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Recensione di Cycling Manager 4

E’ da poco terminato il Tour de France e Lance Armstrong l’ha vinto per la sesta volta. Cyanide non perde l’occasione per fare uscire il quarto capitolo del suo manageriale sul ciclismo. E’ proprio il caso di dire: “Hai voluto la bicicletta? Mo’ pedala!”

RECENSIONE di La Redazione   —   12/08/2004

Nei Panni di un Manager da Quattro Soldi

Questo perché i nostri compiti al di fuori dell’ammiraglia sono davvero ridotti all’osso. La stessa scelta della squadra da condurre è basata solo su nome e budget, e non è nemmeno possibile scegliere il proprio nome come direttore generale. In tutte le decisioni poi, il sistema di CyM4 non ci sarà assolutamente di aiuto.
Innanzitutto il rafforzamento della squadra, indispensabile per puntare a qualcosa di buono. A parte la solita ricerca per caratteristiche e i talenti scout, quello che sconcerta è la scomodità del sistema di acquisto dei corridori (ho detto acquisto, e non compravendita, perché non è possibile vendere i corridori, ma di questo ne riparleremo più avanti). Solo una finestra con un “valore stimato“, sempre largamente al di sotto delle vere richieste, e la nostra offerta, e come risposta solo un sì o un no. Niente contrattazioni, niente indicazioni, si va del tutto alla cieca, e lo stesso vale per l’offerta di contratto, con l’aggravante che se il corridore rifiuta, l’affare salta e bisogna ricominciare dall’offerta alla squadra. Una scomoda perdita di tempo tenendo conto che si hanno solo 17 giorni di mercato ad inizio partita.
Inoltre, come già anticipato, non è possibile vendere o licenziare i corridori fino a quando non si supera il limite di 25 che è il massimo numero di corridori che si può avere in squadra. Probabilmente questo è dovuto alle regole del ciclomercato, ma non si capisce comunque perché il giocatore deve spendere centinaia di migliaia di euro (se non milioni) per acquistare i corridori, mentre le squadre controllate dal computer non ci fanno mai offerte. Allo stesso modo, perché togliere la possibilità di licenziarli?
Altra gatta da pelare è il rinnovo dei contratti: manca del tutto anche questa opzione. Bisogna aspettare la scadenza del vecchio contratto e offrirne uno nuovo, con il solito handicap dell’assenza della contrattazione.

Recensione di Cycling Manager 4
Recensione di Cycling Manager 4

Nei Panni di un Manager da Quattro Soldi

Comunque, ora che la rosa è sistemata dobbiamo decidere luogo e durata del ritiro di preparazione. Una pratica che diventerà comune, visto che i ritiri costano pochissimo e permettono di avere un bonus alle caratteristiche per lungo tempo. Stranamente, al momento di convalidare la prenotazione, spesso appare il messaggio “in alcuni giorni che avete richiesto saremo chiusi” quando, in base al calendario, così non dovrebbe essere.
Altre incombenze comprendono la scelta degli obbiettivi per accontentare lo sponsor, che se soddisfatti ci forniranno qualche soldino in più, la ricerca di nuovi sponsor, anche qui senza la minima contrattazione, e l’acquisto dell’equipaggiamento, importantissimo perché a seconda del modello fornisce bonus su determinati terreni. Non è molto chiaro però come funzioni l’accordo, infatti, una volta pagato non si deve più spendere, quindi, paradossalmente, con un solo pagamento si ottiene una fornitura a vita, senza tenere conto di alcuna usura e rottura dei ricambi (datemi l‘indirizzo di questi produttori che apro subito un negozio di biciclette!).
Ultimo, ma non meno importante, l’allenamento dei ciclisti. Molto intuitivo, è costituito da una semplice barra che indica quanta parte del lavoro è dedicata al miglioramento delle caratteristiche e quanta alla forma fisica. Lo stato di forma è infatti uno dei punti cardine di un ciclista e può condizionarne drasticamente le prestazioni, per questo è presente anche l’indicatore dei picchi di forma (due per ogni stagione) che consentono al giocatore di organizzare gli allenamenti in modo da portare il corridore nella miglior condizione possibile per le occasioni più importanti.
Il sistema non è particolarmente versatile, non è infatti possibile personalizzare i programmi d’allenamento e bisogna scegliere tra quelli già fatti a seconda del tipo di ciclista, ma non necessita di calcoli astrusi per essere utilizzato efficacemente (come purtroppo capita un po’ troppo spesso di recente), e questo non può essere che un bene.

