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Chi vuol essere Milionario? - Recensione

Accendere o non accendere la risposta esatta? Il grande dilemma del quiz televisivo diventa un videogioco portatile.

RECENSIONE di La Redazione   —   26/11/2007
Chi vuol essere Milionario? - Recensione
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La accendiamo?

Se siete uno dei quattro milioni di italiani che ogni sera segue il quiz condotto da Gerry Scotti, sappiate che la trasposizione su NintendoDS ne ricalca la formula per filo e per segno, con i dovuti accorgimenti. Fedele al format tv nella grafica, nei jingle e nelle musiche, alcune necessarie variazioni sono state apportate al sistema degli aiuti. Ma a questo punto è doveroso fare un passo indietro per spiegare le regole del gioco ai pochi ancora immuni alla dittatura della TV. “Chi vuol essere milionario?” è un tipico gioco di cultura generale basato su quindici domande a risposta multipla di difficoltà crescente. Ad ogni risposta azzeccata la posta in palio raddoppia, se si sbaglia una risposta si perde tutto. Esistono due traguardi intermedi, posti alla quinta e alla decima domanda, che rappresentano vincite sicure. Se una domanda appare ostica è consentito ritirarsi, aggiudicandosi così la quota raggiunta, oppure chiedere uno dei tre aiuti a disposizione: l'aiuto del pubblico, quello di un parere esterno e quello che toglie due risposte sbagliate. Manca qui il quarto aiuto, lo switch che permette di cambiare una domanda con un'altra, novità dell'ultima edizione televisiva. Ma esistono altre discrepanze tra come appare il gioco in tv e come si presenta sotto forma di videogioco, al di là dell'ovvio calo di tensione dovuto all'assenza di un premio vero e proprio. La curva di difficoltà delle domande non è stata calibrata in maniera ottimale, cosicché raggiungere il traguardo della quinta domanda (500€) potrebbe non essere così scontato come invece accade in tv, dove le prime domande sembrano palesemente formulate per dar modo al concorrente di sciogliere il ghiaccio.

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Se potessi avere un Milione (virtuale) al mese

Ad un gioco di cultura generale come è questo si chiede prima di tutto un abbondante e variegato bouquet di domande, in modo tale da evitare il ripetersi delle stesse del corso di due differenti partite. Purtroppo, in questa edizione per NintendoDS di CVEM, fin dalla quarta o quinta partita le domande tenderanno a ripresentarsi, identiche o rovesciate nella forma; "Qual è la capitale della Germania?" mentre qualche partita più in là potrebbero chiedervi "Berlino è la capitale di quale stato?". Va da sè che in tali condizioni il fattore sfida scema clamorosamente, tanto più che il supporto del gioco impedisce qualsiasi eventuale aggiornamento online del database delle domande. Nulla da eccepire, di contro, per quanto concerne la varietà delle domande, che spaziano dalla geografia alla politica, dallo sport alla scienza fino all'attualità, ecc. Nonostante i problemi di cui sopra, raggiungere il traguardo finale del milione di euro non è semplicissimo. In soccorso del giocatore giungono gli aiuti citati in precedenza; laddove il cosiddetto 50 e 50 non presentava problemi a essere traslato nel videogioco, per l'aiuto che consente di sondare l'opinione del pubblico presente in studio si è optato per una simulazione (percentuali bulgare alle prime domande, distribuzione omogenea a quelle più avanzate). L'aiuto che in TV consente di interpellare un familiare per via telefonica, qui è riprodotto tramite una selezione fra quattro persone, delle quali vengono elencati gli interessi principali. Consultando quella che sembra più ferrata nella materia in esame, si otterranno conferme che non lasciano spazio a dubbi, oppure tentennamenti fuorvianti. A voi capire se c'è margine per fidarsi o meno. E una volta raggiunto il traguardo del milione di euro? Nulla di che. Semplicemente si può iniziare un'altra "scalata al milione". Da questo punto di vista il gioco soffre di una assoluta mancanza di prodondità: non vi è spazio per dati o statistiche di alcun tipo. Si può partecipare a partite a due giocatori, che si alterneranno alla risposta, ma non si possono fare, per esempio, confronti incrociati fra i dati di gioco di due giocatori diversi (chi mediamente vince più soldi? Chi è più bravo nel rispondere a quesiti di storia? Solo per fare alcuni esempi di informazioni che non avrebbero guastato). Si gioca, si risponde, si vince o si perde, si ricomincia. Stop. E tenendo presente che, come detto, le domande ben presto cominceranno a ripetersi (senza nemmeno variare la disposizione delle opzioni di risposta), capirete perché il succo di questo titolo sia un brodino piuttosto magro.

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Commento

Da un videogioco di cultura generale si pretendono tutto sommato poche cose, ma imprescindibili: tantissime domande, in primo luogo, e poi una buona varietà delle stesse. Se vengono meno queste fondamenta, come in questo caso, il titolo non può che presentarsi deficitario, con le naturali conseguenze in termini di appeal. Va detto che una volta venuti a noia i quesiti in italiano, si possono affrontare quelli riguardanti la sfera culturale inglese o francese (formulati nelle rispettive lingue, sia chiaro), ma a quanti può interessare?

Pro

  • Un gioco adatto a tutti (o quasi)
  • Sei lingue e rispettive domande
  • Le domande spaziano su molte aree tematiche...
Contro
  • ...ma tenderanno a ripetersi troppo presto
  • Curva di difficoltà delle domande mal calibrata
  • Nessuna opzione o statistica disponibile

"Chi vuol essere Milionario?" è disponibile per GameBoy Advance, Nintendo DS, PC Windows, piattaforme mobile e sarà disponibile per Nintendo Wii.
La versione testata in questo articolo è quella per Nintendo DS.

L'invenzione dei format televisivi, ossia l'ideazione di programmi standardizzati, preconfezionati e venduti a tutti i network del mondo, è fra le pratiche che caratterizzano maggiormente la cosiddetta neo-televisione. Reality-show, sit-com, polpettoni strappalacrime e non ultimi i quiz; una rigida formula concepita ad hoc per funzionare in qualunque contesto, un'alchimia che concede solo minime variazioni per adattare la trasmissione a lingua e cultura locali. Evidentemente non ci si accontentava di esportarli dalle Alpi alle piramidi, dal Manzanarre al Reno, ecco dunque spiegata la genesi videoludica del quiz più famoso del mondo. Esclusa la ruota del mitologico Mike, naturalmente.