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Dangerous Heaven: La Leggenda dell'Arca - Recensione

Alla ricerca di Adamo, fra angeli caduti e brame di conquista del mondo, dalle strade di una cittadina nostrana alle cime innevate del monte Ararat... armati di poltrona e telecomando.

RECENSIONE di Ludovica Lagomarsino   —   28/04/2006
Dangerous Heaven: La Leggenda dell'Arca - Recensione
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Un flash a sinistra! Ah, no, era in basso... troppo tardi.

Mi sono accomodata nella poltrona del salotto di casa, il DVG è nel lettore ed il telecomando nella mia mano che si chiede curiosamente che fine abbia fatto il solito pad.
Lo schermo, dopo un primo filmato di presentazione, ci porta al menu del gioco che comprende la possibilità di cominciare una nuova avventura, di continuarne una già avviata, di scegliere la modalità d'uso, la difficoltà o visualizzare i credits.
Scorrendo con le quattro frecce direzionali del telecomando del lettore, che saranno poi assieme al tasto centrale di "ok/enter" tutto ciò di cui avremo necessità per muoverci all'interno del gioco, scopriamo che nel menù relativo alle modalità d'uso è in realtà presente un mini-tutorial che ci permetterà di familiarizzare con l'interfaccia di gioco. Impareremo così ad interagire con l'ambiente e con i personaggi, usando la tradizionale lente per osservare, fumetto per parlare e mano per prendere/usare oggetti. Facciamo anche la conoscenza di Tristan e scopriamo in che modo funzionano le sequenze di azione.
Prima perplessità.
Le azioni di combattimento, parate ed elusione dei colpi ci vengono indicate da flash gialli che compaiono sullo schermo, a darci indicazione del relativo tasto da premere sul direzionale per effettuare l'azione corretta. Per fare una schivata a destra, ad esempio, dovremo premere la freccia di destra. Se vogliamo effettuare un colpo, premeremo enter/ok nel momento in cui il lampo giallo illuminerà il nostro personaggio. Ma per quanto semplicissima, concettualmente, tale dinamica ed essendo avvezza ad ogni sorta di tasti, combo, pad, tastiere ed interfacce... mi ritrovo perplessa a non riuscire a reagire in tempo ai segnali visivi sullo schermo. Possibile che abbia solo un nanosecondo di tempo per vedere il flash lampeggiare, registrare la direzione che mi sta indicando, premere il conseguente tasto direzionale sul telecomando ed augurarmi che il segnale sia più rapido di me ad essere elaborato dal lettore? Beh, sarà solo la non familiarità col telecomando, mi dico, vediamo che succede giocando.

Dangerous Heaven: La Leggenda dell'Arca - Recensione
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Un nuovo Adamo risorge dai resti dell'Arca

Facciamo iniziare una nuova avventura e ci troviamo immersi in un suggestivo filmato introduttivo che ci porta a conoscere i primi dettagli della trama.
L'impatto grafico è davvero bello e le nevi del Monte Ararat ci avvolgono con promesse di segreti antichi, che al Prof. Badgers, archeologo alla ricerca della leggendaria Arca di Noè, apparentemente costeranno la vita sotto una frana che lo precipiterà nell'abisso assieme ai resti della reliquia che aveva appena scoperto. Ma dopo queste sequenze concitate non troviamo pace. Dai passati eventi ed il turbinio della neve veniamo infatti improvvisamente scaraventati nella cittadina "Papoc", ispirata alla nostra Parma, dove incontriamo nuovamente Tristan, adolescente dall'aspetto sbarazzino ed un pò impertinente, oltre che ingenuo come solo un eroe giovane può essere. Siamo nel 2011, Tristan se ne sta tranquillo nella sua palestra quando un tornado colpisce improvvisamente la città, scaraventandoci addosso ogni sorta di oggetti e facendoci freneticamente mettere mano al telecomando che avevamo per un momento scordato di avere, cercando di reagire entro i brevissimi tempi che ci vengono concessi ai flash visivi che ci indicano cosa fare. Una corsa in bicicletta, la lotta contro vento e detriti, finiamo dritti dritti attraverso una finestra, incontrando proprio l'archeologo che avevamo lasciato sul Monte Ararat tanti anni prima. E per non perdere l'abitudine, in pericolo di vita, sotto la minaccia di uno strano essere che gli punta una pistola alla testa. In maniera tanto casuale quanto rocambolesca noi lo salveremo, finendo così presi nelle maglie di un'avventura dalla trama davvero affascinante, che ci porterà a dover salvare il mondo dalla setta dei Nephilim, un'organizzazione in seno alla quale è stato ricreato l'uomo perfetto: il primo Adamo, tanto perfetto da essere più potente di Dio, che accortosi del suo errore lo chiuse in un sarcofago che, guarda un pò, salterà fuori dall'Arca di Noè. Questa, in estrema sintesi, la trama del gioco che si svolgerà fra elementi religiosi e leggendari, in maniera piuttosto scorrevole e coinvolgente.