Recensione di Cycling Manager 4
Recensione di Cycling Manager 4
Recensione di Cycling Manager 4

A Bordo dell’Ammiraglia

Terminato il lavoro d’ufficio è ora di salire sull’ammiraglia e vedere come i ciclisti che abbiamo selezionato se la cavano per davvero.
E’ qui che si incentra la parte più importante del gioco. Per quanto la preparazione alla corsa sia importante, se non si coglie l’attimo buono non si hanno speranze di vincere le corse, neanche con gli atleti migliori.
Ognuno dei nostri ciclisti è dotato di tre barre colorate che rappresentano la resistenza e l’energia per gli scatti e lo sprint. Se una di queste si esaurisce, il ciclista non sarà più in grado di effettuare quel tipo di azione e dovrà attendere di averne recuperato un po’. Finché si tratta della barra dello sprint il problema è limitato, ma quando capita ad una delle altre due, il ciclista rallenta drasticamente e rischia di perdere contatto dal gruppo. Per recuperare la resistenza (e anche le altre, quanto questa è al pieno) si usano i rifornimenti, ma anche questi vanno dosati con attenzione, perché il loro numero è limitato dalla lunghezza e dal tipo della tappa.
Una serie di semplici pulsanti permette poi di dirigere gli atleti con pochi colpi di mouse. [C]

Durante il caricamento delle tappe potremo verificare quali sono i favoriti del giorno secondo gli esperti
Durante il caricamento delle tappe potremo verificare quali sono i favoriti del giorno secondo gli esperti
La partenza di una fuga. Conviene piazzare sempre almeno un uomo in ogni fuga, non si sa mai quale possa essere quella fortunata
La partenza di una fuga. Conviene piazzare sempre almeno un uomo in ogni fuga, non si sa mai quale possa essere quella fortunata

[/C] L’andamento di una corsa è abbastanza vario, spesso partono fughe all’inizio e vengono riprese solo a pochi chilometri dalla fine, altre volte durano meno o ne partono di nuove in momenti vari, altre ancora il gruppo non permette alcuna fuga e si giunge insieme al traguardo.
Ci sono però alcuni errori grossolani che rovinano il piacere del gioco.
Nessuno tenta mai di vincere i traguardi volanti (intergiro e gran premio della montagna), lasciando al giocatore la possibilità di guadagnare i punti e il denaro dei premi con uno sforzo minimo. L’intelligenza artificiale dimostra diverse lacune: ad esempio è capitato che un gregario andasse a tirare la fuga in cui c’era l’avversario diretto del suo capitano.

L’intelligenza artificiale dimostra diverse lacune: ad esempio è capitato che un gregario andasse a tirare la fuga in cui c’era l’avversario diretto del suo capitano.

A Bordo dell’Ammiraglia

I corridori si mantengono in scia agli avversari solo finché c’è qualcuno che tira. In caso di fuga, ad esempio, si sparpagliano, spendendo maggior energia a causa del vento, e si raggruppano solo quando termina lo scatto: un inutile spreco di preziosa energia. Gli sprint sono quasi impossibili, sia perché i ciclisti non sfruttano le scie degli avversari (il pulsante che dovrebbe ordinarlo non ha funzionato nemmeno una volta) sia perché una volta giunti sul traguardo i corridori controllati dal computer acquisiscono una velocità incredibile e diventano irraggiungibili, poi quando parte lo sprint la loro velocità arriva a superare anche di 10Km/h quella dei nostri a parità di caratteristiche. Le cronometro poi sono una vera impresa: bisogna controllare contemporaneamente i rapporti del cambio (davanti e dietro) e la frequenza di pedalata; una cosa già difficile per un solo ciclista, visto che non si hanno punti di riferimento, e davvero impossibile quando bisogna gestirne più di uno.
Tutto questo però può essere spiegato con l’impressionante mancanza di informazioni fornite al giocatore. Sul manuale è indicato di premere il pulsante “S” per dare il via alla volata, tutto il resto (come fare ad andare veloci come gli altri ad esempio) deve essere scoperto per tentativi, intuito o fortuna.
Un altro esempio di mancanza di informazioni è la cartina delle tappe: non è indicato da nessuna parte che la parte in giallo indica i tratti di pavé, lo si scopre solo quando ci si trova la prima volta sul campo e si scopre di aver sbagliato del tutto la selezione.
La mancanza di informazioni non è però solo limitata a ciò che è indispensabile per giocare al meglio, ma anche alla stessa completezza e precisione di CyM4. Dando un’occhiata al calendario si nota che in quasi tutte le manifestazioni mancano le descrizioni di cosa si dovrà affrontare, e in quelle più importanti (Giro d’Italia, prove di Coppa del Mondo…) ci sono appena tre, quattro righe striminzite. Ma non solo, se si scorre in modo più approfondito, si nota una preoccupante ripetizione delle tappe. Non tappe simili, ma esattamente uguali: chilometraggio, profilo altimetrico, traguardi volanti, tutto. Accade soprattutto alle corse minori, ma anche alcune delle più importanti subiscono questo riciclaggio: il caso eclatante è la Milano-Sanremo, identica alla Cholet Pays de Loire che si tiene solo tre giorni dopo. Ad occhio si ha l’impressione che circa la metà delle tappe siamo gestite in questo modo; esattamente l’opposto della precisione e completezza che ci si aspetta da un manageriale che si rispetti. [C]

