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Alpine Racer 3

Namco cerca di proporre l’ultima incarnazione di un celebre coin-op alle nuove generazioni. Riuscirà a spuntarla?

RECENSIONE di Dario Rossi   —   24/12/2002

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“Se cadi da quella montagna sei acqua passata!”

Una volta in pista, l’engine di gioco spara tutte le cartucce a disposizione, e se escludiamo per un attimo le “amenità” grafiche descritte in apertura, si potrebbe anche rimanere piacevolmente colpiti. Come prima cosa balza all’occhio l’ottima fluidità dello scrolling, veloce e saldamente ancorato ai 50fps, e la tipica gestione scenografica namchiana dei percorsi, che alimentano continuamente la curiosità visiva. Slavine improvvise, ghiacciai nascosti, aeroplani e fuochi d’artificio concorrono ad accendere il già citato feeling da cabinato, rendendo il titolo Namco l’antitesi della staticità.
Peccato che la semplice filosofia coinoppara sacrifichi elementi ampliamente glorificati in stampo arcade dal già citato SSX, così come i vari tricks, qui ridotti ad azioni effettuate automaticamente dalla cpu. Non aiutano i controlli legnosi, che annoverano una frenata scarsamente efficace ed un feeling eccessivamente meccanico (spesso gli atleti sembrano scorrere su rotaie). Se poi rimettiamo in tavola il deficit estetico, otteniamo un bilancio pesante. L’intaccabile fluidità rimane l’unico appiglio di un motore grafico che definire grezzo è puro eufemismo, con personaggi piccoli e dalla modellazione lontana dai livelli d’eccellenza rilevati in prodotti analoghi, e con una generale carenza di dettaglio.
In termini puramente ludici AR3 diverte, risultando frenetico e veloce quanto basta per non infangare la credibilità di Namco. Sembrano però lontani i tempi in cui la casa di Pac-Man spingeva l’hardware Sony con i suoi arcade perfect. Ma noi siamo ottimisti, confidando in un prossimo ritorno di fiamma.

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Commento

Ci sono oscuri i motivi della pubblicazione europea di un titolo minore come questo AR3, e con un SSX Tricky ben lontano dal pensionamento, non ne sentivamo neanche la mancanza. Ma il mondo è bello perché vario, e magari c’è chi apprezza. Spazio quindi alla settimana bianca Namco, questo all’incirca il periodo che vi servirà per esaurirne tutte le risorse, ma di sicuro vi costerà meno…

Pro

+ Veloce e molto fluido
+ Tutto sommato divertente
+ Gestione dei circuiti adeguatamente spettacolare

Contro

- Graficamente grezzo
- Aliasing & flickering
- Localizzazione italiana deprimente

Nostalgica Namco.
In Alpine Racer 3 respiri l’aria casereccia del cabinato al bar sottocasa: disimpegno, leggerezza, gioiosi motivetti e speakers esaltati. Ma stavolta qualcosa sembra sia andato storto…

”Ehy… Lo sai che io sono il migliori?”

Ma di cosa stiamo parlando? Di neve, tavole da snowboard, di un manipolo di scapestrati pronti a rompersi l’osso del collo per l’adorazione del pubblico.
SSX Tricky? Decisamente no. Piuttosto torna alla memoria (giusto per restare in casa Namco) un certo Ridge Racer V… D’accordo, in quel caso non troviamo snowboard e tantomeno la neve, ma ci sono le scalette, il flickering ed i colori smorti come nell’arcade sciistico in questione .
La chiamano sindrome da first generation, proprio adesso che pensavamo d’esserne guariti. Crudele Namco.
Ma il colpo di grazia arriva con l’audio. Nulla da eccepire sulle musiche, tipico ma gradevole minestrone di variazioni dance, piuttosto dalla diabolica localizzazione italiana, che tenta di imitare lo stile radiofonico del commentatore originale, con risultati talmente devastanti che farebbero impallidire il miglior Alvaro Vitali. Solo che in questo caso c’è ben poco da rivalutare!
Inenarrabili cacofonie vocali perseguitano lo sventurato videoplayer all’insegna del sadismo più sfrenato, a meno di disattivarle (saggiamente) a tempo debito, o ripristinare l’audio inglese.
Soprassediamo sulle espressioni dei personaggi selezionabili, che riescono addirittura a battere il commentatore in quanto a demenzialità. Brivido. Per il resto siamo di fronte ad una confezione allestita all’insegna dell’autoconvinzione (poca) e l’economia (tanta). Nessuna opzione per i 60hz (niente bande nere fortunatamente), una fiacca intro in cg che rende i fasti di Tekken un puntino lontano, ed una modalità campionato farcita di minimi elementi manageriali che eviterò di descrivervi (e invece si… Vinci, becca i soldi, compra una tavola più veloce e vai alla gara successiva). Non rimane molto altro di AR3, a parte l’apprezzabile tentativo dell’aggiunta di una modalità Slalom, che però si rivela alquanto futile a causa delle pecche del sistema di controllo.