Dangerous Heaven: La Leggenda dell'Arca - Recensione
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Un gioco per tutti o per nessuno?

Unica pecca, la scarsa caratterizzazione dei personaggi. Avremmo voluto saperne di più, approfondire maggiormente gli elementi dell'intreccio, che a mio giudizio aveva davvero ottime possibilità di sviluppo e sono state trascurate a favore di un'utenza più frettolosa, forse.
Ma torniamo un attimo a soffermarci sulle dinamiche di gioco.
Uno dei problemi che saltano subito all'occhio di questo nuovo formato è relativo ai salvataggi. Appare evidente che non sia possibile sfruttare le consuete installazioni o memory card che ci permettevano di immagazzinare i dati di salvataggio dei titoli "tradizionali". Ecco dunque che la soluzione scelta ci riporta per un momento indietro nel passato, quando superato un certo schema di gioco ci veniva dato un codice di salvataggio che una volta inserito ci avrebbe riportato al punto in cui eravamo. La cosa in sè non sarebbe una scocciatura, se non fosse per il problema relativo al numero di tentativi limitati (tre) a disposizione del giocatore nel caso non riesca a superare una sequenza di azione ed accedere così al successivo codice di salvataggio.
E proprio questo solleva la maggiore perplessità sull'equilibrio del gioco, che a parer mio non è stato raggiunto. Se infatti si è voluto puntare ad un bacino di utenza estremamente ampio, rendendo il titolo fruibile anche da chi non può essere considerato un giocatore esperto, si è in mia opinione fatto l'errore di rendere troppo ristretto il margine di tempo che viene concesso per reagire agli impulsi visivi. I flash che appaiono sullo schermo sono davvero troppo effimeri ed in più di un caso non indicano in maniera chiara la direzione corrispondente alla freccia che dobbiamo premere sul telecomando. Troppe volte ho dovuto ripetere una sequenza di azione che seppur davvero eccellente come impatto visivo ed emotivo si è rivelata frustrante dalla necessità di ripeterla più volte, fino ad imparare in maniera meccanica la giusta sequenza di movimenti ed i giusti tempi richiesti per la loro esecuzione, riuscendo a superarle con uno sbuffo un tantinello troppo esasperato.

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Ma come... già finito?

