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A volte ritornano

Uno dei migliori jRPG per PlayStation 2 arriva sul nuovo portatile Nintendo per la felicità di tutti gli europei che non l'avevano mai potuto giocare

RECENSIONE di Christian Colli   —   09/12/2011

E siamo a due. Dopo Xenoblade Chronicles, l'Europa batte sul tempo il Nord America anche nel caso di Tales of the Abyss, il quale raggiungerà gli scaffali dei nostri amici yankee soltanto fra qualche mese. Poco male, diranno loro, perché questo capitolo della lunga e apprezzata serie di RPG giapponesi di Namco Bandai è già uscito in America nel 2006 e questa edizione per Nintendo 3DS non è altro che una conversione diretta del gioco originale per PlayStation 2 che, in effetti, ai tempi non fu rilasciato nel nostro Paese. Insomma, un altro porting.

A volte ritornano

Ma per chi non ha avuto la fortuna di giocarlo sei anni fa si tratta di un'esperienza completamente nuova che nel passaggio all'handheld Nintendo non ha perso un briciolo del suo fascino, riempiendo una lacuna nella ludoteca europea della nuova console che sarebbe rimasta tale per parecchi altri mesi: questo significa che se non vi piacciono i jRPG, o la serie Tales nello specifico, questa cartuccia non vi farà cambiare idea. Se invece siete incuriositi e cercate un jRPG portatile, non vi resta che continuare a leggere per scoprire se vale la pena farsi un giretto per Auldrant.

Il suono della magia

Tales of the Abyss propone una trama da cartone animato giapponese fantasy con tanto di cast stravagante, momenti di pura ironia, drammi e discorsi zuccherosi su amicizia e coraggio. Eppure, dal punto di vista narrativo si tratta di uno dei jRPG giapponesi più originali di sempre, se non altro nella caratterizzazione del protagonista, Luke fon Fabre, il quale fin dai primissimi minuti si rivela antipatico, codardo e viziato. Ma la qualità della sceneggiatura è tale da incoraggiarci a seguire le peripezie di questo scalcinato eroe e di una combriccola di comprimari sempre più variegati e interessanti che saranno testimoni della sua crescita e maturazione, al punto da renderlo uno dei protagonisti più accattivanti di sempre.

A volte ritornano

Luke è stato rapito quando aveva dieci anni dai sicari dell'impero di Malkuth, restando traumatizzato dalla breve esperienza al punto da perdere la memoria; cresciuto nella bambagia per sette anni, Luke si trova giocoforza a dover viaggiare con una procace quanto combattiva fanciulla, Tear, in un mondo il cui destino è stato profetizzato dalla comprensione delle particelle conosciute come Fonon: i regni di Malkuth e Kimlasca-Lanvaldear si sono dati battaglia per decenni allo scopo di conquistare la conoscenza del futuro e questa guerra è nuovamente sul punto di scoppiare. Inutile dire che Luke avrà un ruolo determinante in tutta la faccenda, ma la storia non risparmia eclatanti colpi di scena, che tengono letteralmente incollati alla console per almeno una cinquantina di ore, e nonostante diventi un po' convulsa è una delle più avvincenti nell'ampio panorama di jRPG offerti negli ultimi anni, coadiuvata da un accompagnamento sonoro limpido, azzeccato e piacevole, anche se forse non tra le migliori performance dell'artista Motoi Sakuraba.

L'Artes della guerra

Tales of the Abyss è un jRPG molto tradizionale: non aspettatevi innovazioni o particolarità come quelle viste nei più recenti Persona o Xenoblade, del resto stiamo parlando di un gioco del 2006 e di una serie fondata sopratutto su un certo tipo di struttura e gameplay. Ciò significa che trascorrerete la maggior parte del tempo girovagando per la mappa del mondo o i tantissimi paesi sparpagliati per Auldrant, interagendo con i loro abitanti e seguendo con dedizione la linea tracciata dallo svolgimento della storia. L'impostazione è, insomma, quella tipica dei jRPG di vecchia generazione, ma la varietà di certo non manca. Riecco quindi gli immancabili combattimenti con mostri e creature di ogni genere: nel caso si entri in contatto con un nemico, verremo scaraventati in una sorta di arena in cui combatteremo controllando il leader del party, mentre i nostri compagni agiscono per conto proprio, guidati da una discreta intelligenza artificiale e una serie di parametri da noi impostati.

