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Kingdom Under Fire: The Crusaders: Recensione

E' uno dei progetti più ambiziosi di Phantagram per Xbox, lo abbiamo atteso a lungo, ma finalmente è arrivato. Preparatevi a vivere l'emozione di un epico conflitto medievale, come mai prima d'ora. Le terre di Bersia vi aspettano!

RECENSIONE di Dario Rossi   —   02/11/2004

Storie di razze

Le vicende di Kingdom Under Fire: The Crusaders (d’ora in poi KUFTC) si svolgono in un mondo dai tratti tipicamente fantasy-medievali, ispirato a Dungeons & Dragons, ma soprattutto alla trilogia filmica del Signore degli Anelli. La storia riprende quella del prequel uscito su Pc, e ruota attorno ad un conflitto ancestrale tra umani e legioni oscure, composte da elfi, uomini-vampiro ed orchi. Il giocatore è libero fin dall’inizio di scegliere la fazione desiderata, selezionando i rispettivi generali tra Gerald (umani) e Lucretia (elfi oscuri). Ognuno di loro presenta caratteristiche distintive, uno stile di combattimento peculiare ed un proprio plot narrativo, che si dipana attraverso specifici scenari, in modo da agevolare la rigiocabilità del titolo. Come se non bastasse, esistono due fazioni aggiuntive da sbloccare, il giocatore avrà così modo di cimentarsi in quattro distinte campagne. Una volta scelto il proprio comandante, prenderemo il comando di una vera e propria unità di fanteria, capeggiata dal generale e due ufficiali gregari. Queste due figure di supporto rivestono un ruolo di grande importanza. Pur non potendoli controllare direttamente, il giocatore sarà in grado di sfruttare a proprio vantaggio le capacità, utilizzando i loro colpi speciali nelle situazioni più critiche. Quest’ultimi assolvono ad una funzione equivalente alla smart bomb di uno sparatutto: sono visivamente spettacolari ed infliggono un’elevata quantità di danni, ma sono performabili solo dopo l’accumulo di punti esperienza guadagnati in battaglia, starà quindi a chi gioca scegliere i momenti più adatti per utilizzarli.

Kingdom Under Fire: The Crusaders: Recensione
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Un po' Rts, un po' Action

KUFTC è un mix tra uno strategico in tempo reale (RTS), un RPG ed un gioco d’azione con forti innesti hack'n slash, palesemente ispirati a Dinasty Warriors di KOEI, ma dotati di maggiore profondità. La struttura del gioco si alterna tra la navigazione della mappa tridimensionale, comprensiva di menu gestionali per le proprie truppe, ed il campo di battaglia vero e proprio. Una volta decisi gli spostamenti logistici, il giocatore è chiamato a superare missioni dalla difficoltà crescente, filtrate da dialoghi in puro stile jrpg tra il nostro generale, i due comandanti e vari personaggi minori. Le missioni sono gestite tramite un duplice sistema di controllo, il primo adibito agli spostamenti e le azioni collettive, il secondo per il combattimento diretto. In entrambi i casi, la mappatura dei tasti sul pad è ben implementata, offrendo un sistema semplice da assimilare, ma non privo di profondità.

la mappatura dei tasti sul pad è ben implementata, offrendo un sistema semplice da assimilare, ma non privo di profondità

Un po' Rts, un po' Action

Avanzando nel gioco, si renderanno disponibili numerose truppe di supporto, tra cui arcieri e cavalleria, che andranno sfruttate strategicamente per tendere agguati ai nemici, spesso e volentieri presenti in quantità ben maggiore delle truppe al nostro comando. Comunque vada, il giocatore potrà gestire il conflitto frontale solo con la fanteria capeggiata dal generale di turno, in questo caso il gioco si tramuta in un vero picchiaduro di massa all’arma bianca, non privo di combo devastanti ed un sistema di parate che dovrà essere assimilato al meglio per uscire vittoriosamente dagli scontri. L’obiettivo principale sarà quello di badare alla salute del capitano, l’unico comandato direttamente, in quanto la sua dipartita porterà istantaneamente al game over. In caso di pericolo, è possibile tentare una fuga dal luogo di battaglia, altrimenti il giocatore non potrà abbandonare l’area perimetrale adebita allo scontro, finché non riuscirà a sconfiggere tutti gli avversari, od il loro capitano.

Kingdom Under Fire: The Crusaders: Recensione
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Una battaglia difficile

Gli aspetti Rts assumono un’importanza fondamentale nei momenti di riposo tra una missione e l’altra. Nella già citata mappa di gioco, è possibile gestire le truppe alleate con il giocatore, sfruttando i punti esperienza per migliorare le loro capacità, ed il denaro per acquistare equipaggiamenti ed armi migliori. Sebbene più semplificata rispetto ad un Rts classico, questa parte si rivela profonda e soddisfacente, anche se la quantità esigua dei punti esperienza non consente un setup adeguato alle sfide proposte, deficit che aggrava una scelta dei programmatori alquanto discutibile: l’impossibilità di salvare durante le missioni. Questa caratteristica rende il titolo a tratti frustrante, in quanto non sarà affatto raro perdere la partita al termine di una lunga missione (in media la durata di queste è considerevole), con la sconfortante prospettiva di doverla ripetere d’accapo. La gestione dei combattimenti, seppur coreograficamente spettacolare, presenta i maggiori punti deboli proprio nella celebrazione compiaciuta del caos in battaglia. Il giocatore si trova spesso disorientato tra centinaia di nemici ed un sistema di inquadrature non sempre confortevole. Sebbene queste siano totalmente regolabili, il tempo speso per trovare una visuale vantaggiosa rende vulnerabile agli attacchi il nostro personaggio, con le ovvie conseguenze del caso. Non aiuta in tal senso la natura scriptata delle missioni, che si dipanano lungo una serie di eventi predefiniti e azioni cruciali suggerite dalla cpu. Nonostante sia possibile interpretare a proprio modo le modalità per assolvere gli obbiettivi, sbagliare le suddette azioni porta ad un esito quasi sempre nefasto.

