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NBA 2K21: la recensione

La recensione di NBA 2K21, ultima uscita della simulazione di basket targata Visual Concepts su PC, PlayStation 4 e Xbox One prima della next-gen

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   08/09/2020

Il legame tra basket e videogiochi non è di certo nato ieri. Per decenni, infatti, la magia del campionato NBA ci è stata rappresentata su schermo da team di sviluppo che si sono alternati di volta in volta. Questo prima che Visual Concepts arrivasse con la sua serie NBA 2K, polverizzando la concorrenza per diventare col tempo l'unica alternativa sul mercato. La recensione di NBA 2K21 arriva a poco più di vent'anni di distanza dalla nascita di quel "2K", avvenuta a cavallo dell'anno 2000 con la prima edizione della serie su Dreamcast. Ci ha riprovato EA Sports in più di un'occasione a tornare in pista con il suo NBA Live, ma anche per il colosso di Redwood alla fine è arrivato il momento di issare bandiera bianca nei confronti della serie targata 2K Games, spesso giudicata non solo con il titolo di migliore simulazione di basket ma anche con quello di migliore simulazione sportiva in generale.

Difficile pensarla diversamente, del resto, nel momento in cui NBA 2K arrivava ad avvalersi della collaborazione di Spike Lee quando altri erano appena all'inizio della loro sperimentazione con la modalità storia in ambito sportivo, o di fronte a una rappresentazione sempre più rifinita e realistica di ciò che avviene sul parquet. Non sempre tutto ciò che ha luccicato è stato oro, è vero, così come non sempre le scelte di 2K Games in termini commerciali hanno soddisfatto i giocatori, ma resta comunque innegabile il grande impatto avuto da questa serie nel mondo dei videogiochi sportivi. Con l'arrivo di PlayStation 5 e Xbox Series X, l'appuntamento con NBA 2K21 sarà addirittura doppio: in attesa di poter gustare le novità del gioco sulle prossime console, andiamo a vedere come si comporta su quelle attuali.

La Mia Carriera: The Long Shadow

Come accennato nell'introduzione, sono ormai anni che la modalità intitolata La Mia Carriera è una parte fondamentale di NBA 2K. Il titolo di quest'anno non è da meno, portandoci con la storia intitolata The Long Shadow a vestire i panni di Junior, soprannome di un giocatore in erba costretto a vivere con la lunga ombra di suo padre alle spalle. Nonostante la propria bravura, il genitore di Junior non è infatti riuscito a suo tempo a fare il grande salto dal mondo del college a quello della NBA, rimanendo un talento incompiuto. Quando il protagonista inizierà a guadagnare popolarità grazie al talento ricevuto in eredità, inevitabilmente stampa e ambiente della lega andranno a porre l'inevitabile paragone, costringendo Junior a misurarsi con altre difficoltà.

Partendo dalle scuole superiori, NBA 2K21 ci permette di accompagnare il ragazzo nel suo passaggio al college fino all'arrivo nella NBA, alternando momenti dedicati alla narrazione ad altri in cui siamo invece chiamati a giocare a basket per promuovere le chance del giovane al draft. Tutto questo rappresenta il prologo dove si ha modo di conoscere la storia di Junior, divisa tra sogni di gloria e vicende personali. Non manca infatti la storia d'amore con una ragazza del college, oltre alla genuina rivalità con un vecchio amico ritenuto da tutti la stella del draft. La storia dà l'impressione di essere abbastanza lineare anche se ogni tanto siamo chiamati a compiere scelte importanti, come quella legata all'agente che va poi a influenzare il modo in cui Junior può acquisire VC (la moneta virtuale del gioco) e fan col passare delle partite.

Come da tradizione, anche per NBA 2K21 Visual Concepts ha attirato a sé alcuni attori veri per impersonare i personaggi principali della storia: tra questi spicca la presenza di Michael K. Williams (The Wire, Boardwalk Empire), ma è facile riconoscere anche i volti di Djimon Hounsou (Blood Diamond), Jesse Williams (Grey's Anatomy) e Mireille Enos (The Killing). Pur non raggiungendo le vette di NBA 2K16, The Long Shadow si fa comunque seguire più che volentieri, permettendoci anche di assaporare con le sue prime ore di gioco il mondo del basket dei college che fino a qualche tempo fa apparteneva alla serie videoludica NCAA.

