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Resident Evil Code: Veronica X

Un vecchio maniero, zombie a bizzeffe e la solita Umbrella Corporation. Con Resident Evil Code: Veronica X anche la PS2 può godersi l'ennesimo capolavoro firmato Shinji Mikami.

RECENSIONE di La Redazione   —   01/10/2001
Resident Evil Code: Veronica X
Resident Evil Code: Veronica X
Resident Evil Code: Veronica X
Resident Evil Code: Veronica X

Claire nella tana della Umbrella Corporation

Nonostante si tratti della conversione di un gioco apparso un anno e mezzo fa su Dreamcast, Resident Evil Code: Veronica X è da considerarsi un semplice porting del capolavoro che da più parti è stato giudicato come il miglior Resident Evil dei quattro prodotti da Capcom. A dire il vero Resident Evil Code: Veronica X viene impropriamente classificato come il quarto capitolo della serie in quanto i fatti narrati rappresentano piuttosto la continuazione della storia di Resident Evil 2. Claire Redfield, dopo aver lasciato l'ormai desolata cittadina di Raccoon City, parte alla volta del quartier generale della Umbrella Corporation, situato in Europa, nel tentativo di ritrovare il fratello scomparso Chris e di risolvere una serie di inspiegabili misteri. Purtroppo Claire viene catturata e rinchiusa in una sperduta prigione su di un'isola sconosciuta. Dopo una splendida introduzione in computer grafica, la nostra avventura ha inizio dietro le sbarre di una buia cella della prigione. La situazione non sembra certo delle più incoraggianti ma non dovete preoccuparvene. Il peggio devo ancora arrivare...

Resident Evil Code: Veronica X
Resident Evil Code: Veronica X
Resident Evil Code: Veronica X
Resident Evil Code: Veronica X

Resident Evil sposa il 3D

Che piaccia o no, Resident Evil è rimasto lo stesso nel corso degli anni non essendo stati apportati dei sensibili cambiamenti allo stile di gioco e alla trama stessa. Eppure questo Code: Veronica X, pur non distaccandosi radicalmente dalla tradizione, introduce delle innovazioni che possono essere considerate rivoluzionarie nell'ambito della serie. Abbandonata la grafica bidimensionale delle ambientazioni, troverete su schermo il frutto dei 128 bit della potenza della PS2 ovvero la ricostruzione interamente in 3D degli scenari. Le novità non sono certo finite in quanto il gioco è reso ancora di più tridimensionale dal fatto che la telecamera non è più statica ma nella maggior parte dei casi segue i movimenti del protagonista del gioco. Altra caratteristica che rende Code: Veronica X differente dai predecessori è il World Real System (R.W.S.). Claire è infatti ora in grado di aprire porte, risolvere enigmi, archiviare oggetti e munizioni che nella seconda parte del gioco, quando controlleremo Chris, rimarranno nella medesima posizione. Inoltre, rispetto alla versione Dreamcast è stato utilizzato il DVD, supporto grazie al quale è stato possibile inserire 10 minuti di full motion video aggiuntivi incentrati per lo più sulla lotta tra Chris Redfield e Wesker, enigmatico personaggio dal misterioso passato.

Il misterioso fascino degli zombie

Tanta carne in più sul fuoco quindi, ma forse non sufficiente a nascondere i difetti dell'età. Un sistema di controllo inadeguato e un'antiquata concezione di gioco rischiano infatti di minare la qualità di un titolo che altrimenti si rivelerebbe perfetto. Il livello di tensione provato nel vagare per le semi-deserte ambientazioni raggiunge livelli inauditi in certi casi, tanto da rendere sconsigliabile ai deboli di cuore il proseguimento dell'avventura allorchè le tenebre sopraggiungono dopo il tramonto. Dietro ad ogni angolo si può nascondere uno zombie, un albinoid o il ben più temibile Tyrant, ai quali difficilmente potrete sfuggire se non sarete provvisti di un buon quantitativo di munizioni ma soprattutto di sangue freddo. L'impresa si rivela ancora più ardua rispetto al passato dato che le munizioni e soprattutto le miracolose erbe medicinali sono reperibili in minima quantità. Vi toccherà quindi agire di conseguenza cercando di evitare gli scontri inutili e comportandovi con furbizia. Il classico "dribbling" tra gli zombie si rivela infatti fondamentale nelle situazioni più critiche. A terra, in acqua e persino in cielo, Code: Veronica X offre un numero considerevole di azioni da compiere e di ambientazioni da visitare. Tutto questo concorre a renderlo il Resident Evil più longevo di sempre tanto che in più di un'occasione proprio quando la conclusione dell'avventura vi sembrerà vicina, vi accorgerete invece che la strada da percorrere è ancora lunga.

