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NBA 2K Playgrounds 2, la recensione

Saber Interactive torna in campo con una nuova versione del suo scoppiettante gioco di basket arcade. Ecco la nostra recensione di NBA 2K Playgrounds 2

RECENSIONE di Davide Spotti   —   22/10/2018

A un anno e mezzo dall'uscita del primo capitolo, Saber Interactive ci proietta in una rinnovata versione del suo divertente gioco arcade dedicato ai campioni NBA di oggi e di ieri. In un tripudio di schiacciate, alley-oop e contrasti duri, e in barba alle più elementari leggi della fisica, NBA 2K Playgrounds 2 rispedisce gli appassionati del pallone a spicchi al centro del campo per una palla a due dal sapore ben diverso rispetto agli abituali titoli targati NBA 2K. Come qualcuno rammenterà, l'uscita di questo nuovo capitolo è stata posticipata all'ultimo momento, dal periodo primaverile alla finestra autunnale, proprio in virtù del nuovo accordo di collaborazione siglato tra dagli sviluppatori americani e l'etichetta sussidiaria di Take Two, ufficializzato lo scorso luglio. Sarà riuscita Saber Interactive a migliorare le potenzialità del precedente episodio? Scopriamolo nella nostra recensione.

Gameplay arcade all’ennesima potenza

Esattamente come avevamo scritto nella recensione del primo capitolo, mettere piede sui campi di NBA Playgrounds non poteva non riportare alla memoria le innumerevoli sessioni di gioco trascorse su grandi classici arcade come NBA Jam e NBA Street. Con NBA 2K Playgrounds 2, Saber Interactive non ha fatto altro che estendere la quantità dei contenuti proposti giocatori, mettendo a disposizione dieci nuovi campi da gioco su cui esibirsi e un roster iniziale raddoppiato, ora costituito da ben 300 cestisti appartenenti a varie epoche. Tra le leggende si annoverano giocatori che hanno fatto la storia del gioco, gente del calibro di "His Airness", Oscar Robertson, Shaquille O'Neal, Kobe Bryant e Magic Jonhson, affiancati ai vari LBJ, Curry, Harden e Durant che infiammano le folle contemporanee. Segnaliamo inoltre la presenza di nuove mosse speciali e di varie personalizzazioni cosmetiche per i membri del proprio team. Come ricorderà chi ha potuto mettere mano al precedente capitolo, Playgrounds è un gioco senza tanti fronzoli, ma a dispetto delle apparenze richiede di applicarsi per padroneggiare come si deve tutte le possibili opzioni d'attacco, specie qualora si voglia provare a imbastire alley-oop combinati, o magari inanellare finte e contro finte per poi eseguire un tiro in fadeaway in arretramento. Ciò vale a maggior ragione per chi - come il sottoscritto - ha ormai sedimentato tempi di gioco e meccaniche di tiro e contrasto di un NBA 2K19 o delle precedenti iterazioni. Serve un attimo per orientarsi, ma una volta prese le misure lo spettacolo è garantito.

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A mettere ulteriore pepe ad ogni partita ci pensano la gestione della stamina, da curare soprattutto durante le deliranti fasi difensive. E poi ci sono i già noti power-up casuali attivabili a più riprese nell'arco dell'incontro, come il moltiplicatore dei punti in schiacciata o il ghiaccio fissato sul proprio canestro per impedire agli avversari di andare a segno per tre possessi. Se sfruttati a dovere, questi fattori possono portare a dei veri e propri ribaltamenti di fronte nel punteggio, lasciando spesso e volentieri il risultato in bilico fino agli istanti conclusivi. Ma sui campetti di NBA 2K Playgrounds 2 si può anche giocare sporco, prendere letteralmente a ceffoni il proprio marcatore in fase offensiva, o viceversa prendersi gioco dell'opponente spingendolo a tradimento da dietro per sottrargli il pallone senza tanti complimenti. No, nessun arbitro si prenderà la briga di fischiare un bel flagrant qui, potete stare sereni. Anche durante le schiacciate è possibile intervenire quel tanto che basta per impedire all'avversario di violentare il canestro, per poi conquistare con agilità il rimbalzo e ripartire velocemente in contropiede. Tra le modalità di gioco selezionabili è ora possibile propendere per la stagione completa, che prevede di qualificarsi per i playoff e raggiungere in pompa magna le NBA Finals. In alternativa è possibile propendere per il divertente contest del tiro da tre punti, dove la regolarità nella gestione del tiro diventa cruciale per portarsi a casa la vittoria. Grazie alla presenza di quattro livelli di difficoltà, selezionabili durante gli scontri offline, il livello di sfida non manca di certo, ma i più competitivi possono pur sempre lanciarsi a capofitto nei frenetici match online 1 contro 1. In alternativa è possibile propendere per l'altrettanto divertente modalità cooperativa a fianco di un amico. L'altro punto vincente di NBA 2K Playgrounds 2 riguarda senz'altro la simpatica riproduzione caricaturale dei campioni portati in campo, che viene sostenuta da una cornice grafica semplice ma coloratissima e da musiche ben contestualizzate con gli ambienti del basket NBA, sebbene un po' troppo ripetitive.

