0

Destroy All Humans!

L’umanità è già stata salvata fin troppe volte: ora è giunto il momento di distruggerla!

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   18/07/2005
Destroy All Humans!
Destroy All Humans!
Destroy All Humans!

They came from outer space

Queste le premesse narrative di Destroy All Humans!, nuovo lavoro di Pandemic che evidentemente si presenta come un vero e proprio omaggio ai B-movie di cui fu tanto ricca la filmografia americana degli anni ’50 e ‘60. Nei panni del Furon Cryptosporidium 137, l’utente ha quindi il compito di estrarre il DNA dai cervelli dei malcapitati terrestri per poi fare semplicemente piazza pulita annientandoli tutti senza pietà. Un dualismo di intenti che si riflette nelle due principali sezioni di gioco di cui è composto il titolo Pandemic, una action/esplorativa con protagonista proprio il nostro Crypto 137 e l’altra puramente “distruttiva” ai comandi del potente UFO datoci in dotazione dall’impero. Il gioco è frazionato in una serie di aree (non molte, per la verità) diverse sia per natura dello scenario sia per gli obiettivi che Crypto 137 sarà chiamato a soddisfare. Si passa quindi dall’analisi delle caratteristiche fisiche delle mucche –vero e proprio feticcio alieno- fino al rapimento della reginetta di un concorso di bellezza, passando attraverso a tutta una gamma di situazioni che vanno dal recupero di oggetti fino al raggiungimento di determinati checkpoint. A seconda del tono della missione, è possibile sfruttare le abilità offensive o stealth di Crypto 137: nel primo caso a farla da padrone sono le armi in dotazione dell’alieno (un disintegratore, un lanciatore di sonde anali e così via) e i suoi poteri telecinetici, mentre rientrano nel secondo scenario le capacità di Crypto 137 di assumere sembianze umane, di leggere i pensieri dei terrestri e di controllare per brevi periodi le loro menti. Il gioco si divide equamente tra le due parti, senza tuttavia raggiungere mai grandi vette a livello di gameplay: i combattimenti si rivelano infatti piuttosto piatti e monotoni, mentre l’azione stealth non richiede grande abilità né propone sfide particolarmente stimolanti. Questo nonostante la presenza di un indicatore in stile GTA che segnala il livello di attenzione che le forze terrestri ripongono nei confronti di Crypto 137: basta nascondersi per un po’ perché tutto torni come prima. La situazione migliora leggermente a bordo dell’UFO, quando tutto ciò che viene richiesto all’utente è di distruggere ogni obiettivo su schermo –siano queste case, palazzi o interi quartieri- guardandosi dagli attacchi del patetico esercito umano. Non sarà il massimo della profondità, ma almeno è divertente. C’è infine da dire come Destroy All Humans! offra un’avventura principale davvero esile: completate le semplici e brevi missioni di base, al giocatore non resta altro che cimentarsi nelle diverse sotto-quest presenti nei livelli, che nella maggior parte dei casi si riducono in poco esaltanti corse a checkpoint o in sfide di distruzione contro il tempo.

Destroy All Humans!
Destroy All Humans!
Destroy All Humans!

Vaporize them!

Per quanto non indimenticabile dal punto di vista del gameplay, Destroy All Humans! riesce comunque a ritagliarsi il dovuto spazio all’interno del panorama ludico attuale grazie ad una presentazione ottima sotto diversi punti di vista. Un encomio particolare va rivolto ai ragazzi di Pandemic soprattutto per quanto riguarda il setting di gioco, risultato dalla reinterpretazione in chiave umoristica dell’atmosfera degli Stati Uniti degli anni ’50 e dei B-movie cui abbiamo accennato finora. Tutto fa riferimento a questo universo, a partire dalle schermate che introducono i livelli (simili alle locandine di siffatte pellicole), ai personaggi incontrabili all’interno degli scenari (dai classici collegiali deficienti fino agli uomini in nero governativi) per arrivare infine ai titoli di giornale sensazionalisti che accompagnano le schermate di game over. Lo humour, come accennato, gioca un ruolo primario all’interno del prodotto Pandemic, e si esplica principalmente attraverso i dialoghi tra Crypto 137 e il proprio diretto superiore e tramite i pensieri degli umani che il protagonista può cogliere coi suoi poteri, capaci di rappresentare piccole perle di demenzialità. Purtroppo gran parte delle sfumature umoristiche di queste situazioni finisce per perdersi a causa di una traduzione un italiano (fortunatamente dei soli sottotitoli) generalmente sotto tono e in certi casi perfino disastrosa. Ciò nondimeno, Destroy All Humans! fa comunque un ottimo lavoro in termini di atmosfera, supportata più che egregiamente da un comparto grafico di buona qualità (penalizzato solo da un pop up piuttosto evidente) e da un accompagnamento sonoro quasi perfetto, sia per quanto riguarda le musiche sia in merito agli effetti sonori e alle voci dei personaggi. Insomma, il titolo Pandemic è certamente piacevole da vedere, un po’ meno da giocare.

Destroy All Humans!
Destroy All Humans!
Destroy All Humans!

Commento

Impeccabile nella presentazione ma decisamente meno ispirato sotto il profilo del gameplay, Destroy All Humans! è quel che si può definire un titolo coreografico, il cui appeal fa leva principalmente su una cosmesi più che buona e soprattutto su un contesto stilistico/narrativo assolutamente azzeccato. Se quindi l’atmosfera da B-movie è stata perfettamente ricreata dagli sviluppatori di Pandemic, ed arricchita da notevoli dosi di humour, lo stesso non si può dire della struttura di gioco di Destroy All Humans!, colpevole di una evidente leggerezza di fondo capace di svelare tutto ciò che il titolo ha da offrire ben prima dell’arrivo (pur repentino, data la brevità dell’avventura) della schermata finale.

    Pro:
  • Atmosfera ed humour di alto livello
  • Comparto audiovisivo più che buono
  • Grande quantità di extra
    Contro:
  • Gameplay leggero e privo di mordente
  • Missioni alla lunga ripetitive e noiose
  • Longevità assai ridotta

L’impero dei Furon è il più potente e spietato dell’intera galassia, protagonista di innumerevoli guerre mosse all’unico scopo di decretare la propria supremazia razziale. Gesti che sul lungo andare sono costati agli alieni la capacità di procreare, costringendoli a servirsi di avanzati processi di clonazione per mantenere numerose le proprie schiere di combattenti. Copia dopo copia, però, il codice genetico dei Furon ha cominciato a dare preoccupanti segni di cedimento, rendendo evidente il bisogno recuperare filamenti del puro DNA della specie. Fortunatamente per l’impero, una fonte di tale materia è stata individuata in una popolazione con la quale gli antichi Furon ebbero numerosi incontri: gli umani...