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No Man's Land

Se da piccoli avete sognato di giocare agli indiani e cowboy e, una volta diventati grandi vi siete domandati che fine avevano fatti i vostri sogni ecco la risposta ai vostri desideri. No Man's Land vi propone, in chiave RTS, un viaggio nell'america del nord. Ch siate alla ricerca di oro, fortuna o libertà vale la pena di tentare questo viaggio...

RECENSIONE di La Redazione   —   11/11/2003
No Man's Land
No Man's Land

La casa nella prateria

Se questi titoli, però, si prefiggevano di descrivere un ampio arco storico, No Man’s Land punta decisamente ad un altro obiettivo. Il tentativo, apprezzabilissimo, è quello di riuscire a concentrare l’attenzione del giocatore sul piano di battaglia popoli completamente differenti, proprio come avviene negli RTS fantasy (vedi WarCraft su tutti) dove le differenze fra le razze sono alla base del gioco e ne rappresentano lo spirito più verace. E quale periodo storico, quale genere di vicende realmente accadute potevano prestarsi meglio a questo scopo se non il periodo della colonizzazione dell’America del Nord da parte degli europei cominciata in maniera massiccia alla fine del XVII secolo? Per questo CDV in collaborazione con Related Design ha ben deciso di prendere spunto da tali vicende per costruire il suo RTS storico.

No Man's Land
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Indiani, Cowboy e le solite corone…

Ora che è stato inquadrato periodo storico e dislocazione geografica è giunto il momento di fare la conoscenza delle parti in gioco. NML (No Man’s Land) vede come protagonista una serie estremamente eterogenea di personaggi. Le campagne proposte, tre in tutto, permettono di conoscere le potenzialità delle sei fazioni presenti: i soldati della corona di Spagna, gli Inglesi, i coloni, i primi patrioti Americani (i veri cowboy) e ben due tribù di indiani d’america, quelli delle foreste e quelli delle praterie. Gli intrecci della storia porteranno il giocatore ad affrontare le situazioni più disparate, attraverso una storia sufficientemente avvincente e ricca di colpi di scena. Gli spagnoli alla perenne ricerca di oro, reduci dalle sanguinose conquiste nel sud america, si scontreranno con inglesi e indiani, mentre questi ultimi, vittime di un’ingiusta invasione sulle loro terre native, si vedranno costretti a ripiegare nell’entroterra per far spazio all'invasione dell’uomo bianco, colpevole del deturpamento del territorio, a causa della costruzione delle ferrovie, e dell’eliminazione della fauna, fonte di cibo per gli indigeni.

No Man's Land
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Minestra riscaldata?

Inquadrato il periodo e il contesto, osserviamo il gameplay. La veste più classica dell’RTS “old school” calza a pennello per questo titolo che di certo non ha la pretesa di rivoluzionare il settore. Effettivamente tutto si presenta come una revisione di qualcosa di largamente visto e rivisto negli ultimi tempi. L’interfaccia sembra grandemente ispirata a quella del più noto Rise of Nations, niente di più e niente di meno, ma effettivamente è difficile proporre oggigiorno qualcosa di più immediato.
I primi problemi sorgono con il controllo delle unità e proprio sotto questo aspetto si notano le prime differenze che separano un titolo nella media da un capolavoro ricco di finezze e sottili accorgimenti. Il doppio click su una singola unità non selezionerà tutte quelle dello stesso tipo in vostro controllo. Muovendo le truppe su lunghe distanze l’AI svelerà qualche imperfezione e il tragitto scelto non sempre rispecchierà il buon senso. Ma le screziature più gravi arrivano al momento di fare i conti con la gestione dei combattimenti. L’assenza totale di un’interfaccia dedicata alla disposizione delle unità in campo riduce infatti drasticamente l’esperienza di gioco. Questo è solo leggermente compensato dal fatto che l’intelligenza artificiale prova a mettere le pezze e tenta, goffamente di sostituire l’intervento del giocatore, disponendo le truppe in formazione a seconda delle esigenze. Qualcuno potrebbe anche trovare interessante questa scelta, ma rimane sempre da dire che NML è un RTS, e come tale dovrebbe rimettere ogni scelta e decisione strategica alla sola intelligenza del giocatore e mai sostituirsi ad esso. Ad aggiungere un po' di pepe all'insieme c'è la possibilità di affrontare epiche battaglie navali, davvero molto divertenti ed appassionanti. Vedere sfrecciare i galeoni spagnoli all'inseguimento delle fregate inglesi è davvero emozionante... quasi quanto bombardare un villaggio di coloni dall'alto mare.

No Man's Land
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Bilanciamento ed affini

