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Recensione di True Crime: Streets of L.A.

Quali sono le caratteristiche principali dei film d’azione? Sparatorie, risse, inseguimenti in auto e a piedi. Bene, shakerate per bene tutto questo, aggiungete un pizzico di furtività e avrete ottenuto True Crime: Street of LA .

RECENSIONE di La Redazione   —   07/07/2004
Recensione di True Crime: Streets of L.A.
Recensione di True Crime: Streets of L.A.

La Città degli Angeli

Ciò che è davvero impressionante di True Crime è l’impressionante dettaglio con cui è stata riprodotta Los Angeles. Il risultato è così realistico che si ha la netta impressione che i programmatori Activision abbiano impiegato giornate intere a girarsi la città, videocamera alla mano, per raccogliere dati su ogni stradina e vicolo.
Gli edifici, le piante, le irregolarità del terreno, tutto è incredibilmente naturale, e soprattutto unico. Non ci sono ripetizioni di oggetti o particolari per risparmiare (tranne le cose ovvie come i pali della luce…), e di ogni strada viene riportato il nome. Quindi per assurdo sarebbe possibile utilizzare True Crime anche come mappa interattiva di LA prima di andarci realmente, in modo da sapere già come muoversi, pur senza averla mai vista realmente.
Solo un paio di cose non sono convincenti: la spiaggia, del tutto deserta e priva di spruzzi e di nuvole di sabbia quando la si percorre in macchina, e il canale dell’acqua, dove non si può andare.

Recensione di True Crime: Streets of L.A.

Cinque giochi in uno

True Crime offre diverse possibilità di gioco, tutte però fanno capo agli scenari che costituiscono la trama, indispensabili per sbloccare le altre sezioni.
Questa è piuttosto complessa, e offre un gran numero di alternative e di bivi che si verificano sia nella trama vera e propria che all’interno dei 12 scenari che la costituiscono, a seconda se svolgeremo gli incarichi affidatici con successo o se li falliremo. Le missioni che dovremo affrontare sono di cinque tipi, del tutto differenti tra loro.
1° gioco: GUIDA: che a sua volta si divide in pedinamenti, inseguimenti, fughe e gare contro il tempo. Il principio è semplice: salire sulla macchina e raggiungere il bersaglio prima che scappi o il tempo finisca. Nel caso dei pedinamenti inoltre, bisognerà fare attenzione a non avvicinarsi troppo, o il sospetto potrebbe accorgersene.

Recensione di True Crime: Streets of L.A.
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Cinque giochi in uno

2° gioco: COMBATTIMENTO: sicuramente la meno convincente delle sezioni che costituiscono True Crime, anche se ugualmente divertente. I controlli sono basilari: tre attacchi di base (pugno, calcio basso e calcio alto), la parata e i comandi direzionali. A questi si aggiungono le prese e gli attacchi finali che infliggono elevato danno, ma che possono essere usati solo quando l’avversario è stordito. Ogni colpo andato a segno con gli attacchi di base infligge, oltre al normale danno, anche un livello di stordimento e dopo che l’avversario ne ha subiti un certo numero (indicato dai punti esclamativi accanto alla barra della vita), questo rimane fermo per alcuni istanti, durante i quali posiamo immettere il codice per effettuare un attacco finale o una presa. Il concetto di base è valido, il problema è che per stordire i criminali si possono utilizzare solo gli attacchi di base che non combinano tra di loro, dato che l’intervallo di tempo tra un colpo e un qualsiasi altro è sufficiente per permettere all’avversario di mettersi in parata. Quindi i combattimenti si riducono spesso a un premo-i-tasti-a-casaccio-e-spero-che-colpiscano, quando un semplice sistema a combinazioni avrebbe reso il tutto più tecnico e divertente.

Recensione di True Crime: Streets of L.A.
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Cinque giochi in uno

3° Gioco: SPARATORIE: in prefetto stile sparatutto con il mirino controllato dal mouse e gli spostamenti dalla tastiera. Potremo correre, rotolare, nasconderci dietro a coperture improvvisate, fare salti al rallentatore in stile Matrix mentre spariamo, oppure colpire di precisione e scegliere se mirare ai punti vitali o limitarsi a neutralizzare il bersaglio. Inoltre potremo prendere in prestito le armi dai nemici eliminati, anche se la scelta non è particolarmente vasta e, una volta ottenuta la maggior parte degli upgrade, le due care vecchie pistole di ordinanza diventano meglio di un AK-47.