Un montaggio che raffronta le due tappe di cui si parlava sopra: identiche in ogni dettaglio.
Un montaggio che raffronta le due tappe di cui si parlava sopra: identiche in ogni dettaglio.
La descrizione delle tappe della Coppa del Mondo. Tre semplici righette per la Milano-Sanremo... potevano sforzarsi un po' di più...
La descrizione delle tappe della Coppa del Mondo. Tre semplici righette per la Milano-Sanremo... potevano sforzarsi un po' di più...
Basta infilarsi in una fuga e lasciare che siano gli altri a fare il lavoro. Quando si arriva al traguardo sono sfiniti e aggiudicarsi la corsa non è difficile.
Basta infilarsi in una fuga e lasciare che siano gli altri a fare il lavoro. Quando si arriva al traguardo sono sfiniti e aggiudicarsi la corsa non è difficile.

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Tecnicamente parlando

CyM4 non può certo essere definito un capolavoro di tecnica.
A parte l’intelligenza artificiale altalenante, in certe situazioni gli avversari si comportano in modo incredibilmente ingenuo, mentre in altre sono imbattibili anche al livello più facile, anche il settore grafico non spicca certo per qualità. I ciclisti sono tutti uguali, non c’è la minima differenza nel corpo, nel volto, nel colore della pelle: li si può distinguere solo in base alla maglia. Stessa cosa per le animazioni, che non sono neanche tanto fluide: assistere a una caduta di massa da 80 corridori e vederli tutti eseguire gli stessi identici movimenti e finire nella stessa identica posizione (neanche fosse nuoto sincronizzato), non fa certo piacere. Peggio del peggio, tutti gli elementi in movimento (ciclisti, moto-cameraman, ammiraglie) si passano attraverso tra loro come se gli altri non esistessero!
Le mancanze grafiche purtroppo non finiscono qui. Nei violenti saliscendi delle tappe in pavé, capita di vedere le ammiraglie levitare a un metro da terra al momento del cambio di pendenza. I paesaggi in lontananza sono squadrati e le texture sono dei semplici fill-in di un solo colore, senza nessun tentativo di rendere meno brusco il passaggio da uno all’altro. La aree abitate sono rese in modo carino, ma sono tremendamente piccole: città da migliaia di abitanti trasformate in microscopici paesini, con gli edifici solo ai lati della strada, e poi il nulla.
Tutto questo al massimo del dettaglio.
I requisiti di sistema poi sono esagerati per un gioco con queste caratteristiche. Per quanto sia comprensibile che un manageriale richieda un certo quantitativo di RAM e un processore che sappia farsi rispettare, non si capisce perché, con una grafica così elementare, vada a scatti e si blocchi con le vecchie schede video a 32Mb (nonostante i requisiti dichiarati).
L’errore che si verifica ogni volta che si usa il multitasking e si tenta di rientrare (lo si può accettare da un gioco nato per console e poi convertito, ma CyM4 è SOLO per PC), contribuisce a dare l’impressione che sia stato programmato in maniera frettolosa.
Discreta è invece la colonna sonora, complice anche la natura poco frenetica del gioco che consente di gustarsela senza pregiudicare il rendimento. Esiste anche la possibilità di personalizzarla copiando gli mp3 che si desidera ascoltare durante le partite in un’apposita directory: iniziativa lodevole dei programmatori, ma sarebbe stato molto più comodo una selezione manuale (tipo Winamp per intenderci) per evitare di sparpagliare doppioni di file in giro per l’Hard Disk. [C]

Una caduta sul pavé. Tutti sono nella stessa posizione, con la bici a 45 gradi. Un po' di varietà non avrebbe fatto male a nessuno
Una caduta sul pavé. Tutti sono nella stessa posizione, con la bici a 45 gradi. Un po' di varietà non avrebbe fatto male a nessuno
CyM4: l'attacco dei cloni!
CyM4: l'attacco dei cloni!
Anche settato al massimo, i dettagli sono solo sul bordo della strada, sul resto è meglio stendere un velo pietoso...
Anche settato al massimo, i dettagli sono solo sul bordo della strada, sul resto è meglio stendere un velo pietoso...

