0

Katamari Damacy

Ovvero, quando il confine tra genialità e follia si fa sempre più labile…

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   11/07/2004
Katamari Damacy
Katamari Damacy

Il fascino dell’idiozia

Katamari Damacy introduce il giocatore all’interno del suo delirante mondo grazie ad un plot narrativo a dir poco demenziale. Con notevole sbadataggine, il re dell’universo Ousama ha involontariamente distrutto le stelle che popolano il firmamento, trovandosi costretto a dover spedire il minuscolo figlio Ouji sulla terra per raccogliere una quantità sufficiente di “roba” utile a ricreare nuovamente gli astri andati in frantumi. “Roba”, esattamente. Perché il gameplay del titolo Namco si risolve per l’appunto nell’accumulazione di oggetti tramite una sfera magica messa in dotazione dell’intrepido Ouji. Compito dell’utente è quello di far rotolare la palla all’interno dei vari scenari che compongono il gioco, raccogliendo con essa gli elementi utili alla propria causa (leggi: qualsiasi cosa) semplicemente passandoci sopra. Semplice? Stupido? Divertente? Katamari Damacy, incredibilmente, è tutto questo. Un mix esplosivo composto da una struttura ludica basilare ma assolutamente geniale, farcita da una sana dose di umorismo demenziale e definitivamente consacrata da un gameplay del tipo “faccio ancora una partita e poi smetto”. In una parola, irresistibile. Anche perché, similmente a quanto accade in Wario Ware per Game Boy Advance, ci si ritrova colpiti da un prodotto solo all’apparenza frivolo e leggero, ma che si rivela divertente come pochi una volta preso il pad in mano. Pad di cui, peraltro, Katamari Damacy sfrutta esclusivamente i due stick analogici, dedicati al controllo (perfetto) della sfera, e due tasti dorsali utili a passare ad una visuale a volo d’uccello o in prima persona. Tutto, nel titolo Namco, è stato studiato per permettere a chiunque di prendere immediatamente confidenza col gioco. Ciò però non significa che Katamari Damacy sia un prodotto eccessivamente semplicistico, anzi: la raccolta di “roba” non si risolve in una banale corsa contro il tempo, ma richiede anche un pizzico di strategia e visione d’insieme. Per prima cosa, non è possibile incollare alla palla un qualsiasi tipo di oggetto sin dall’inizio, ma è necessario compiere un percorso crescente, cominciando dagli elementi più piccoli e proseguendo con quelli più grandi, man mano che la sfera si ricopre delle cose più disparate. Praticamente ogni componente dei vasti scenari è infatti vulnerabile all’avanzata di Ouji, allorquando la sua palla conti di un diametro maggiore o uguale di quello dell’obiettivo desiderato. Ed è quantomeno esilarante osservare il piccolo protagonista del gioco cominciare il suo percorso inglobando comuni oggetti di piccole/medie dimensioni per poi continuare gradualmente e finendo per investire persone, automobili, case e persino aerei e ruote panoramiche, facendo raggiungere alla palla dimensioni nell’ordine delle centinaia di metri. Oltretutto, l’accumulazione di “roba” sulla sfera comporta sensibili variazioni nella fisica del movimento della stessa, che diventa progressivamente meno regolare nel suo rotolamento e conseguentemente più difficile da controllare.

Katamari Damacy
Katamari Damacy

Katamari Fortissimo Damacy

Gli scenari di Katamari Damacy possono vantare una notevole estensione planimetrica, che comunque si rapporta necessariamente alle dimensioni della sfera richieste come obiettivo finale dello stage. Nei casi in cui l’ordine di grandezza si misuri in centimetri, dunque, troveremo ambientazioni perlopiù casalinghe, con Ouji impegnato a fare razzia di oggetti sparsi tra stanze, soffitte, giardini e così via, mentre nei livelli più avanzati il giocatore si troverà impegnato a rotolare all’interno di intere cittadine. Ad ogni modo, gli elementi dello scenario non sono gettati a caso, bensì posizionati con criterio, di modo da esortare l’utente ad adottare un minimo di strategia per raccogliere quanta più “roba” possibile evitando tempi morti o improduttive deambulazioni. C’è da dire inoltre che il titolo Namco presenta anche una serie di missioni speciali, nelle quali la raccolta di oggetti è soggetta a determinati criteri: a volte è necessario inglobare solo un certo tipo di elementi dello stesso tipo al fine di ricostruire le costellazioni relative, altre ancora bisogna evitare di toccare certi componenti dello scenario, e così via. Al tempo stesso folle e geniale per quanto riguarda la struttura di gioco, Katamari Damacy non manca di rispettare questo dualismo anche in termini di realizzazione tecnica. Graficamente, il titolo Namco non si può certo definire impressionante, ma ciò nonostante presenta uno stile unico, frequentemente in grado di strappare più di un sorriso. A partire dal character design (lo stesso Ouji, coi suoi balletti e le sue espressioni, è semplicemente irresistibile), passando attraverso le deliranti sequenze d’intermezzo “cubettose” e le illustrazioni del packaging, tutto nel prodotto Namco trasuda un demenziale fascino che difficilmente può lasciare indifferenti. Per quanto riguarda il gioco vero e proprio, il look minimalista domina incontrastato, rendendo il mondo di Katamari Damacy simile ad uno scenario costruito coi lego, con risvolti a dir poco esilaranti circa la modellazione di alcuni personaggi (vedere ad esempio gli studenti con dei ciuffi improponibili o i mafiosi della Yakuza con le pistole giocattolo). Per quanto riguarda il comparto sonoro, Katamari Damacy merita per l’ennesima volta un plauso: oltre agli spassosissimi effetti sonori che popolano il gioco (d’antologia in particolare le urla delle persone che vengono inglobate dalla sfera), il titolo Namco presenta una colonna sonora che brilla non solo per qualità e varietà, ma soprattutto per la capacità di fissarsi all’interno della mente del giocatore. E quindi tra orecchiabilissimi pezzi pop, mambo, swing, elettronici ed altro ancora, non stupisce più di tanto il fatto di ritrovarsi, al termine della sessione di gioco, a canticchiare queste stesse melodie…

Katamari Damacy
Katamari Damacy

Commento

Un fulmine a ciel sereno. Katamari Damacy è il gioco che non ci si aspetta, magari uno di quelli che in fase di anteprima viene immediatamente catalogato all’interno della categoria dei giochi “stupidi” per giapponesi. Poi ci si ritrova con un titolo geniale: semplice ma incredibilmente divertente, mai banale, con uno stile grafico unico, una colonna sonora da urlo e una quantità esagerata di umorismo demenziale. E ci si pente amaramente dei propri pregiudizi. Oberato esclusivamente da una longevità sicuramente non eccelsa, Katamari Damacy è un titolo sorprendente, in grado regalare momenti di pura ilarità videoludica.

    Pro:
  • Divertente ed immediato come pochi
  • Grafica ed atmosfera all’apice della demenzialità
  • Colonna sonora eccezionale
    Contro:
  • Longevità non esagerata
  • Attualmente disponibile solo in versione jap

In un periodo nel quale i videogiochi sono ormai diventati dei prodotti dalla struttura assai complessa, risulta sempre piuttosto sorprendente, se non proprio spiazzante, trovare dei titoli che fanno della semplicità e dell’immediatezza il proprio appeal. Prendiamo questo Katamari Damacy di Namco, ad esempio: cosa si può provare nei confronti di un gioco che vede l’utente impegnato a far rotolare una palla sfruttando esclusivamente gli stick analogici nel tentativo di raccogliere la maggiore quantità di roba possibile? Ma amore a prima vista, ovviamente.