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Death Stranding, la recensione per PC

L'ultima fatica di Hideo Kojima, Death Stranding, arriva finalmente anche su PC. Ne sarà valsa l'attesa? Scopriamolo nella nostra recensione

RECENSIONE di Emanuele Gregori   —   13/07/2020

Un paio di settimane fa siamo tornati a parlare di Death Stranding, dando qualche piccolo assaggio su quel che stava significando per noi reimmergerci a piene mani nell'immaginario di Kojma. Con il passare dei giorni siamo andati più a fondo, abbiamo scavato anche in quei dettagli da PCisti tanto cari alla categoria e messo sotto torchio il gioco dal punto di vista tecnico. Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto vi rimandiamo ad un prossimo speciale dedicato; nel frattempo cerchiamo di tirare le somme su questo attesissimo porting, forse il più atteso degli ultimi anni, attraverso la recensione di Death Stranding per PC.

Vi consigliamo di recuperare anche l'analisi della versione PlayStation 4 per una panoramica ancor più completa del titolo, mentre tentiamo di raccontarvi per quale motivo Death Stranding è davvero una grande esperienza.

Una storia di morte, una storia di vita

Death Stranding parla della morte. Death Stranding parla della vita. Due opposti, due realtà inconciliabili, ma anche due verità ineluttabili. Lo scorso novembre vi abbiamo raccontato come la speranza racchiusa nella tragicità di questa storia rappresenti una grande dichiarazione d'amore all'umanità da parte di Kojima. Capace di fare e disfare, creare e distruggere. È però certamente anche un'accusa, che mette sul piatto le nostre colpe e la mancanza di attenzione nei confronti del prossimo così come del mondo nel quale viviamo. Ad arenarsi è stata la nostra collettività e in questo ambiente freddo ed asettico è stata la figura dei corrieri, per anni derisa e poi confermata, a rappresentare l'unico barlume di umanità di un mondo diviso e inconciliabile.

Ciò che davvero sorprende è l'ironia con la quale il mondo reale ha poi colpito chiunque si sia fatto una grassa risata, mettendoci dopo pochi messi dall'uscita di fronte ad una realtà fortunatamente non così tragica, ma per assurdo dannatamente vicina a quella narrata in Death Stranding. La necessità psico fisica di tornare a connettere noi stessi con gli altri è stata una sensazione imperante nei passati mesi delle nostre vite e, proprio quei corrieri che davamo per scontati nella vita di tutti i giorni, si sono tramutati per tanti in un'ancora di salvezza, anche solo da un punto di vista psicologico.

Deathstranding Screenshot 02

Viene da sorridere ad analizzare il viaggio di Sam, il protagonista interpretato da Norman Reedus, perché a distanza di qualche mese dalla prima uscita e dopo polemiche sterili e inconsistenti, il mondo stesso ci ha messo di fronte alla grande necessità del ruolo del corriere, della connessione che è in grado di portare. D'altronde è pur vero che quel che tenta di fare l'opera di Kojima Productions è proprio di farci riflettere su quel che diamo per scontato, su una comunicabilità che ha raggiunto oggi il proprio apice ma che, a vederla bene, non si riflette nella giusta condivisione di intenti.

Vogliamo evitare di rovinare risvolti narrativi a coloro i quali vivranno per la prima volta il proprio viaggio, ma se avete intenzione di approfondire davvero alcune delle tematiche e dei simbolismi di Death Stranding, vi rimandiamo allo speciale che avevamo dedicato proprio a questo scopo. Il viaggio di Sam è costellato di disperazione, incontri fugaci, morte e un numero di quesiti certamente più alto di quello delle risposte. Non è una narrazione perfetta e, ancora oggi, non trasforma Kojima nel perfetto sceneggiatore cinematografico, ma è innegabile che si tratti di una delle esperienze più potenti degli ultimi anni e, come tale, è giusto trattarla.

Se quel che state cercando è una riflessione profonda, filosofica, quasi astratta in alcuni dettagli, ma dannatamente vera di quel che come umanità siamo stati e stiamo diventando, Death Stranding è quel che fa per voi. Se sarete capaci, a distanza di mesi, di cogliere gli elementi che hanno ancor più avvicinato l'immaginario di Death Stranding alla nostra quotidianità, altrettanto potente sarà la percezione della riflessione e del messaggio, quella nota di ammonimento e speranza che è la scintilla che muove l'intera opera.

