo di fare qualche partita sui server dedicati al gioco, e possiamo dire che essi sono più numerosi e performanti rispetto all'anno passato. Anche se quando abbiamo testato la versione del gioco in nostro possesso i server non erano ovviamente intasati come potrebbero essere in questi giorni dopo il lancio del prodotto in Europa.
Tornando all'analisi del gioco, è una volta scesi in campo che NBA 2K11 mostra il meglio di sé e tutto lo splendido lavoro compiuto dagli sviluppatori per limare i difetti della passata edizione, a partire da una maggiore fruibilità delle tante opzioni grazie all'introduzione di menù comodi e facili da gestire.

Finzione o realtà?

Come quelli che permettono di scegliere il livello di difficoltà preferito senza perdere tempo con slider e regolazioni varie (comunque presenti e utilizzabili a parte se si vuole). Parecchie le rifiniture e i miglioramenti apportati qua e là pure durante le gare, talvolta impercettibili subito, che hanno reso molto più fluida l'azione e la giocabilità rispetto alla versione 2010.

Il basket in salotto

A partire dai numerosi nuovi movimenti praticabili dagli atleti virtuali in campo, alle decine di parametri che li caratterizzano e alla nuova intelligenza artificiale che li gestisce e che permette loro di compiere azioni logiche, praticamente uguali a quelle che farebbero le rispettive controparti reali. E' difficile ormai vedere un giocatore che negli ultimi secondi di una partita perda tempo per esempio a palleggiare o a passare la palla ai compagni piuttosto che tentare il tiro della disperazione a canestro, o che sbilanciato da un difensore rimanga più o meno immobile senza cercare di mantenere l'equilibrio e tentare un'altra giocata. La ricerca del contatto fisico, la propensione al possesso di palla, l'impegno profuso fino alla fine sono solo alcuni degli elementi chiave caratterizzanti l'operato dei vari team. Ogni partita ha conseguentemente una storia a sé non solo perché come nella realtà ci sono diversi fattori che ne influenzeranno il corso degli eventi (qualità e forma fisica dei giocatori in rosa, assenze, fortuna, abilità dell'utente, etc) ma anche per la capacità della IA degli allenatori gestiti dalla Cpu di saper "leggere" a loro volta le gare e di cambiare di conseguenza strategia e schemi al momento. Per intenderci, giocare contro i Los Angeles Lakers è decisamente diverso che sfidare i San Antonio Spurs ma anche giocare più volte contro gli stessi avversari non è mai uguale. Sembrano finiti insomma i tempi in cui imparato uno schema efficace lo si poteva applicare con successo in ogni match. Tante i perfezionamenti anche nel sistema di controllo a cominciare dai passaggi che possono essere direzionati a piacere usando lo stick analogico destro. In alternativa si può usare il normale metodo di passaggio con X oppure quello delle icone che indicano i vari compagni. Sempre tramite le levette si possono eseguire una miriade di azioni dai tiri da sotto a quelli in sospensione, alle schiacciate, agli appoggi oltre ad alcune finte di tiro speciali da utilizzare tramite un modificatore.

Obiettivi Xbox 360

Sono cinquanta gli obiettivi disponibili in NBA 2K11, distribuiti sia nella modalità single player che in quella multiplayer. La maggior parte si ottengono con la progressione nella modalità Carriera, altri sono sicuramente più interessanti e particolari, come quello che ci impone di farsi scegliere al 1° turno del draft NBA in Il mio giocatore o creare le proprie scarpe Air Jordan personalizzate o vincere 20 partite classificate.

Azione continua

A proposito di finte torna quella di passaggio attuabile anche da fermo, sono stati ulteriormente migliorati i tocchi di prima e il movimento degli atleti spalle al canestro. Nonostante il sistema di palleggio poi sia più realistico e reattivo che mai grazie anche alla IsoMotion, sbilanciare l'avversario o scavalcare le difese con scatti improvvisi, lanci e contropiedi è molto difficile visto il ricalibramento della gestione delle collisioni che tende a valorizzare maggiormente rispetto al recente passato il gioco fisico. Gli atleti appaiono più solidi rispetto a quelli di NBA 2K10, e quindi per superarli è necessaria una buona tempistica e una attenta valutazione dell'azione in corso, senza troppe improvvisazioni. Ma quando alla fine dopo molto allenamento si riesce a eseguire uno splendido alley-oop col compagno che salta, afferra la palla passata al volo e la schiaccia o appoggia a canestro è una soddisfazione incredibile. Per richiamare gli schemi inoltre non viene più utilizzata la croce direzionale, ma si usano i tasti dorsali superiori del pad adibiti rispettivamente a destra per evidenziare le iconcine dei compagni a cui passare la palla e a sinistra per selezionare rapidamente la giocata da eseguire (tagli al centro, raddoppi, incroci, etc).

