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Il gioco dei 9

Oramai titolo di culto, abbiamo giocato uno dei casi più interessanti della storia recente del Nintendo DS... indovinate il voto?

RECENSIONE di Umberto Moioli   —   07/03/2011

Quando Junpei si sveglia su quella che scoprirà essere un'enorme nave, non può nemmeno lontanamente immaginare cosa lo aspetta. Intrappolati con lui ci sono altri otto prigionieri, ciascuno con una sorta di orologio digitale al polso, utile però solo a segnare il proprio numero identificativo; da uno a nove. Il misterioso Zero, aguzzino e allo stesso tempo unica ancora a cui aggrapparsi per sfuggire da quella situazione, introduce il gruppo alle perverse regole del gioco a cui ha deciso di far loro prendere parte, quello che chiama il Nonary Game: dovranno unire le forze per raggiungere la porta riportante il numero 9, entro 9 ore così da non vedersi dilaniati dalla carica esplosiva fatta loro ingerire tra il momento del rapimento e quello del risveglio.

Il gioco dei 9

L'unico 9 che perderà di consistenza, presto devono realizzare i concorrenti, è quello che indica la totalità delle persone che hanno preso parte alla prova. Il percorso verso la salvezza è infatti interrotto da una serie di porte numerate che andranno aperte da gruppi di tre, quatto o cinque, sommando i valori riportati sui loro braccialetti e poi ancora, fino ad avere una singola cifra - ad esempio 4+7+8=19--> 1+9=10--> 1+0=[1]. Un approccio che richiederà dei sacrifici, lasciando fino all'ultimo in bilico le sorti di Junpei.

La nave dei misteri

La trama in 9 Hours, 9 Persons, 9 Doors è l'attrazione principale, al punto che la sua narrazione, rigorosamente via testo a schermo, prende il sopravvento sull'aspetto ludico dell'esperienza, facendolo diventare se non un orpello quantomeno un diversivo alla lettura. La buona notizia è che Chunsoft, lo sviluppatore giapponese, e Aksys Software, il publisher che ne ha curato la localizzazione per il mercato americano, hanno fatto un eccellente lavoro in tal senso. Come intuibile da quanto scritto nell'introduzione, la storia fonda molto del suo fascino sulla risoluzione di una serie sempre più fitta di misteri: tanti e non solo legati all'identità di Zero.

Il gioco dei 9

Quella che inizialmente potrebbe sembrare una versione orientale di Saw, si dimostra infatti un disegno più complesso, tratteggiato con sfumature fantascientifiche ma anche una solida scrittura dei personaggi. Certo lo stile è quello giapponese, deve piacere e certe scelte nella caratterizzazione dei personaggi possono apparire eccessive ai nostri occhi, però è ragionevole presupporre che chiunque arrivi a giocare 999 abbia già elementi sufficienti per capire se si tratta di un approccio di suo gradimento. Progredendo di dialogo in dialogo, di descrizione in descrizione, Junpei inizierà a sviluppare rapporti diversi con i suoi compagni di sventura, a partire da Akane, compagna ai tempi delle elementari e per questo motivo di contrasto per il giocatore: all'apparenza una figura di cui fidarsi in mezzo a tanti estranei ma anche un punto interrogativo su quale tipo di rapporto li leghi per davvero. Di questi punti di domanda 9 Hours, 9 Persons, 9 Doors ne suggerisce parecchi e questo è funzionale sia alle sporadiche ma interessanti scelte a cui viene sottoposto - quale porta attraversare? Quale reazione alle parole di un altro "concorrente"? - sia soprattutto all'eccellente rigiocabilità. Sono sei i finali diversi che grazie alle scelte sulla via da intraprendere di volta in volta, si fanno raggiungere attraverso una buona quantità di percorsi diversi. Che a loro volta aggiungono nuovi dettagli a un mistero che parla di esperimenti, navi scomparse, antiche mitologie e altre gustose trovate frutto di una buona ricerca sulle fonti e di un'eccezionale fantasia. La soddisfazione maggiore regalata dal gioco la si ottiene dopo i primi completamenti, magari sfruttando una delle guide reperibili in Rete per non rischiare di arrivare due volte alla stessa conclusione, quando si intuisce come l'avventura stessa sia studiata per essere percorsa facendosi forti delle nozioni apprese durante le partite già portate a termine.