La modalità Carriera di NBA 2K21 fa anche da ponte per l'ingresso all'interno del Quartiere, possibile però solo dopo l'arrivo di Junior in NBA. Volendo, è possibile saltare tutto il prologo per arrivare dritti al momento del draft, in modo da accedere immediatamente alla modalità aggiuntiva. Vale però a nostro avviso la pena di gustarsi The Long Shadow in tutta la sua durata. Tornando al Quartiere, l'arrivo della 2K Beach ci permette di interagire con gli altri giocatori in un ambiente rinnovato, dal quale dare il via a partite di basket di strada tre contro tre o ProAM cinque contro cinque. La scelta di fare accedere i giocatori al Quartiere solo col personaggio generato con l'editor MyPlayer è un'arma a doppio taglio, soprattutto considerato che per farlo crescere a dovere è necessario spendere i coin VC guadagnati duramente. La stessa moneta virtuale può essere spesa per i pacchetti della modalità La Mia Squadra, obbligando quindi il giocatore che non vuole comprare VC con denaro reale a scegliere a cosa dare la priorità.

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Le altre modalità

Dopo le prime ore passate in compagnia di Junior, siamo inevitabilmente portati a esplorare le altre modalità che NBA 2K21 ha da offrire. Tra di esse abbiamo già citato La Mia Squadra, una specie di FIFA Ultimate Team interpretata secondo Visual Concepts. Proprio come in FUT, possiamo creare il nostro quintetto ideale collezionando carte e aprendo buste. Dopo le critiche dell'anno scorso, gli sviluppatori hanno ripensato un po' le caratteristiche di questa modalità, che con NBA 2K21 integra al proprio interno una serie di competizioni aggiuntive ed eventi periodici in maniera molto simile a quanto visto in tempi recenti nella serie FIFA. Le possibilità offerte da La Mia Squadra diventano ora abbastanza numerose, sia offline che online, anche se per quanto riguarda quest'ultimo dobbiamo dire di avere avuto qualche problema. In più di un caso il matchmaking ci ha portato ad affrontare avversari coi quali la connessione cadeva dopo pochi istanti, o addirittura a un certo punto a giocare contro una squadra composta da uomini invisibili prima che il gioco si rendesse conto che qualcosa era andato storto nell'avvio della partita.

Se il comparto online risulta quindi un po' da sistemare dopo il lancio avvenuto qualche giorno fa, chi vuole può consolarsi nel frattempo con le numerose alternative offline offerte da NBA 2K21. Tra queste troviamo in prima fila Il Mio GM e La Mia Lega, modalità rimaste però praticamente uguali all'anno scorso. Torna anche la WNBA, con la possibilità di selezionare le squadre femminili sia per le partite veloci che per La Mia Lega.

Trofei PlayStation 4

Oltre alla gloria dell'anello, NBA 2K21 ci permette di conquistare anche cinquantuno Trofei, divisi tra il solito platino, due di tipo oro, dieci argento e trentotto bronzo. La maggior parte di essi sono legati alle due modalità La Mia Carriera e La Mia Squadra, all'interno delle quali bisogna quindi darsi da fare con particolari imprese per riuscire a centrare tutti gli obiettivi studiati da Visual Concepts.

Gameplay: tiro nuovo, imprecazioni nuove

Una volta scesi in campo, le sensazioni proposte da NBA 2K21 sono del tutto simili a quelle del suo predecessore. Chi ha avuto modo di giocare a NBA 2K20 in questi mesi può quindi trovarsi perfettamente a proprio agio con tutto, tranne che per un aspetto fondamentale: il tiro. La scelta di Visual Concepts è stata infatti quella di ridisegnare completamente il sistema di tiro a canestro da parte dei giocatori, delegando la sua gestione all'uso della levetta analogica destra. A definire la bontà del tiro effettuato non è più il tempismo di rilascio ma la mira che il videogiocatore deve prendere all'interno di una mezzaluna che appare una volta mossa la leva verso il basso, per poi puntare al centro di un intervallo evidenziato per ottenere l'agognata valutazione verde. Con qualche partita in più rispetto alla demo e una difficoltà a nostro avviso tarata un po' più verso l'alto, dobbiamo dire che il nuovo tiro ci ha impegnati più di quanto ci aspettassimo. In diversi casi il sistema è risultato anche eccessivamente punitivo, facendo fallire tiri eseguiti da smarcati con giocatori bravi nel fondamentale. Non è un caso che dopo l'uscita di NBA 2K21 nei negozi i videogiocatori abbiano iniziato a lamentarsi della severità del nuovo sistema di tiro, costringendo Visual Concepts a intervenire per ammorbidirlo soprattutto ai livelli di difficoltà più bassi. La situazione attuale vede la necessità di un inevitabile periodo di adattamento, sia per i novizi della serie che per i veterani. Soprattutto nelle fasi più concitate viene infatti ancora da premere il tasto quadrato per tirare, rischiando di fare una gran confusione. In realtà, il vecchio sistema di tiro non è scomparso del tutto, ma è stato reso più sconveniente in termini di tempo e resa a causa di una nuova barra di rilascio con cui adesso viene valutato il tempismo.

