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Call of Duty

Arriva un altro gioco sulla Seconda Guerra Mondiale. Quelli di voi che stanno ancora giocando a Battlefield 1942 o che hanno appena comprato l’ultima espansione di Medal of Honor diranno: un altro? E io che ci posso fare? Non me l’hanno mica chiesto se potevano farlo… ma vedi te.. mai contenti…

RECENSIONE di La Redazione   —   17/11/2003
Call of Duty
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Schizofrenia portami via…

Per potervi dare un’idea più completa di cosa questa guerra abbia significato e soprattutto come abbia coinvolto veramente la gran parte del globo su cui tutti camminiamo, i programmatori della Infinity Ward hanno pensato di proporvi diversi punti di vista, più prospettive diciamo, e così vi ritrovate ad impersonare un soldato americano che cerca di farsi strada nella terra normanna occupata, un militare inglese in diverse missioni di sabotaggio ed un prode soldato bolscevico che combatte per la Madre Russia. Bella l’idea , non c’è che dire, invigorita dal fatto che i vostri compagni parlano tutti con il tipico accento che in effetti dovrebbero avere (loro.. voi siete di poche parole..) e le armi variano di volta in volta. Unica pecca è la completa mancanza di un qualsiasi legame fra le diverse campagne, tanto che se siete poco attenti alla trama, che in definitiva si risolve in una serie di diverse missioni una dietro all’altra, potrebbe anche sfuggirvi questa ingegnosa trovata. Le singole campagne comunque sono comprensive di missioni alquanto diverse fra loro, dal tenere un ponte resistendo all’assalto di una marea di nemici, al fuggire a bordo di una macchina inseguiti dai tedeschi, dall’infiltrarvi in una portaerei nemica travestiti da nazisti alle più classiche missioni “Metti la dinamite – fai saltare i cannoni della contraerea”. Mancano i mezzi da guidare e la possibilità di visitare qualsiasi interno a vostro piacimento, la strada da seguire è una sola.. con tanto di bussola che vi segnalerà la direzione per raggiungere il vostro prossimo obiettivo. Non dovrete far funzionare troppo il cervello insomma, ma avere una buona mira ed essere rapidi a muovere il mouse.

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Salvate il soldato Ryan o Band of Brothers?

Essendo entrambe creature di Steven Spielberg c’è da stupirsi che questo non abbia pensato di intentare causa alla software house produttrice di “Call of Duty”. L’atmosfera che si respira è esattamente quella. Il gioco si propone con uno stile molto cinematografico, sottolineato da sequenze scriptate che aggiungono enfasi e pathos degni del miglior film sulla Seconda Guerra. Se tralasciamo un numero esiguo di missioni in solitario, dove vi toccherà fare il Rambo ante-litteram della situazione, uno dei maggiori punti di forza del gioco è la allegra brigata di commilitoni che vi portate dietro in ogni vostra scampagnata. Oltre ad essere una piacevole compagnia vi saranno molto utili. Capiterà spesso che qualche vostro compagno vi salvi la pelle proprio quando pensavate di essere già pronti per tornare a casa in una bara, freddando sul posto un nemico mentre voi stavate appena cercando di capire come si fa a ricaricare quella specie di fucile che vi portate dietro. La vostra truppa si muove molto bene, anche se non avrete la possibilità di impartire nessun tipo di ordine. Sono indipendenti e tenaci ed alcuni personaggi cruciali, di solito i comandanti, oltre ad impartire ordini urlando e sbraitando hanno la curiosa capacità di essere praticamente immortali. Incuranti delle numerose raffiche di mitra altrui, continuano a sbraitare ed inveire contro il nemico, mentre se foste voi ad aver ricevuto tutto quel piombo in regalo sareste già al creatore. Snervante in effetti.. ma che ci volete fare? Devono essere i privilegi dei gradi, infatti i vostri compagni di ruolo più modesto, cadono come mosche e potrà succedere che vi ritroviate circondati da cadaveri amici, soli contro tutti. Ma niente paura, magia dello script, dopo alcuni minuti girerete la testa e li ritroverete tutti lì, pronti a regalarvi un sorriso. Non era destino che rimaneste soli ed abbandonati. I rinforzi più veloci del mondo? Se volete mettiamola così…

Call of Duty
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Grafica ed audio

