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Chi fa da se fa per tre… mila

Tornano le novantanove notti eredi di Dynasty Warriors e anche stavolta si punta tutto sui numeri, ma la quantità deve essere supportata dalla qualità, alla Q Entertainment saranno riusciti a mantenere le promesse?

RECENSIONE di Michele Bertini   —   21/10/2010

Presentato in maniera alquanto singolare all'ultimo E3 di Los Angeles dagli sviluppatori Q Entertainment che fecero di tutto per farsi notare scatenando anche le ilarità del web e diventando i tormentoni della comunità videoludica, il seguito di Ninety-Nine Night è alla fine uscito portandosi dietro le promesse di milioni di nemici da affrontare. Quel che è certo è che i picchiaduro di questo genere abbiano sempre puntato sul gargantuesco numero di unità su schermo per offrire al giocatore quel senso di onnipotenza regalato dal vedere il proprio avatar falciare centinaia di poco più che inermi nemici poligonali. Ma è altrettanto vero che questo tipo di gameplay mostra il fianco a una pesante ripetitività e ad una cronica mancanza di rinnovamento; a questo punto c'è da chiedersi come e se alla Konami abbiano ovviato a tali lacune per questo N3-2.

Lupo Solitario

La premessa per introdurci all'azione in Ninety-Nine Night 2 non ha affatto un ruolo centrale nell'economia del gioco anzi, una volta inserito il DVD nella console veniamo chiamati immediatamente a menar fendenti senza perder tempo in inutili spiegazioni. Il teatro dell'avventura è un canonico regno fantasy gravemente minacciato dall'avanzata inesorabile dell'esercito del Signore della Notte, con tanto di elfi e goblin a darsi battaglia, insomma la classica dicotomia luce-oscurità, quanto basta per offrire al giocatore un buon pretesto per scendere sul campo di battaglia. Con il passare delle missioni la storia acquista delle connotazioni leggermente più definite venendo raccontata anche da diversi punti di vista pur restando un aspetto secondario dell'intero pacchetto.

Chi fa da se fa per tre… mila

A dare maggiore corposità all'esperienza ci sono dei nuovi personaggi che si rendono progressivamente disponibili per un totale di cinque eroi, ciascuno con caratteristiche peculiari e una propria lista di missioni personalizzata. Sebbene alcune statistiche come la vita e la forza d'attacco possano essere gestite e incrementate dal giocatore con la spesa di crediti guadagnati in battaglia, ogni guerriero ha sempre a disposizione una propria mossa speciale e peculiare da sfruttare durante le missioni per interagire con l'ambiente di gioco al fine di risolvere elementari enigmi e raggiungere zone segrete della mappa, anche se abbiamo notato come l'interazione col fondale si limiti solamente a queste sporadiche occasioni predefinite non lasciando alcuna libertà di approccio al giocatore. Raramente c'è da preoccuparsi nel ponderare un percorso più efficace o personale verso la meta dato che la quasi totalità di volte è necessario avanzare direttamente verso il più vicino obiettivo evidenziato. Un approccio così forzatamente lineare porta anche a rendere sotto sfruttate le aree di gioco, molte delle quali possono vantare una piacevole e articolata architettura (in particolare quelle ambientate all'interno di castelli e fortezze) e anche dimensioni di tutto rispetto, ma sono sempre limitate da una ridottissima interattività e da una realizzazione artistica non certo esaltante con l'abuso di texture che si ripetono e che lascia la forte impressione di come sia mancato un profondo lavoro di rifinitura e abbellimento che potesse rendere unico e riconoscibile ogni scorcio.

Obiettivi Xbox 360

Completando N3-2 a livello normale con tutti i personaggi verremo ricompensati con circa la metà del bottino dei 1000 punti in palio, suddivisi in 50 obiettivi; molti degli obiettivi contestuali sono piuttosto facili da sbloccare compresi quelli che richiedono un'alta classificazione per le missioni. Altri punti sono in palio per chi gioca in rete e per i virtuosi che si dedicheranno a potenziare al massimo armi e abilità, mentre sei sono gli obiettivi segreti.

Last Man Standing

Inutile dirlo, il cuore di N3-2 risiede senz'altro nell'azione dura e pura: proprio come avveniva nel suo predecessore siamo chiamati a fronteggiare interi eserciti da soli o in compagnia di inutili alleati buoni solo a fare un po' di coreografia (scordatevi da parte loro un concreto aiuto in battaglia). Ripensando alle promesse sbandierate in quel di Los Angeles pochi mesi fa è immediatamente palese che i nemici da affrontare siano stavolta ancora più numerosi e, sebbene non ci siamo messi a contarne uno ad uno, il contatore di uccisioni raggiunge spesso e volentieri le migliaia di unità con una certa facilità, merito anche di una bassa coriacità degli avversari che non esitano a caricarci frontalmente a ondate manifestando uno scarso istinto di sopravvivenza. Tra la carne da cannone talvolta figurano anche degli esponenti mediamente più evoluti, contraddistinti da efficaci attacchi speciali che possiamo far nostri una volta sconfitto l'originale utilizzatore. Queste particolari abilità si rivelano fin dalle prime battute utilissime per sfoltire il numero di opponenti o per affrontare alcune tipologie di ostili come le unità volanti particolarmente fastidiose quando gravitano al sicuro in alta quota. Dal menù di personalizzazione di ogni personaggio è possibile equipaggiare e far salire di livello queste particolari abilità suddivise tra attive e passive così da forgiare un guerriero che più si avvicini alle esigenze nostre e della missione che siamo portati ad affrontare.