Tiro a parte, come dicevamo le impressioni offerte dal gameplay di NBA 2K21 sono molto simili a quelle di NBA 2K20. Insieme al nuovo tiro arriva anche un sistema di dribbling collegato allo stesso stick destro, grazie al quale viene dato a questo tipo di movimento una rinnovata fluidità. Tangibile anche il modo diverso con cui i giocatori si muovono in campo, grazie a una migliorata gestione delle spaziature e delle diverse tipologie di corporatura degli atleti.

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Grafica e sonoro: rimandato a dicembre

Arrivati a fine generazione, l'aspetto tecnico di NBA 2K21 diventa giocoforza il meno interessante del pacchetto. Con le console attuali praticamente spremute all'inverosimile, dovremo infatti attendere l'uscita della versione PlayStation 5 e Xbox Series X del gioco per vedere le novità preparate da Visual Concepts in ambito grafico. Il colpo d'occhio del campo e dei suoi protagonisti resta comunque di ottimo livello per quelli che sono gli standard attuali, con un'esperienza complessiva che avvicina davvero tanto NBA 2K21 al basket che vediamo in televisione.

Le scene filmate presenti ne La Mia Carriera presentano invece qualche piccola ombra. Se da un lato è bello vedere come i volti degli attori conosciuti siano stati portati nel gioco con estrema cura, dall'altro i modelli secondari non godono della stessa attenzione nei particolari, per non parlare delle immagini di sfondo che in alcuni casi sembrano quasi attaccate con lo scotch. Per essere un gioco sportivo, comunque, almeno per questa generazione forse non si può chiedere di più. Segnaliamo infine la permanenza di qualche schermata ancora un po' troppo dilungata nei caricamenti, soprattutto tra le varie fasi che compongono The Long Shadow.

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NBA 2K21 e nextgen: occhio all'acquisto!

Prima di comprare NBA 2K21 per PlayStation 4 o Xbox One, è d'obbligo soffermarsi qualche istante a riflettere sulle piattaforme sulle quali si vorrà poi giocare alla simulazione cestistica per il resto dell'anno. Il modello pensato da 2K Games per il passaggio alla nuova generazione nasconde infatti qualche insidia, per cui come prima cosa non bisogna dare per scontato che l'acquisto del gioco adesso ci permetta di averlo senza costi aggiuntivi su PlayStation 5 o Xbox Series X. Questo è infatti vero solo per la Mamba Forever Edition venduta al prezzo di 99,99 euro, mentre l'edizione standard non permetterà ai giocatori di accedere alla versione next-gen. Giusto o sbagliato che sia, tenetelo presente.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 69,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (22)
5.6
Il tuo voto

Il giudizio che emerge dalla recensione di NBA 2K21 non può che essere complessivamente positivo, vista l'indubbia qualità del lavoro di Visual Concepts diventato ormai una certezza da anni. L'imminente arrivo della nuova generazione di console rende però questa edizione una delle più conservative che si siano viste, con la complicità della pandemia che costringerà gli sviluppatori ad aggiornare il roster alla nuova stagione solo con il suo inizio previsto (almeno per ora) a dicembre. Mentre i fan più sfegatati avranno probabilmente già acquistato la Mamba Forever Edition per giocare a NBA 2K21 tutto l'anno su tutte le piattaforme, per gli altri potrebbe anche avere senso aspettare l'uscita di PlayStation 5 e Xbox Series X.

PRO

  • Il nuovo tiro fa tribolare ma alla fine convince
  • La solita qualità simulativa
  • Storia abbastanza interessante

CONTRO

  • Pochissime novità tangibili
  • Qualche caricamento di troppo
  • Resta una certa propensione verso le microtransazioni