Recensione di True Crime: Streets of L.A.
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Cinque giochi in uno

4° Gioco: FURTIVITA': la più ostica delle missioni in assoluto. Non per la difficoltà in sé, ma perché non si vede niente! L’obiettivo è quello di completare un determinato percorso, senza che le guardie che lo sorvegliano si accorgano della vostra presenza, o almeno che non abbiamo modo di dare l’allarme. Detto più semplicemente, continuare ad avanzare finché non si individua una guardia, arrivargli alle spalle, poi stordirla o ucciderla (questo però danneggia la reputazione). Sparsi qua e là potremo imbatterci in ostacoli, come vetri o sedie, che possono fare rumore, quindi avvertire della nostra presenza e mandare a monte la missione, e che pertanto vanno accuratamente evitati. Non si tratterebbe di incarichi difficili, se non fosse che la luminosità è talmente bassa che non si vede nulla di dove si va, e si rischia seriamente di sbucare in un corridoio senza neanche rendersene conto e farsi scoprire, o di perdere completamente l’orientamento.

Recensione di True Crime: Streets of L.A.
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Cinque giochi in uno

5° Gioco: PERLUSTRAZIONE: la somma dei primi tre generi, l’obiettivo delle perlustrazioni è solo quello di andare da un luogo ad un altro, senza limiti di tempo. Durante il tragitto, riceveremo chiamate dalla centrale per segnalare un crimine in corso nella zona in cui ci troviamo. Ovviamente potremo anche ignorarlo e proseguire per la nostra strada, ma i crimini sventati forniscono punti, indispensabili per accedere agli upgrade, quindi conviene rimboccarsi le maniche e darsi da fare. In True Crime sono presenti decine di reati differenti, dalle corse clandestine, alle risse, alle sparatorie, ai serial killer, agli evasi, fino al furto di un camion dell’Activision carico di videogiochi (che la centrale specifica di grandissimo valore…). Una volta individuato il sospetto potremo cercare di fermarlo con le buone, minacciandolo con un colpo di pistola in aria, oppure metterlo ko a suon di pugni, questo sempre che non scappi (cosa che capita quasi sempre), nel qual caso dovremo inseguirlo e fermarlo. Il rischio in queste situazioni è che il criminale in fuga sia armato. Infatti, se una volta interrotta la sua corsa questo sfodera l’arma, ci troveremo in una situazione di netta inferiorità: questo perché non potremo cercare di stordirlo in corpo a corpo (non si capisce perché in queste situazioni i colpi atterrino, ma non danneggino), inoltre passando alla modalità di sparo sarà comunque difficile colpire, visto che non è molto adatta agli spazi stretti. Durante le perlustrazioni, tra le tante cose a cui bisogna fare attenzione, c’è anche l’umore dei cittadini, infatti, se compiremo azioni troppo violente, la popolazione comincerà a reagire in modo ostile alla nostra presenza, fino ad arrivare al momento in cui gruppi di vigilantes armati cercheranno di ucciderci.

Recensione di True Crime: Streets of L.A.
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Cinque giochi in uno

Extra: sparsi per la città si trovano alcuni edifici che permettono di ottenere upgrade per le armi o nuove tecniche di guida e combattimento. Entrando in questi luoghi (cosa che come già detto costa un buon numero di punti) si sbloccano delle missioni tematiche di addestramento. Superandole si ottiene il premio promesso, altrimenti si può ritentare pagando nuovamente la quota di punti. Oltre agli addestramenti esiste la modalità Dogg Patrol, nella quale si impersonerà Snoop Dogg (famoso rapper amercano) e si avrà il compito di sventare il maggior numero di crimini in una sola ora. Per sbloccarla bisogna raccogliere, durante le normali missioni di perlustrazione, le 30 ossa d’oro che sono sparpagliate per la mappa: un’impresa non facile, anche se dopo aver trovato la prima la posizione delle altre apparirà sulla mappa di LA.

Un intero album come colonna sonora

Raramente si sono visti giochi con una colonna sonora così ricca. Quasi metà del manuale è occupata dall’elenco delle canzoni che la compongono. Oltre 50 brani, interpretati da grandi nomi come Ice-T, Megadeth, N.E.R.D. e tanti altri. Per dare un’idea di quanto sia importante la musica in True Crime, basta dire che durante le missioni di perlustrazione, c’è un tasto dedicato proprio a saltare la traccia musicale corrente e passare a quella successiva.
Ma non è finita! E’ anche uscito un album dedicato a True Crime, con altrettante tracce di artisti altrettanto famosi: Snoop Dogg, Westside Connection, E-40, Kam, Damizza, solo per citare quelli che sul sito ufficiale sono scritti più in grande. Difficilmente però si potrà trovare questo album nei normali negozi di musica (non siamo in america), meglio rivolgersi direttamente a negozi online specializzati.