Per saperne di più

Come detto nel corpo della recensione, potrebbe non essere un'idea malvagia quella di accompagnare le partite dopo il primo completamento da una buona guida tra quelle reperibili online. Se dopo aver visto i sei finali - o se ci si stancasse prima - si volesse approfondire ancora l'argomento, il sito ufficiale è una buona fonte di informazioni, con una ricchissima sezione di domande e risposte. Attenzione, solo, agli spoiler. Tra l'altro la struttura atipica del gioco ha permesso di creare una demo ad hoc, da provare via browser.

E il gioco?

Il gioco dei 9

Delle otto o nove ore passate incollati al DS per completare la prima volta 9 Hours, 9 Persons, 9 Doors, saranno forse un paio quelle spese giocando. Tre al massimo, tutto il resto è occupato dalla lettura. Ciò perché l'aspetto ludico dell'esperienza è limitato ad alcune stanze o piccoli gruppi di stanze da cui uscire scoprendo indizi, completando puzzle e, di regola, recuperando la chiave per aprire una porta o attivare un meccanismo. Questi momenti, giocati con una telecamera in prima persona costretta a una manciata di movimenti precalcolati, riportano alla mente per modalità certe avventure grafiche nelle quali raccogliere e combinare gli oggetti sparsi all'interno dei fondali. Ci sono alcuni enigmi di ragionamento ma sono divertissement che non influiscono su una sfida piuttosto semplice, per quanto ben fatta. Insomma il titolo di Chunsoft non regge la competizione con i classici punta e clicca per il semplice motivo che nemmeno vi si mette in competizione. E anche le produzioni della compianta Cing sembrano mostri di interattività al confronto. Il testo non è comunque tutto e la componente visiva ha ricevuto una certa attenzione: i disegni dei personaggi e degli sfondi in 2D sono curati, perfettamente in stile, mentre l'uso della terza dimensione per altri ambienti lascia piuttosto perplessi da un punto di vista strettamente tecnico, pur dimostrandosi funzionale. Il gioco è privo di doppiaggio ma la scelta è inevitabile considerata la quantità di lavoro e spazio su cartuccia che avrebbe richiesto. Vien da sé che la versione americana, unica disponibile in occidente, è interamente in inglese.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.0
Lettori (38)
8.9
Il tuo voto

Il voto riportato nel riquadro che accompagna questo commento, bisogna essere onesti, è anche piuttosto comodo. 9 Hours, 9 Persons, 9 Doors risulta un prodotto atipico, più vicino alla lettura di un libro o di un fumetto che al completamento di un videogame, e per questo gode di un fascino che gli regala punti che altri si devono sudare per emergere dalla concorrenza. Il premio arriva per l'uso fatto di una console che da qualche anno gode di uscite uniche, facendo esprimere al meglio i sofferenti sviluppatori giapponesi, e che qui permette di raccontare una storia lunga, coinvolgente e rigiocabile. Il consiglio, a meno che la descrizione non abbia del tutto inibito qualsiasi interesse, è di recuperarlo attraverso i canali import: difficilmente proverete qualcos'altro di simile.

PRO

  • Storia ben studiata, coinvolgente
  • Sei finali e nuovi dettagli scoperti a ogni nuovo attraversamento
  • Chi è in cerca di un gioco da leggere resterà folgorato...

CONTRO

  • ... chi invece vuole solo giocare potrebbe annoiarsi dopo dieci minuti
  • Aspettando che venga localizzato e distribuito in Italia* , è richiesta una discreta conoscenza della lingua inglese *[Soluzione: Mai]