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Return To Castle Wolfenstein

Il seguito di Wolfenstein 3D approda anche su PS2, ma la conversione può definirsi soddisfacente? Leggete per scoprire ogni dettaglio.

RECENSIONE di La Redazione   —   23/07/2003
Return To Castle Wolfenstein
Return To Castle Wolfenstein

Parliamo di tecnica

Nelle conversioni da PC a PS2 l'aspetto che solitamente viene più ridimensionato è quello grafico.
RTCW, in questo comparto, ne esce invece incredibilmente a testa alta: le texture hanno una qualità fantastica, i rallentamenti sono decisamente sporadici e la fluidità è impressionante. Il tutto sembra molto simile alla controparte PC, eccezion fatta per la risoluzione inevitabilmente più bassa e per il fastidiosissimo aliasing che, francamente, speravamo fosse ormai relegato ad uno sbiadito ricordo del passato sull'hardware Sony, e invece ogni tanto torna a fare capolino. In compenso l’ambientazione e la realizzazione grafica delle locazioni sono da capogiro: vi capiterà di visitare un castello medievale ottimamente realizzato, lugubri catacombe, cittadelle curate in ogni minimo dettaglio e tante altre ancora, per una varietà impressionante.
Ad aumentare notevolmente l’atmosfera mozzafiato creata dagli ambienti, c’è poi un sonoro di pregevole fattura. Per ogni evento diverso, c’è un genere di musica associato che varia da frenetico (durante gli scontri a fuoco) a pacato (durante l’esplorazione), il tutto, come ho già detto prima, con una qualità decisamente soddisfacente; da segnalare anche gli effetti sonori delle armi da fuoco e delle esplosioni, assolutamente realistici e convincenti. Non è però tutto rose e fiori, infatti le varie voci degli attori (ne approfitto per sottolineare che il parlato è in inglese e non ci sono sottotitoli) sono risultate un po' piatte e prive di enfasi, tuttavia niente di eccessivamente compromettente, soprattutto considerando il genere di gioco.

Return To Castle Wolfenstein
Return To Castle Wolfenstein

Soldato Blazkowicz a rapporto, signore.

Rispetto a RTCW per PC, le versioni Xbox e PS2 presentano livelli extra e intermezzi inediti, che aggiungono profondità alla trama entrando maggiormente nei dettagli; l’aspetto fondamentale che è però totalmente (ed incredibilmente) assente nella versione PS2 è il gioco in multiplayer, il ché significa niente possibilità di gioco online, niente possibilità di splitscreen per partite in co-op con il vostro miglior amico, niente di niente, soltanto la possibilità di giocare in single player. Il multigiocatore, pur essendo di per sè una feature aggiuntiva, è da sempre uno dei punti focali nel genere e un pilastro portante per qualsiasi FPS che si rispetti. Un'assenza gravissima quindi, e in parte ingiustificata.
Nel singleplayer mode vestirete i panni di un soldato americano di nome B.J. Blazkowicz, che dovrà lottare contro l’esercito Nazista nel corso della Seconda Guerra Mondiale. La ID non ha però rinunciato a inserire mostri di ogni genere, sfruttando la passione del Furher per l'occulto, mettendo il giocatore di fronte a un ampio assortimento di soldati zombie e creature demoniache e mutanti di varia natura. Come ogni FPS che si rispetti, l’obiettivo principale è quello di sparare e distruggere il più possibile, e RTCW non fa certo eccezione. Oltre allo sparare all’impazzata però, potrete usufruire della vostra abilità stealth per uccidere i nemici: RTCW infatti vi da la possibilità di colpire i soldati silenziosamente alle spalle, oppure di nascondervi e camminare quatti per evitare di essere scoperti. Non è però oro tutto ciò che luccica, e pur essendoci elementi stealth, conterete sulla punta delle dita le volte che farete uso delle tecniche sopraccitate, soprattutto perchè spesso i soldati nazisti riusciranno a “sentire” la vostra presenza anche se non siete nel loro raggio visivo e senza fare rumore alcuno. Nascondersi quindi il più delle volte non serve praticamente a nulla, se non per aspettare il momento buono per uscire allo scoperto e svuotare caricatori su caricatori. Da qui potete capire come l’IA dei nemici non sia proprio curatissima, ed a confermarlo c’è anche il fatto che durante gli scontri a fuoco i soldati si comportano talvolta in maniera davvero molto stupida (ad es. basterà aspettarli dietro un angolo per poi riempirli di piombo senza alcuna difficoltà).
Fortunatamente, anche se l’IA non è ai massimi livelli, tutto sommato è sufficiente per regalarvi una dose massiccia di divertimento puro: l’arsenale è molto vario e vanta chicche come il lanciafiamme ed il super mitragliatore, inoltre il fatto che alcune armi si surriscaldino dopo un tot di proiettili sparati aumenta notevolmente la selezione strategica delle armi da utilizzare nelle varie circostanze.
Come ho già detto prima, la versione PS2 non dispone della modalità multigiocatore, quindi una volta terminato il gioco sarete ben poco invogliati a riprenderlo in mano, dato che le missioni sono quasi tutte identiche e alla lunga possono risultare eccessivamente ripetitive, cosa che peraltro accade nella maggior parte degli FPS in single player. Ciò però non toglie che nel first play non potrete fare a meno di immedesimarvi e divertirvi a più non posso per diverse ore, grazie anche all’ambientazione e atmosfera da urlo, nonché all’ottima giocabilità: in fin dei conti stiamo pur sempre parlando di un titolo creato dalla mitica ID...

