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Prisoner Of War

Finalmente è uscito sul mercato un titolo "diverso" dal solito; pieno di fascino, astuzia e "furtività". Gli sviluppatori sembrano essersi direttamente inspirati al Film "La grande fuga", addirittura il protagonista di POW assomiglia molto a Steve Mc Queen (fatta eccezione per la pettinatura). Riuscirete a resistere dietro la rete della vostra prigionia e soprattutto all'umorismo di tutti quei simpaticoni crucchi? Non perdetevi la recensione di questo singolare gioco, che fa dello Stealth (pianificato) il suo cavallo di battaglia.

RECENSIONE di La Redazione   —   05/09/2002
Prisoner Of War
Prisoner Of War

Grafica

Guardando il mondo digitale di POW da lontano, tutto sembra molto "bello", luoghi, costruzioni, oggetti, personaggi e quant'altro. Avvicinandoci di più invece, ci accorgiamo che, purtroppo, non tutto è "definito" come vorremmo.
In generale quindi, il motore di POW è ben fatto, il paesaggio che ci circonda rende benissimo, trasmettendoci nell'animo, quella tristezza, quel grigiore caratteristico di qualsiasi campo di prigionia dell'epoca.
Gli effetti di luce (guardate le foto in notturna ad esempio), di ombre e quelli particellari (pioggia in primis) sono ben resi e aiutano anch'essi ad aumentare le sensazioni di essere soli contro il mondo, in una terra straniera (urgh, non il massimo della vita!).
Il vero problema grafico risiede sopratutto quando ci avviciniamo ai modelli tridimensionali; un esempio lampante sono proprio i volti dei personaggi, alcuni dei quali sembrano realizzati con pochi poligoni e un paio di textures "appiccicate" sopra.
In definitiva, anche se non ci farà gridare al miracolo, né ci delizierà con virtuosismi grafici dell'ultima generazione (né lo utilizzeremo per mostrare agli amici la potenza grafica di XBox!), il motore 3d di POW svolge più che egregiamente il proprio lavoro, senza mai farci storcere il naso o distogliere la nostra attenzione durante una "fuga" (e vi assicuro che durante il gioco sarete impegnati a guardare ben altro!!!)
Da notare il grande lavoro profuso dai programmatori, e la ricerca dei particolari utili a ricreare riproduzioni realistiche e fedeli di quei "tormentati" campi di prigionia; in particolar modo del castello di Colditz, riprodotto digitalmente, seguendo i piani di costruzione originali! Da brrrrrivido!

Prisoner Of War
Prisoner Of War

Audio

In ambito sonoro, tutto sembra ben "confezionato": i pezzi audio composti per l'occasione, sono un ottimo strumento per porre l’accento sul vostro "stato", che non mancheranno di sottolineare i momenti più "caldi" e drammatici che accadranno durante le vostre "scampagnate".
Discorso a parte per gli effetti sonori, che ricordiamo, sono fondamentali in giochi dove la furtività è la vostra unica ancora di salvezza! Naturalmente l'ideale sarebbe poter avere un impianto adatto al suono posizionale (dal sistema 4.1 in su (ovvero 4 casse "satelliti" ed un subwoofer)), il quale ci aiuterebbe molto a capire dove come e chi è intorno a noi.
Ultime due parole sul doppiaggio in madrelingua che, a mio avviso, sembra ben caratterizzato; non solo nelle scelte delle voci, ma soprattutto nel modo di parlare "l'inklese" dei tedeschi (una cosa simile fu fatta con Return to Castle Wolfenstein, ma in italiano, con sommo gaudio del sottoscritto!!!).

Prisoner Of War
Prisoner Of War

Giocabilità

Questo è uno di quei pochi titoli in cui si punta sul gameplay piuttosto che sull'impatto grafico, un gioco tutto arrosto e poco fumo! Sicuramente questo è un bene: meglio un gioco divertente ma dalla grafica poco "competitiva", che una specie di film in computer grafica con interazione limitata (e divertimento nullo). Certo in alcuni casi l'ottimo gameplay è sufficiente a decretare un titolo "degno dell'olimpo videoludico" (come fece Tetris "eoni" fa), ma POW, purtroppo, non è esente da limiti che non gli consentono di raggiungere vette così alte.
Se da un lato abbiamo la libertà di decidere cosa fare, quando e come agire, in realtà questa libertà è solo apparente; la storia segue un filo narrativo ben "teso" e lineare, dove non ci è possibile incontrare nodi da cui dipanarci. Ad esempio già dai primi "giorni" di permanenza, capiremo a nostre spese come non sia possibile seguire obiettivi alternativi, o scegliere quale via di fuga tentare, ma sarà questo stesso filo narrativo ad indicarci gli obbiettivi da completare.
La libertà di cui disponiamo è quella d’azione e di "pianificazione": una volta saputo cosa ci serve e dove si trova, sta a noi decidere come "arrivarci", come affrontare i problemi che incontreremo lungo il cammino. Inutile dire che per raggiungere i nostri scopi, non potremo limitarci a guardare come il prossimo soldato si sposta, ma dovremo pianificare la maggior parte delle nostre azioni (se non tutte), dovremo sapere alla perfezione come si muovono tutte le guardie e trovare il modo ed il momento giusto per aggirarle; sicuramente dovete avere molta pazienza (tantissima dato che se vi farete beccare sarete costretti a ricominciare da capo) e coordinazione.
Il sistema di controllo (seppur non configurabile) è studiato ad hoc e sembra rispondere bene ai nostri comandi. Potremo strisciare sotto gli edifici rialzati, camminare silenziosamente, appiattirci contro un muro, sbirciare dagli angoli, controllare la presenza di soldati nelle stanze, guardando attraverso i buchi della serratura (!), spalmarci in viso il lucido da scarpe per cercare di mimetizzarci meglio nella notte, scavalcare muri, arrampicarci sui reticolati e tanto altro ancora.
Certe volte mi sembra di essere McGiver (spero si scriva così), mai un'arma a disposizione, da solo contro i nemici e magari in poco tempo devi anche "costruirti" una via di fuga... e vi assicuro che non sarà facile!!!
L'A.I. dei vostri "guardiani" é molto curata, se sentono un rumore sospetto si dirigono lì per controllare, idem se avvistano qualcosa o se vi vedono "gironzolare" in posti giusti, ma ad orari sbagliati (come la mensa il cui accesso è proibito ad orari diversi dai pasti). L'unico appunto consiste nel sistema di guardia, che non si "evolve" al ripetersi dei nostri errori, ovvero non modifica le sue difese (aumentando il numero delle guardie o cambiando il percorso di ronda ecc.), come sarebbe logico aspettarsi in una situazione (per lo meno) realistica. Nel nostro caso però, questo è un bene, visto e considerato che non abbiamo la possibilità di scegliere strade alternative, ma siamo costretti a segure un plot già scritto.
POW non vi garantirà iniezioni d’adrenalina (non toccherete arma, né avrete a disposizioni le mirabolanti combo di Buffy), ma sono sicuro che vi farà letteralmente "tremare" da quanta tensione riuscirà a trasmettervi questa avventura.