Resident Evil Code: Veronica X
Resident Evil Code: Veronica X
Resident Evil Code: Veronica X
Resident Evil Code: Veronica X

Nebbia in Val Padana

Dopo aver assistito ai miracoli audio-visivi rappresentati da GT3, Onimusha e Devil May Cry, la realizzazione tecnica di Code: Veronica X potrebbe sembrare inadeguata per i tempi che corrono. In realtà la grafica, pur non raggiungendo qualitativamente lo splendore dei titoli sopracitati, si attesta su livelli molto alti surclassando buona parte dei titoli disponibili per PlayStation 2. Le differenze rispetto alla versione Dreamcast sono da considerarsi ininfluenti, potendo offrire questa conversione delle texture leggermente meno definitive ma un utilizzo della palette migliore. L'unico difetto visibile è la presenza del classico effetto nebbia, usato e spesso abusato dove in realtà non sarebbe necessario come in alcune stanze del palazzo. L'emotion engine non sembra certo sudare troppo per ricreare una grafica vecchia di 18 mesi e per questo appare inspiegabile che Capcom abbia deciso di mantenere immutato l'aspetto del gioco. Nessuna critica è invece attribuibile al comparto sonoro, vero e proprio cavallo di battaglia di Resident Evil grazie a musiche sempre appropriate ed angoscianti e ad effetti sonori convincenti.

Resident Evil Code: Veronica X
Resident Evil Code: Veronica X
Resident Evil Code: Veronica X
Resident Evil Code: Veronica X

La Bibbia...

In definitiva Resident Evil Code: Veronica X risulta il migliore Resident Evil di sempre e sarebbe da considerare ancora una volta la miglior espressione dei Survival Horror se fossero state introdotte le innovazioni che Capcom ha apportato al genere solo a partire da Onimusha e Devil May Cry. Un gioco non innovativo, anzi datato, ma pur sempre un ottimo titolo il cui unico difetto insopportabile è costituito dalla mancata traduzione in Italiano dei dialoghi e dei menù. Mi sento comunque di consigliarne l'acquisto a tutti i fan della serie (e sono molti), a tutti coloro che non l'hanno giocato a suo tempo su Dreamcast e a chiunque voglia avvicinarsi per la prima volta al genere horror di cui Resident Evil rappresenta la Bibbia.

    Pro:
  • Perfetta conversione da Dreamcast
  • Esperienza quanto mai angosciante
  • Buona grafica
  • Sonoro d'atmosfera
    Contro:
  • Poche innovazioni
  • Sistema di controllo inadeguato
  • Mancata localizzazione in Italiano

Il successo della PlayStation è testimoniato dai 70 e forse più milioni di console vendute in tutto il mondo e da una serie di indimenticabili capolavori. Tra questi potrei citarne a decine ma ad uno in particolare sono legati i miei ricordi più felici di videogiocatore. Avete già capito che sto parlando di Resident Evil, ormai da tempo leader incontrastato e capostipite su console del genere Survival Horror nato parecchi anni or sono su PC con Alone in the Dark. A 5 anni dalla sua prima apparizione su PSX, Resident Evil torna a far parlare di sè con il quarto capitolo dell'avventura più terrificante della storia dei videogiochi.