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Bubble Bobble Revolution

A un anno dal ventennale tornano Bub e Bob a far danni, è tempo di tornare a far bolle!

RECENSIONE di La Redazione   —   23/12/2005
Bubble Bobble Revolution
Bubble Bobble Revolution

That's the way I like it

Come precedentemente accennato bubble bobble è un puzzle game che ha dalla sua una struttura allo stesso tempo semplice ed intrigante, protagonisti assoluti della serie sono i due draghetti, verde e blu, che armati di sole bolle dovranno uscire indenni dai cento livelli (la generazione da cui proviene si fa sentire nel dosaggio della difficoltà: maggiore sarà il livello, maggiore la difficoltà, la complessità degli schemi e l’AI dei nemici) del gioco per arrivare al fatidico scontro finale e potersi guardare con malcelata soddisfazione i trionfanti titoli di coda. Lo scopo del gioco rimane quindi quello di far sparire nel più breve tempo possibile tutti i nemici on-screen per passare al livello successivo; in caso di eccessiva lentezza da parte del giocatore si potrà assistere ad un progressivo incattivimento dei nemici, resi più veloci e letali dal veloce incedere del tempo. Ogni nemico imbollato e ucciso rivelerà un oggetto bonus utile a rimpinguare le casse del proprio punteggio; in casi particolari, oltre ai comuni bonus ci si ritroverà per lo schermo una serie di lettere che, se prese nella giusta sequenza, potranno formare parole utili per guadagnare più soldi, o semplicemente una vita extra.

Bubble Bobble Revolution
Bubble Bobble Revolution

Nuovi mondi

Andando nello specifico, in questo capitolo per Ds, si avrà la possibilità di cimentarsi in due differenti modalità: la prima, chiamata “classic” rende fin da subito un idea abbastanza chiara dei contenuti e permetterà al giocatore di giocare il primissimo capitolo della saga, il gioco su cui mezzo mondo videoludico ha perso ore, sudore e soldi pur di riuscire nell’intento di uscirne più bravo degli amici; la seconda modalità, “New Age”, presenta bubble bobble sotto una veste più moderna (purtroppo rispetto solo a quella del 1986) e partendo dalle basi del capostipite ne allarga in svariate direzioni il gameplay. In questa modalità le bolle presenti saranno di diverso tipo, a seconda del colore avranno resistenza ed effetti differenti, sarà possibile utilizzare delle superbolle (che è possibile caricare tramite la pressione continua di B) e restarvicisi intrappolati se sparate direttamente contro un muro per creare un confusionario strumento di distruzione, alcune bolle avranno inoltre un elemento meteorologico che modificherà leggermente l’approccio al livello, infine le bolle fantasma saranno utili per raggiungere punti inaccessibili (magari perchè chiusi sui quattro lati) utilizzando una sorta di teletrasporto. Provando ad ampliare il concetto alla base di Bubble bobble con questa serie di accorgimenti e aggiunte quello che ne nasce è un gioco piuttosto confusionario, non fisso su meccaniche prestabilite e che lascia al giocatore fin troppa libertà per quanto concerne le scelte strategiche. Il gioco finisce quindi per ristagnare in un limbo di noia e monotonia con livelli che si susseguono in rapida successione senza lasciare nulla sotto il profilo dell’esperienza di gioco. Uno dei problemi che affligge il gioco è l’assenza di un tutorial della modalità New Age: spesso e volentieri vengono inserite nuove meccaniche di gioco senza essere minimamente spiegate, il tutto si riduce ad una sconclusionata ricerca del tasto ancora inutilizzato per trovare un modo di levarsi dagli impicci; l’ unico vero modo di imparare a giocare alla nuova modalità è quello di leggersi il libretto di istruzioni ed è un peccato pensare a quanto poco sarebbe servito per inserire una breve introduzione alle novità. I punti forza del ds non vengono minimamente toccati: il doppio schermo serve giusto ad ampliare l’area di gioco e ad avere la possibilità di seguire l’azione in un formato un po’ più grosso, il pennino ha l’unica funzione di selezionare le modalità e il numero di missione da affrontare. Un altro aspetto poco fruibile del gioco è rappresentato dal multiplayer (sia della versione classic che new age) che impone al giocatore di trovare un altra persona con i gioco per poter fare una partita in doppio, la scelta di non inserire alcuna modalità di download lascia un po' perplessi anche perchè il multiplayer avrebbe potuto parzialmente risollevare le sorti del gioco.

Bubble Bobble Revolution
Bubble Bobble Revolution

Nuovi mondi


Comparto sonoro e grafico non vivono di lodi migliori rispetto al gioco stesso e rimane poco da dire: il primo si riduce ad una semplice riproposizione e remix dei temi della serie (riproposizione nella versione classic, remix del tema principale nella versione new age) e graficamente, ignorando volutamente e giustamente il primo capitolo, in alcuni tratti il risultato finale sfigura persino rispetto alle bitmap usate come sfondo nel primo puzzle bubble su snes. In conclusione, en passant, un pensiero all’art direction del packaging europeo: in casi come questo forse è meglio rimanere fedeli agli artwork della serie originale, perchè se il risultato dell’innovazione è quello che ora ci troviamo per le mani allora speriamo che l’essere retrogradi torni di moda.

Una cocente delusione, questo rimane dopo aver giocato Bubble Revolution: poco ispirato, innovato nel verso sbagliato e stravolto anche nei pochi punti fermi della serie. Se a questo si aggiunge una pessima realizzazione grafica ed un inesistente comparto sonoro ne esce un prodotto che deve gran parte del suo voto alla presenza di quel piccolo capolavoro Taito datato ‘86; troppo poco per un gioco che si presenta affiancando le parole “Bubble Bobble” e “Revolution”. Fa purtroppo poco ben sperare che sul libretto venga sbandierato ai quattro venti gli imminenti capitoli “Revolution” (per nintendo DS, ovviamente) di Rainbow Island e di New Zealand Story, due capisaldi dell’industria videoludica. Non ci resta che attendere e sperare, attendere e sperare.

    Pro:
  • è possibile giocare il primo Bubble Bobble

    Contro:
  • la modalità new age complica un gioco che era bello perchè semplice
  • multiplayer proibitivo
  • feature del Ds completamente inutilizzate
  • Art direction inguardabile

Nel 1986 nasce dalla geniale mente di Fukio Mitsuji, un dipendente della Taito, uno strano puzzle game con protagonisti i due draghi Bub e Bob. Il nome del gioco nasce dalla crasi dei nomi dei due personaggi con la parola ‘bubble’ che in inglese significa bolla e si rifa direttamente all’arma principale (ed unica) che i due protagonisti avevano a disposizione: l’infinita produzione di bolle dalla bocca, utili ad intrappolare i nemici e ad avere la meglio su di loro. Da quel tempo, lontano ormai quasi vent’anni, Bubble Bobble pur non modificando gli stilemi alla base della serie è stato più volte riproposto sia in versione remixata che originale sulle molte console che si sono succedute da allora e sin dall’epoca del super nintendo porta avanti parallelamente anche la serie “spin-off” puzzle bubble, rompicapo mattatore di successi soprattutto nel mondo femminile. Puntuale come le bollette, per una nuova console che esce ecco bussare alla porta del mercato il “nuovo” bubble bobble, non rimane che guardare con che vestito si presenterà su Nintendo DS.