Il basket in salotto

Sul fronte difensivo spicca invece l'abbandono del tasto per il blocco sul portatore di palla in favore di una postura da difensore sull'uomo più naturale e che consente quindi al videogiocatore di avere maggiore controllo e dinamismo nello spostamento laterale dell'atleta controllato. In questo modo si ha più libertà di azione ma aumenta di contro il rischio di lasciarsi scappare l'avversario. Bisogna sempre essere reattivi, attenti. L'intelligenza artificiale tiene proprio conto degli errori difensivi del giocatore e spesso li sfrutta a dovere per andare a canestro. Basta un attimo di distrazione, perdere l'uomo che si sta marcando o dare un comando errato in marcatura alla squadra e la frittata è fatta. Molto più efficaci anche i raddoppi, con la selezione del giocatore da chiamare in aiuto più funzionale ed efficiente. Nota per la versione PlayStation 3, il gioco offre il pieno supporto a PlayStation Move, sia nella gara delle schiacciate che nelle partite regolari: attraverso gesti rotatori e combinazione di tasti del sopraccitato controller si possono effettuare tiri, appoggi, finte, stoppate e molto altro.

Jordan mania

Una delle novità certamente più interessanti e apprezzate dagli appassionati di basket nell'edizione di questo anno del gioco di Visual Concepts è l'inedita modalità chiamata Michael Jordan. In realtà NBA 2K11 parte proprio con un grandissimo tributo ad uno dei più grandi di sempre del basket, con un'introduzione da brividi che si conclude direttamente con una partita nella quale è possibile impersonarlo contro i Los Angeles Lakers di Magic Johnson in un tributo davvero eccezionale per i fanatici della pallacanestro. Ad ogni modo in questa modalità il videogiocatore può prendere parte a tutta una serie di situazioni legate all'intera carriera Jordan. La sessione è divisa in quattro parti: la prima è chiamata La sfida Jordan e consiste in una serie di sfide da superare che riguardano i dieci momenti più importanti della carriera di Michael Jordan dagli esordi fra i professionisti alla fine, nella gara sei delle finali NBA contro i Jazz del 1998. Ogni mini gioco è quindi una sorta di squarcio dimensionale in un particolare momento storico della NBA e ha l'obiettivo di ricreare e far rivivere da protagonista al giocatore le gare in cui Air Jordan è stato decisivo. Impresa tutt'altro che facile visto che occorre soddisfare determinate richieste per superare le varie prove.

Il basket in salotto

Per esempio nell'evento denominato L'arrivo, l'utente è chiamato a partecipare all'esordio del sei volte vincitore dell'MVP (Bill Russell NBA Finals Most Valuable Player Award, il premio conferito dalla National Basketball Association al miglior giocatore delle finali) nella NBA datato 20 Aprile 1986, durante i playoff, gara 2, nel primo turno della Conference orientale contro i favoritissimi Celtic rifacendo più o meno esattamente sul campo virtuale quanto fatto nella realtà dal campione dei Chicago Bulls: 63 punti, almeno sei assist e un 50% di tiri a canestro. Idem nelle altre sfide. Particolarmente interessante è anche in questo caso la ricostruzione fedele dei fatti in ogni particolare, dalla telecronaca ai team dove spiccano le figure leggendarie di campioni come Magic Johnson, Ewing, Dominque, Larry Bird, Scottie Pippen, Robert Parish e Dennis Rodman. Portato a termine tutte e dieci le sfide si sblocca la più interessante forse delle quattro modalità legate al sei volte campione NBA con il Chicago: MJ: la creazione di una leggenda. Essa è una sorta di versione speciale della modalità carriera dove il videogiocatore veste i panni di un giovane, talentuoso Jordan da svezzare e crescere nella NBA dei giorni nostri. Sarà dunque compito dell'utente plasmare le qualità dell'atleta, la sua capacità di tiro o l'attitudine a trascinare i compagni con giocate decisive, sfruttando un sistema di assegnazione dei punti abilità che è possibile accumulare durante il gioco. Le altre due opzioni sono infine Squadre classiche Bulls dove è possibile guidare le varie formazioni storiche dei Bulls e Le mie Jordan, feature incentrata sulla collezione virtuale delle famose scarpe firmate dal campione americano e che possono essere sbloccate giocando. La cosa divertente è che queste calzature non hanno una funzione solo prettamente espositiva, ma si possono equipaggiare ai giocatori che grazie a queste scarpe acquisiranno nuove abilità o miglioreranno le proprie.

