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Obscure II - Recensione

Dura la vita nei college statunitensi: piena di alcol, droga e sesso. Meno male che ogni tanto qualcuno decide di darsi al giardinaggio.

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   11/09/2007
Obscure II - Recensione
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Fare coppia

Il gameplay è molto simile al primo capitolo che, a sua volta, era un survival horror dall’impostazione molto classica. I fan dell’originale saranno felici di sapere che è stata mantenuta la modalità cooperativa, con la possibilità di giocare in due sullo stesso computer gestendo un personaggio a testa contemporaneamente. Nel caso non abbiate un fratello, una sorella, un amico fidato, un cane prodigio o un genitore appassionato di videogiochi, non vi preoccupate, perché l’IA è perfettamente in grado di guidare il secondo personaggio senza far rimpiangere troppo l’intelligenza umana. Anzi, il personaggio guidato dalla CPU si è spesso rivelato molto utile in combattimento e non è mai rimasto bloccato da qualche parte costringendoci a tornare indietro a prenderlo. I personaggi da guidare saranno sei, ognuno caratterizzato da abilità differenti che si riveleranno essenziali per proseguire nell’avventura. Solitamente infatti, ogni area avrà enigmi pensati per un ragazzo specifico ma, fortunatamente, non bisognerà tornare continuamente sui propri passi per selezionare il personaggio giusto da uno dei punti di raccolta (sono dei posti dove gli eroi si riuniscono e possono essere selezionati per entrare in gioco); questi ultimi sono posizionati in modo molto intelligente nei vari scenari e non pesano sul gameplay, rendendo l’avanzata verso il gran finale estremamente fluida.
Le armi a disposizione dei personaggi sono discrete in quantità e varietà. Si va dalle classiche mazze da baseball per arrivare ad armi da fuoco più o meno potenti (pistole, fucili e altre). Insomma, l’arsenale per combattere i mostri organici e l’oscurità è piuttosto classico e non offre sorprese, così come i nemici, fin troppo simili a quelli del primo episodio per impressionare.

Obscure II - Recensione
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Battute

Forse il vero problema di Obscure II è che non impressiona in nessun comparto. Il gameplay, come già detto, è molto classico, ma l’atmosfera e i mostri non fanno mai veramente paura. Spesso sembra che siano piazzati in modo telefonato proprio per non creare troppa tensione. In un paio di occasioni si ha un qualche sobbalzo, ma si tratta di momenti radi che non lasciano il segno. Gli enigmi sono di fattura discreta, ma a volte non si riesce a capire cosa fare per colpe non attribuibili al giocatore. Ad esempio, cosa fare quando la telecamera decide di starsene ferma e non seguire il personaggio, mancando di mostrare una porta o un qualche oggetto? È capitato in varie occasioni di dover girare in tondo cercando di forzare la telecamera ad inquadrare qualche dettaglio fondamentale. Si tratta di momenti, vero, ma sono momenti in cui si rimpiange il prequel che, invece, non aveva di questi difetti. Mettiamoci anche che la storia non è proprio il massimo (stenta a decollare per tutto il gioco), e che i personaggi sono piuttosto stereotipati nel loro scimmiottare i tipi da college che migliaia di telefilm e film ci hanno imposto nel corso degli anni. Vi confessiamo che spesso abbiamo tifato per i mostri, soprattutto dopo l’ennesima battuta fuori luogo, fatta da uno dei ragazzi, capace di distruggere qualsiasi possibilità di immedesimazione o immersione.

