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Evil Dead: Regeneration

Ecco il gioco che i fan de “La Casa”, di Bruce Campbell e di Sam Raimi stavano aspettando da tanto tempo…

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   29/11/2005
Evil Dead: Regeneration
Evil Dead: Regeneration
Evil Dead: Regeneration

Mi chiamo Ash. Reparto ferramenta.

Il manicomio trema, si sentono grida di terrore ed Ash capisce che qualcosa non quadra. Dunque comincia a girare per l’edificio e si rende conto che è invaso da decine di non-morti tutt’altro che amichevoli. Armato dapprima di una semplice pistola e delle sole mani (anzi, della sola mano sinistra…), si fa strada tra creature minacciose fino a ritrovare la propria attrezzatura: la fedele motosega “da braccio” e un fucile a doppia canna. Stermina da solo tutti gli zombie che si trovano nel manicomio, poi sente un suono familiare… Il volto evanescente del professor Knowby, scopritore del Necronomicon nonché vittima dei suoi malefici, gli appare dinanzi per avvertirlo: Reinhard vuole usare il Necronomicon per organizzare un’invasione dei morti. Invasione che può avere inizio solo con il sacrificio di una bella ragazza… Per chiudere i varchi aperti dal libro, Ash dovrà per forza portarsi dietro il piccolo Sam: un nano metà vivo e metà morto, che il dottor Reinhard ha trasformato così con i propri esperimenti. Praticamente immortale (potete lanciarlo un po’ dappertutto e assistere allo spettacolo di lui che finisce in pezzi), Sam conosce le formule da recitare per chiudere i varchi e funge, in pratica, da “contenitore” nel momento in cui vi serve trasportare un’anima malvagia da un posto all’altro… Le battute tra i due personaggi si sprecano, con Sam che non la smette mai di dire idiozie ed Ash che ogni volta lo minaccia in modo diverso. Il tutto è recitato dalle voci di Bruce Campbell e Ted Raimi (fratello di Sam), in modo eccezionale ma purtroppo non sottotitolato in Italiano: chi non mastica l’Inglese perderà inevitabilmente qualcosa.

Quando si affronta un nemico, lo si può sconfiggere utilizzando tutta una serie di combo per poi finirlo con una vera e propria “fatality”.

Evil Dead: Regeneration
Evil Dead: Regeneration
Evil Dead: Regeneration

Dammi un po’ di zucchero, baby.

Evil Dead: Regeneration è a tutti gli effetti un picchiaduro a scorrimento, la cui struttura viene variata dalla possibilità di controllare Sam in alcune situazioni e dalla necessità di attivare degli interruttori per accedere alle zone successive. Se il primo espediente viene messo in pratica nel modo più tradizionale (in questo caso Ash momentaneamente “possiede” il corpo di Sam, utilizzando un apposito hot spot), il secondo si rivela piuttosto originale: bisogna dare in pasto a un mostro tentacolare tre anime malvagie, dunque si trovano le anime in questione e si utilizza Sam a mo’ di contenitore per le stesse, con l’obbligo però di difenderlo dagli attacchi nemici finché non si torna al cospetto del mostro. Il resto è semplice: si tira un calcione nel didietro del nanetto e lo si dà in pasto al guardiano, che emette un ruttone compiaciuto e vi permette di entrargli in bocca per accedere allo stage successivo. Uscendo, però, vi accorgerete di aver appena fatto un giro nel sistema digerente della creatura, con tanto di foro di uscita…
La struttura degli stage è lineare ed è difficile perdersi. Ogni tanto ci si imbatte in un potenziamento (si aumenta la barra dell’energia vitale, la portata di tiro, ecc.) e si trovano nuove armi, che Ash può usare in coppia e in modo indipendente o combinato: nella mano sinistra un’arma da fuoco (pistola, fucile o lanciarazzi), nella destra una motosega (ce ne sono due disponibili, una standard e una deluxe: la scena di Ash che trova quest’ultima e le dice “dove sei stata finora?”, per poi baciarla, è solo una delle chicche della sceneggiatura di Evil Dead: Regeneration), un arpione oppure un lanciafiamme. Quando si affronta un nemico, lo si può sconfiggere utilizzando tutta una serie di combo per poi finirlo con una vera e propria “fatality”, attivabile premendo il tasto Triangolo in un determinato momento. Vedremo dunque Ash affondare la motosega nel corpo del non-morto di turno e fargli esplodere la testa, oppure sparargli mentre si volta, o ancora decapitare l’avversario. Il sistema di controllo, le combo e il combattimento in generale funzionano molto bene. Man mano che si combatte, si raccolgono delle unità di energia rossa (quella vitale) e gialla (quella “spirituale”), con queste ultime che riempiono una barra apposita e che vi permettono di trasformarvi momentaneamente in una potentissima versione malvagia di Ash. Il livello di sfida del gioco, però, rende il potenziamento praticamente inutile…

Evil Dead: Regeneration
Evil Dead: Regeneration
Evil Dead: Regeneration

Klaatu Barada Nikto!