My player

Uno dei punti di forza della produzione 2K Sports dello scorso anno era stata la modalità My Player. Essa permetteva a chiunque di creare da zero il proprio alter-ego cestistico per poi guidarlo lungo la sua scalata verso la vetta del campionato NBA. Ebbene, questa opzione è presente anche in questa edizione 2011, ma in una versione potenziata che ruota attorno a un nuovo concetto di base: ogni azione, ogni gesto in campo e fuori compiuto da un giocatore genera delle conseguenze che influiscono positivamente o negativamente sulla sua carriera. Per tale ragione è stato implementato una sorta di sistema stile GDR all'interno della sessione che tiene conto di una serie di statistiche legate ai rapporti con la dirigenza della squadra, coi compagni, col pubblico, con la stampa e perfino con gli sponsor per la crescita individuale del giocatore.

Il basket in salotto

Di conseguenza il videogiocatore deve stare attento a ogni singolo dettaglio comportandosi in maniera adeguata sul parquet e in sala stampa se vuole apparire sulle copertine delle riviste o sui cartelloni e diventare sempre più famoso. Per quanto concerne invece la parte sportiva vera e propria l'attività agonistica come rookie quest'anno ha inizio dall'arena Attack Athletics di Chicago, interamente riprodotta grazie alla licenza ufficiale e solo dopo aver disputato tre match utili per impressionare gli scout ed essere quindi scelti per il draft si potrà andare al Summer Camp, che come nel gioco dell'anno passato può condurre fino alla NBA o a un avvio di carriera nella NBA D-League. Quasi a voler rimarcare ulteriormente il realismo della produzione, Visual Concepts ha lavorato duramente anche sul comparto tecnico, migliorando pure qui un prodotto già di per sé quasi perfetto in questo senso. L'impatto visivo con NBA 2K11 è qualcosa di impressionante: i giocatori non sembrano veri, lo sono, a parte qualche problema di proporzioni dei modelli poligonali di alcuni. La cura dei dettagli rasenta il maniacale: molti degli atleti, come accennato prima, hanno animazioni personalizzate, colpi e movimenti unici. A dare maggiore forza all'impatto visivo del gioco ci sono poi i campi di gioco molto credibili, con un pubblico animato che, pur non avendo un livello di dettaglio grafico eccelso, rende bene l'atmosfera da stadio e cambia a partita in corso interagendo con quanto avviene sul parquet, informazioni a schermo e telecamere più aderenti alle trasmissioni televisive, scene introduttive specifiche per i playoff e le finali. E quelle situazioni, quelle riprese stile trasmissioni tv come il dietro le quinte nelle fasi pre-gara con i giocatori che arrivano e scendono dal bus con la divisa ufficiale del team che impreziosiscono gli eventi. Il tutto condito da un comparto audio di livello eccelso che può contare su effetti sonori, musiche, annunci e slogan vari campionati direttamente dalle varie arene NBA. Ottima la colonna sonora caratterizzata da motivetti Rap e Hip Hop oltre che da brani di altri generi eseguiti da artisti del calibro di Snoop Dogg, Outkast's Big Boi, Drake, Kid Cudi, Two Door Cinema Club, The Constellations e The Alan Parsons Project, creatori della canzone introduttiva dei Chicago Bulls.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.4
Lettori (101)
9.2
Il tuo voto

Visual Concepts è stata di parola: aveva assicurato che quest'anno avrebbe tenuto molto in considerazione i feedback degli utenti per migliorare il suo gioco di basket e così è stato. NBA 2K11 è per le simulazioni di pallacanestro l'equivalente di FIFA 11 per quelle calcistiche e anche di più, visto che riesce a proporre una simulazione della partita estremamente televisiva ed eccitante, dove chi segue la vera NBA ritroverà facilmente lo stesso spirito e atmosfera del campionato di basket più bello al mondo.
Migliorato sotto praticamente ogni aspetto, dalla gestione dei menù alla giocabilità, dalla grafica alle animazioni, NBA 2K11 è estremamente consigliato per tutti quelli che cercano una simulazione vera e realistica che lascia poco spazio all'immediatezza, senza contare che la modalità con Michael Jordan può valere da sola il prezzo del biglietto per gli estimatori più accaniti. Nota di merito per la versione PC, la cui votazione più essere considerata ancora più alta grazie al costo estremamente contenuto di 30 euro.

PRO

  • Intelligenza artificiale perfezionata
  • Le modalità con Michael Jordan
  • Livello simulativo quasi estremo
  • Valorizzata la fisicità delle partite

CONTRO

  • Difficile per i neofiti