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Rez

"Il colore è la parola chiave, gli occhi sono l'armonia, l'anima è il pianoforte con molte stringhe. L'artista è la mano che suona, emettendo una nota o altro, provoca vibrazioni nell'anima". Questa è l'unica frase che riesce a dare l'idea del concetto di sinestesia, che è alla base dell'ultima produzione degli United Game Artists.

RECENSIONE di La Redazione   —   05/02/2002

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Inizialmente era Project-K

Molti avranno trovato fuori luogo una tale introduzione, ma a breve capirete il nesso che lega un artista russo di fine 800 ad un videogioco di oggi. Originariamente il titolo provvisorio di Rez era Project-K, dove K era acronimo di Kandisky. Infatti Tetsuya Mizuguchi e il suo gruppo di sviluppo ha attinto a piene mani dal patrimonio ideologico dell'astrattista, per dare il via a un titolo sperimentale destinato a suscitare sentimenti contrastanti nei videogiocatori.
In un mondo dominato dal dio denaro, in cui originalità è sinomino di flop comemrciale, Sega sta navigando controcorrente portando sulla console Sony titoli quali Space Channel Part 2 e il presente Rez. Un gioco per molti versi strano, indecifrabile in cui non c'è un vero scopo di fondo, ma in cui lentamente si inizia a percepire un senso di relax che sarà quello che porterà molti di voi a giocarci e rigiocarci (se riuscirete a superare il trauma iniziale)

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Un viaggio spazio-temporale

In un futuro prossimo venturo il mondo sarà interamente gestito da una rete di computers dotati di un avanzato sistema di inteligenza. Andando a installare un nuovo processore centrale, un tremendo virus di nome Eden, riesce a penetrare nel sistema mettendo a rischio l'intera umanità. Voi indosserete i panni di un hacker, il cui compito sarà quello di entrare nella rete (ecco spiegate le stranissime ambientazioni), superare tutti i firewall e sconfiggere l'EDEN. Volete sapere chi saranno i vostri nemici? Virus stranissimi, che sembrano quasi raffigurare i mali del mondo nelle sue varie ere e localizzazioni. Ad un esame accurato quelle linee apparentemente senza senso, quei strani giochi di luce che faranno da sfondo al gioco, sono la caratterizzazione di vari periodo storici. Si andrà dai templi Maya, alle piramidi Egizie, passando per ambientazioni dell'oriente medievale.

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Rez è uno sparatutto!

Dover descrivere che tipo di gioco sia Rez è impresa assai ardua. Sicuramente è uno sparatutto. Vibrando nell'aria dovremo centrare i vari nemici e colpire le varie sfere che incontreremo lungo il nostro cammino. Gli oggetti da raccogliere sono tre: delle palline blu che contribuiscono a potenziare il nostro stato vitale, infatto ogni sei di esse ci consentono di trasformarci in una nuova creatura sempre più forte e perfetta dalle stranissime forme (sfera, umanoide, piccolo buddha). Poi troveremo delle gemme rosse che stanno a rappresentare gli overdrive, una sorta di magie utili nei momenti di maggior presenza nemica su schermo. Ultimo, ma più importante ai fini del gioco è il cubo dai contorni rosa, che dopo essere stato colpito da noi per cinque volte ci permetterà di accedere al livello successivo. Come nei classici sparatutto Rez è suddiviso in missioni, per la precisione 4 (più una segreta), oguna delle quali è costituita da dieci livelli che terminano con un boss finale. Fondamentale è il parametro che alla fine di ogni missione verrà assegnato, denominato Analyzation, lascio a voi scoprirne il perchè..

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Rez è un gioco psichedelico!!

Rez è frutto di una ricercata sperimentazione. Avvicinandovi ad esso con mente sgombra capirete che sparare è solo un mezzo, ma non il fine del gioco. In breve vi ritroverete immersi in un bombardamento audio-visivo che andrà a colpire tutti i vostri sensi. Le continue vibrazini del Dual-Force, le lampeggianti luci ad intermittenza del gioco, le note scaturite dalle vostre azioni, sono la trasposizione videoludica del concetto di sinestesia tanto caro a Kandisky. Ci sembrerà di assistere a un concerto sinfonico; le musiche, inizialmente deboli e quasi secondarie rispetto allo scenario, diventano via via più forti e predominanti, portandoci a uno stato di assuefazione in cui ci sembrerà naturale il paradigma ad ogni azione, corrisponde una musica uguale e contraria.

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Rez

Rez! Gioco o non gioco?
Sicuramente è destinato a suscitare stati d'animo contrastanti. Un gioco non per la massa, un gioco a cui avvicinarsi con la mente sgombra da preoccupazioni. Un titolo da cestinare, un titolo da osannare. Rez è tutto questo assieme. Difficile dare consigli pratici su un gioco "astratto" che sicuramente fra qualche anno verrà ricordato come l'antisignano di un nuovo genere videoludico. Da provare prima dell'acquisto!!

  • sito ufficiale
  • Anteprima Rez
  • Pro:

  • esperienza unica

  • ci avvicinerà alla catarsi
  • contro:

  • gioco non per tutti
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    Rez

    Articoli collegati: Intervista a Tetsuya Mizuguchi

    Arte e videogiochi si fondono

    Wassily Kandinsky introdusse circa un secolo fa la sinestesia nel mondo artistico, ora nel ventunesimo secolo la geniale mente di Tetsuya Mizuguchi introduce con Rez la sinestesia in ambito videoludico, aggiungendole l'interattività propria di questo formato.
    Kandisky nacque più di un secolo fa nella Russia comunista e, a detta di molti, è stato il padre dell'arte astratta contemporanea, grazie alle sue idee innovatrici che destarono scandalo nell'Europa di fine ottocento. Lui trascorse tutta la sua vita nell'affannosa ricerca di una simbiosi tra suono e immagini, voleva che l'una compenetrasse nell'atra, allo scopo di offrire al pubblico una esperienza sensoriale. Celebre è divenuta una sua frase, che da molti fu considerata una sorta di suo manifesto ideologico che grosso modo in italiano recita così:"il colore è la parola chiave, gli occhi sono l'armonia, l'anima è il pianoforte con molte stringhe. L'artista è la mano che suona, emettendo una nota o altro, provoca vibrazioni nell'anima". Questa è l'unica frase che riesce a dare l'idea del concetto di sinestesia, che è alla base dell'ultima produzione degli United Game Artists.