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Le Mans 24 Hours

Infogrames sfreccia su PlayStation 2 con la convincente conversione di un titolo apparso in passato su Dreamcast. Non è Gran Turismo 3 ma il divario dal gioco di Polyphony non è poi così abissale.

RECENSIONE di La Redazione   —   22/06/2001
Le Mans 24 Hours
Le Mans 24 Hours
Le Mans 24 Hours
Le Mans 24 Hours

Che lo spettacolo abbia inizio!

Dopo questo più o meno esaustivo cappello iniziale, è meglio andare al sodo e quindi parlare del comparto grafico, croce e delizia di tutte le produzioni Ps2. E qui ci si attesta su altissimi livelli. La caratteristica che salta subito all’occhio, anche dopo una distratta sessione al negozio di fiducia, è l’impressionante velocità e la sensazione che di se stessa trasmette, anche se si corre con la visuale più esterna possibile. Nei lunghi rettilinei di LeMans si rimane a bocca aperta nel vedere lo scorrere incessante dell’asfalto, e soprattutto l’orizzonte lontanissimo sempre visibile, senza che il motore del gioco ricorra a fogging o a palesi rallentamenti o cada in bad clipping particolarmente vistosi. Tutto scorre via tranquillamente anche nel caso di più vetture su pista. I modelli delle vetture sono realizzati nel complesso bene, anche se la loro qualità a volte sembra essere discontinua, dove le texture applicate ai modelli delle auto appaiono in certi casi francamente poco definite, tipo nei modelli di serie, mentre nei prototipi si ha una pulizia e definizione molto buona. Purtroppo l’antialiasing non è presente, comunque non c’è molto da lamentarsi, visto che le infauste seghettature si notano poco. Gli elementi di contorno sono molti, e anch’essi si attestano su alti livelli, mentre merita un plauso la rappresentazione della fermata ai box, dove al posto dei soliti meccanici bidimensionali, godiamo di bei modelli 3D, raramente inseriti in un titolo, in quanto mero elemento di contorno. Tanta pregevolezza grafica si riscontra anche negli effetti di luce, e nei cambiamenti delle condizioni metereologiche e ambientali (passaggio giorno/notte ). Ci troviamo davanti ad un festival per gli occhi: l’effetto pioggia è clamoroso, le gocce d’acqua si stampano sulla camera car, le luci degli stop si riflettono sull’asfalto bagnato, goccioloni cadono sula pista alzando schizzi degni del maggior vulcano in eruzione, lens flare a profusione, di notte le luci di segnalazione delle curve più impegnative ci abbagliano già 500 metri prima, poi la poesia irrompe nella frenesia della corsa con albe e tramonti da brivido. Esaltante è il minimo che si possa dire. Bisogna per forza elogiare anche il lavoro svolto dai programmatori sulle carrozzerie delle vetture, le quali non si rovinano egraffiano, ma riflettono tutto il paesaggio circostante, e a seconda che sia giorno o notte, alba o tramonto, asssumono sfumature di colore diverse. Molto poco belle, anzi decisamente inadeguate, sono le ombre della auto sulla pista: squadrate e per nulla somiglianti alla vettura corrispondente.

Le Mans 24 Hours
Le Mans 24 Hours
Le Mans 24 Hours
Le Mans 24 Hours

Arcade o simulazione?

