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Di Snake non se ne ha mai abbastanza

Una delle raccolte più attese dal pubblico è finalmente arrivata!

RECENSIONE di Massimo Reina   —   31/01/2012

Versione testata: PlayStation 3

In una stagione videoludica che ha visto negli ultimi mesi la riproposizione di alcune grandi saghe videoludiche del passato (altre sono già annunciate per il futuro) in apposite edizioni speciali rimasterizzate in alta definizione, non poteva certo mancare una collection dedicata a un capolavoro come Metal Gear Solid. Così dopo Prince of Persia, God Of War e Ico, giusto per citarne qualcuna, è il turno della serie con la quale il geniale Hideo Kojima ha inventato un nuovo genere che lo ha portato a distinguersi dalla massa, l'avventura moderna a grosse tinte narrative con elementi stealth, adattata per mano dei Bluepoint Games per le console attuali.

Di Snake non se ne ha mai abbastanza

Metal Gear Solid HD Collection è composta da tre titoli, tutti raccolti in un unico pacchetto: abbiamo Metal Gear Solid: Peace Walker, che è stato capitolo esclusivo per PSP, Metal Gear Solid 2: Sons Of Liberty e Metal Gear Solid 3: Snake Eater, qui presenti nelle loro versioni speciali, rispettivamente Substance, uscito su Xbox, PlayStation 2 e PC fra il 2002 e il 2003, e Subsistence, rilasciato invece nel 2005 solo su PlayStation 2. I due giochi in questione si distinguono dalle edizioni normali per alcune aggiunte a livello di contenuti ed extra, anche se non tutti gli elementi in questione sono stati integrati in questa raccolta. Nel dettaglio in MGS 2 mancano fra gli altri il giochino di skate e The Document of Metal Gear Solid 2, mentre nel terzo episodio sono assenti il mini-gioco nel quale Snake deve catturare le scimmie di Ape Escape o le funzioni online. Presenti, invece, i primi due originali Metal Gear usciti su MSX, compresi come bonus. Manca, purtroppo, il primo Metal Gear Solid, quello che consacrò al successo la serie ai tempi della prima Playstation. I motivi di questa defezione non sono noti, qualcuno ipotizza che la causa principale sia da ricercare nelle difficoltà e nei costi che Bluepoint Games avrebbe dovuto sostenere nell'adattare il vetusto motore grafico del gioco alla produzione attuale. Tuttavia questa spiegazione, almeno se presa in considerazione singolarmente, appare improbabile: in fondo per risolvere il problema sarebbe bastato scegliere il suo remake, Metal Gear Solid: The Twin Snakes, realizzato per GameCube da Silicon Knights sotto etichetta Konami, che presentava grafica ed elementi di gameplay tratti da Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty, tra i quali spiccavano la visuale di mira in prima persona e la funzionalità di sospensione. Ma tant'è, alla fine il publisher e gli sviluppatori così hanno deciso, e a noi non resta quindi che concentrarci su questa collezione e sui titoli, ottimi, in essa contenuti.

Cosa c’è di nuovo

In produzioni come questa raccolta è inevitabilmente che la parte estetica sia quella che per prima subisce i lavori maggiori di ritocco. Da questo punto di vista tutti i titoli sono stati portati a 720p e presentano un framerate stabilmente ancorato a 60fps. Da ciò ne deriva quindi una resa visiva tutto sommato di buona fattura a seconda del gioco, con l'alta definizione che magari si fa particolarmente apprezzabile in alcune aree di Metal Gear Solid 3, specie in quelle all'aperto, piuttosto, per esempio, che in Peace Walker.

Di Snake non se ne ha mai abbastanza

L'ambientazione predominante del gioco è rappresentata infatti dalla foresta e la cura per i particolari posta in essa dai grafici per rappresentarne ogni singolo elemento era già qualcosa di splendido ai tempi del Monolite di Sony: foglie che cadono, farfalle che volano, la sterpaglia e l'erba che si muovono sospinte dal vento. Uno spettacolo. Certo, in ognuno dei tre titoli non dovete aspettarvi miracoli: in fondo le texture sono sempre le stesse delle edizioni PlayStation 2 o PlayStation Portable, e in un paio di frangenti permangono perfino alcuni dei difetti riscontrati su queste console, come saltuari bad clipping. Ci sono poi l'aggiunta del supporto per obiettivi e trofei, caratteristica che farà la felicità di molti, rappresentando anche un bel pretesto per rivivere degli autentici pezzi di storia. La versione PlayStation 3 ha perfino una funzione chiamata "Transfarring", la quale permette a coloro che sono già in possesso della copia originale di Peace Walker per PlayStation Portable di importare i propri salvataggi sulla console di casa per riprendere l'avventura o testare l'influenza del doppio stick analogico. In futuro tutto ciò dovrebbe essere possibile anche per Metal Gear Solid 2 e Metal Gear Solid 3 quando Metal Gear Solid HD Collection arriverà su PlayStation Vita. Per il resto, tutto come sempre, con ottimi comparti narrativi che vantano delle trame avvincenti (in base al titolo giocato c'è quella più intrigante e quella che lo è di meno ovviamente) con una quantità spropositata di dialoghi, fortunatamente più che godibili grazie ai sottotitoli in italiano (le voci rimangono purtroppo, o fortunatamente, in inglese).