Chi fa da se fa per tre… mila

Mostra invece il fianco il combat system che si affida ai classici due tasti adibiti all'attacco veloce e a quello lento ma più forte, una soluzione certamente collaudata ma anche abusata che in Ninety-Nine Night 2 fa precipitare rapidamente l'azione nel vortice della ripetitività dal momento che non è richiesta una particolare abilità nella concatenazione di combo o pattern d'attacco rendendo più efficace un selvaggio button mashing che ben poco ha a che fare con il tatticismo. Un'accurata strategia è invece richiesta nell'affrontare i boss, ognuno dei quali presenta determinati punti deboli spesso legati alla conformazione dell'arena in cui siamo chiamati ad affrontarli; niente da far perdere il sonno al giocatore ma vista la situazione generale ogni minima variante alla solita routine di carneficina è sicuramente ben accetta. Nelle situazioni più disperate si può ricorrere a un attacco speciale sfruttabile una volta riempita a suon di nemici abbattuti l'apposita barra. Questo attacco che ci rende per pochi secondi invulnerabili, ha due forme d'esecuzione, una ad area e una che potenzia ulteriormente le armi che abbiamo in pugno, utile sopratutto contro quei rari nemici particolarmente coriacei.

La guerra dei cloni

Tanti, anzi tantissimi abbiamo detto che sono i personaggi su schermo, ma fatta eccezione per in nostro avatar pare davvero di essere di fronte a un eclatante caso di parto plurigemellare. Le tipologie di avversario sono di per sè limitate in fanteria, cavalleria, arcieri e unità volanti, all'interno dei quali non è presente alcuna caratterizzazione o distinzione, fatta esclusione per alcune scelte cromatiche che vanno a indicare il rango superiore di specifici plotoni. È senz'altro comprensibile come il buttare in campo così tante unità vada a discapito della caratterizzazione ma di certo degli espedienti per rendere diversificato il colpo d'occhio sarebbero stati quantomeno necessari per stemperare la caoticità della scena. Ma quello della ripetitività è oramai un difetto congenito dell'intero genere che ne affligge sia le meccaniche stantie che il comparto artistico stavolta mortificato da un lavoro svolto grezzamente. Anche le musiche hanno dei loop orchestrali troppo brevi e privi di mordente che arrivano presto ad annoiare fallendo nel trasmettere epicità agli scontri. Tali lacunee si fanno man mano più pesanti progredendo nell'avventura, la quale offre un buon numero di missioni, spesso piuttosto lunghe da portare a termine portando così la longevità del titolo a livelli più che buoni. Ma anche in questo caso una pessima gestione dei checkpoint costringe in caso di morte a rifare grandi porzioni di livello con centinaia di nemici da affrontare che si traducono in decine di minuti di gioco buttati al vento.

Conclusioni

Multiplayer.it
5.0
Lettori (31)
7.4
Il tuo voto

Ninety-Nine Night 2 aveva attirato l'attenzione della comunità più per la colorita ed esilarante presentazione allo scorso E3 che per propri meriti ludici e probabilmente così sarà ricordato. Un seguito questo che non fa niente per svecchiare una formula di gioco che oramai da troppi anni è restia a ogni cambiamento o evoluzione. Ottimi spunti come la gestione delle varie abilità e lo strabordante numero di nemici non bastano da soli a risollevare il giudizio su un compito svolto sotto molti aspetti senza la dovuta rifinitura e anche la longevità apprezzabile dell'intera avventura rischia di diventare un peso quando ci si trova costretti a rigiocare con frustrazione lunghe sessioni di combattimenti a causa di una discutibile gestione dei salvataggi.
È comunque vero che chi ha apprezzato in passato questo genere in N3-2 troverà nè più nè meno la solita offerta e dal momento che questo prodotto pare essere cucito su misura dei fan di vecchia data (meno sofferenti alla mancanza di rinnovamento) questi ultimi possono tranquillamente aggiungere un punto alla valutazione finale.

PRO

  • Tanti, anzi, tantissimi nemici!
  • Numerose varie abilità da utilizzare

CONTRO

  • Pessima gestione dei checkpoint
  • Ripetitività del gameplay
  • Mancanza di rifinitura per grafica e meccaniche