La realizzazione di Evil Dead: Regeneration è di tutto rispetto. Il discorso si rivela più ampio del solito, in quanto gli sviluppatori sono riusciti a inserire nel gioco anche tutta una serie di sequenze che rimandano al lavoro di Sam Raimi: le “corse” nella foresta (con tanto di grido distorto), le lotte “dietro le quinte” e le inquadrature “ondeggianti”. Per quanto concerne la fedeltà alla saga da cui nasce, EDR merita semplicemente degli applausi. Le voci di Bruce Campbell e Ted Raimi, in questo senso, rappresentano la classica ciliegina sulla torta, che purtroppo i publisher italiani non hanno saputo valorizzare: non era il caso di doppiare le innumerevoli gag tra Ash e Sam, ma la presenza di sottotitoli (anche in Inglese, come gli altri) le avrebbe rese accessibili a tutti. Il bello è che i sottotitoli mancano anche nella sezione Extra, in cui Bruce Campbell e Ted Raimi parlano delle idee dentro il gioco e del loro apporto allo stesso… che peccato.
Il personaggio di Ash è molto ben realizzato e vanta un gran numero di animazioni. Un discorso simile va fatto per il piccolo Sam, che però va in pezzi sempre allo stesso modo. I nemici sono tanti e diversi tra loro, ognuno con delle caratteristiche peculiari e un proprio modus operandi. Ci sono anche diversi boss, contraddistinti da un design di buon livello. Probabilmente la parte del leone la fanno gli scenari, però: ogni stage è molto ampio, ricco di dettagli e moderatamente interattivo. Tutte le auto che vedrete sono rigorosamente “anni ‘70”, per rimanere in linea con lo spirito dei film, e diverse location richiamano chiaramente gli eventi visti nella trilogia. Il comparto sonoro è in linea con quello grafico: musiche, voci ed effetti sono di buona qualità.

Evil Dead: Regeneration
Evil Dead: Regeneration
Evil Dead: Regeneration

PS2 vs Xbox

Evil Dead: Regeneration è disponibile sia per PS2 che per Xbox. Le differenze fra le due versioni, come al solito, si riducono ai dettagli: sulla console Microsoft il gioco gira in modo leggermente più fluido (su PlayStation 2 siamo poco al di sotto dei 30 fps), e le texture mostrano una qualità migliore.

Commento

Chi ha amato la trilogia di Sam Raimi, chi spera nella realizzazione di un quarto film (impegni del regista permettendo) e chi, in generale, apprezza i videogiochi ben fatti troverà in Evil Dead: Regeneration un prodotto estremamente valido, divertente e coinvolgente. A conti fatti, il gioco ha un unico difetto: è troppo facile. Gli sviluppatori hanno evidentemente dosato male la difficoltà generale, ne è prova il fatto che non si ricorre quasi mai alla modalità “cattiva” di Ash per togliersi dai guai. Si tratta di un problema che incide di certo sull’aspettativa di vita di EDR, ma che comunque non ne pregiudica la godibilità.

    Pro:
  • Fedelissimo ai film
  • Tecnicamente valido
  • Sistema di combattimento efficiente
    Contro:
  • Troppo facile
  • Localizzazione inesistente

I tie-in sono prodotti controversi, che spesso e volentieri sfruttano unicamente la popolarità di personaggi e storie famosi per vendere. Da qualche tempo, però, si sta verificando una piacevole controtendenza ed Evil Dead: Regeneration ne è un fiero esempio. Sviluppato da THQ con la partecipazione attiva dello stesso Bruce Campbell (che, per chi non lo sapesse, è l’attore protagonista della trilogia “La Casa”, diretta da Sam Raimi), EDR narra eventi che si svolgono evidentemente dopo il secondo film e che vengono introdotti in puro “stile Raimi”: Ash si trova in un manicomio criminale, accusato dell’omicidio dei propri amici nonché di altre persone mentre erano posseduti dal male, nella famosa “casa”. L’unica che crede alla sua versione dei fatti è il suo avvenente avvocato, Sally, che ha trovato tra gli appunti del direttore dello stabilimento, il dottor Reinhard, delle informazioni che avallano la versione dei fatti fornita da Ash: c’è un libro maledetto, il Necronomicon ex Mortis (evidente citazione di H. P. Lovecraft), che ha il potere di aprire varchi tra il mondo dei morti e quello dei vivi. Ciò che la bella Sally non immagina è che il dottor Reinhard non solo è pienamente cosciente delle capacità del Necronomicon, ma lo usa in prima persona per ottenere il potere di dominare il mondo. Durante uno dei suoi esperimenti, però, qualcosa non quadra e una formula recitata male trasforma lo scienziato in un non-morto, intento a portare l’inferno sulla terra, letteralmente. È a questo punto che entrate in gioco voi…