Veniamo ora ai punti di forza di questo bel giochino: l’audio innanzitutto. Poche parole per descriverlo. Coinvolgente è alquanto riduttivo forse, ma può rendere l’idea. Se giocate con il volume delle casse troppo alto è probabile che qualche vostro vicino, magari qualche vecchietto reduce di guerra, corra a procurarsi molte provviste e tavole per inchiodare le finestre, in attesa che tornino i Tedeschi. In alcune missioni è divertente (oltre che utile) starsene semplicemente sdraiato dietro ad un cespuglio, a godersi gli assordanti rumori della battaglia. Urla in varie lingue, sibilo di proiettili e bombe che cadono vi trascineranno in mezzo al campo di battaglia, oltre a rendervi parzialmente sordo ad un orecchio. Cosa che capita veramente in game, se una bomba o una cannonata vi cadono troppo vicino. L’effetto di intontimento è accentuato da un rallentamento nella grafica mentre per alcuni istanti i rumori vi sembreranno lontani chilometri. Niente di nuovo magari ma molto ben reso, soprattutto se pensiamo che quando vi tornerà l’udito sarete ricatapultati in quell’inferno di spari e boati. Se unite a tutto questo delle musiche fantastiche, avrete una vaga idea di quello che vi aspetta. Verso la fine di una cruenta battaglia sarete accompagnati da incantevoli melodie, tristi e lente, che daranno quel tocco in più all’atmosfera, già di per sé molto azzeccata. La grafica è ben dettagliata ed alcuni paesaggi sono realizzati davvero bene. L’effetto dell’acqua è notevole (stile Morrowind per intenderci) ed anche gli effetti di fumo sono impressionanti. Tecnicamente un prodotto davvero valido che regge sicuramente il passo con altri titoli del momento.

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Giocare in rete

La parte multiplayer non poteva mancare e si compone di diverse modalità, alcune delle quali particolarmente interessanti. Tralasciando il Deathmatch ed il Team Deathmatch che tutti ormai conoscono, alcune di queste quali il Behind Enemy Lines risultano molto divertenti e con un tocco di innovazione, che forse manca alla parte in single player. Uno sparuto gruppetto di Alleati è circondato da truppe nemiche ed avrete la possibilità di accumulare punti sopravvivendo il più a lungo possibile ed ammazzando quanti più nemici riusciate. Se giocate dalla parte dei Tedeschi invece, ogni volta che accopperete uno yankee dovrete respawnare vestendo la divisa degli Americani. Il sorrisetto che avevate dipinto sul volto, forti del fatto di essere in soprannumero schiacciante, si trasformerà in un ghigno di terrore quando capirete cosa provavano i vostri avversarsi fino a pochi istanti prima. Non mancano le modalità quali il Search and Destroy dove per vincere un team dovrà eliminare una serie di obiettivi mentre l’altro cercherà di difenderli o quella Retrieval dove in un certo limite di tempo una squadra dovrà recuperare dei documenti segreti e riportarli nella propria zona siicura.

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Conclusione

Non è niente di nuovo, tutta roba già vista e le missioni anche se con qualche tentativo di rendere più originali (vedi le fughe in macchina o sui camion o qualche limitazione di tempo per riuscire a mettervi il sale sulla coda) sanno un po’ di deja-vù. Ma il tema della Seconda Guerra Mondiale è ormai inflazionato e non si può pretendere che questo gioco risulti originale. Ha dalla sua una realizzazione tecnica impressionante, un audio ed una grafica veramente notevoli ed il pregio di essere comunque divertente da giocare. La difficoltà è ovviamente selezionabile, anche se vi consiglierei di tralasciare le prime due: Greenhorn o Regular visto che gli avversari sembrano dei bersagli pronti a farsi colpire in qualsiasi momento, magari utile per fare un po’ di pratica ma alla lunga alquanto noiosetta. Lo stile cinematografico è godibile e dona un taglio molto stile “action movie” alla vicenda. Gli appassionati del genere non se lo faranno sfuggire. Resta un gran bel gioco sulla Seconda Guerra ed il collezionismo è il collezionismo. La parte multiplayer regala quella longevità che manca sempre ad un single player prevalentemente scriptato, dopo la sesta volta che rifarete una missione potrà anche essere utile sapere da dove spunteranno tutti i vostri avversari, ma comunque questo vi toglierà un po’ del piacere di giocarlo. Se gli FPS vi facessero veramente schifo non sareste qui a leggere, e questo è un bel FPS che vi regalerà momenti di panico durante le battaglie più cruente e di soddisfazione quando, tutto da solo, sarete riusciti ad uscire vivi dalla tana del nemico. Per i più indecisi ci sono anche due belle demo da provare...

    Pro:
  • Grafica ed Audio spettacolari
  • Il Multiplayer gli allunga la vita
  • Molto cinematografico
    Contro:
  • Sempre il solito gioco sulla Seconda Guerra
  • Single Player scriptato
  • Manca di una vera trama

Arriva finalmente sugli scaffali un FPS sulla Seconda Guerra Mondiale, un tema mai trattato prima d’ora, ricco di spunti e situazioni innovative e rivoluzionarie. Avreste mai pensato che un argomento del genere potesse mai essere trasposto in un videogame, incredibile… veramente una novità. Lasciando perdere per un attimo la sottile (??) ironia e soprattutto lasciando sospesa la fatidica domanda:” Ma ce n’era proprio bisogno?” vediamo di analizzare questo ennesimo tuffo nel conflitto mondiale più “gettonato” del momento.