[/C]

Commento finale

Se date un’occhiata ai Pro e ai Contro troverete una voce che può lasciare perplessi: “si lascia giocare”. Ad alcuni potrà sembrare strano, ma è questa la sensazione che si ha provandolo. Nonostante i tanti difetti e problemi, si continua ad avere la voglia di ritentare, di cercare di capire come aggirare lo scoglio di turno e potersi finalmente divertire. E’ proprio per questo che CyM4 riesce a mantenersi sulla linea di galleggiamento, perché se si dovesse tener conto solo di cosa fa e di come lo fa, il voto sarebbe stato drasticamente più basso.
Cyanide ha promesso una nuova patch per correggere almeno la scarsa intelligenza artificiale. Si spera che il risultato sia meglio della prima che ha introdotto più errori di quelli che ha risolto (anche se l’eliminazione del bug che faceva sparire gran parte dei corridori dallo schermo in alcune corse è stata un bel sollievo).
Considerando le lacune della fase manageriale e l’intelligenza artificiale altalenante a seconda delle situazioni, Cycling Manager non è un gioco consigliabile per il single player. Per quanto, come già detto, "si lasci giocare", dopo un po’ i continui problemi e la quasi impossibilità di riuscire in alcune situazioni possono portare all’esasperazione, e anche con la miglior buona volontà si rischia di finisce per chiuderlo in un cassetto. Dove invece riesce a dare il meglio di sé è nel multiplayer. Se tutti i giocatori hanno gli stessi problemi, tutti sono allo stesso livello, e quindi è come se non li avessero affatto. Rimane la seccatura delle squadre ancora controllate dal computer, ma se i giocatori si distribuiscono le squadre più forti, lasciando al computer solo quelle minori, o se sono a sufficienza da escluderlo del tutto (cioè 20, il massimo numero di squadre che possono partecipare ad una corsa), il problema è risolto.
Quindi, per coloro che amano il ciclismo e i giochi manageriali, il consiglio migliore è quello di giocare la carriera in singleplayer come allenamento per imparare bene le meccaniche di gioco e come spremere al massimo i corridori, poi tuffarsi nella ladder (la modalità in multiplayer che mette tutte le squadre allo stesso livello di caratteristiche) e affrontare avversari reali.
Un’ultima, ma importantissima cosa. Checché ne dicano i giornali, gli esperti e i diretti interessati, c’è una cosa in cui CyM4 è mille volte meglio del ciclismo reale: NON C’E’ IL DOPING! Non sarà realistico, ma per una volta è meglio così!

    Pro:
  • Si lascia giocare
  • Costa un po’ meno dei normali giochi
  • Buona colonna sonora
  • Sistema di allenamento semplice ed intuitivo
    Contro:
  • Tappe riciclate
  • Sezione manageriale troppo limitata
  • Mancanza di informazioni al giocatore
  • IA altalenante
  • Grafica ripetitiva e poco dettagliata
  • Tappe a cronometro troppo complicate
  • Non supporta il multitasking (crasha in rientro)

Il bastone fra le ruote

Questa è una nota importante per tutti coloro che sono interessati ad acquistare Cycling Manager 4.
Gran parte del primo stock di CD usciti dalla masterizzazione sono danneggiati. Si è trattato di un problema con il master, il motivo però non ha molta importanza, quello che conta è che circa il 60% delle copie non funzionano. DDE (la casa che distribuisce la versione italiana di CyM4) ha deciso di non ritirare dal mercato le copie invendute, quindi c’è la possibilità che ce ne siano ancora in giro.
Riconoscere il problema è facile: appena si tenta di installare, il programma comincia ad effettuare un test di coerenza del file di installazione (che dura 3 minuti buoni su un computer molto potente), poi dichiara che il file è corrotto e non c’è verso di farlo proseguire. Potete provare finché vi pare, ma è il disco che è quasi illeggibile, infatti anche la sua sola lettura è faticosa. Nello stesso messaggio si parla di un metodo /NCRC che dovrebbe risolvere il problema, ma non ci sono istruzioni su come usarlo. In realtà è più semplice di quello che sembra, basta usare il comando "esegui" e lanciare "install.exe /NCRC" dalla relativa unità disco. Sfortunatamente questo sistema funziona solo in alcuni casi, non in tutti, quindi se non si ha fretta è meglio farsi sostituire il CD.
Per richiedere la sostituzione basta riportare la copia malfunzionante al negoziante (e in questo caso vi conviene chiedergli anche di testare la nuova copia per non rischiare di dover fare un altro giro) o, in caso di acquisto via internet, basta inviare una mail al servizio assistenza DDE che provvederà a spedirvi un disco testato.

Il mondo del ciclismo è molto diverso da quello degli altri giochi di squadra che hanno fatto la loro apparizione tra i manageriali.
Paragonandolo al calcio, è come essere permanentemente in fase di precampionato. Nel calendario sono già distribuiti gli impegni, e noi, in qualità di dirigenti, dobbiamo decidere a quali partecipare e quali lasciare ad altri. Questo perché la divisione tra le due categorie è solo sulla carta, in realtà le squadre si affrontano senza nessuna distinzione ad ogni gara.