3

Rainbow Six Vegas - Recensione

Ubisoft dà una zampata agli fps di Natale con questo Rainbow Six: Vegas. Tom Clancy e lo studio di Montreal mettono un level design d'alta scuola e Multiplayer.it si getta in battaglia a fucile spianato!

RECENSIONE di Antonio Jodice   —   01/12/2006

Ad un Natale così ricco non poteva certo mancare Ubisoft, che sin dall’inizio si è distinta per una serie di titoli davvero validi per Xbox 360 e che anche per PC si mantiene sempre tra le migliori software house in circolazione. Ai nastri di partenza per la corsa agli acquisti, la softco francese si presenta con un nuovo capitolo di una delle sue serie più amate, quel Rainbow Six che ai tempi della prima Xbox fece letteralmente decollare il Live. Dopo il controverso Lockdown, siamo, quindi, di nuovo in guerra, a capo di una squadra di tre militari, armati fino ai denti, in un’ambientazione sicuramente inedita: la città di Las Vegas. Il pacchetto di questo nuovo Rainbow Six è davvero succulento tra la modalità single player, il versus e co op online, fino ad arrivare al supporto di Xbox Live Vision, la webcam appena rilasciata da Microsoft. Vegas si dimostra il miglior FPS da acquistare su 360 per questo natale, ed uno dei migliori su PC, pur con qualche piccola pecca.

Rainbow Six Vegas - Recensione
Rainbow Six Vegas - Recensione
Rainbow Six Vegas - Recensione

La città del peccato

Logan è il membro anziano di un gruppo delle forze speciali. Viene mandato in Messico per indagare su strani movimenti terroristici in un’assolata città, in cui sono stati rapiti alcuni ignari abitanti. Nel corso delle operazioni, due commilitoni vengono catturati da una donna spietata quanto affascinante, ma non c’è tempo di indagare oltre, perché a Las Vegas scoppia l’inferno ed è il momento di volare in elicottero e di gettarsi nella mischia, fino alla resa dei conti finale, in vero, un po’ troppo stringata.
In questo episodio di R6 viene introdotta la possibilità di ripararsi dietro a muretti e mobili con la pressione del grilletto sinistro del pad, passando ad una visuale in terza persona, da quella canonica in soggettiva. Da questa posizione è possibile sparare senza sporgersi, con minore precisione, oppure, affacciandosi con la leva analogica sinistra, sia lateralmente che da sopra potendo quindi mirare, pur restando in qualche modo più protetti. Il tutto funziona alla perfezione e ben si sposa con il nuovo sistema con cui si ricarica l’energia, ripreso da fps come Call of Duty 2, e grazie al quale basta ripararsi per pochi istanti dietro ad un muro per tornare in forma smagliante. Perfetta è la gestione del team d’assalto, composto da due soldati, oltre a Logan, che con semplici comandi si muovono veloci, piazzandosi dietro alle porte e liberando le stanze con ottimo tempismo, mentre il giocatore può prendere alle spalle i terroristi intenti a difendersi sull’altro fronte. I meandri dei casinò esaltano tutti questi elementi di gameplay, dando ulteriore prova dello stato di grazia raggiunto da Ubisoft Montreal nel design delle mappe, non solo in multiplayer, ma soprattutto nella modalità in singolo. Ogni trucco e tattica vanno sapute utilizzare e mettere a frutto in locazioni, che offrono sempre molteplici soluzioni, tutte adottabili con rapidità e naturalezza, senza la frustrazione tipica degli shooter tattici, tanto che al livello di difficoltà base, chiunque può portare a termine il gioco in poco più d’una decina d’ore. Forse questo, tra l’altro, è un difetto per chi non abbia voglia, o non possa, giocare online o per chi trovi troppo esigente il livello di difficoltà più alto, nel quale l’Intelligenza Artificiale dei terroristi si dimostra davvero complessa. Se si escludono alcune incertezze nelle fasi di approccio, infatti, i mercenari mossi dalla CPU fanno veramente di tutto, anche il giro di intere locazioni, pur di venirci a stanare.

Rainbow Six Vegas - Recensione
Rainbow Six Vegas - Recensione
Rainbow Six Vegas - Recensione

C'è vita online

Davvero ricco il piatto del multiplayer, che consente fino a 16 giocatori di sfidarsi online in modalità, che vanno dal classico deathmatch, all’eliminazione, entrambe singole e a squadre. Interessante la nuova Attacco e difesa che, sulle 10 mappe a disposizione, assegna alle due squadre obiettivi diversi, come andare a recuperare dei dati che vanno portati alla base, o salvare degli ostaggi con l’attenzione, da parte dei terroristi, di non farli morire pur di strapparli ai Rainbow, pena la sconfitta. Di grande spessore anche la modalità cooperativa che mette tutti i livelli della campagna single player a disposizione di quattro giocatori, con una vera esplosione delle meccaniche di gioco e delle tattiche di gruppo, donando grande longevità al titolo Ubisoft. Da notare anche la Caccia ai Terroristi, sempre in co op, che vede un gruppo di giocatori affrontare una mappa che va completamente liberata dai bot mossi dalla CPU. Chi muore fa da spettatore e prende nota.
L’aspetto più intrigante dell’online di R6 è la creazione di un vero e proprio soldato persistente, che prende punti dopo ogni partita sbloccando nuove armi ed equipaggiamento, che va a migliorarne le capacità difensive e di movimento. Grazie ai punti che si acquisiscono, anche dopo una sconfitta, ci si sente comunque stimolati a giocare e a perseverare in un titolo, che sarà sicuramente preso d’assalto. Il net code non è esente da piccole magagne, ed in certe partite abbiamo potuto notare qualche difetto nell’attribuzione dei punti esperienza (in una abbiamo racimolato 0 punti, dopo aver effettuato sette kill, perché bollati come giocatori passivi; penalità per chi sta fermo in un punto della mappa senza far nulla). Abbiamo notato anche qualche incertezza nella modalità Attacco e Difesa. In un paio di casi la valigetta da riportare in base è rimasta sospesa sulla testa del portare ucciso, senza che si potesse fare più niente per raccoglierla e portarla a destinazione. Detto questo, il gioco online è uno degli elementi più forti di Rainbow Six, e siamo certi sin d’ora che mieterà migliaia di vittime per diversi mesi a venire. Tanta è la bontà dell’azione e del level design.