Come già detto le forze in campo sono delle più varie, e viene dunque da chiedersi se il bilanciamento fra le parti esista e se in ogni caso esso risulti verosimile o meno. Storicamente la contrapposizione tra gli eserciti europei e le milizie indiane risulterebbe fin troppo sbilanciata per poter proporre una ricostruzione storica equilibrata. Armamenti tecnologicamente molti distanti e strategie di guerra campale secolari non possono essere messe neanche sullo stesso piano delle primitive conoscenze dei pellerossa. Come è noto la forza di queste popolazioni risiedeva nella notevole versatilità e nella ovvia conoscenza del terreno di combattimento. Sotto questo punto di vista NML non delude affatto. Le distinzioni fra le varie fazioni sono nette e verosimili. Gli spagnoli e gli inglesi possiedono cavalleria pesante ed un buon numero di unità d’assalto tipiche degli eserciti di conquista. Le milizie di coloni e patrioti sono invece un buon compromesso fra la totale preparazione bellica dei primi Unite e l’agilità tipica degli indiani. Questi ultimi rappresentano il vero punto di forza e la novità del titolo. Tecnologicamente svantaggiati e militarmente incapaci di affrontare pesanti attacchi campali sono insidiosi e micidiali per attacchi furtivi ed imboscate. Possiedono l’abilità di mimetizzarsi nel territorio e hanno una vista molto più sviluppata che gli permette di osservare gli spostamenti dei nemici da molto più lontano. Il commercio inoltre fornisce loro numerose armi da fuoco con le quali poter scacciare i “visi pallidi”. Gli indiani delle foreste, più sedentari, costruiscono edifici e truppe più simili a quelle utilizzate dagli europei, mentre i loro cugini, gli indiani delle praterie, presentano una notevole manovrabilità e la capacità di spostare rapidamente l’accampamento, per lo più costituito dalle tipiche tende pieghevoli. La possibilità di schierare in campo eroi ed unità speciali, poi, conclude la serie delle tipiche offerte dell’RTS medio.

No Man's Land
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Modalità di gioco

Al fianco delle già citate campagne, sono presenti altre modalità di gioco personalizzato. Ingrossano le fila delle più navigate (vedi Deathmatch, King of the hill e Dominate) alcune nuove trovate, assolutamente godibili. Si tratta di due modalità legate alla costruzione di una ferrovia e alla sua difesa. Il treno, come è noto, è stato uno dei protagonisti del periodo in questione e molte storie sono legate ad esso (ricordate i vecchi film western dove i banditi rapinavano continuamente i convogli?), e attorno alla sua figura ruota l’idea di queste sfide. Troverete assolutamente spassoso costruire la ferrovia in mezzo a gole insidiose, con la continua paura di subire un’imboscata. Peccato che questa modalità intacchi la fedeltà storica di NML, finora rimasto abbastanza fedele all’ambientazione. In pochi resisteranno ad esclamare, con un leggero dissenso, che può passare tutto, ma di sicuro non si era mai visto un indiano delle foreste alle prese con le manovre di una locomotiva della Western Union.

No Man's Land
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Conclusione

Giunti al traguardo è arrivato il momento di tirare le somme. La grafica di questo gioco, finora volutamente non trattata, non potrà deludervi. Basandosi su un motore grafico molto simile a quello di Rise of Nation (persino l’interfaccia pare identica a quella di quest’ultimo), si presenta con una veste totalmente 3D. La telecamera, governabile totalmente mediante l’uso della rotella del mouse, permette zoom molto dettagliati e panoramiche utilissime nei combattimenti più vasti, mentre risulterà molto apprezzabile la complessità scenica di certi livelli, ricchi di conformazioni geografiche articolate e oggetti di scena vari e dai modelli ben realizzati. Tuttavia il motore sembra appesantire un po’ troppo la struttura del gioco, e è parso di vedere fin troppo affaticamento da parte di macchine decisamente ben equipaggiate (e parliamo di Radeon 9700). NML si presenta come un RTS innovativo per lo meno per l’ambientazione ed alcune intuizioni di gioco mai affrontate prima. LE campagne potranno tenere impegnato il giocatore medio per un tempo sufficiente a non ritenere di aver sprecato il proprio denaro. Tutto sommato, non considerando alcune imperfezioni legate soprattutto alla gestione dei combattimenti, tuttavia trascurabili, si può dire con certezza che vale la pena di fare la conoscenza di questo gioco. Le modalità per le partite singole poi doneranno ulteriore longevità ad un gioco gradevole anche sotto l’aspetto multiplayer (anche se in fase di prova non ci è stato possibile usufruire dei server di Gamespy, che supporta il gioco, per problemi a noi estranei, ma abbiamo limitato il test ad alcune sessioni giocate in LAN). Per finire vale la pena di ricordare l’ottima colonna sonora, personalizzata per ogni popolazione in gioco, davvero un buon accorgimento.

No Man's Land
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    Pro:
  • Ambientazione interessante
  • Grafica dettagliata
  • Alcune modalità di gioco in partita singola originali
    Contro:
  • Motore grafico apparentemente pesante
  • Scarsa gestione della formazione delle truppe
  • Gli indiani costruivano ferrovie?

Alzi la mano chi almeno una volta, da bambino, ha sognato di potersi cimentare in un epica battaglia fra indiani e cowboy. Fatta eccezione per qualche sporadico tentativo di portare il genere al grande pubblico fatto in passato, su piattaforme che decisamente appartengono ad un'altra era, in campo di videogiochi il periodo storico che vede come protagonisti i primi coloni americani e le epiche battaglie a cavallo alla conquista del west non hanno mai piantato solide radici. D’altra parte però gli ultimi anni hanno visto i natali di alcuni sensazionali strategici molto versatili e adattabili a qualsiasi periodo storico. Giusto per citarne alcuni vale la pena di ricordare tutti discendenti, per parentela o affinità, dell’apprezzata serie di Age of Empires lanciata qualche anno fa da Microsoft: Age of Mythology, Empire Earth ed il più giovane Rise of Nation (con il quale il titolo in questione ha molto in comune). I passi evolutivi del genere sono ben evidenti in questi titoli, che hanno portato la giusta intuizione di AoE, un gioco di strategia a sfondo prettamente storico, a perfezionarsi sotto molti punti di vista, a partire da quello della giocabilità per finire all’aspetto grafico.