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Reigns: Game of Thrones, la recensione

Leggete la nostra recensione di Reigns: Game of Thrones per capire se finalmente Il Trono di Spade è stato tradotto in un buon videogioco.

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   24/10/2018

Reigns: Game of Thrones, gioco ufficiale della serie TV Il Trono di Spade, è in un certo senso la chiusura di un cerchio. Il primo Reigns s'ispirava infatti ad essa per tematiche e brutalità, con quell'interfaccia rubata a Tinder che dava un peso particolare a ognuna delle scelte di governo sottoposte al giocatore, e con trame e sotto trame che erano nutrite da intrighi di palazzo, amori proibiti, rapporti di potere e un bel po' di pericoli cui bisognava sopravvivere. Reigns: Her Majesty fu il tentativo, decisamente riuscito, di declinare al femminile le stesse meccaniche e tematiche, mentre ora Reigns: Game of Thrones non fa altro che condurre la serie al suo approdo naturale, dandogli in un certo senso l'ufficialità che le mancava.

Le meccaniche di gioco sono praticamene identiche a quelle dei Reigns precedenti, con qualche piccola variante legata alla diversa ambientazione. Al giocatore vengono proposte delle carte che rappresentano un personaggio o un evento. Ogni carta offre due scelte che influiscono in positivo o in negativo su uno dei quattro poteri del regno, oppure che determinano una certa catena di eventi. I poteri, ossia religione, esercito, popolo e finanza, sono rappresentati da quattro icone poste in cima allo schermo: svuotarle o riempirle completamente comporta la morte del sovrano.

Attenzione anticipazioni

Reigns: Game of Thrones racconta una storia alternativa rispetto a quella della serie TV e dei romanzi da cui è tratto. Per questo vi avvisiamo che nei prossimi paragrafi faremo degli accenni a degli eventi che per alcuni potrebbero essere delle anticipazioni. Sono molto vaghi, ma noi vi avvisiamo lo stesso perché sappiamo che tra di voi ci sono persone che, se colte di sorpresa, sono pronte a farsi esplodere contro la redazione urlando "spoileeeer".

Gameplay

Le varianti di cui parlavamo riguardano sostanzialmente la diversa gestione del flusso di gioco, continuo nei primi due Reigns, spezzato in Reigns: Game of Thrones. Cerchiamo di spiegare. Se ricordate, nei Reigns alla morte di un sovrano ne succedeva subito un altro, che ereditava non solo il potere, ma anche parte degli effetti delle decisioni prese nei capitoli precedenti, traducibili in nuove carte sbloccate, formando sostanzialmente una lunga storia dinastica che si sviluppava regno dopo regno.

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In Reigns: Game of Thrones, invece, ci sono nove sovrani selezionabili, il cui regno ha inizio sempre nello stesso momento, ossia dopo l'ipotetica conquista di Approdo del Re da parte di Daenerys Targaryen con conseguente scomparsa di Cersei Lannister, ma prima dello scontro decisivo con gli Estranei. All'inizio è possibile selezionare solo Daenerys, con gli altri personaggi (Tyrion Lannister, Jon Snow, Sansa Stark e così via) che vanno sbloccati affrontando nella corretta maniera alcuni eventi specifici. Il tempo viene contato in lune e non in anni, per evitare di discostarsi eccessivamente dalla serie, e alla morte di ogni re o regina il regno viene resettato, mantenendo però attivi alcuni eventi, come l'accesso alla locanda, le nuove carte o i sovrani stessi, che possono essere selezionati più volte, anche di seguito. Naturale che sia così, visto che, come nei Reigns precedenti, si muore spesso e molto velocemente (una partita dura in media una manciata di minuti). Il filo conduttore di tutto è la sacerdotessa rossa Melisandre, il cui ruolo assume dei contorni più definiti nelle fasi avanzate di gioco, quando cioè si è sbloccato quasi tutto lo sbloccabile. Ad arricchire il gameplay ci pensano anche alcuni eventi speciali, come ad esempio viaggi, risse, combattimenti, riunioni del Concilio Ristretto e altri ancora, che spesso prevedono delle scelte multiple.