Return To Castle Wolfenstein
Return To Castle Wolfenstein

Commento

Considerando la scarsa presenza di FPS sulla console di casa Sony, RTCW è una scelta obbligata per tutti gli amanti degli sparatutto in prima persona e non dispongono di un PC o un Xbox, sicuramente la console regina del genere. Se però possedete una delle due macchine precedentemente menzionate, il nostro consiglio è di non prendere troppo in considerazione di comprare la versione PS2 per due semplici motivi: in primo luogo l’assenza dello switch per i 60hz che vi costringerà a giocare con bande nere marcate e ad un velocità ridotta; il secondo motivo è l’assenza totale della modalità multiplayer, da sempre uno dei punti forti di questo genere di giochi. Sarebbe bastato davvero poco per fare di RTCW l’FPS definitivo per PS2, il singleplayer è davvero ben realizzato e vi farà schizzare l'adrenalina alle stelle. Purtroppo la mancanza del multiplayer si sente, e tanto.

    Pro:
  • Ottima giocabilità
  • Conversione molto fedele
  • Atmosfera coinvolgente
    Contro:
  • Assenza del multiplayer
  • L'IA non è il massimo della vita

Chi ha vissuto l’era dei primi 386 sicuramente ricorderà del mitico Wolfenstein 3D, di fatto il primo FPS della storia dei videogames nonchè, chiaramente, un vero e proprio titolo di culto. Circa un paio di anni fa uscì il seguito per PC: Return To Castle Wolfenstein, anch’esso di qualità eccellente e suo degno successore. Con l’avvento delle console di nuova generazione, molti famosissimi giochi per PC sono stati convertiti per dare la possibilità, a chi non possedesse un buon computer, di non perdersi prodotti validi… e RTCW non fa eccezione. Purtroppo però, la radicale differenza tra l’architettura di un PC e quella di una console (fatta eccezione per Xbox) rende molto difficoltose queste conversioni, e come conseguenza la maggior parte delle volte ci ritroviamo a che fare con prodotti che altro non sono se non la pallida ombra del titolo originale. RTCW per PS2 per certi versi non fa purtroppo eccezione a questa regola, risentendo pesantemente del processo di porting e risultando nettamente inferiore rispetto alla controparte PC e Xbox sotto alcuni aspetti… ma andiamo con ordine.