Il titolo Infogrames, saltando di palo in frasca, si pone a metà tra l’impostazione arcade e la simulazione, privilegiando un approccio meno impegnativo e decisamente più immediato rispetto ai diretti concorrenti. E’ possibile avvalersi di aiuti di guida, ma francamente è più conveniente impostare alto il livello di difficoltà, che gettarsi subito in pista senza Abs e traction control vari, poiché si impara subito a governare il mezzo. Il modello di guida è meno accurato di quello di Gran Turismo o al limite del recente F1, nel senso buono del termine però. Non è superficiale, visto che realmente la pista bagnata, o che si sta asciugando, comporta perdita di aderenza, ma le vetture di una stessa categoria, sono tutte abbastanza simili, e non è presente il tripudio di settaggi dei precenti titoli corsaioli, visto che gli unici parametri da modificare sono alettone, benzina, rapporti, caratteristiche del motore e tipo di pneumatici. Andando direttamente al centro della questione, il titolo si lascia giocare sin da subito, galvanizzando il giocatore che immediatamente riesce a pennelare una curva, e dimostrandosi anche appagantissimo visto che comunque non è per nulla facile tenere la testa fino alla fine, visto che con la stessa facilità con cui si scalano posizioni, in un batter d’occhio, distraendosi un secondo, si rischiano rovinose cadute nelle retrovie. Si rimane sempre e comunque all’erta vista la brutta abitudine degli avversari a fare a sportellate. Stupiscono poi le routine di inteligenza artificiale degli altri piloti: non di rado capita vederli in piena bagarre darsela di santa ragione, e cosa ancor più importante sembra esser limitato l’effetto binario delle vetture, cioè il seguire sempre e comunque la stessa traiettoria ideale, che corrisponde alla realtà (come nella vera F1), ma che molte volte si traduce in mortali trenini che mortificano il lavoro alle spalle precedentemente fatto. Spiacevole è la totale mancanza di effetti delle collisioni: le macchine rimbalzano e dopo uno schianto a 300 orari si riparte come se nulla fosse, senza ammaccature ne graffi. Trovo che sia un difetto comunque rilevante: finire subito una corsa per rotture o per un’incidente alla prima curva sarebbe frustrante e sinceramente fuori luogo in titolo del genere, ma almeno lo scadimento delle prestazioni della vettura potevano inserirlo, visto che comunque elementi simulativi sono presenti, tipo il consumo dei pneumatici e della benzina.

Le Mans 24 Hours
Le Mans 24 Hours
Le Mans 24 Hours
Le Mans 24 Hours

Ultima curva...

In definitiva, si è di fronte ad un titolo, che fa dell’immediatezza e del divertimento la sua ragion d’essere, ponendosi quasi a metà, come ho gia detto, tra simulazione e arcade. Lungo da giocare, viste le molte vetture e piste da sbloccare, peccato purtroppo per la parte dei settaggi poco approfondità, che se da una parte ci aiuta a districarci tra parametri degni di ingegneri, come in GT o F1, dall’altra ci limita, avendo potuto provare assetti e convergenze varie, vista l’alta varietà di mezzi e circuiti. Per chiudere, il lavoro della Infogrames rappresenta una scelta obbligata per gli amanti dei titoli automobilistici, certo è che chi si sente un meccanico motorista dentro rimarrà in parte deluso, ma tant’è se questo è il prezzo per giocare ad un titolo lungo e ben fatto che non richieda una curva di apprendimento degna del gestionale più impegnativo.

    Pro:
  • grafica
  • varietà di mezzi e piste
  • immediatezza
    Contro:
  • caricamenti lunghissimi
  • pochi settaggi a disposizione delle vetture

Da Dreamcast a PlayStation 2 in 24 ore

Il nuovo titolo di Infogrames è la conversione diretta della precedente versione Dreamcast, che molto aveva impressionato, per le sue qualità cosmetiche e di giocabilità. La nuova versione non è altro che la riproposta riveduta e corretta del titolo Dc sulla base del nuovo hardware Sony, e di conseguenza ci si aspetta un ottimo lavoro. Dopo un paio di schermate di caricamento (i lunghi caricamenti sono una costante di questo titolo, armatevi di santa pazienza) dalla memory, c’è subito una bella sorpresa, già presente per Dc tra l’altro, cioè la scelta tra i 50 ei 60 htz e vista la penuria di titoli Ps2 che offrono questa opzione, i programmatori della Infogrames non possono non avere la nostra smisurata gratitudine. La schermata principale ci offre un bel ventaglio di competizioni, e differenti classi di vetture, che di massima possiamo suddividire in prototipi chiusi, aperti e di serie (Porsche, Corvette e Viper). Le gare principali, Campionato e LeMans, come Gran Turismo insegna, fanno riferimento alle caratteristiche delle vetture che ne prendono parte: non c’è un garage personale a disposizione, ma è raro vedere macchine di diverso tipo (o meglio di diversa configurazione, categoria) correre insieme. Fulcro del titolo è comunque il circuito di Le Mans, che è possibile affrontare anche in versione ridotta, petit Le Mans. Oltre a tutto ciò possiamo effettuare una gara rapida, personalizzando a piacimento tutto il personalizzabile, e la gara a tempo dove affronteremo noi stessi secondo l’ormai usuale accorgimento della ghost car, scegliendo tra GT, Open e Closed prototype.