Deathstranding Screenshot 01

Mi Piacina

Death Stranding, in pieno stile Kojimiano, si porta dietro anche alcuni tocchi geniali che da sempre caratterizzano il lavoro del game designer giapponese e che da altrettanto lungo tempo dividono l'utenza per i toni e la dissonanza che creano nel gameplay. L'ultima opera non fa eccezione e, tra i diversi elementi particolari, spunta certamente la meccanica di multiplayer asincrono inserita nel mondo di gioco. Collegare le Knot City, i centri logistici e i vari prepper in giro per l'America significa anche aumentare la propria reputazione e raccogliere "mi piace". Il metro di giudizio sociale del ventunesimo secolo diventa la grande moneta di scambio di Death Stranding, permettendo di innalzare le proprie gesta e far parlare di sé sia fra gli NPC sia fra gli altri giocatori. Viaggiare per la mappa di gioco significa incrociare una quantità smodata di strutture, elementi di corredo, cartelli, strade ecc. costruite da altri giocatori e ai quali potremmo lasciare il nostro gradimento, così come riceverlo a nostra volta. L'aumento dei mi piace si tramuta nella crescita della nostra reputazione e nell'incremento del nostro "livello corriere", dettagli però fini a se stessi. Se normalmente questo sarebbe considerato un male, è evidente che la volontà sia proprio quella di evitare di dare l'impressione di una progressione ad obiettivi. Il mi piace è un piccolo segno di ringraziamento all'interno di qualcosa di molto più grande: il proprio aiuto alla riconnessione della razza umana.

Simulazione

Troppo spesso il termine simulatore viene utilizzato con accezione negativa. Soprattutto da una fetta di pubblico, quella console, poco abituata al genere e facilmente attaccabile dalla noia della mancata azione. Death Stranding è sempre stato un titolo perfetto per il PC perché a quel tipo di utenza si riferisce e riesce a far digerire, oltre alla sua storia pazzesca, un gameplay invece largamente criticato.

Ciò che è vero ed incontrovertibile è che Death Stranding sia un simulatore di consegne. Non estremamente realistico, non attento ad ogni singolo dettaglio, non di quelli che vogliono farvi sentire pronti per fondare la vostra compagnia di spedizioni. Tutta l'idea di game design parte dal concetto di metterci nei panni di un uomo solo, incapace di comunicare, impossibilitato fisicamente al contatto e dal passato nebuloso e oscuro. Per quanto questi elementi possano rappresentare il presupposto per un personaggio negativo, al contrario Sam dedica la propria vita al bene dell'umanità, a connettere idealmente le persone tramite le sue consegne a mano, prendendosi i rischi così come pochi altri potrebbero fare. Da qui si estendono decine e decine di ore di gameplay compassato, declinato in lunghe passeggiate tra lande desolate e pochi incontri, caratterizzate dalla crescita delle proprie capacità e la scoperta di nuove tecnologie che possano agevolare i nostri viaggi ma che, allo stesso tempo, ci portano a scontrarci con un territorio americano sempre più impervio.

Raccogliere carichi e portarli a destinazione, tra piccoli centri logistici e ciò che resta delle grandi città del continente occidentale, equivale anche e soprattutto a permetterci di riattivare la rete chirale: uno strumento a metà tra la tecnologia del nostro mondo e qualcosa di inconoscibile, unico strumento energetico a nostra disposizione e legato a doppio filo con la comparsa dei morti. L'unione dei due mondi ha fatto sì che il chiralium prendesse il sopravvento su tutto il resto, inizialmente solo come una minaccia e poi, grazie al suo grande carico energetico, conosciuto e sfruttato dall'uomo a proprio vantaggio.

Deathstranding Screenshot 06

È così che siamo in grado di stampare ogni oggetto in pochi istanti, o di ricostruite strade sospese lì dove le vecchie autostrade connettevano luoghi e uomini in tempi record. Death Stranding è totalmente riconducibile ad una grande metafora e il gameplay che ne scaturisce, gestito con attenzione maniacale al dettaglio, non fa che svilupparsi costantemente al servizio di questa metafora declinata nel viaggio di Sam.

Accanto alle scampagnate a piedi o a bordo di pochi mezzi dall'energia ridotta, si posizionano pochi (fortunatamente) momenti d'azione che indubbiamente non brillano per realizzazione. Nel corso del viaggio di Sam sarete chiamati a confrontarvi con diverse fazioni, che siano i Muli (persone affette da una particolare patologia, basata sulla dipendenza da consegna, che li spinge al furto dei carichi), o al contrario dei terroristi capitanati da uno dei principali (e tra i migliori) personaggi della storia o anche all'interno delle sezioni più immaginifiche della produzione e delle quali non vi parleremo. Non possono certamente mancare all'appello le CA (Creature Arenate), la manifestazione fisica e tangibile dell'unione del nostro mondo con quello dei morti. Gli scontri con loro passano dalle sezioni stealth che richiedono di non essere individuati, fino alla schermaglia a viso aperto, che però non convince mai nella sua struttura, semplice e poco profonda.