Tecnicamente parlando

Dal punto di vista tecnico True Crime si attesta ad un primo sguardo su ottimi livelli, il livello di dettaglio è ottimo, e la fluidità anche. Si nota giusto una certa ripetitività nell’aspetto dei passanti, con alcuni che sembrano usciti direttamente da Resident Evil.
Questo ovviamente ha un suo costo in termini di requisiti hardware, soprattutto per quanto riguarda la scheda grafica, quindi, se la vostra scheda ha più di 2 anni, il miglior consiglio è quello di controllare che sia tra quelle su cui True Crime è stato testato. Strana è invece la distinzione tra i processori: Pentium 3 800Mzh / Athlon XP 1500. Boh…
I veri problemi quindi non sono nella struttura base del gioco, ma in distrazioni generali del team di programmazione al momento di effettuare la conversione da console a PC.
Il primo muro di Berlino si trova proprio al momento dell’avvio: "E' stato rilevato il software di emulazione CD/DVD. Disabilitarlo e riavviare il gioco". Il messaggio è enigmatico, non dà alcune indicazione di quale sia realmente il problema, quindi non si sa come risolverlo. Alla stessa Activision non erano informati dell’errore, ma dopo un po’ di insistenze hanno trovato una soluzione (questo è il link con le istruzioni).
Altro inconveniente è l’incredibile scurezza dell’intero gioco. Dover sparare al massimo il monitor, spegnere le luci della stanza e fare ancora fatica a vedere dove si sta andando nelle missioni stealth non è accettabile.
Visto il tipo di problemi, l’impressione è che la conversione da console a PC sia stata fatta frettolosamente, o con poca attenzione, e a confermarla ci sono gli screenshot ufficiali (validi sia per la versione console che per quella PC), perfettamente visibili e senza alcun problema di luminosità.
Un vero peccato che disattenzioni di questo tipo rovinino un lavoro altrimenti ottimo.

Recensione di True Crime: Streets of L.A.

Commento finale

True Crime è uno dei tanti tentativi di unire generi diversi in un unico gioco, in modo da soddisfare il maggior numero possibile di giocatori.
Proprio perché si tratta di un multigenere, è difficile che i giocatori riescano a destreggiarsi con eguale abilità in tutte le sue parti. Per questo, il primo problema da affrontare durante lo sviluppo di questo tipo di giochi è quella di bilanciare la difficoltà dei vari generi in modo da non penalizzare (e quindi scontentare) alcun giocatore.
In passato si è arrivati in molti casi all’eccesso, ed il prodotto finale è risultato essere troppo poco tecnico in quasi tutte le sue parti, quindi, alla lunga, noioso. True Crime, invece riesce a mantenersi quasi sempre su buoni livelli. Le sezioni di guida e le sparatorie sono ottime ed entusiasmanti, le fasi stealth risentono solo di alcuni problemi tecnici, mentre solo i combattimenti corpo a corpo risultano poco convincenti. In ogni caso si tratta comunque di problemi secondari che in un ipotetico seguito potrebbero essere risolti facilmente.
La ricostruzione di Los Angeles è incredibile, e lo stesso vale per la colonna sonora, decisamente azzeccata. Indovinata anche la scelta del multiplayer suddiviso in base alle tipologie del gioco.
L’unico sospetto però e che sia stato dato troppo spazio alle fasi che fanno da corollario alla trama (esplorazione, aree di miglioramento, modalità Dogg Patrol), e meno ai 12 scenari che lo compongono, ottenendo un gioco potenzialmente longevo, ma che non offre gli stimoli giusti per sviscerarlo fino in fondo.
Non bisogna però correre il rischio smontare True Crime nelle sue sottoparti e confrontare ciascuna di esse con altri giochi maggiormente specializzati: sarebbe uno scontro impari! Lo stesso Grand Theft Auto, simile per alcuni aspetti, non è adatto ad un confronto, perché decisamente più incentrato sulla guida.
True Crime deve essere considerato come un esperimento di fusione di molti generi, e visto sotto quest’ottica risulta essere un ottimo titolo, immediato ed in grado di soddisfare i giocatori più disparati, rovinato solo marginalmente da una serie di fastidiosi inconvenienti.

