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Un missile in fuga

Dall'autore di Horror Vacui 2 arriva un nuovo puzzle game per iPhone e iPad indirizzato ai giocatori più nostalgici, grazie a meccaniche semplici, ottima pixel art e orecchiabili musiche chiptune

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   05/10/2011

Versione testata: iPhone

I numerosi giochi disponibili su App Store dimostrano che è piuttosto semplice abbozzare una grafica in pixel art che ricordi i cult del passato, così come chiunque può aggiungere una musichetta chiptune che faccia impazzire il più nostalgico dei retrogamer;

Un missile in fuga

magari non ci vuole poi molto ripescare un genere ormai demodé, dalle meccaniche rigide e dai controlli volutamente obsoleti. Eppure, nonostante tutto, è estremamente difficile per uno sviluppatore medio riuscire a fondere in maniera efficace tutti questi elementi, realizzare oggi una perla dal fascino retrò in grado di stimolare sensazioni assopite da parecchio tempo. Shaun Inman, uno sviluppatore indipendente del Tennessee, ha dimostrato di aver fatto i compiti a casa pubblicando su iPhone e iPad The Last Rocket, un affascinante puzzle game caratterizzato da un piacevole feeling 'vecchia scuola' e da meccaniche di gioco in fin dei conti originali.

Miscela esplosiva

L'idea alla base di The Last Rocket è semplice fin dalle premesse narrative: una lunga battaglia intergalattica è finalmente giunta al termine e tutti i missili inutilizzati stanno per essere smaltiti in una nave pronta a precipitare in una stella. Questa sarebbe normalmente un'ottima notizia, ma si dia il caso che lo sfortunato giocatore si ritrova a impersonare proprio uno di questi razzi che, animatosi, deve cercare in tutti i modi di fuggire dalla nave spaziale prima che sia troppo tardi. In ognuna delle 64 stanze, lo scopo è quindi quello di raggiungere la porta d'uscita che conduce allo scenario successivo, obiettivo non facile considerando che i movimenti del protagonista sono estremamente limitati: il missile può infatti lanciarsi esclusivamente in linea retta o invertire la sua direzione, mentre l'unico modo per spostarsi lateralmente in volo è finire nelle ventole d'aerazione sparpagliate qua e là nel livello; volendo è anche possibile 'camminare' sulla superficie, ma troverete rare occasioni per farlo e il più delle volte sarà per aggiustare la direzione prima di un lancio.

Un missile in fuga

Inutile dire che ogni scenario è pieno zeppo di trappole che vanno dai soliti spuntoni a mortali raggi laser, e la bravura del giocatore sta proprio nel prevedere ogni cambio di direzione ed evitare che il missile venga colpito. Con l'avanzare dei livelli, la difficoltà e il numero di trappole crescono gradualmente, ma a meno di non voler raccogliere tutti gli ingranaggi sullo schermo è assai improbabile che si resti bloccati in un particolare enigma, ed è forse la mancanza di puzzle davvero elaborati a rappresentare uno degli aspetti meno riusciti di The Last Rocket. Tuttavia, all'aumentare del numero di condotti d'aria il giocatore è portato a fare ragionamenti sempre più complessi, poiché basta una mossa imprevista per finire nel canale sbagliato e vedere il proprio missile vagare come impazzito in tutt'altra direzione. Non aiuta un sistema di controlli che, sebbene il più delle volte non crei problemi, talvolta si dimostra la principale causa di morti accidentali: per lanciarsi in linea retta basta un solo tocco sullo schermo, mentre per spostarsi lateralmente o camminare sulla superficie bisogna scorrere un dito in una delle due direzioni. Il problema è che spesso il gioco non rileva correttamente quest'ultimo input, lanciando il razzo contro un raggio laser quando volevate soltanto spostarlo di poco più a destra. Nulla che renda l'esperienza frustrante, sia chiaro, ma che comunque pesa nei livelli più avanzati, quando al giocatore viene chiesto di pensare sempre più in fretta e utilizzare le dita con destrezza. Prima si accennava a quanto fosse difficile trovare giochi che abbiano un'ottima estetica retrò e altrettanto ottime musiche chiptune per poi mescolarle assieme e ottenere un feeling nostalgico assolutamente unico. Ebbene, Shaun Inman c'è riuscito alla grande, proponendo una grafica che, nonostante le semplici animazioni e una palette di colori limitata al verde e al giallo, è caratterizzata da una splendida e vivace pixel art, come raramente se ne trovano su App Store. Allo stesso modo il lavoro fatto per la componente sonora ha ottenuto talmente tanti apprezzamenti dai giocatori che l'autore ha dovuto accontentarli pubblicando i 12 brani chiptune sul sito ufficiale.

La versione testata è la 1.1
Prezzo: 2,39 €
Link App Store

Conclusioni

Multiplayer.it
8.2
Lettori (2)
1.0
Il tuo voto

Dove altri provano a scimmiottare estetiche retrò nel tentativo non sempre riuscito di attrarre i giocatori più nostalgici, l'autore di The Last Rocket ripete, e anzi migliora, il lavoro fatto già con Horror Vacui 2, proponendo un gioco in cui ogni singolo elemento risulta curatissimo. Dalla pixel art alle fantastiche musiche chiptune, passando per meccaniche che, sebbene all'apparenza semplici, richiedono una notevole destrezza e abilità da parte del giocatore. Speriamo che con successivi aggiornamenti verranno implementati livelli più elaborati e sarà migliorato il sistema di input. Nel frattempo, The Last Rocket rappresenta senza dubbio uno dei migliori esperimenti old-school usciti su App Store.

PRO

  • Le meccaniche sono semplici ma funzionano alla grande
  • Ottima pixel art e musiche chiptune
  • Il sistema di controlli è intuitivo...

CONTRO

  • ...ma ogni tanto 'si confonde'
  • Mancano degli enigmi davvero elaborati