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Versioni a confronto

Altro problema di non poco conto è il comparto grafico. La versione PS2 è ben fatta, con modelli di buona fattura e texture azzeccate per quanto non certo miracolose nei dettagli (Resident Evil 4 è sempre su un altro pianeta) e con effetti di luce molto belli, soprattutto quelli provenienti dalle finestre. La versione peggiore è sicuramente quella PC, meno stabile (più di qualche volta siamo finiti a guardare il desktop senza troppi preavvisi) e, soprattutto, meno accettabile dal punto di vista visivo. Insomma: è un mero porting della versione PS2 con le texture stirate e con qualche dettaglio in più. Probabilmente sarebbe stato antieconomico produrre una versione esclusiva, ma così com’è Obscure II su PC sembra un gioco di qualche anno fa.
Una nota a parte merita la colonna sonora, veramente spettacolare: suonata dalla Boston Symphonic Orchestra e dal coro di bambini della Paris Opera. Se non ci fosse, la già poca atmosfera ne uscirebbe distrutta.
Sempre la versione PC soffre di un difetto nel sistema di controllo che la versione PS2 non ha. Insomma, i tasti da utilizzare sono molti e la tastiera è scomoda. Meglio sicuramente usare un joypad, ma con quello di Xbox 360 abbiamo avuto qualche difficoltà di mappatura. Probabilmente la soluzione ideale è avere un joypad PS2 con l’adattatore PC. Ma quanti li avranno entrambi? Ci chiediamo inoltre perché le azioni sono state distribuite su più tasti, quando potevano stare comodamente su uno solo, aprendo una scelta multipla nei rari casi di più interazioni possibili su un singolo oggetto. Misteri del game design.

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Requisiti di Sistema (versione PC)


Requisiti Minimi

  • Processore: Pentium 3 1.0 GHz o AMD equivalente
  • RAM: 256 MB
  • Scheda Video: compatibile con le DirectX e dotata di 32 mb di memoria video
  • DirectX 9.0c
  • Lettore DVD
Configurazione di Prova
  • Processore: Intel Pentium 4 3,4 GHz
  • RAM: 2 GB
  • Scheda Video: NVIDIA 7800GT

Commento

Obscure II è un discreto survival horror che non riesce ad eccellere in niente. Ha qualche buon momento, ma non va mai oltre la linea sottile che divide l’esperienza comune da quella eccezionale. La versione PC va decurtata di altri 4 punti, a causa della mediocre realizzazione tecnica e dei vari problemi illustrati nella parte finale dell’articolo. Insomma, consigliato ai fan del genere in crisi d’astinenza. Gli altri possono pure fare finta che non sia uscito.

Pro

  • Buona la gestione dei personaggi
  • Divertente modalità multiplayer
  • Splendida colonna sonora
Contro
  • Graficamente obsoleto (su PC)
  • Le telecamere sono poco reattive
  • Storia banale

Avevamo lasciato i ragazzi del Leafmore High, alla fine del primo Obscure, sopravvissuti dopo il salvataggio della scuola dall’oscura minaccia di uno psicopatico col pollice verde. Purtroppo per loro il gioco ha venduto abbastanza da permettere agli sviluppatori di realizzare un sequel, e quindi i fiori neri sono tornati a minacciare la loro inutile esistenza, insieme a quella di un altro college (non sarà che questi sono come la Fletcher? Dove vanno muore qualcuno?).
Il gioco inizia nella camera di uno studente (uno dei protagonisti) che si alza dal letto su cui stava insieme alla sua ragazza (non facciamo gli indiscreti). Ben presto ci si trova a girare per i corridoi dei dormitori, con studenti che sparano parolacce, altri che corrono al bagno a vomitare e altri che stanno al telefonino. Oltre ad ascoltare i grugniti della fauna locale, è possibile esaminare vari elementi dello scenario in modo da ottenere descrizioni più o meno bizzarre che fanno il verso ai teen movie statunitensi, quelli all’American Pie, per intenderci. Insomma, è difficile superare i primi minuti di gioco senza imbattersi in qualche ammiccamento al sesso e, più in generale, alla vita dissoluta che si svolge in quella che dovrebbe essere un’università. Niente di male, per carità, ma tutto sa un po’ troppo di forzato. Fortuna che ci sono i mostri. Dopo un po’ di sano girovagare, si finisce nella stanza di un altro studente e, dopo aver ingerito della strana roba, nel primo incubo del gioco. L’atmosfera è abbastanza horror, anche se, a dire il vero, di tensione se ne prova poca. Si avanza, si da qualche colpo con la mazza, si scende in un sotterraneo, ci si trova con il fucile in mano e si arrivano ad affrontare un paio di mostri invincibili che ci fanno uscire dall’incubo. Che succede? Non ci vorrà molto a capirlo e, anzi, nella sequenza successiva, che si svolge durante una festa, uno dei vecchi personaggi riconoscerà l’oscurità prodotta dai fiori. Non vi preoccupate, qualche colpo di scena c’è, ma non vi aspettate grandi cose a livello di trama: è la solita battaglia tra l’oscurità e un gruppo di teenager divisi tra l'eroismo e gli ormoni.