Certo, un pò di impegno ci vuole, anche per un casual gamer, altrimenti il gioco avrebbe rischiato di divenire piatto e monotono, nulla più di un reale filmato interattivo. Vero, ma avremmo gradito veder meno sacrificato il comparto relativo all'esplorazione ed all'interazione con ambienti e personaggi, maggiormente sviluppati i dialoghi, piuttosto di allungare i tempi di gioco "grazie" ad un'eccessiva richiesta di prontezza di riflessi.
Nelle parti esplorative sono davvero pochi gli "hot spot" che attraverso una finestra di selezione ci permetteranno di interagire con oggetti da prendere, leve da attivare ed azioni da compiere per risolvere gli enigmi che troveremo lungo il cammino. Non esiste inventario, semplicemente raccoglieremo, useremo, azioneremo, in sequenze lineari che non richiedono pressochè nessuno sforzo di ragionamento. Troppo poco per un qualsiasi appassionato di avventure grafiche, troppo poco anche per un giocatore occasionale.
Se poi consideriamo il fatto che il libretto di istruzioni del gioco oltre a contenere dei brevi cenni di trama, comprese alcune pagine disegnate a fumetti che ci sveleranno i retroscena degli accadimenti che hanno visto protagonista il Prof. Badgers sul Monte Ararat, ci riporta anche la soluzione completa del gioco e dei puzzle... ci viene da chiederci se non valesse la pena di dare un pò di filo da torcere in più ai giocatori smaliziati allungando la longevità di un titolo che non mi ha impegnato, in totale, più di quattro ore per essere terminato.
Scelte che, forse, non sono state particolarmente fortunate.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, invece, nulla da eccepire.
La grafica è davvero spettacolare ed estremamente curata e sa coinvolgere regalando veramente una bellissima esperienza. La colonna sonora, dal canto suo, è altrettanto azzeccata e coinvolgente, così come gli effetti ambientali e sonori che accompagnano lo scorrere del gioco.

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Commento finale

Dangerous Heaven è un titolo da considerarsi sicuramente sperimentale, grazie al nuovo formato DVG che lo rende leggibile da qualunque lettore DVD, che sia il lettore del salotto o le più tradizionali piattaforme di gioco. Una mano tesa verso un bacino di utenza globale, grazie alla possibilità di giocarlo comodamente seduti sula poltrona del salotto gestendolo con cinque tasti di un telecomando. La grafica eccellente e le bellissime ambientazioni sono capaci di grande impatto sul giocatore, anche se lo scarso approfondimento della trama e dei personaggi ed alcuni problemi sulle meccaniche di controllo impediscono a quest'avventura di essere quel gioiellino videoludico che avrebbe avuto le potenzialità di diventare.

Pro

  • Un formato compatibile con qualunque lettore DVD
  • Graficamente spettacolare
  • Trama avvincente ed interessante
Contro
  • Il sistema di controllo richiede riflessi a volte troppo pronti
  • Enigmi ed interazioni con l'ambiente troppo scarni
  • Molto poco longevo

Strane sensazioni per un supporto da 'salotto'

Da "vecchia" videogiocatrice avevo ormai dimenticato cosa significhi inserire un supporto di gioco e chiedersi incerti e con uno strano senso di disagio ed aspettativa cosa ci verrà proposto in un titolo dal sapore "sperimentale". Il disagio nasce dalle non abituali dinamiche di gestione di gioco, a partire dal compimento di gesti che siamo abituati a svolgere nella routine precedente la visione di un film inserito nel lettore DVD di casa piuttosto che nei rituali che solitamente assolviamo quando abbiamo voglia di giocare.
Questo titolo rientra infatti nella nuova categoria dei Digital Video Games, che ci vengono presentati su un supporto adatto a venir letto da qualunque tipo di piattaforma, compresi i PC e le console che siano dotate di lettore DVD. Soluzione estremamente versatile, come viene logico pensare, che inserisce Dangerous Heaven in una strategia che vuole raggiungere una fascia di utenza estremamente ampia, andando ad abbattere le limitazioni che impedivano ad un utente meno esperto o tecnologico di avvicinarsi al mondo dei videogiochi ed offrendo la possibilità a bambini, casalinghe, utenti più anziani di sedersi comodamente nel salotto di casa e godere dell'esperienza di quello che sembra più facile definire un film interattivo, padroneggiandolo con lo strumento telecomando, sicuramente familiare alle mani di ognuno di noi.
Ma andiamo per gradi, prendetemi per mano ed accompagnatemi in questa avventura.