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Secret Files: il Mistero di Tunguska - Recensione

Il mistero di Tunguska da svelare con un pennino: dal PC al DS, un'avventura a doppio schermo per gli amanti del genere.

RECENSIONE di Ludovica Lagomarsino   —   24/04/2008

C’è una storia che vuole essere raccontata. Perché è questo che fanno le avventure punta e clicca: raccontano storie. E stavolta lo fanno sul doppio schermo del DS, portando per la prima volta il genere su una console portatile, se vogliamo escludere i titoli à la Hotel Dusk o Another Code. Per la prima volta, dicevamo, le avventure classiche arrivano su DS, quelle che finora sono state appannaggio, se non proprio esclusivo, dei PC.
In realtà si tratta, questa volta, di una storia che vuole nuovamente essere raccontata. Stiamo infatti parlando della conversione del gioco che abbiamo già visto a suo tempo su PC: Secret Files Tunguska, rivista naturalmente nel comparto tecnico per adattarsi al doppio schermo della console portatile Nintendo ed in qualche modo semplificata nei suoi contenuti. Con un risultato che in qualche modo spiazza, perché ci presenta un prodotto che pur non godendo di particolari innovazioni o accattivanti sistemi di narrazione per guadagnarsi il nostro interesse riesce invece a stuzzicare le corde della nostalgia di chi ancora rimpiange gli adventure di casa Lucas Arts.

Secret Files: il Mistero di Tunguska - Recensione
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Commento

Secret Files Tunguska porta per la prima volta sul DS i titoli di avventura punta e clicca di stile europeo. Un ottimo motivo per essergli grati, considerato che il risultato ci pare davvero buono, soprattutto per i nostalgici delle vecchie avventure su PC, il cui stile viene ricalcato in questa conversione proprio dalla piattaforma casalinga per eccellenza. Il DS alloggia con naturalezza il genere, luso del pennino sul touch screen è quanto mai adeguato allo svolgimento del gioco, dei suoi puzzle, delle combinazioni degli oggetti presenti nel menu e raccolti nelle varie ambientazioni proposte. Nonostante un comparto grafico apprezzabile ed una realizzazione tecnica in generale molto ben riuscita, Secret Files Tunguska pecca, in maniera incisiva, proprio nel comparto narrativo, difetto purtroppo non indifferente per un titolo del genere al quale appartiene.

Pro

  • Buona realizzazione tecnica
  • Ottima gestione di oggetti ed enigmi
  • Comparto grafico nostalgico e ben realizzato
Contro
  • Narrazione frammentaria e poco coerente
  • Mancanza di coinvolgimento nella storia

Polvere e reperti

Il gioco ci presenta una grafica un pò retrò, con le prime ambientazioni visitabili che non hanno potuto non farci pensare a musei dalle atmosfere care ad un più celebre dottor Jones ed alle sue avventure. Il pennino serve splendidamente ad una funzione di “punta e clicca” quanto mai naturale, dando un nuovo significato al genere e facendoci pensare che ci troviamo probabilmente di fronte alla console ideale per questo genere narrativo. Sacrificando un pò la grafica, ovviamente, che necessariamente deve rinunciare alle ambientazioni ed al dettaglio raggiunto su PC.
La grafica non è tutto, direbbe qualcuno, soprattutto se riesce comunque nell'intento di essere gradevole e studiata in maniera tale da essere di ottimo servizio per lo scopo del gioco stesso, permettendo sufficiente coinvolgimento visivo e mantenendo un buon equilibrio, sui due schermi della portatile, fra i vari elementi di gioco. Gli spazi dedicati a menu, oggetti ed a tutte le interazioni possibili previste dal gioco sono studiati in maniera tale da lasciare sufficiente respiro senza tuttavia cedere a sistemi di menu e sottomenu a favore di una maggiore visibilità a schermo. Il risultato è che abbiamo tutto lì, a portata di mano e pennino, senza avere alcuna sensazione di confusione o sovrabbondanza di dettagli. La raccolta, l'esplorazione e l'interazione risulta così facile ed immediata ed è praticamente impossibile trovarci a ripetere azioni già effettuate solo per perdita di filo logico fra le varie azioni.

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E' la storia o colui che la racconta?

Il problema maggiore di cui soffre il gioco, purtroppo, è proprio la trama. La narrazione è infatti frammentaria e dà quasi l’idea che siano stati tagliati dei pezzi di dialogo per snellire il gioco, lasciando noi a chiederci cosa sia successo, cosa ci abbia portato al punto in cui ci troviamo. Il risultato è tutt’altro che piacevole, come potrete immaginare, lasciandoci con la sensazione che la storia, più che essere protagonista, sia in realtà quasi una giustificazione del tutto incidentale che permette al giocatore di districarsi fra esplorazione, raccolta, enigmi e puzzle. Ben fatti, tecnicamente molto fruibili, ma certamente non il fulcro di un’avventura che dovrebbe fare del proprio pilastro centrale proprio la narrazione. L'immedesimazione, il coinvolgimento nel gioco viene così a mancare, non essendo supportato da un comparto grafico e sonoro in grado di sopperire a tale mancanza, portandoci ad andare avanti in maniera quasi meccanica. Un’occasione persa, che ha dalla sua il pregio di averci mostrato come il genere si inserisca bene sulla piattaforma portatile Nintendo e che, se fosse stato curato nella sua parte narrativa in maniera migliore, avrebbe avuto un valore sicuramente molto maggiore di quello che riusciamo ad attribuirgli in questa sede. Ci auguriamo che la sua eredità venga raccolta e che questo sia solo l'inizio dell'insediamento di un genere su una piattaforma che ha dimostrato di saperlo accogliere in maniera eccellente.

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Ka-Boom

Secret Files: Tunguska, in questa sua versione DS, ci porta a vivere, con strumenti diversi, la stessa storia della versione “madre” per PC. Nina, la giovane protagonista del gioco, dovrà ricostruire passo per passo le vicende che hanno portato alla sparizione del padre dal suo ufficio nel museo nel quale lavora. In alternanza con un più giovane collega dello scienziato scomparso Nina seguirà le sue tracce in un lungo viaggio che toccherà virtualmente diversi angoli del nostro pianeta, mentre pian piano i tasselli di una misteriosa quanto devastante esplosione nelle steppe siberiane di Tunguska, di almeno 10 o 15 megatoni, ossia incredibilmente più potente della bomba di Hiroshima che ormai ha settato uno standard di misurazione, si vengono a ricostruire. Esplosione risalente all’inizio del secolo scorso, le cui cause fanno parte del mistero di Tunguska.

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