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Key of Heaven

Dai creatori di Landstalker per MegaDrive e Dark Savior per Saturn, avventura, mistero, magia e spade nel nuovo Action-Gdr per PsP.

RECENSIONE di Massimo Reina   —   04/07/2006
Key of Heaven
Key of Heaven

Key of Heaven è un classico action-Rpg sulla falsariga dei vari Baldurs Gate (per Ps2 – Ndr -) o Untold Legends, tanto per rimanere in ambito PsP, anche se di stampo nipponico. Il gameplay è pertanto incentrato sull’esplorazione di ambienti, combattimenti a colpi di spada e magie e interazione con altri Pg per raccogliere indizi utili al proseguimento dell’avventura che si snoderà attraverso i cinque regni in cui è suddivisa la regione. Per riuscire nell’impresa e venire a capo della vicenda resistendo agli innumerevoli attacchi che orde di nemici vi porteranno, fondamentale diventerà la padronanza da parte di Shinbu e soci dell’uso delle armi e delle tecniche di combattimento. Tecniche che possono essere sviluppate e apprese (ogni regno, lo ricordiamo, ha sviluppato un proprio stile di combattimento) proprio durante il viaggio grazie alla raccolta di Item chiamati "Kempu" e "Bugei", degli artefatti con cui i maestri di ciascun clan tramandano la loro conoscenza nell’arte della spada ai discepoli. I Kempu sono delle tavolette di bambù sulle quali sono raffigurate le mosse eseguite con un singolo colpo, molto semplici da recuperare in quanto si possono reperire dopo aver ucciso un nemico o aprendo determinati scrigni, mentre i Bugei sono delle pergamene che permettono di combinare i singoli Kempu ottenendo delle micidiali combo.

Key of Heaven
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Essi sono molto più rari da trovare, e si ottengono solo in particolari fasi del gioco, ad esempio al raggiungimento di un obbiettivo specifico, come premio a seguito di una side-quest (il titolo Climax ne ha moltissime) oppure della sconfitta di un particolare boss. La possibilità di customizzare le proprie combo grazie ai Bugei fa di KoH un gioco particolarmente appetibile per gli amanti dei Gdr più complessi. La presenza di diversi tipi di pergamene caratterizzate da vari tipi di livelli di sviluppo (alcuni Bugei permettono di creare combinazioni con più di quattro attacchi, sfruttando i Kempu più sofisticati per realizzare mosse terrificanti) o da alcune rare peculiarità come quelle fornite dai "Freestyle", che consentono al videogamer di combinare qualsiasi stile di combattimento e Kempu in proprio possesso, e dai "San'Yuan", dall’omonimo stile di combattimento che ha dato origine a tutti gli altri, in grado di attribuire una maggior forza ai colpi inferti dal nostro Pg, spingono l’utente più esigente, curioso, alla loro costante ricerca, dando maggiore vigore al titolo in termini di longevità.

Key of Heaven
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Il Level-Up dei personaggi avviene seguendo lo schema classico di un Rpg. Sconfiggendo i nemici si ottengono i canonici Punti Esperienza utili per far “salire” di livello, appunto, gli elementi del gruppo ma anche il “Chi” utilizzato in combattimento e di cui parleremo tra poco. Più del denaro che può essere speso per comprare amuleti, armi e oggetti che potenziano le caratteristiche di base del nostro personaggio, o ancora per potenziare le spade in nostro possesso upgradandole o curarsi da qualche avvelenamento da “mostro”. Tutto ciò può essere fatto in uno dei tanti piccoli villaggi che sorgono nei cinque regni e dove possiamo trovare negozi, botteghe di fabbri, taverne e quant’altro. Tornando al discorso sul "Chi", vediamo di capire di cosa si tratta e in cosa consiste. Essa è un'arte magica in grado di scatenare uno dei cinque elementi della terra e di convogliarli in un potente attacco ed è custodita da custodi dei cinque clan. Le modalità di esecuzione di queste arti sono incise sulle cinque statue delle discipline che il nostro Shinbu dovrà scovare nel corso della sua avventura. Successivamente, dopo una certa pratica, il giovane sarà poi in grado di utilizzarle in combattimento incrementandone via via il potere.