Metal Gear Solid 2: Substance

Il primo dei titoli della collection che analizziamo è Metal Gear Solid 2: Substance, versione come detto speciale di Metal Gear Solid 2: Sons Of Liberty. Per alcuni fan si tratta del meno riuscito della serie e il motivo di queste critiche sarebbero a loro modo da imputare principalmente alla presenza di filmati di intermezzo troppo lunghi e a una trama in alcuni punti un po' stravagante e condita da situazioni grottesche. Eppure, qualsiasi sia il proprio personale parere in proposito, la creatura di Kojima giocata a fondo non può non piacere, col suo stile cinematografico e quell'equilibrio fra azione e riflessione che mantiene il giocatore sempre sul chi vive.

Di Snake non se ne ha mai abbastanza

Il gameplay pone infatti come sempre l'accento sulla strategia e su quegli elementi stealth che hanno fatto la storia della saga. Il giocatore non può e non deve lanciarsi come un matto armi in pugno contro i nemici, ma deve agire con raziocinio, pianificare ogni mossa e muoversi nell'ombra, silenzioso, trovando il modo di eludere la sorveglianza dei soldati o di eliminarli senza dare nell'occhio. Le varianti in ogni area, in tal senso, sono solitamente più di una, ed è pertanto possibile muoversi con una certa libertà decisionale valutando di volta in volta qual è il miglior modo di agire contro i nemici. Questi ultimi mostrano una routine comportamentale certo non evoluta come quella presente in qualche titolo odierno, ma lo stesso in grado da un lato di creare problemi, offrendo all'utente un buon livello di sfida (sono in grado di individuare ombre, macchie di sangue, oggetti fuori posto, sentire i rumori e chiamare rinforzi), dall'altro concedendogli come detto poco sopra un discreto ventaglio di opzioni per le azioni che può compiere. Per esempio, ci sono due guardie che si alternano lungo un corridoio da cui bisogna passare? Bene, se ne può attirare una provocando un rumore per poi abbatterla prima che l'altra ritorni, oppure addormentatela a distanza aggredendo successivamente la seconda che si china sul compagno per capire cosa gli sia successo. Il tutto viene impreziosito dalla buona interattività con l'ambiente di gioco che consente ad esempio al personaggio di entrare negli armadietti, di nascondersi al suo interno e da lì osservare cosa accade fuori attraverso le fenditure, colpire e distruggere una infinità di oggetti nei locali, etc, e da spettacolari scontri con i boss, che costituiscono uno dei momenti cruciali dell'avventura di Snake.

Trofei PlayStation 3

Metal Gear Solid HD Collection offre ai giocatori svariati Trofei per ognuno dei tre giochi della raccolta. Nel dettaglio ne abbiamo quarantasei per Metal Gear Solid 2, altrettanti per Metal Gear Solid 3 e ben cinquanta, compresi alcuni premi speciali, per Metal Gear Solid Peace Walker.
Per ottenerli bisogna soddisfare appieno le richieste dei vari titoli durante le rispettive avventure principali.

Metal Gear Solid 3: Subsistence

Subsistence è la versione speciale di Metal Gear Solid 3: Snake Eater. Questo terzo episodio costituisce un grosso passo in avanti rispetto al suo diretto predecessore, e a nostro parere risulta essere globalmente il più bello in questa collection. Metal Gear Solid 3 è infatti un'esperienza da vivere assolutamente, sia dal punto di vista puramente ludico che da quello scenico, grazie ad un gameplay che riprende la struttura tipica della serie e la amplia sotto diversi aspetti, a un impianto narrativo "coerente" e pieno di colpi di scena.
Siamo negli anni 60, in piena Guerra Fredda, dove la pace e l'equilibrio del mondo si giocano su una sottile linea di accordi tra le varie superpotenze, e sui movimenti e sugli intrallazzi fra gli agenti delle fitte reti di spionaggio dei vari Paesi coinvolti. Uno degli elementi chiave di questa contrapposizione politico militare sembra essere rappresentato dal professor Sokolov, che grazie alle sue enormi capacità ha progettato lo Shagohod, vera e propria macchina da guerra nucleare, con una gittata tale da colpire l'America da qualsiasi punto dell'Unione Sovietica. Nei panni di uno dei componenti della FOX che possiamo definire come la progenitrice della Foxhound, nome in codice Naked Snake, il giocatore deve inizialmente infiltrarsi nella base dove è "ospitato" il noto professore, rapirlo e riportarlo in America. Il fatto di ambientare la storia nel 1964 e dunque in un periodo storico in cui non era stato ancora inventato il radar, così come l'amato/odiato CODEC, ha consentito a Konami di apportare numerosi cambiamenti al gameplay, traslandolo verso un'accezione più stealth ed incentrata sulla sopravvivenza del personaggio principale.