    Pro:
  • Riproduzione di Los Angeles nei minimi dettagli
  • Quattro modalità di gioco totalmente differenti
  • Finali multipli
    Contro:
  • Ambienti troppo scuri
  • Telecamera goffa
  • Mancanza di livelli di difficoltà
  • Avvio problematico

Multiplayer per tutti i gusti

True Crime è un gioco esclusivamente single player quindi, per non penalizzare il gioco sotto questo ormai indispensabile settore, i programmatori Activision hanno dovuto inventare qualcosa di nuovo.
Approfittando dei tanti generi presenti, sono state predisposte cinque differenti modalità multiplayer.
Protezione: è il lavoro base di ogni poliziotto, proteggere i cittadini dai criminali. I giocatori vengono divisi in squadre o giocano singolarmente, con l’obbiettivo di sventare il maggior numero di crimini. Vince chi ottiene il maggior numero di punti al termine della partita.
Inseguimento: uno dei giocatori viene definito come sospetto, gli altri come poliziotti. Per vincere, il sospetto deve sfuggire ai poliziotti. Gli inseguitori invece devono demolire la sua auto e ucciderlo.
Dojo: tutti contro tutti o a squadre in una megarissa per stabilire chi è il maestro. Tutte le combinazioni e le mosse finali sono sbloccate, con l’eccezione degli attacchi a terra, per evitare serie infinite tra i membri della stessa squadra.
Maestro di tiro: una sparatoria generale, “tutti contro tutti”. Ovviamente vince chi sopravvive.
Gara su strada: la classica corsa su strada, con la possibilità di abilitare o meno l’uso delle armi da fuoco. E’ possibile gareggiare su uno dei cinque percorsi predefiniti, oppure l’host può personalizzare il tracciato posizionando fino a dieci tappe obbligatorie.
Un ottimo modo per mantenere vivo il gioco anche dopo che si ha terminato la storia.

Mouse e tastiera non sono un pad…

...e questo è evidente a tutti fuorché ai programmatori…
Infatti il modo in cui sono stati scelti i tasti di comando è quanto meno scomodo, almeno per chi non ha tre mani. Infatti alcuni sono all’estremità sinistra della tastiera, altri nel numpad, mentre i controlli della telecamera sono nel mouse. Questo obbliga il giocatore a spostare una mano in continuazione tra il mouse e la tastiera, perdendo tempo e rischiando ogni volta di premere il pulsante sbagliato.
Per fortuna non tutte le modalità presenti in True Crime soffrono di questo inconveniente, sparatorie e stealth mode non hanno comandi nel numpad. Guida e combattimento invece li hanno, ma almeno durante la guida l’uso del mouse è minimo. Non parliamo poi dei pattugliamenti che combinano tutti i generi. E’ normale quindi che dopo pochi inutili errori venga l’irrefrenabile stimolo di rimappare tutto da capo.
Non che la selezione iniziale dei tasti sia particolarmente malvagia, con un po' di pazienza ci si adatta, però, se ci si vuole impegnare nel multiplayer, non si può certo correre il rischio di sbagliare o perdere tempo, e alcuni ritocchi sono indispensabili.
La scelta però non è semplice. Anche la scelta estrema di spostare tutti i controlli da una parte o dall’altra risulta controproducente visto che tratta di troppi tasti da gestire con una mano sola.
Probabilmente la scelta migliore è decidere la configurazione più comoda per ogni modalità, ignorando ogni volta le altre, e poi abituarsi a rapidi cambi di posizione durante le perlustrazioni. Così almeno le difficoltà sono limitate a pochi attimi.

Un giustiziere senza regole

Vi ricordare di John McLane, il protagonista della trilogia di Die Hard, interpretato da Bruce Willis? Beh, è niente rispetto a Nick Kang, l’alter ego che impersoneremo in True Crime. Sospeso a tempo indeterminato dal servizio per eccessiva violenza e una lunga lista di violazioni varie, è stato trasferito all’EOD (Elite Operation Division), un’unità speciale indipendente dal dipartimento di polizia di Los Angeles con il compito di proteggere i cittadini dai criminali ad ogni costo.
Che l’EOD non sia un dipartimento come gli altri si nota subito dal primo video di addestramento (la sezione extra è un vero spasso!), nel quale vengono messe a confronto le tecniche di arresto delle forza di polizia e dell’EOD. Giusto per fare il tipico esempio con un criminale armato…
Polizia: disarma il sospetto, esegui una leva, immobilizzalo.
EOD: prendi il malcapitato, con una leva spezzagli i braccio, sbattilo per terra (povero criminale…)
Resa l’idea?
Come se ci fosse bisogno di dirlo, Nick è il miglior agente dell’EOD.