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Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione

Uno dei migliori puzzle game degli ultimi anni fa il suo debutto di Xbox Live Arcade, per la felicità di tutti i verdecrociati...

RECENSIONE di Andrea Palmisano   —   02/11/2007
Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione
Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione
Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione

Puzzle Quest è disponibile per Nintendo DS, PSP e Xbox 360.
La versione testata è quella per Xbox 360.

In pochi avrebbero scommesso sul successo di Puzzle Quest. Eppure il titolo prodotto da D3 e apparso su DS e PSP qualche mese fa è riuscito nell’intento di centrare il bersaglio, offrendo una interessante amalgama tra Rpg e Puzzle game capace di tenere incollati allo schermo davvero per ore ed ore. Forte del buon riscontro ottenuto, lo sviluppatore Infinite Interactive ha deciso quindi di espandere il “territorio” oltre i confini delle console portatili, raggiungendo così Xbox 360 tramite il servizio Xbox Live Arcade. Il costo? 1200 punti. Scopriamo se li vale o no...

Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione
Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione
Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione

Lo compro o no?

Se chi non ha mai avuto a che fare con Puzzle Quest dovrebbe procedere all’acquisto senza pensarci troppo, forse qualche dubbio potrebbero averlo coloro che già hanno giocato a fondo alle versioni per portatili. In realtà i programmatori hanno voluto inserire una buona serie di novità anche di notevole peso, al punto da mettere in forte tentazione anche quest’ultima categoria di utenti. Anzitutto la maggiore fiducia e il riscontro ottenuto ha permesso finalmente di offrire una completa traduzione in italiano, la cui mancanza ha pesato notevolmente sulla penetrazione del gioco nel nostro Paese nelle versioni DS e PSP. In secondo luogo la grafica, pur restando la stessa, ha ottenuto un notevole beneficio dall’incremento della risoluzione, offrendo così una maggiore chiarezza sotto ogni punto di vista. Parliamo sempre quindi di un prodotto totalmente in 2d che, seppur ben disegnato, non farà certo spalancare la mascella limitandosi a compiere il proprio lavoro in maniera convincente. Anche l’interfaccia è stata perfezionata, rendendo le partite più fluide e le informazioni più facilmente raggiungibili, e in generale sono state apportate alcune correzioni nel bilanciamento. L’aspetto più interessante è però senza dubbio il multiplayer online, che malgrado non offra nulla di più di sfide singole con altri utenti, consente di utilizzare il proprio personaggio sviluppato nell’avventura, quindi con magie ed equipaggiamento annessi.

Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione
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Xbox 360 - Obiettivi

Puzzle Quest non vi farà diventare matti per ottenere i punti degli obiettivi con sfide al limite dell’umano. Al contrario sarà sufficiente proseguire nell’avventura, superando fasi chiave come raggiungere il livello 50 (25 punti), catturare un destriero (10) o sconfiggere i nemici più importanti.

Commento

Puzzle Quest è uno dei migliori giochi disponibili su Xbox Live Arcade, se non per certi versi il migliore. Al costo di 1200 punti è possibile infatti scaricare un puzzle game coinvolgente ed intrigante come non se ne vedevano da molto tempo, basato su una meccanica semplice ma irrobustito da un contorno dalla grande profondità capace di garantire moltissime ore di divertimento. Consigliato senza riserve quindi, amenoché non manifestiate una totale avversione verso questo genere di giochi. In tal caso, peggio per voi...

Pro

  • Uno dei migliori giochi su XBLA
  • Coinvolgente e stimolante come pochi
  • Finalmente in italiano
Contro
  • Multiplayer buono ma non eccelso
  • Se odiate i puzzle non fa per voi
  • Graficamente poco meglio di PSP

Cavaliere aiutami nel puzzle

Per chi non abbia avuto modo di giocare le precedenti versioni del gioco, basti sapere che Puzzle Quest analizzato nelle sue singole componenti non è un prodotto particolarmente originale. Ma come dicono gli americani, il risultato complessivo è davvero più della somma delle sue parti, e bastano pochi minuti di gioco per rendersene conto. Sostanzialmente, la componente Rpg si manifesta fin da subito con la necessità di creare un proprio alter-ego tra la classica serie di classi disponibili all’interno del filone fantasy che fa da tema (druido, cavaliere, guerriero e mago), ognuna con diverse caratteristiche e affinità. Gli spostamenti avvengono attraverso una mappa in cui sono presenti e vengono scoperti man mano castelli, villaggi, foreste, accampamenti nemici e così via. Muovendo il proprio eroe sopra una di queste località si rendono disponibili una serie di missioni, che al di là della varia natura degli obiettivi richiedono sempre di affrontare uno o più combattimenti. Ma -e qua viene il bello- i suddetti combattimenti non avvengono tramite i classici dettami degli Rpg, bensì attraverso sfide ad un puzzle game che potremmo definire come una sorta di Bejeweled all’ennesima potenza. All’interno di una griglia quadrata sono infatti rappresentate sfere di vario colore, teschi, monete e stelle viola. Entrambi i contendenti agiscono sulla medesima griglia, un turno a testa, con lo scopo di avvicinare 3 o più elementi dello stesso tipo per farli così scoppiare e guadagnarne gli effetti. E così le sfere colorate portano gli “ingredienti” per eseguire le magie, le stelle viola esperienza, le monete denaro, mentre i teschi rappresentano praticamente il colpo inferto all’avversario, dal momento che vanno ad intaccare la sua riserva di energia. Se è sufficiente fare combinazioni di 3 per vederli scoppiare, diventa cruciale riuscire ad eseguire quelle da 4 o più elementi, dal momento che in tal caso si ottiene un turno extra che spesso risulta di fondamentale importanza. La combinazione tra semplicità del concept -in fondo si tratta della formula usata in mille altri puzzle game- e profondità di tutto ciò che gli ruota attorno rappresenta quindi il principale punto di forza di Puzzle Quest, capace di fornire uno stimolo enorme al giocatore tanto da attivare il subdolo meccanismo del “ancora una partita e poi smetto”. Ma la produzione D3 non è affatto tutta qui; l’esperienza ottenuta nei combattimenti consente di aumentare le statistiche del proprio personaggio, con riflessi in una grande quantità di elementi. Col denaro è invece possibile acquistare oggetti, armi e scudi con cui equipaggiarsi e in grado di fornire effetti particolari durante le sfide. Ma non è tutto; ci sono rune da utilizzare, cittadelle da costruire, destrieri da sfruttare e molto altro ancora. La fatica di Infinite Iinteractive riesce ad aggiungere nuove componenti per lungo tempo, mantenendo poi costante l’interesse del giocatore con una formula clamorosamente ben studiata.