Di Snake non se ne ha mai abbastanza

Proprio quest'ultimo concetto viene qui amplificato all'inverosimile con l'introduzione tra l'altro di elementi quali la necessità del protagonista di nutrirsi, riposarsi, curare le proprie ferite e gestire al meglio il proprio fisico, pena la morte. Con la possibilità per Naked Snake di ammalarsi magari a causa dell'ingerimento di cibo indigesto o velenoso, o di subire delle lesioni esterne a causa di una caduta accidentale oppure di qualche pallottola, e col consequenziale rischio che la sua stamina scenda velocemente viene quindi aggiunto ulteriore pathos alla giocabilità classica della serie. A questo si aggiunge la mancanza del radar che costringe il giocatore ad agire in maniera molto più cauta e ragionata nel corso della missione, sfruttando principalmente i propri sensi e le proprie capacità visive per individuare la posizione dei nemici. Per tutto questo viene in aiuto anche la nuova telecamera libera implementata, per individuare la posizione dei nemici, più svegli e intelligenti rispetto a MGS 2, magari con il rilevatore acustico di posizione o col grafico di movimento, con le tracce lasciate sul terreno, con la visuale diretta. Quanto descritto si traduce in un realismo e soprattutto in una maggiore sensazione di immedesimazione da parte del giocatore nel contesto narrativo e ludico in cui si trova coinvolto.

Metal Gear Solid: Peace Walker

L'ultimo titolo della raccolta che analizziamo è Metal Gear Solid: Peace Walker, gioco come detto in apertura concepito in origine per PlayStation Portable, che di fatto è il quinto episodio della serie. A livello di trama esso è sostanzialmente il proseguo delle vicissitudini di Big Boss, o Naked Snake, lungo una serie di vicende che lo porteranno a formare il temibile gruppo dei Militaires Sans Frontieres. In termini di gameplay e struttura le innovazioni apportate dal prodotto alla saga garantivano già alla sua uscita originale un'esperienza attuale e di grande spessore pur non potendo ovviamente in nessun modo replicare la maestosità di quanto esprimibile sulle console domestiche, grazie alla gestione delle missioni di squadra e all'implementazione di una modalità multiplayer per un massimo di sei giocatori.

Di Snake non se ne ha mai abbastanza

Peace Walker è un capitolo che sprizza freschezza da tutti i pori, presentando soluzioni molto più affini ai titoli odierni, come la possibilità di sparare con i grilletti dorsali e l'abbandono della controversa visuale a volo d'uccello. E dal punto di vista del gameplay si può dire tranquillamente che il titolo si avvantaggia nella conversione per PlayStation 3 di enormi migliorie sotto il profilo dei controlli, in grado di rendere l'azione molto più rapida e coinvolgente, specie quando c'è da combattere. Il gioco si sposa sorprendentemente bene con i controlli del pad, lasciando anzi un retrogusto piuttosto amaro di come avrebbe potuto esprimersi al suo meglio su una console casalinga se solo per essa fosse stato concepito a suo tempo. Per contro questo è l'episodio dove pesa maggiormente lo stacco tecnologico. L'aumento di risoluzione amplifica infatti i difetti del motore grafico, con oggetti che appaiono su schermo all'ultimo momento (il famigerato fenomeno di pop-up), l'inconsistenza poligonale e i contorni deturpati dalla presenza di scalette. Tolto questo, però, è un titolo che merita e che ha le carte in regola per diventare per certi versi il pezzo più allettante del pacchetto.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.0
Lettori (304)
9.5
Il tuo voto

Metal Gear Solid HD Collection è una raccolta decisamente corposa, di quelle che per qualità e per cultura videoludica non dovrebbe mancare nella collezione privata di ogni videogiocatore. Chiunque non abbia mai avuto infatti la possibilità in vita sua di godersi uno o più dei tre titoli contenuti in questa compilation dovrebbe farsi un favore e correre a comprarla. Pur con tutti i limiti del caso, soprattutto a livello estetico e di controlli, questa trilogia merita lo stesso di essere (ri)scoperta perché in grado ancora oggi di avvincere, coinvolgere e catturare il giocatore come pochi altri prodotti sono mai stati o sono tutt'ora in grado di fare.

PRO

  • La serie MGS è un'esperienza che non potete non provare almeno una volta nella vita videoludica
  • Titoli sempre gradevoli da giocare
  • Peace Walker guadagna in gameplay grazie al doppio analogico

CONTRO

  • Migliorie principalmente estetiche
  • In alcuni frangenti si avverte il peso degli anni