Rainbow Six Vegas - Recensione
Rainbow Six Vegas - Recensione
Rainbow Six Vegas - Recensione

Tintinnar di monete

Per quanto il gioco sia chiaramente disegnato attorno ai livelli ambientati nei casinò, le ambientazioni meglio riuscite sono l’ultima e la prima, che ricorda molto da vicino l’ultimo Ghost Recon, pur non condividendone l’engine poligonale, che qui è quello di Unreal. Queste due locazioni sono le uniche quasi completamente all’aperto, dove il motore sfoggia ottimi effetti di luce ed una concretezza che rende in modo eccellente le diverse situazioni. Negli ambienti chiusi dei casinò, invece, non si può fare a meno di notare che non tutte le texture sono all’altezza, che il numero dei poligoni non è trascendentale e che, soprattutto, non sono poi molti gli oggetti con cui è possibile interagire su schermo. Insomma, entrare in una cucina piena di piatti, bicchieri e vivande varie, sparando a tutto fuoco, e vedere solo un paio di oggetti saltare per aria, diminuisce di molto l’atmosfera di un gioco che fa del realismo il suo punto di forza. Sventagliare, con il mitra, un tavolino in un bar e vedere che i bicchieri di carta, posati sopra, restano saldamente al loro posto, un po’ di delusione la crea. In un complesso visivo di buon livello, questo sia chiaro.
Stesso discorso per l’audio, con musiche veramente belle, accompagnate da effetti sonori esaltanti. D’atmosfera le tante conversazioni dei terroristi sorpresi a chiacchierare del più e del meno, prima di ogni imboscata. Magari suona un po’ strano che questi dialoghi riprendano nel mezzo di uno scontro, se si resta riparati per più tempo del solito, come se niente fosse. Tra carcasse d’auto e vetri in frantumi, ecco che parte un “Cazzo! Doveva dei soldi anche a me!”, oppure “Mi è sembrato di sentire qualcosa… ma no, non è niente”. Quando fino ad un momento prima, c’erano pallottole ovunque.

Rainbow Six Vegas - Recensione
Rainbow Six Vegas - Recensione
Rainbow Six Vegas - Recensione

Obiettivi 360

In Ubisoft devono confidare molto nel successo che R6 Vegas avrà su Xbox Live. La maggior parte degli obiettivi, infatti, sono legati alla rete e alle partite in co op e, soprattutto, in versus. In più, ogni livello portato a termine a qualsiasi difficoltà conferisce dei punti, con un bonus per chi finisca il gioco in modalità "Realistica", la più difficile. Giocando in rete, gli obiettivi si sbloccano con una buona progressione, certo per arrivare a 1000 serve tempo.

Commento

Rainbow Six Vegas è uno dei migliori frutti del lavoro di Ubisoft Montreal e di Tom Clancy. Alcune delle mappe del single player e del multiplayer sono, semplicemente, perfette e permettono al giocatore di spremere al midollo ogni singola goccia di gameplay instillata in questo Fps tattico. Le novità introdotte nel sistema di gioco funzionano alla grande, nonostante un’evidente virata verso l’azione che lascia alle spalle il realismo più esasperato. Soprattutto se si ha la possibilità di giocare in rete, questo nuovo capitolo è da non perdere, dato che vi terrà impegnati per settimane. Qualche aspetto avrebbe potuto essere maggiormente curato, partendo dalla cosmesi un po’ altalenante, ma per il resto c’è solo da togliersi il cappello ed iniziare a sparare.

Pro:

  • Ottimo level design
  • Innovazioni gradite
  • Modalità online completa
  • Supporto per la Xbox Vision
Contro:
  • Single player breve
  • Grafica con alti e, qualche, basso
  • Piccoli bug

La faccia della Next Gen

In tutte le modalità online si può applicare al modello del nostro soldato una texture che ricalca il proprio volto, grazie alla Xbox Live Vision e ad un sistema che scatta due foto, una frontale ed una laterale. I risultati, come potete vedere dalle immagini nella nostra galleria, sono sorprendenti. Immaginatevi la soddisfazione di giocare in co op tutta la campagna in single player, accompagnati dagli amici più cari. Ci sono un po' di problemi nelle partite più affollate, nelle quali in tanti abbiano la texture personalizzata, perchè non tutte vengono visualizzate. Il Team, però, sta già lavorando ad una patch che risolva il problema. Ne vale la pena, perchè, anche se può sembrar strano, l'immersività del gioco ne guadagna ulteriormente.

Rainbow Six Vegas - Recensione