Prisoner Of War
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Longevità

Pow è un titolo che richiede tanta pazienza e tempo per pianificare ogni vostra mossa; se saprete apprezzarlo, vi rapirà completamente e vi farà vivere quest’avventura tutta d'un fiato.
Peccato che una volta "scappati", non credo che sarete granché stimolati a "tornare dentro". Forse una "spinta al re-play" potrebbe risiedere nel voler ripetere un determinato capitolo perché avete pensato ad un passaggio "alternativo" oppure perchè volete migliorare il punteggio finale ottenuto o magari, soltanto perché volete provare a giocare con i "segreti" attivati (ovvero una volta sbloccati, potrete modificare il livello visivo delle guardie, le loro dimensioni ed altre features che potete vedere in una delle foto scattate).

Prisoner Of War
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Commenti

POW è un gioco ben realizzato, che riesce perfettamente a calarci nei panni di un ufficiale alleato, caduto in mani "poco raccomandabili", rinchiuso in un campo di prigionia, costretto a seguire delle regole troppo strette per i suoi gusti.
Tutto il motore grafico, seppur tecnicamente non sia al livello delle ultime produzioni videoludiche, riesce lo stesso, a svolgere bene il suo lavoro, coadiuvato da un comparto sonoro appropriato e d’ottima fattura.
A mio avviso le uniche vere pecche risiedono nella longevità, legata alla sola lunghezza dell'avventura (non che sia breve, ma non abbiamo altri stimoli per rigiocare tutto POW) e nella linearità della storia, dove è possibile seguire un solo binario... l'unico posato dai programmatori.
In definitiva, la parola che meglio aiuta a capire se il gioco fa per voi, credo sia "PIANIFICARE". In Pow non andrete MAI in giro armati, pronti a sterminare il vostro nemico, ma vi troverete a "eluderlo", sfruttando qualsiasi cosa vi possa offrire riparo.
Se non vi piacciono i giochi dove non potete sparare "nemmeno un colpo", POW non potrà soddisfarvi in alcun modo. A tutti gli altri meno "fatti d’adrenalina", vi consiglio di prendere POW in seria considerazione.

    Pro:
  • Grafica nel complesso buona, tute le strutture sono state fedelmente riprodotte;
  • Concept originale, ma gameplay non adatto a tutti;
  • Musiche ed effetti sonori d’ottima fattura;
  • Grande giocabilità, coadiuvata da un buon sistema di controllo;
  • Ottimo feeling, sarete sempre immersi in un mare di "tensione".

    Contro:
  • Una volta finito, dubito che lo rigiocherete più di una volta (a dir tanto);
  • Storia lineare, senza possibilità di deviazioni;
  • La grafica è tecnicamente inferiore alle ultime produzioni;
  • In alcuni frangenti la difficoltà di gioco raggiunge livelli davvero elevati;
  • Avrete bisogno di molta pazienza (in tutti i sensi e per ogni evenienza!).

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Packaging & Presentazione

Ringraziando il cielo (ma anche Halifax), il gioco è stato localizzato con sottotitoli e menu in italiano. In pratica l'unica parte rimasta invariata è il doppiaggio, comunque ben caratterizzato (si sente un chiaro accento tedesco quando i soldati ci parlano in inglese!).
Tutto il resto è storia (in tutti i sensi!)... la copia pervenutami presenta manuale e cover in inglese, (ma penso sia uscita anche la versione completamente in italiano), ben realizzati.
A proposito di storia, quella che ci accingiamo ad intraprendere è un lungo e periglioso viaggio dell'ufficiale Lewis Stone, catturato dai tedeschi durante una missione di spionaggio alleata. Si ritroverà suo malgrado internato in un campo di prigionia, con tutte le regole e le "forzature" del caso. Sarete quindi chiamati a rispettare orari precisi per i pasti (colazione, pranzo e cena), gli appelli (mattutino e serale) e il "tempo libero". Starà a voi sfruttare i luoghi di raduno (e non solo quelli) al momento giusto.
Per maggiori ragguagli sulla storia e sugli ambienti riprodotti, non posso far altro che consigliarvi di visitare il Sito Ufficiale di POW.