Key of Heaven
Key of Heaven

Ultimamente sono parecchi i giochi che sembrano finalmente sfruttare appieno le capacità tecniche della Playstation Portable. Specialmente per quanto concerne l’aspetto estetico. Questo KoH non è da meno di altre produzioni recenti. Le ambientazioni del gioco sono molto curate anche se in alcuni punti un tantino ripetitive, dall’aspetto evocativo, con una cura per il dettaglio come raramente si era visto su questa console. Esempi concreti di quanto appena detto possono essere ricercati nella realizzazione del Tempio della confessione di Byakko, sito in cima ad una montagna su cui cadono perennemente dei fulmini o del villaggio costituito da una serie di imbarcazioni connesse fra di loro da ponticelli, nel Gembu. Lo stesso trattamento è stato riservato dai grafici Climax anche ai personaggi, sia i principali che i secondari, realizzati con estrema cura e con un character design accattivante. E se questo non vi basta sappiate che l’engine del gioco riesce a reggere tutto questo senza il minimo calo di frame-rate nemmeno nelle situazioni più caotiche. Con musiche rigorosamente a tema (orientaleggianti) non eccelse ma che ricreano perfettamente l’atmosfera, un doppiaggio in inglese di buona fattura e un comparto sonoro ok per quanto riguarda i vari campionamenti audio, possiamo concludere con un giudizio globalmente positivo la nostra analisi tecnica del prodotto.

Key of Heaven
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Conclusioni

Caratterizzato da uno story mode piuttosto lungo, da una trama ricca di colpi di scena, da personaggi un po' stereotipati ma validi e da un gameplay ben calibrato, anche se poco originale, KoH è un gioco destinato a raccogliere parecchi consensi fra i possessori di PsP anche dalle nostre parti. Gli elementi Rpg si combinano perfettamente con quelli action in un connubio oseremmo dire quasi perfetto. Peccato solo che il controllo del Pg non sia il massimo della vita, ma non si può avere tutto.

    Pro:
  • Trama e gameplay nell’insieme di buona fattura.
  • Grande varietà di side-quest.
  • Tecnicamente valido.
    Contro:
  • Scenari talvolta ripetitivi.
  • Avversari troppo difficili in alcuni punti.
  • Controllo del Pg da migliorare.

Dopo anni di silenzio nel settore dei Gdr, il team di sviluppo della Climax, recentemente visto all'opera sempre su PsP con l'interessante ATV Offroad Fury Blazin' Trails, si ripresenta al grande pubblico in quel genere che è stato per tanti anni il suo cavallo di battaglia, con quello che, ambientazioni a parte, può essere definito come l'erede di quei Landstalker per SEGA MegaDrive che tanto successo ebbe intorno all'anno di Grazia 1993 nel mondo dei giochi di ruolo action. Key of Heaven è ambientato in una non meglio precisata regione del mondo, palesemente ispirata all’Asia del periodo feudale, ed in particolare a Cina e Giappone, una terra aspra suddivisa in cinque stati, ognuno dei quali governato da un clan, Gembu nel Nord, Suzaku nel Sud, Seiryu nell'Est, Byakko ad Ovest e Kirin, che si trova proprio al centro rispetto agli altri quattro. In ognuno di questi regni esistono delle millenarie scuole di arti marziali i cui discepoli vengono addestrati duramente nell'arte della spada e del combattimento corpo a corpo. Le tecniche insegnate in questi luoghi differiscono da regno a regno e caratterizzano lo stile dei vari combattenti che vi si addestrano. Uno dei migliori “prodotti” di queste scuole è Shinbu, il protagonista dell’avventura, un ex discepolo del clan Seiryu che a causa della sua eccessiva irruenza è stato allontanato dal regno. Un giorno, mentre si sta allenando su di una collina, il giovane nota un gruppo di guerrieri intenti ad inseguire una ragazza che prontamente egli corre a salvare. La giovane si chiama Suirin ed è l’unica superstite del clan Seiryu, sterminato, pare, dal clan rivale di Kirin. I due decidono così di unire le proprie forze per ricostituire il loro gruppo e cercare di venire a capo della vicenda, scoprendo se davvero dietro alla strage c’è il sopraccitato gruppo e il perché di quanto avvenuto.