Alla luce della loro presenza è impossibile non evidenziarne anche la pochezza. Se è vero che fortunatamente stiamo parlando di rari e sporadici momenti, alcuni di questi rappresentano snodi narrativi talmente importanti che fa rabbia vedere la svogliatezza con la quale sono stati realizzati, lasciati da parte con volontà e infarciti di meccaniche da TPS davvero troppo basilari per non considerarle mediocri. Esattamente come abbiamo detto lo scorso novembre, parliamo di qualche manciata di minuti in un viaggio capace di durare tra le 35 e le 70 ore solo al suo primo passaggio. Quel che vi consigliamo è di prendervi il vostro tempo e approfondire, così come in poche altre occasioni ci è stato permesso di fare. D'altronde la cronopioggia è lì, a ricordarci come il tempo scorra velocissimo e dovremmo sfruttarlo a dovere.

Deathstranding Screenshot 04

Contenuti inediti

L'attesa è stata lunga, ma Kojima Production ha provato a ripagare la fiducia e la pazienza degli utenti PC con qualche aggiunta interessante. La collaborazione con Valve, che ha portato alla creazione di sei nuove quest dedicate ad Half-Life e Portal, non rivoluzionano certo una struttura che resta per lo più uguale a se stessa ma che, a fianco ai nuovi oggetti cosmetici, inserisce anche alcuni gadget e mezzi di trasporto certamente interessanti. Non vogliamo svelarvi di che si tratta e magari i più smaliziati potrebbero arrivarci pensando ai franchise di riferimento, ma seppur parliamo di piccole inezie, abbiamo apprezzato la scelta e ne riconosciamo la bontà.

Death Stranding su PC

Ve lo abbiamo già detto e lo riconfermiamo: Death Stranding su PC è splendido. La possibilità di vedere il mondo devastato e naturale che caratterizza l'immaginario del gioco con un livello di dettaglio ancor più alto ed il frame rate sbloccato, rappresenta davvero una gioia per gli occhi. Le opzioni grafiche da poter modificare non sono tantissime, ma non per questo il titolo risulta poco scalabile. La consapevolezza di avere già una straordinaria base su console - grazie anche ad un Decima Engine pazzesco e che fa ben sperare per il porting di Horizon: Zero Dawn - ha spinto lo sviluppatore giapponese a non osare sull'aumento del dettaglio, quanto piuttosto a spingere sul post processing, sulla pulizia generale, sull'aumento dell'orizzonte visivo e sulla fluidità, tutti dettagli che permetteranno ad una vastissima schiera di configurazioni di godere del gioco al pieno del proprio potenziale.

A conferma dell'ottimo lavoro effettuato sulla conversione, non possiamo non citare il supporto a mouse e tastiera, che si confermano il migliore strumento di controllo per un titolo basato sulla gestione dei menù e della disposizione di oggetti ed elementi vari. La mappatura rielaborata per quanto riguarda il peso del carico, demandato questa volta ai due principali tasti del mouse, non permette di fare propria la sensibilità della corsa di un grilletto, ma resta funzionale e ben elaborato, evitando anche di stancare troppo il giocatore.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store
Multiplayer.it
9.2
Lettori (117)
8.2
Il tuo voto

Death Stranding arriva su PC per deliziare anche i giocatori più smaliziati. Che siate tra i sostenitori o meno del lavoro di Kojima, il minimo che dovreste fare sarebbe dare il beneficio del dubbio a un'opera che lascerà il suo segno, volente o nolente. Ne riparleremo per i prossimi anni, sia per quel che significa in senso lato, sia per le implicazioni fortuite del preciso momento storico di uscita. Non è certamente un videogioco perfetto, pecca sotto diversi aspetti e non è adatto al grande pubblico, ma è elevato da tematiche, narrazione e meccaniche simulative davvero interessanti. Lo abbiamo detto diverse volte e non ci stancheremo mai di ripeterlo, Death Stranding è l'apoteosi della libertà autoriale e produttiva di un progetto tripla A.

PRO

  • L'immaginario è incredibile
  • La simulazione è ben fatta
  • La narrazione è di livello altissimo
  • La versione PC è una gioia per gli occhi

CONTRO

  • Il combat system è da dimenticare
  • Non è per tutti, nel bene e nel male