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Anteprima di Call of Cthulhu – Dark Corners of Earth

RECENSIONE di La Redazione   —   11/01/2002

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Il gioco

Per realizzare le basi del suo gioco, la Headfirst Productions ha preso in licenza le regole del gioco di ruolo ‘carta&penna’ Call of Cthulhu della Chaosium Inc., e si sa anche che ha attinto a piene mani alle ambientazioni più famose nei libri di Lovecraft.
Ad una prima occhiata, DCotE può sembrare un classico FPS per via della sua visuale in prima persona e per la presenza della solita manina che esce fuori dallo schermo con la sua bella pistola, ma è appunto soltanto un’impressione!
Anche Andrew Brazier della Headfirst Productions ha tenuto più volte a precisare, durante le sue interviste, che questo non è affatto un FPS ma un adventure/CRPG che ha anche la sua buona parte di combattimento e, tiene a precisare, non è certo quest’ultima la caratteristica predominante del gioco! Dopotutto, è un nostro vizio da appassionati di CRPG voler già etichettare un gioco solo dalla sua visuale, ma dobbiamo anche ricordarci che alcuni grandi CRPG avevano la suddetta visuale e nonostante questo, chi più chi meno, si sono dimostrati a pieno diritto degli appartenenti al nostro genere preferito; cito giochi come System Shock 2, Deus Ex, gli Ultima Underworld.

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Il mito di Cthulhu

Ritornando a DCotE, prima di cominciare a parlare un po’ della storia e del gioco vero e proprio, intendo precisare che cosa è Cthulhu ed i suoi Miti.
“I Miti di Cthulhu” comprendono una sorta di mondo condiviso, nel senso che è una ambientazione ‘a tutto tondo’ dove diversi autori horror ‘piazzano’ il proprio lavoro che può anche spaziare ed estendersi in atmosfere fantasy o addirittura science fiction, e per di più non sono vincolati e/o controllati da autorità che commissionano, ad esempio, libri su questa ambientazione. Converrete con me che questo fatto non fa altro che dare a questo mondo sempre più continuità e ricchezza di contenuti.
Cthulhu stesso, invece, è una sorta di mostro/persona dalle sembianze un po’ umane ed un po’ da orso, con la testa a forma di seppia, delle ali da pipistrello e lunghi artigli. Bel patchwork, non c’è che dire!! ;-)
Ad ogni modo, da come viene documentato da Lovecraft, Cthulhu giace nella tomba della cittadina di R’lyeh, la quale è sprofondata negli abissi dell’Oceano Pacifico eoni fa. Di quando in quando, R’lyeh ritorna in superficie ed i sogni di Cthulhu influenzano emotivamente le persone lungo l’intero globo e, nonostante la sua immagine e il suo massacrare le genti, trova disseminate culti e clan dedicati a lui.
La leggenda narra che ci sarà il giorno in cui R’lyeh ritornerà definitivamente in superficie e Cthulhu avanzerà lungo le strade portando chaos ed anarchia ovunque.

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La storia

Traendo spunto dalle storie di Cthulhu raccontate nei libri Lovecraft, DcotE inizia mettendo su un bel quadretto: il giocatore veste i panni di un classico investigatore degli anni ’20 che si ritrova subito ad investigare in una piccola cittadina di pescatori del New Engalnd, la famosa Innsmouth tanto cara ai fan dei libri. Qui un piccolo commerciante di bottega è misteriosamente scomparso senza lasciare alcuna traccia e già dalle nostre prime battute il piccolo paese appare piuttosto inquietante ed i cittadini si dimostrano essere alquanto strani. Insomma, una sorta di Twean Peaks degli anni ’20 dai toni più rustici e paurosi.
Più in avanti verremo a scoprire che il paese ha una sorta di patto con i Deep One, delle creature metà uomo e metà pesce, e non si sa bene il perché di questa ‘alleanza’. C’è da dire che sono ormai anni che i Deep One dialogano con la gente del luogo e stanno per dare atto ad un vero e proprio incrocio tra loro e gli umani.
Noi, come già detto, impersoniamo un investigatore preso da una rosa di 4 possibili personaggi dalle caratteristiche ben delineate (e qui comincia ad entrare in scena la componente ‘ruolesca’) ed ognuno con i propri punti forti e punti deboli. Una cosa molto interessante è che i 3 personaggi che non verranno scelti da noi, prenderanno lo stesso parte alle investigazioni durante tutto l’arco del gioco, e sarà possibile in alcuni punti di trama collaborare anche con alcuni di loro.
Una fra le skill generiche del proprio personaggio che si rileva essere alquanto particolare, è la sanità mentale. A seconda dei casi e delle situazioni che si verificheranno durante la durata del gioco questa potrebbe influenzare sia le nostre scelte future, che il nostro apparato visivo ed altro ancora.
Mi spiego meglio: un esempio classico potrebbe essere l’apparizione di una determinata creatura con un alto fattore di sorpresa, adesso a seconda del nostro personaggio questo potrebbe provocarci anche un collasso e farci diminuire drasticamente la relativa skill e rendere il nostro stato d’animo più irrequieto.
Tutto questo cosa comporterebbe più precisamente? Essere meno deciso e pronto nei dialoghi, oppure comciare ad avere paura, sfregando la canna della pistola come una sorta di tick, tremando, causando rumore rendendo la nostra presenza meno nascosta ai nemici. Potrebbe anche capitare di vedere un precipizio ed avere giramenti di testa distorcendo la nostra visuale. Ed altro ancora.
Tutto questo è molto originale e rende l’atmosfera ancora più marcata.

