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Republic: The revolution

Era uno dei giochi più attesi di quest'anno, era uno dei titoli più innovativi di quest'anno. Un enorme simulatore per un mondo politico corrotto e violento, dove combattere per la supremazia del proprio partito e per spodestare il corrotto presidente Karasov. Riesce Republic a mantenere tutte le promesse fatteci da Demis Hassabis e soci nell'intervista di qualche mese fa? Cliccate e scopritelo.

RECENSIONE di La Redazione   —   23/10/2003
Republic: The revolution
Republic: The revolution

Rock 'n Roll Robot (?).

Nei panni di quest’uomo, a cui dare un nome è nostro compito di giocatori, iniziamo la nostra scalata al potere di Novistrana, con l’intento di deporre il presidente attuale mediante ogni mezzo possibile: sporco e più sporco ancora. Il sipario si alza sulla ridente città di Ekaterine, dove dovremo misurarci con un elettorato abbastanza malleabile e con alcune missioni non troppo ardue: una buona palestra per poi lanciarci nel gioco vero e proprio, ma andiamo con ordine. Appena partiti ci troviamo davanti al capolavoro di Elisir Studios ovvero quel motore grafico di cui tanto si è parlato in sede di E3 e affini, che tanto ha fatto gridare al miracolo e che invece tanto poco ha di miracoloso, purtroppo. Le città sono realizzate benissimo, su questo niente da dire. Gli edifici sono estremamente dettagliati, il traffico e le persone sono esuberanti di poligoni e tanto vari da creare un panorama più omogeneo e dinamico di quello visto in giochi come GTA3 o GTA3VC. Il ciclo notte-giorno è un piccolo spettacolo da ammirare, per vedere come le ombre cambino di inclinazione e come la luce giochi con i riflessi delle vetrate dei palazzi a seconda dell'ora del giorno e mentre tutto questo accade la città si muove di conseguenza: la gente esce dalle case per andare al lavoro, la sera magari si dirige nei locali per svagarsi e durante la notte pochi girano per le strade deserte delle città di Novistrana. Peccato che tutto questo sia enormemente di peso per i nostri pc e soprattutto per la nostra ram: infatti a dettaglio medio, la città più piccola (Ekaterine) scatta come colta da delirium tremens ad ogni mio passaggio del mouse a visuale ravvicinata. Ho provato (amd 2200+, 512 mb ram e ati radon 9700) ad alzare il livello di dettaglio e il delirium si trasforma in stato catatonico per secondo, una cosa frustrante piuttostoanzichenò.

Republic: The revolution
Republic: The revolution

2d oppure 3d?.

Ma tutto questo non è niente davanti al problema principale dell’inutilità di questo motore. Mi allineo alla gran massa di colleghi stranieri e italici che hanno dichiarato che Republic, senz’ombra di dubbio, è giocabilissimo dall’interfaccia 2d presente che probabilmente anche un 386 potrebbe gestire. Per tutto il gioco voi non andrete mai a girare per il mondo 3d se non nelle occasioni in cui, come conseguenza ad una vostra azione, non si manifesti qualche sequenza animata, oppure in determinate fasi nelle quali dovrete seguire il vostro alter ego a spasso per i quartieri in qualche missione di indagine, durante la quale dovrete pilotare determinate scoperte cliccando sugli edifici contenenti indizi particolari, tutto qua. Questo è il livello massimo di interazione con l'ambiente tridimensionale che tanto fece scalpore e tanto ci stupì alle fiere passate (E3 e compagnia...); certo è un gran bel vedere, ma molto presto entrerete appieno nel ritmo di gioco, ve ne dimenticherete e smetterete di guardare il sole riflettersi sulle case, gli alberi ondeggiare al vento e forse la smetterete di cliccare su ogni singolo lupanare cittadino sperando che succeda qualcosa... zozzi.

Republic: The revolution
Republic: The revolution

Politica e schemi di gioco.

Il gioco, dicevamo, si può condurre benissimo dalla visuale bidimensionale, anche perché solamente da questa veduta potrete accelerare il corso degli eventi e superare i frequenti tempi morti. Voi vivete alla giornata, quindi il gioco si svilupperà in quattro turni (mattina, pomeriggio, sera e… vediamo se ci arrivate..) durante i quali potrete assegnare azioni da compiere a voi ed ai vostri scagnozzi. Nell’intento di accaparrarvi il favore della popolazione, facendo quadrare le vostre corbellerie con quello che la gente pensa e vuole, potrete prendere parte ad una serie di azioni veramente vasta e divisa, come anche i quartieri ed il pensiero stesso della gente, in tre ideologie differenti. Politica, economia e forza bruta (I like it!) saranno i tre fattori di gradimento delle folle urbane di Novistrana e voi dovrete scegliere quale onda cavalcare o trovare il modo di stare in bilico, perché no, anche tra tutte le tre. Ogni ideologia determina le azioni realizzabili dai vostri seguaci e l'efficacia di queste nei quartieri in cui decidete di agire. I vostri uomini durante il gioco crescono di esperienza, ricevono nuove abilità e possono entrare più o meno in contrasto con il vostro modo di dirigere il partito, qualora la vostra ideologia si sia troppo discostata dalla loro. Quasi fosse un piccolo rpg all’interno del gioco gestionale, arriverete anche a dover decidere dove far abitare i vostri uomini, per proteggerli e nasconderli dai possibili assalitori pilotati dai rivali o per evitare tentativi di corruzione che li allontanino dalla vostra causa, spingendoli tra le braccia di qualcun altro. Le risorse che accumulate sono i punti derivanti dalle tre aree ideologiche e sono spendibili solo con azioni di pari ideologia. Quindi se controllerete solo quartieri finanziari riceverte solo questo tipo di sostegno e potrete compiere solo azioni relative a quest’ideologia e farete inalberare i vostri uomini appartenenti a ideologie differenti: semplice? Abbastanza, sappiate comunque che allo scadere dei turni, quindi ogni nuova mattina, verranno fatti i conti e voi riceverete i dindi che vi spettano.