Kingdom Under Fire: The Crusaders: Recensione
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Una battaglia difficile

Come in un film
Graficamente KUFTC è sicuramente qualcosa da far vedere agli amici, e rende piena giustizia all’hardware Xbox. Phantagram ha lavorato sodo sul motore grafico, uno dei pochi in grado di gestire una quantità impressionante di personaggi sullo schermo (più di 100 contemporaneamente), anche di grosse dimensioni, senza sacrificarne il singolo dettaglio. Gli sforzi sono concentrati sulle armature e gli effetti speciali, entrambi di elevata qualità, meno sugli scenari e le texture del terreno, ben più semplificati. Ma d’altronde il giocatore ha ben poco tempo per notarli. Gli scontri assumono livelli di spettacolarità difficilmente descrivibili in sede di recensione, semplicemente, bisogna vederli per capire quanto questo titolo riesca a ricreare la maestosità visiva dei film ispirati al Signore degli Anelli.

Gli scontri assumono livelli di spettacolarità difficilmente descrivibili in sede di recensione, semplicemente, bisogna vederli

Una battaglia difficile

Il framerate subisce cali solo in situazioni estremamente caotiche, ma nulla di drammatico. Bella anche la regia nelle cut scene, con tanti tocchi di classe come la steadycam che segue gli scontri, o le gocce d’acqua che si depositano sulla telecamera! Assolutamente mozzafiato la scelta cromatica, con tonalità calde e riusciti effetti meteorologici, anche funzionali agli scontri (gli arcieri possono rimanere accecati dai raggi solari). Il reparto audio merita una menzione a parte per la bizzarra scelta operata dai programmatori, che hanno deciso di non ripiegare su temi epico-cavallereschi, ma di affidare tutta la parte sonora ad un team occidentale esterno a Phantagram, i Voice of The Arts. Chi conosce questo gruppo sa che lavorano a stretto contatto con le case cinematografiche, una scelta probabilmente dettata dall’esigenza di conferire al titolo un impatto filmico, brutale e irriverente. I brani presentano uno stile spiccatamente metal, aggressivo, con selvaggi riff di chitarra che evidenziano la spettacolarità di ogni fendente ed esaltano il giocatore, anche se la scelta di utilizzare una soundtrack adrenalinica penalizza i momenti più drammatici della storia. Bizzarro il doppiaggio inglese, non privo di ironia e termini decisamente forti. I sottotitoli in italiano della versione europea stemperano alcune espressioni, come “bitch” tramutato in un ben più innocuo “megera”. Mal realizzata è però la labiale dei dialoghi, evidentemente basata sui quelli coreani, non sono rari i momenti in cui i personaggi aprono la bocca senza proferire parola.

Kingdom Under Fire: The Crusaders: Recensione
Kingdom Under Fire: The Crusaders: Recensione
Kingdom Under Fire: The Crusaders: Recensione

Guerra Online

Altro aspetto molto importante (per non dire cruciale) di KUFTC è il supporto Live, che offre la possibilità di scontrarsi con un avversario umano scegliendo la fazione preferita. La modalità online sviscera tutte le potenzialità del titolo Phantagram, molto più di quanto faccia il single player, per questo consigliamo caldamente il suo utilizzo. C’è solo da sperare in un riscontro da parte dell’utenza, e relativo riempimento delle lobbies.

Commento

Kingdom Under Fire: The Crusaders si è fatto lungamente attendere, ma il lavoro Phantagram è finalmente una realtà esclusiva per la console crociata, ed è pronto a fare proseliti. Graficamente spettacolare, carismatico e notevolmente aggressivo, questo riuscito ibrido attinge al meglio di Dinasty Warriors, adattandolo alle dinamiche di un RTS con una semplicità di comandi invidiabile. Un titolo duro, a tratti frustrante per la sua difficoltà, penalizzato da alcune discutibili scelte di gameplay, ma sicuramente coraggioso, originale e coinvolgente. Un acquisto pressoché obbligatorio per tutti gli appassionati del genere (e non solo), oltre ad essere un ottimo punto di partenza per eventuali sequel. La modalità single player non rende piena giustizia a tutte le potenzialità di KUFTC, portandoci a consigliare vivamente la prova della modalità online.

    Pro:
  • Graficamente eccelso
  • Efficace mix tra action e strategia
  • Soundtrack energica
  • Supporto Live
    Contro:
  • L’enorme caos provoca confusione
  • Alcune missioni frustranti
  • A tratti le inquadrature creano problemi

Novembre si prospetta come un mese particolarmente interessante per la console Microsoft. All’appello dei titoli più attesi non manca il primo grande progetto in esclusiva dalla softhouse coreana Phantagram, uscito in questi giorni nei negozi grazie a Koch Media. Abbiamo finalmente testato la versione definitiva, e dobbiamo ammettere che mantiene intatte le grandi aspettative suscitate in noi dalla prova della beta. Seguiteci per saperne di più…