Ad esempio affrontando l'esercito dei Lannister si possono dare ordini ai propri uomini scegliendo tra un massimo di quattro possibilità, ognuna rappresentata da una carta. Oppure viaggiando verso Grande Inverno possono capitare dei sotto eventi casuali con scelte binarie o scelte multiple, a seconda della situazione. In ogni caso gli eventi speciali vengono descritti da delle piccole animazioni stilizzate poste nella parte alta dello schermo, che consentono di verificare con una semplice occhiata i progressi di un viaggio o l'andamento di una battaglia. Comunque sia, nonostante le aggiunte, le meccaniche di gioco rimangono semplicissime da assimilare e utilizzare e si discostano complessivamente poco dalla formula originale.

Un gioco per fan

In termini narrativi Reigns: Game of Thrones gode e soffre allo stesso tempo della serie da cui è tratto. Se da una parte la presenza dei personaggi della serie sono un plus, dall'altra minano la fruizione per chiunque non abbia visto il telefilm o letto i libri, anche perché i riferimenti agli eventi del passato sono continui. Detta in modo brutale: alcuni eventi presuppongono che il giocatore sappia di cosa si sta parlando per essere compresi appieno.

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Ad esempio quando a Jon Snow viene chiesto di prendere una certa decisione riguardante Sansa, bisogna conoscere i trascorsi tra i due e la storia personale di lei per dare il giusto peso alla scelta che si sta facendo. Altro esempio: nel caos in cui Tyrion scelga Jaime Lannister come Primo Cavaliere, solo chi ha visto il telefilm o letto i libri può capire come mai il secondo sia tanto riluttante ad accettare e il primo faccia ironia sulla sua stessa scelta. Oltre ai singoli personaggi, conoscere la serie serve anche per capire l'attuale situazione politica di Westeros, ossia l'intero scenario del gioco. Ad esempio perché i Greyjoy sono nemici del Trono di Spade? Perché i Tyrell versano in condizioni così difficili? Perché Bran Stark è così temuto dal nuovo Alto Septon? E altre ancora, sono tutte domande cui un qualsiasi appassionato può rispondere in modo automatico, ma che creano dei grossi buchi in tutti gli altri. Ovviamente si tratta di un limite messo in conto dalla produzione, che evidentemente ha voluto creare un gioco per i fan e non per i vergini della serie, ma è giusto saperlo, soprattutto per gli appassionati dei precedenti Reigns che magari rischiano di considerare Reigns: Game of Thrones come un semplice sequel e non come un prodotto dedicato esclusivamente a un certo target.

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Dal punto di vista tecnico c'è davvero poco da dire su Reigns: Game of Thrones, visto che segue pedissequamente lo stile dei precedenti Reigns, con personaggi e ambienti ultrastilizzati, disegnati in una specie di low-poly renderizzato in 2D. C'è qualche animazione in più e c'è una maggiore varietà di eventi, ma è davvero difficile parlare di un progresso effettivo. La colonna sonora invece gode dei brani ufficiali della serie televisiva, compreso quello della sigla di apertura. Se vi piacciono nel telefilm vi piaceranno anche qui.

Conclusioni

Digital Delivery Steam, GoG, App Store, Google Play
Prezzo 3,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (4)
5.8
Il tuo voto

Reigns: Game of Thrones è un prodotto per fan realizzato in modo egregio. Volendo è anche il miglior gioco tratto dalla serie Il Trono di Spade, quello che più riesce ad avvicinarsi allo spirito dei telefilm e dei romanzi, il che non è poco, visto che si tratta di una produzione non proprio ricchissima. Paradossalmente però rischia di risultare poco appetibile per gli amanti dei Reigns che non siano anche fan de Il Trono di Spade. Per questo vi consigliamo di valutarne bene l'acquisto.

PRO

  • Le meccaniche di Reigns funzionano ancora
  • I fan della serie o dei libri lo adoreranno

CONTRO

  • I non conoscitori della serie troveranno difficoltà a comprendere alcuni eventi
  • Nessuna vera innovazione rispetto agli altri Reigns