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Crush - Recensione

Che cosa accadrebbe se foste colti da una forma di insonnia apparentemente inguaribile? Sareste i protagonisti di un nuovo puzzle Sega per PSP, ovviamente...

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   23/05/2007
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Di notte io farò sogni tridimensionali

Protagonista di Crush è Danny, un giovane dalla folta chioma e dal naso “importante” che soffre di una grave forma di insonnia: dopo aver provato tutte le cure possibili, si affida ad un bizzarro medico che lo introduce a C.R.U.S.H. un complesso macchinario capace di trasformare i contorti pensieri di Danny in scenari tridimensionali astratti. E qui entra in scena il giocatore, che per l’appunto avrà il compito di guidare l’atipico eroe nei meandri della propria mente (comodamente suddivisa per l’occasione in 50 livelli) nel tentativo di scoprire le cause dell’insonnia e sradicarle definitivamente. Se le premesse di Crush appaiono già abbastanza originali, è nel gameplay che il titolo Kuju sfoggia tutta la propria creatività, dando vita ad una struttura ludica talmente astrusa da essere perfino difficile da descrivere a parole. In sostanza, ogni stage si presenta come una serie di piattaforme sospese nel vuoto disposte a diverse altezze e profondità, che l’utente può percorrere correndo, saltando ed abbassandosi a piacimento, avendo anche la possibilità di ruotare la telecamera di 90° in ogni direzione. Una libertà direttamente collegata alla main feature del gioco, il cosiddetto effetto crush, che consente di trasformare lo scenario 3D in un piano bidimensionale: a seconda dell’inquadratura scelta, dunque, l’utilizzo del crush avrà diverse ripercussioni, per esempio rendendo raggiungibili piattaforme lontane in profondità o consentendo di arrivare ad altezze altrimenti impossibili. I rompicapo della produzione Sega si focalizzano completamente attorno a questo aspetto, con l’utente che deve avere buon gioco nell’analizzare le caratteristiche dell’enviroment e giustapporre vari crush per raggiungere il proprio obiettivo. Che, nella fattispecie, consiste nel raccogliere un determinato numero di orb al fine di rendere agibile l’uscita, il più delle volte volutamente collocata in posizioni scomode...

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Confessioni di una mente pericolosa

Ma non è tutto: le ambientazioni di Crush offrono diversi elementi che contribuiscono a complicare ulteriormente la faccenda. Anzitutto, vi sono degli oggetti interagibili il cui spostamento nello scenario 3D influisce sul piano bidimensionale o viceversa; alcuni possono essere poi sbloccati solo individuando con la giusta angolazione un disegno su una delle pareti dello stage; ancora, sono presenti degli enormi scarafaggi (che rappresentano la proiezione delle paure più recondite di Danny) che vanno eliminati schiacciandoli con un crush o servendosi di blocchi e sfere semovibili. Insomma, i livelli di Crush sono decisamente ricchi e complessi, al punto da finire spesso per superare il limite e sfociare nel cervellotico eccessivo. Nelle fasi più avanzate, infatti, alcuni scenari del titolo Kuju possono richiedere addirittura un intervallo compreso tra i trenta minuti e un’ora per essere portati a termine, presentando puzzle talmente ostici (se non proprio incomprensibili) da costringere l’utente ad un poco piacevole trial and error fino alla scoperta del nodo cruciale. Un altro aspetto poco simpatico di Crush sta in alcuni elementi ludici oscuri che possono portare ad una rabbiosa frustrazione: non si capisce bene perché, ma certi confini tra piattaforme non possono essere superati, oppure non viene concesso di effettuare un crush quando invece le condizioni sembrerebbero permetterlo. Sembra quasi che gli sviluppatori di Kuju abbiano creato volutamente certi artifici per impedire al giocatore un fluido progresso nell’avventura, al chiaro scopo di diluire l’esperienza. Dietrologie a parte, Crush si rivela un puzzle game valido e soprattutto originale, corredato peraltro da una realizzazione tecnica all’altezza. Buono in particolare il sonoro, con musiche assolutamente azzeccate, mentre la grafica riesce a combinare un’indispensabile funzionalità con una decorosa resa visiva, nonostante certi accostamenti di colori appaiano quantomeno discutibili.

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Commento

Oltre a poter vantare un concept originale (cosa più unica che rara di questi tempi), Crush si rivela un puzzle game acuto e coinvolgente, anche se forse un po’ troppo difficile e cervellotico sul lungo andare: i 50 livelli del gioco daranno dunque senz’altro del filo da torcere ai patiti dei rompicapo, ma certe discutibili scelte di gameplay fanno spesso deragliare l’esperienza nel puro "prova e riprova", sacrificando il divertimento. Con un pizzico di accortezza in più, Crush sarebbe potuto diventare davvero uno sleeper hit, ma così com’è è “semplicemente” un buon puzzle.

Pro

  • Molto originale
  • Scenari complessi ed elaborati
  • Tecnicamente valido
Contro
  • Troppo difficile sul lungo andare
  • Può diventare frustrante

Nel dizionario videoludico, lo sleeper hit è quel titolo che, dopo uno sviluppo passato ben al di fuori delle luci della ribalta, irrompe sul mercato sorprendendo pubblico e critica grazie a doti particolarmente originali o rilevanti. Tutte credenziali che sembrano appartenere al qui presente Crush, realizzato da Kuju per conto di Sega: vediamo se, messo alla prova, potrà effettivamente ambire ad essere inserito nella prestigiosa categoria di cui sopra...