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La storia

Parlando del gameplay, Andrew Brazier parla di adventure a livello di dialoghi con NPC, interazione con oggetti, puzzle, e combattimento sullo stile dei FPS.
Dai trailer apparsi da un po’ di tempo a questa parte, si notano tante piccole cose molto interessanti. Dalla precisione certosina nel sistema di danneggiamento, al ripararsi dietro agli oggetti. In una scena si vedeva il nostro alter-ego scappare da un mostro in piena rincorsa, di fretta egli sposta un mobile dietro la porta per bloccarla, il mostro riesce ad aprirla solo un po’ cacciando la sua orribile faccia tipo Jack Nicholson in Shining, mentre il nostro personaggio riesce a girarsi e ad accopparlo in quel mentre. Bellissimo!
Tutto sembra esaltante, e la grafica? Anche qui siamo sui dei livelli piuttosto alti, la Headfirst ha preso in licenza il NetImmerse Engine riadattandolo e sfruttando la potenza di calcolo delle nuove schede video.
In effetti sia dalle foto che da quando lo si vede in movimento ci si accorge che il motore va ben oltre anche anche quelli dei più blasonati FPS, quali Unreal Tournament e Quake III Arena. Veramente di engine simili, almeno ad occhio, mi vengono in mente solo quelli dei futuri Mafia e Bloodline. Gli ambienti chiusi sono ricchissimi di oggetti, dettagli, texture di qualità molto elevata, e i personaggi hanno un elevato numero di poligoni, quasi da renderli simili a quelli che adesso si vedono solo nelle console di nuova generazione e non ancora sui nostri Pc. Inoltre, il NetImmerse si aggancia all’Havoc Engine, il motore fisico della Headfirst capace di dare un tono decisamente realistico al mondo in cui ci troviamo. Non siamo ai livelli di Trespasser, ma la ‘fisicità è piuttosto alta’. Engine che verranno usati anche per produzioni future come Deadlands della stessa Headfirst, un altro action-CRPG che prende in licenza regole da un GdR carta&penna, con ambientazione western-steam-horror.
Si dà molto importanza all’atmosfera che si respirà in DcotE, e quindi non sarà da meno anche l’apparato audio con sottofondi e musiche tipiche di quell’annata ed il giusto silenzio che serve per avere paura, si molta paura!

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Considerazioni

I presupposti, quindi, sono molto alti, e come al solito non ci resta che aspettare e sperare.
Personalmente parlando, ho notato nel portfolio dei titoli in mano alla Fishtank una tendenza più sulla effettività qualità ed originalità dei titoli piuttosto che non a prodotti indirizzati ad un pubblico commerciale, quindi al denaro ‘facile e svelto’. Quindi ho molto fiducia in DcotE.

Matteo "Matthia" Serritiello

Links utili e info:

Sito ufficiale: https://www.callofcthulhu.co.uk/

Sviluppatore: Headfirst Studios

Publisher: Fishtank

Release date: primavera 2002

Introduzione

Il genere horror, in questi ultimi tempi, è molto cambiato rispetto a prima, anzi sarebbe meglio dire rispetto a molto tempo fa.
Adesso è soltanto capace di regalarci, a piena profusione: teste mozzate che svolazzano di qua e di là, sangue che scorre a fiumi, frattaglie umane, creature immonde che escono a valanga dalle ‘fottute pareti’. Insomma, adesso il genere horror è diventato il genere splatter e non è più capace di farci provare quelle sensazioni di un tempo quali il terrore nel vero senso della parola, lo spavento, l’ossessione psicologica di Hitchcokiana memoria, no, niente di tutto questo.
Uno dei più grandi maestri della letteratura horror è H.P. Lovecraft (1890-1937), autore di molteplici libri che per davvero hanno fatto provare ai suoi lettori sensazioni che solo il vero genere horror riesce ad offrire.
Anche noi videogiocatori conosciamo bene Lovecraft, visto che le sue opere sono state ispiratrici di diversi giochi, quali ad esempio il vecchissimo Shadow of Comet, Prisoner of Ice, ma forse vi ricorderete della ben più famosa quadrilogia degli Alone in the Dark.
Adesso è la volta di Call of Cthulhu: Dark Corners of the Earth (da ora in poi DCotE) della Headfirst Productions che sarà distribuito in tutto il mondo, e nei primi mesi del prossimo anno (si spera), da Fishtank Interactive.