A volte ritornano

Agendo sui vari tasti è possibile concatenare combo di colpi normali e attacchi speciali denominati "Artes" che è possibile collegare anche a delle inedite scorciatoie collocate sul touch-screen. Le Artes si sbloccano aumentando di livello o utilizzando ripetutamente quelle già acquisite e sono al centro di una feature peculiare di Tales of the Abyss, chiamata Field of Fonon: in pratica, quasi ogni Artes comporterà la comparsa di un cerchio colorato in un punto a caso del campo di battaglia e utilizzando una certa Artes mentre ci si trova all'interno del cerchio è possibile eseguire un attacco diverso, più potente e spettacolare. Il FoF offre quindi uno strato in più di complessità a un sistema di combattimento già divertente di suo, seppur un po' caotico, ed è necessario padroneggiare questa feature con precisione se si desidera vincere gli scontri più difficili. La microgestione di abilità e statistiche è uno dei cardini del gameplay di Tales of the Abyss, come dimostrano anche i Capacity Core, oggetti che è possibile equipaggiare per incrementare determinate statistiche ad ogni level-up e acquisire delle speciali abilità, chiamate AD Skill, in grado di offrire netti vantaggi e bonus durante i combattimenti e inchiodare i giocatori alla console per determinare le combinazioni migliori di abilità, equipaggiamento e personaggi del party.

L'effetto 3D

L'effetto 3D nel porting di Tales of the Abyss presenta alti e bassi, risultando particolarmente efficace sopratutto nel caso di determinate inquadrature o location. A livello di gameplay non offre alcun tipo di vantaggio, oltre a quello di spettacolarizzare leggermente le battaglie, e può causare lievi cali del frame-rate nei momenti più caotici.

Questioni di porting

Chiariamo subito un concetto: Tales of the Abyss è un porting diretto della versione PlayStation 2 e Namco Bandai non si è scomodata ad alterare praticamente nulla, riproponendo i medesimi contenuti di cinque anni fa. Non ci sono quest aggiuntive, boss inediti pensati appositamente per questa edizione o altre amenità: le modifiche apportate al codice riguardano soltanto il comparto tecnico e, anche lì, in modo decisamente parziale. Questo significa che Tales of the Abyss appare, a prima vista, un prodotto un po' antiquato, in cui i discreti modelli poligonali e le texture un po' slavate sono controbilanciati da un'eccellente direzione artistica che aiuta anche a chiudere un occhio sulle famigerate "scalette" che appesantiscono alcune inquadrature, specialmente se ravvicinate, ma quest'ultimo problema può essere anche un po' attenuato dalla disattivazione dell'effetto 3D che rende l'immagine leggermente più pulita.

A volte ritornano

Nel complesso, comunque, la resa visiva è più che soddisfacente e godibile anche sul piccolo schermo della console Nintendo, grazie anche a una miglior saturazione dei cromatismi, e rispetto alla versione PlayStation 2 questa cartuccia offre un vantaggio non da poco nella velocità fulminea dei caricamenti di location e battaglie e, naturalmente, nell'aggiunta dell'effetto stereoscopico. Quest'ultimo ovviamente è stato integrato a posteriori, esattamente come successo in Ocarina of Time, ma il risultato non è allo stesso livello di quello proposto con il remake di The Legend of Zelda. Si tratta infatti di un effetto 3D che nulla aggiunge a livello di mero gameplay, neanche nelle battaglie in cui è possibile spostarsi liberamente all'interno dell'area e in cui viene quindi offerto un vantaggio tattico che tuttavia si perde nel caos del combattimento e dei coloratissimi effetti speciali di colpi e magie. La modifica apportata dallo slider è dunque un semplice orpello visivo che gioca sopratutto con le inquadrature e il posizionamento degli elementi sullo sfondo e in primo piano con risultati altalenanti, rivelandosi molto efficace sopratutto nel caso di ampie carrellate o inquadrature che mostrano ambienti particolarmente vasti e complessi. Da questo punto di vista, la tutto sommato striminzita conversione di Namco Bandai guadagna qualche punto in termini di spettacolarità visiva, pur rimanendo ancorata a una realizzazione tecnica che era già abbastanza modesta nel 2006.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (46)
8.4
Il tuo voto

Il valore di questo porting non risiede certo nel modesto effetto 3D aggiunto per l'occasione, quanto nel fatto che adesso anche i giocatori europei possono godersi uno dei migliori jRPG della scorsa generazione. Nonostante il comparto tecnico, inalterato rispetto all'originale versione PlayStation 2, dimostri il peso degli anni, Tales of the Abyss resta tutt'oggi un'avventura estremamente longeva, varia e appagante, con una storia e dei personaggi davvero adorabili. Per chi non ha mai avuto occasione di giocare la precedente edizione di Tales of the Abyss, i miglioramenti apportati alla velocità dei caricamenti e l'effetto 3D, non determinante ma piacevole, ne rendono questa cartuccia la versione definitiva.

PRO

  • Storia e cast grandiosi
  • Ottimo sistema di combattimento
  • Alcune migliorie rispetto all'originale
  • Longevo e ricco di contenuti

CONTRO

  • Porting diretto, nessun extra
  • L'effetto 3D poteva essere integrato meglio
  • Tecnicamente sente il peso degli anni
  • Audio e testi completamente in inglese