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Prova del 10: Avventure nel Mondo della Matematica - Recensione

Prova del 10: Avventure nel mondo della matematica tenta di abbinare minigiochi ed esplorazione in un titolo pieno di personaggi buffi, colori e decine e decine di... deciglie!

RECENSIONE di Andrea Franzone   —   23/10/2008

Tutto è avvenuto così gradatamente che quasi non ce ne siamo accorti. Da quando troviamo così normale vedere affiancati sugli scaffali dei negozi titoli come Zelda, Castlevania o Advance Wars a giochi pensati e creati con la matematica??? Già, la matematica, la stessa materia che avete odiato fin dalle elementari, che vi ha quasi ucciso alle superiori e che mal avete digerito all’università… Ora il marketing ne ha fatto un videogioco.

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Quaranta quattro gatti in fila per sei col resto di... dieci!

Gia, il potere del marketing: riuscire a far comprare ai genitori un videogioco pensando che questo renderà meno ignoranti i propri figli! Ma sempre di giochi si tratta… Il primo è stato Training di Matematica e, ovviamente, lungo la strada segnata da quest’ultimo iniziano a vedersi i primi cloni e titoli auto-ispiratisi. Prova del dieci: Avventure nel Mondo della Matematica è uno di questi, per differenziarsi però punta su un aspetto più giocoso e meno accademico e sull’intento di interessare anche i più piccoli. Per raggiungere questo punto si è pensato di creare un mondo di gioco grande e grosso, pieno di un centinaio di strane creature con nomi buffi e infantili e diviso in zone con nomi ancora più sciocchi e da bambini… Il pretesto per girovagare in queste lande - desolate? - è dato da una storia perfettamente in linea con quanto detto prima: semplicistica e sconfusionata almeno per chi può avere più di dieci anni. Ecco quindi la necessità di affrontare ad uno ad uno i vari personaggi, ognuno specializzato in un determinato minigioco, fino ad arrivare alla prova finale dell’aera, superata la quale si può accedere a quella successiva. Niente di eclatante o innovativo quindi… L’esplorazione vera e propria del mondo di gioco avviene invece in maniera desueta. Ci troviamo alla partenza, infatti, sempre nella nostra tenda/rifugio e da qui possiamo, cliccando su evidenti punti sensibili o superando semplici prove, accedere alla schermata successiva.

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Dieci deciglie per me, posson bastare...

Il mondo attorno alla tenda però non contiene altro che personaggi che offrono consigli più o meno importanti, oppure delle “parole d’ordine” che obbligano, pretestuosamente, a esplorare queste sezioni dato che sono richieste da alcuni personaggi nel gioco principale per poter proseguire. Il tutto è inutile e questo viene anche mascherato male. Il gioco vero e proprio inizia quando uno decide di affrontare uno dei folletti. A quel punto basta recarsi nella propria tenda per far comparire l’elenco perfettamente ordinato e numerato dei boss. Basta selezionarne uno per iniziare l’esplorazione dell’area relativa a quel personaggio al fondo della quale dovremo affrontare le varie prove. Questo cammino verso il minigioco avviene esattamente come raccontato prima ed è sinceramente la parte più noiosa del gioco dato che non comporta ne una sfida ne un interesse, ma solo un semplice riempitivo. Tutto risulta estremamente ripetitivo ma può essere utile per trovare dei punti aiuto da utilizzare poi nelle prove. Questi si trovano esattamente come il resto cliccando sui "soliti punti sensibili abbastanza evidenti"… Ci si ritrova quindi a smatitare svogliati sul DS in preda alla noia! E’ giunto il momento di raccontare il vero fulcro del gioco: il concetto di “deciglia”. Questo non è altro che una qualsiasi operazione, strusciata di pennino, tocco, disegnino che porta come risultato i numeri dieci, venti o trenta o così via. Quattro più sei da come risultato dieci? I blocchi di una piramide portano al numero venti? Una barca trasporta delle bolle a cui dobbiamo aggiungere il numero cinque per raggiungere il risultato di trenta? Ecco queste sono tutte deciglie! Su concetti di questa semplicità vengono costruiti tutti i trentasei minigiochi che invero sono molto vari ed alcuni anche molto simpatici, ma mai sopra una qualità mediocre.

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Bimbo, quanto fa quattro più sei???

Il guaio più grosso del gioco è proprio questa monotonia di fondo che lo pervade fin dalle fondamenta. La genialità dei titoli Nintendo è stata proprio quell’aurea “accademica” che è riuscita ad attirare grandi e piccoli. Andare ad appesantire in maniera banale e poco riuscita una formula di questo tipo non ha portato a buoni risultati. L’esplorazione noiosa riesce a portare con se in fondo al baratro anche il nutrito gruppo di minigiochi. Questi pur non brillando ne come originalità ne come divertimento riescono comunque alla fine della fiera a compiere il loro lavoro. Peccato che alcuni paiono dei doppioni, altri siano semplicemente stupidi e un altro set sia destinato talmente spudoratamente ai bambini da risultare inadatto pure a questi ultimi. Gli esempi sono tanti – alcuni già citati – e si possono menzionare anche il giochino dove coprire con un sasso il numero che impedisce la formazione di una deciglia, quello dove si deve contare a tempo fino a dieci e, ancora, quello dove si deve scrivere il numero che sommato ad una cifra nascosta crea un dieci o un venti o un trenta… Tutti e trentasei sono sullo stesso tenore, con qualche ovvio sprizzo verso l’alto o caduta verso il basso. Tecnicamente non ci discostiamo più di tanto da quello già visto mille volte su DS. Fondali statici, animazioni ai minimi termini, grafica “disegnata a mano”, colori accesi e effetti speciali assenti. Siamo al solito “non fa più di quel che deve fare”… Le musiche invece sono quanto di più noioso e irritante si possa sentire, soprattutto a causa della enorme ripetitività e degli odiosi motivetti. Assenti gli effetti sonori. Infine il design dei personaggi ricorda troppo da vicino altre serie già viste, prime tra tutti i Tamagotchi e risulta quindi scontato e ridondante in più di un’occasione.

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Commento

Questo è il classico titolo che si può definire adatto solo ai più piccoli. Una realizzazione mediocre della sua parte distintiva, quella legata alla storia e all’esplorazione, affossa inesorabilmente anche la parte più di pregio e più interessante: i trentasei minigiochi. Questi riescono comunque alla lunga a essere piacevoli, ma i rari sprazzi di genialità e divertimento sfumano in un mare di noia e mediocrità. Peccato perché con un po’ più di impegno e un piccolo sforzo in più nella realizzazione dei minigiochi, magari da realizzarsi in minor numero, ma di superiore qualità e complessità, avrebbe portato sicuramente ad un titolo divertente e piacevole per tutti e non solo ad un pubblico di età scolare. Per questi ultimi potrebbe essere anche interessante...

Pro

  • Alcuni Minigiochi carini
  • I più piccoli non dovrebbero annoiarsi
  • E' comunque un buon allenamento al calcolo mentale
Contro
  • Mediamente mediocre
  • Realizzazione tecnica al minimo sindacale
  • Troppo orientato ai più piccoli