Republic: The revolution
Republic: The revolution

Ancora sul gameplay...

Da qui il gameplay assolutamente non facile per i politici di primo pelo, con una curva di apprendimento assolutamente ripida, ma che lascia intravedere che razza di lavoro complesso abbiano svolto Hassabis e compagni per programmare questo gioco tanto colossale quanto orwelliano. Insomma, un lavoro per menti raffinate di sicuro: seguite accuratamente il buon manuale in italiano, altrimenti vi troverete seriamente nei guai e passerete le prime due ore di gioco a non capire nulla e a maledire Karasov invano. Per contro, una volta che avrete preso la mano con la vostra prima campagna politica, i meccanismi vincenti saranno svelati e vi renderete conto di come possa essere anche troppo elementare fare le scarpe alla concorrenza. Certo, Elixir ha inserito tutta una serie di missioni da seguire, ci si muove pur sempre all’interno di una trama ben costruita, ma anche questi ostacoli non saranno più insormontabili una volta vinta l’interfaccia e capito il modo in cui ideologie e azioni possono interagire tra loro

Republic: The revolution
Republic: The revolution

E un gioco, un insieme di giochi oppure una confezione doppia di sottobicchieri?

Insomma, fino all’ultimo non avevo capito che cavolo di gioco dovessimo aspettarci e a leggere dai forum in giro molti si aspettavano un gioco molto più d’azione alla Grand Theft Auto. Negativo, quello che si vede dagli screenshot è solo uno specchio per allodole, nient’altro. Il motore bellissimo quanto pesante non serve a nulla, mettetevelo in testa. Chiarito il concetto possiamo dire che i timori che io palesai ancora ai tempi dell’intervista con i ragazzi di Elisir e con Mr. Hassabis in testa, si sono palesati quasi tutti. Abbiamo scoperto che il gioco è un gestionale, abbiamo scoperto che la super IA c’è ma non si vede e che tutto è molto bello e complesso ma non si sa a cosa serve. E’ strano parlare di Republic, è come aprire una scatola aspettandosi di trovare un qualcosa (immaginatevi UN qualcosa) e invece trovate un sacco di pezzi, alcuni molto belli, di altri oggetti e non capite bene il perché di tutto ciò. Republic è uno di quegli ovoni di plastica che si regalano per Pasqua ai bambini: ci mettono cose a caso lì dentro, non c’è una logica! (ho avuto un’infanzia difficile, lo so). Insomma dare una definizione è difficile. Volevano fare il videogame più originale dell’anno e come concezione ci sono riusciti sicuramente, a livello tecnico potremmo discuterne per ore, ma come gioco sono riusciti a tirar fuori un prodotto mediocre, che possiede moltissimi spunti più che positivi, ma sembra non riuscire ad approfondirne molti.

Republic: The revolution
Republic: The revolution

Conclusione

Vuoi per la complessità iniziale, vuoi per l’idea stessa, Republic non è un gioco per tutti, ma sicuramente chi ama i gestionali potrebbe trovarlo uno dei più intriganti mai visti sulla piazza. Il gameplay, ache se con qualche rischio di ripetitività, ripaga della fatica fatta per comprenderne i meccanismi di base e l’accuratezza nel costruire il mondo di Novistrana non può lasciare indifferenti. Se siete drogati della serie Tycoon e vi hanno tolto la dose questo fa per voi, se siete dei neo-dittatori frustrati pure, se passate le giornate nei negozi d’animali a fissare le formiche sottovetro: dovete averlo. Gli altri ci pensino molto, ma molto bene.

Republic: The revolution
Republic: The revolution

Pro:

  • Impressionante realizzazione tecnica
  • Coinvolgente per tutti i manager
  • Buona la trama
  • Ottima colonna sonora
  • Resta uno dei titoli più originali degli ultimi anni
Contro:
  • Motore 3d pesantissimo
  • Può diventare ripetitivo
  • Nessuna interazione con l’ambiente 3d

Un nome, una nazione.

Novistrana è una repubblica dell’ex Unione Sovietica, una repubblica sulla carta, poiché il capo del governo, il presidente Karasov, si è fatto nominare dall’esecutivo: presidente a vita. Come in ogni “repubblica delle banane” che si rispetti la routine quotidiana è ben scandita: rapimenti, sparizioni, misteriosi omicidi politici e leggi assurde che criminalizzano chiunque cerchi uno spazio per esprimere idee contrarie a quelle del dittatore/presidente in carica. Su questo scenario si affaccia il nostro protagonista, neo-leader di una nuova fazione politica, che ha perso i genitori durante gli anni della sua infanzia. Suo padre e sua madre sono stati rapiti dalla polizia politica di Karasov e probabilmente uccisi in qualche oscuro sotteraneo del Ministero degli Interni di Novistrana.