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Un tallone d’Achille chiamato microtransazioni

Se la recensione di NBA 2K Playgrounds 2 si fermasse qui, il voto presente in fondo al pezzo sarebbe senz'altro più elevato. Purtroppo l'introduzione delle microtransazioni finisce per svilire la natura del prodotto. D'altra parte in questi anni 2K ha continuato a percorrere la strada della monetizzazione, a dispetto dei forti malumori generati nella community più appassionata, perciò la scelta non ci sorprende. Ciò nondimeno, in un contesto arcade come quello messo di nuovo in campo da Saber Interactive, è palese che l'acquisto di pacchetti di giocatori in cambio di denaro reale appaia una soluzione tutt'altro che ottimale, specialmente se questo approccio influisce negativamente sul tempo necessario per accedere a tutti i giocatori presenti nel roster attraverso la normale progressione di gioco. Insomma, diversamente da quanto avveniva in NBA Playgrounds, dove le figurine dei giocatori si potevano ottenere unicamente accumulando punti esperienza e incrementando il proprio livello personale, questa volta bisogna giocoforza fare i conti con una realtà diametralmente agli antipodi.

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NBA 2K Playgrounds 2 offre quindi due differenti tipologie di valuta. Da un lato i Baller Bucks, incamerabili partecipando alle competizioni di gioco sia offline che online; dall'altro i Golden Bucks, che derivano solo in minima percentuale dai risultati ottenuti sul campo e sono per lo più legati all'acquisto di pacchetti in cambio di moneta sonante. In buona sostanza, il criterio abbracciato da Saber è il medesimo impiegato già da tempo negli altri titoli legati al marchio NBA 2K. Lasciando per un attimo da parte le annose critiche sulla presenza di microtransazioni in un prodotto non proposto in formato free-to-play, nel caso specifico la loro presenza determina uno spiacevole sbilanciamento degli equilibri di gioco. Basti considerare che servono almeno 5000 Baller Bucks per portarsi a casa un pacchetto oro con i giocatori più blasonati. Cifra che, per essere ottenuta, richiede di vincere svariate partite. Se a ciò si aggiunge che la presenza dei doppioni - già frequente nelle prime fasi - tende a farsi sempre più assidua con l'ampliamento del roster, provare a guadagnare i giocatori più blasonati in tempi ragionevoli è decisamente fuori discussione. Ecco allora che il viatico più semplice, agli occhi dell'utente meno avveduto (o di quello meno paziente) sarà proprio quello di investire denaro reale per accedere immediatamente a tutte le figurine attualmente messe a disposizione dagli sviluppatori.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Prezzo 29.99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (8)
6.7
Il tuo voto

Con più contenuti e un gameplay ulteriormente affinato rispetto all'incarnazione precedente, NBA 2K Playgrounds 2 riesce a intrattenere e a divertire, specialmente se vissuto a stretto contatto con i propri amici. Purtroppo la valutazione complessiva non può prescindere dalla discutibile presenza delle microtransazioni, la cui invasività risulta ingiustificata alla luce delle caratteristiche intrinseche del gioco. Davvero un peccato.

PRO

  • Divertente da fruire
  • Più di 300 giocatori di oggi e di ieri
  • Nuove mosse speciali e modalità

CONTRO

  • Microtransazioni minano la progressione
  • Meccanica di tiro ancora migliorabile
  • Manca la gara delle schiacciate